Lo Mini Inferno oggetto del test di questo articolo è stata gentilmente fornito dalla ditta Kyosho.
Caratteristiche tecniche: | |
Lunghezza | 270 mm |
Larghezza | 173 mm |
Passo | 176 mm |
Carreggiata | 148 mm |
Altezza da Terra | 15-25 mm |
Scala | 1:18 |
Peso | circa 800 gr |
Motorizzazione | Elettrico a Spazzole |
Produttore | Kyosho |
La Mini Inferno della Kyosho è un piccolo off-road 4x4 elettrico in scala 1:18, derivato direttamente dal fratello maggiore Inferno in scala 1:8, presente sul mercato da un paio di anni. Nel test che andiamo a proporre analizzeremo l'ultimo aggiornamento del modello presentato alla fiera del giocattolo di Norimberga. Rispetto al precedente Kyosho ha effettuato diverse migliorie quali, ad esempio, la sostituzione dei precedenti differenziali con nuovi modelli decisamente più robusti e l'introduzione dei nuovi ammortizzatori ad olio.
Aperta la scatola troviamo la nostra Kyosho Mini Inferno già completamente montata e pronta all'uso, il radiocomando a pistola a 27MHz, alcuni spessori per gli ammortizzatori ed il manuale di istruzioni. Quest'ultimo, come la maggior parte dei prodotti giapponesi, è estremamente dettagliato e ricco di consigli sull'utilizzo e la manutenzione dell'auto. Il manuale è multilingue ma è assente la lingua italiana.
Per poter iniziare a correre con il modello sono necessarie 8 stilo a secco o ricaricabili per il radiocomando e 6 stilo ricaricabili per la macchina. Per quest'ultima consigliamo senza dubbio l'utilizzo di batterie più specifiche per questo impiego. Kyosho offre a catalogo un pacco di celle NiMh da 1600mAh (usate per questo test) ed un kit di celle al litio composte da un pacco LiPo e relativo caricabatterie.
La meccanica della Mini Inferno ricalca in buona parte la struttura dei fratelli maggiori da cui deriva: troviamo quindi la trazione a 4 ruote motrici supportata da ben 3 differenziali a satelliti (rispetto alla versione precedente sono stati ulteriormente rinforzati), sospensioni ad olio e parastrappi sul motore elettrico. La maggior parte dei componenti utilizzati sono in materiale plastico rinforzato, mentre le parti più soggette a sforzi sono in metallo. Da notare il fatto che la maggior parte degli organi in rotazione sono supportati da cuscinetti a sfera per ridurre al minimo gli attriti.
Analizzando in dettaglio la meccanica possiamo notare come avantreno e retrotreno sono sostanzialmente strutturalmente simili: 2 grossi gusci in plastica contengono il differenziale a satelliti con relativa trasmissione, il quadrilatero delle sospensioni è formato da un supporto inferiore agganciati su 2 punti e da un unico tirante superiore costituito da un paio di uniball che può essere allungato o accorciato per variare l'angolo di camber delle sospensioni. L'ammortizzatore ad olio (altra miglioria rispetto al vecchio modello) è realizzato in materiale plastico caricato, ed è fissato ai supporti tramite 2 uniball; anche qui sono presenti diversi punti di fissaggio al telaio per poter variare i diversi angoli. La molla dell'ammortizzatore può essere regolata in compressione tramite alcuni spessori presenti nella confezione.
La trasmissione alle ruote avviene tramite semiassi in materiale metallico che si collegano ai bicchierini, sempre in metallo, supportati da 2 cuscinetti a sfera. Purtroppo il supporto del bicchierino è in materiale plastico e nell'uso abbiamo notato che i cuscinetti ballano un po' nella proprie sede cosa che, nel tempo, probabilmente porterà ad un gioco sempre maggiore degli stessi.
Nella parte centrale del telaio troviamo il differenziale centrale, sempre di tipo a satelliti, che si collega alla parte posteriore ed anteriore tramite 2 giunti in materiale plastico; il differenziale è di tipo aperto senza cassa e il tutto risulta in parte protetto dai sassi più piccoli ma completamente esposto alla polvere. Sempre sulla parte centrale troviamo il parastrappi, un meccanismo che permette di ridurre eventuali colpi al motore o alla trasmissione, il parastrappi è eventualmente regolabile tramite un dado autobloccante.
Completiamo la nostra carrellata della meccanica con il salvasterzo, anche questo regolabile con relativa facilità che si connette ad un servocomando di tipo standard.
Il motore in dotazione è un classe 380 a spazzole, controllato da un regolatore di giri elettronico da 18A. Il regolatore è dotato di tre funzioni: marcia avanti, indietro e freno. Ovviamente sono presenti diverse protezioni per evitare surriscaldamenti e sottoscariche del pacco batterie, il regolatore è funzionante sia con le batterie NiCd / NiMh che LiPo.
L'alimentazione del motore è garantita da un porta batteria nella parte posteriore del telaio adatto a montare 6 stilo ricaricabili. L'opzione è comoda per chi inizia, ma per un uso più intenso consigliamo vivamente l'utilizzo di pacchi batterie specifiche in grado di garantire prestazioni superiori.
L'apparato radio compreso nella confezione è formato da un radiocomando a pistola ed una ricevente a 3 canali a 27MHz. Nei test il radiocomando ha funzionato perfettamente anche se, naturlamente, si tratta di un prodotto entry level. Oltre al controllo del canale le uniche regolazioni presenti sono i 2 trimmer con relativi reverse e la riduzione di corsa per lo sterzo.
La Mini Inferno è un prodotto indirizzato principalmente ad un pubblico giovane che vuole avvicinarsi per la prima volta al modellismo RC. Si tratta infatti di un modello sicuramente più simile ad un automodello vero, con tutte le sue regolazioni e possibilità di upgrade, che ad un giocattolo vero e proprio. In questa prospettiva abbiamo quindi provato il modello così come esce dalla scatola sia sul classico parcheggio sotto casa che su una pista vera e propria.
Sul piazzale la Mini Inferno si comporta molto bene, complici le 4 ruote motrici la tenuta del modello sull'asfalto è molto buona, tanto che è quasi impossibile mettere in crisi la macchina e farla andare in testa coda. La potenza del motore non è ovviamente esaltante, ma è sufficiente per divertirsi senza fare danni in caso di impatto con qualche ostacolo. Questo permette anche di avere una buona autonomia delle batterie, infatti con il pacco da 1600mAh abbiamo raggiunto i 20 minuti di autonomia.
In pista la situazione è ovviamente diversa. Provata sulla pista per modelli 1:8 del Roma Cross Village (Parco dei Medici, Roma), la Mini Inferno ha affrontato i ostacoli e salti senza battere ciglio, stupendoci per la buona tenuta e resistenza complessiva e difendendosi discretamente anche dai modelli più grandi presenti in pista. Senza sostituire il motore di scatola con un bel brushless difficilmente potevamo aspettarci prestazioni elevate, tuttavia considerando il target a cui è rivolta le sue prestazioni sono decisamente molto buone.
Dopo aver consumato una ventina di scariche possiamo dire che nel complesso la Mini Inferno della Kyosho è un buon prodotto. Indirizzata ad un pubblico giovane reppresenta sicuramente un ottimo entry level per chi deve avvicinarsi al mondo del modellismo RC e, probabilmente, anche l'automodellista già svezzato la troverà senza dubbio un interessante modello da lasciare nel bagagliaio della propria auto e da tirare fuori ogni volta che venga voglia di fare qualche giro. La meccanica è risultata resistente sia per l'uso sul piazzale che in pista, ovviamente in quest'ultimo caso la sostituzione del motore e di un paio di parti in metallo, disponibili come optional, sarebbe senza dubbio consigliata per le intense sollecitazioni dell'Off-Road.
In conclusione ci sentiamo di consigliare la Mini Inferno della Kyosho a tutti coloro che cercano un automodello divertente e dalle buone prestazioni.