I Club Aeromodellistici e L'ENAC
Nel mese di gennaio si sono verificati due episodi insoliti, apparentemente senza legame fra di loro, ma entrambi sullo stesso argomento. Si tratta, sia pur con sfumature diverse, di due telefonate alla FIAM di altrettanti dirigenti locali dell'ENAC -Ente Nazionale Aviazione Civile- uno del Nord Italia ed uno del Sud, i quali avevano effettuato dei controlli sui club aeromodellistici della propria zona.
In entrambi i casi i dirigenti ENAC avevano trovato possibili irregolarità: statuti sociali piuttosto confusi, compi di volo poco sicuri, assicurazione che non dettagliava l'attività e non copriva i rischi oggettivi del club, regolamenti di sicurezza mancanti o inadatti, ecc. Di fronte o tutte queste considerazioni, i dirigenti ENAC si sono rivolti alla FIAM per chiedere se questi club fossero federati, e se la FIAM avesse diramato istruzioni, consigli e raccomandazioni tali da indurre i club a mettersi in regola. Da un esame dei nominativi dei club, è emerso senza ombra di dubbio che quelli trovati non regolari erano tutti non federati FIAM. I due dirigenti ENAC, per propria informazione, hanno chiesto una copia delle raccomandazioni FIAM sulla sicurezza, che è stata loro consegnata dopo aver avuto l'autorizzazione dal consulente del Commissorio Straordinario dell'Ae.C.I. Da questi due casi, si possono trarre alcune conclusioni: innanzi tutto, a quanto pare, finalmente gli aeromodellisti, in ambito ENAC, non sono più considerati degli "adulti rimasti bambini che giocano con gli aeroplanini", ma vengono considerati anch'essi, sia pur con qualche distinguo (sono gli unici che rimangono con i piedi per terra), degli utilizzatori dello spazio aereo per sport ed attività ludica, pertanto trattati sullo stesso piano degli altri praticanti gli sport dell'aria. Questo è merito anche del Commissario Straordinario dell'Ae.C.I. che, tramite il suo consulente principale che è proprio un dirigente di alto livello dell'ENAC, ci ha messo sullo stesso piana con gli altri protagonisti delle attività aeree. In secondo luogo, dobbiamo renderci conto che, essendo considerati alla pari degli altri utilizzatori dello spazio aereo, dobbiamo rispettare alcune regole comuni. Infatti, viviamo in un Paese civile e pertanto i nostri diritti terminano dove iniziano quelli degli altri.
Nel nostro campo, fino ad oggi l'Ae.C.I., per carenze organizzative centrali, scarsità di fondi ed eccessiva burocrazia, si era occupato esclusivamente dell'attività agonistica dell'aeromodellismo, tralasciando l'attività ludica. Questo aveva portato alla nascita di una classe di aeromodellisti "anarchici" (in senso buono), vale a dire privi di regole fisse e poco disposti a darsi dei regolamenti, soprattutto di sicurezza, che ne rendono l'attività priva di rischi inutili.
L'Ae.C.I. aveva tentato, dopo diversi anni di attività ludica priva di regole, di dare dei consigli sulla sicurezza, seppur molto timidi, e lo FIAM, nota nel 1996, aveva per primo cosa emesso un nuovo regolamento per la sicurezza, una bozza di atto costitutivo di club e un pacchetto assicurativo adatto alla bisogna. Molti avevano aderito, ma molti altri avevano rifiutato e non accettano tuttora qualsiasi tipo di organizzazione e regolamentazione. Se però l'ENAC sta procedendo con delle verifiche, e le due telefonate sono la punta dell'iceberg di questa compagna, ci corre l'obbligo di avvisare gli aeromodellisti non raggruppati in club regolari di correre ai ripari, onde evitare possibili problemi con i funzionari ENAC che potrebbero bloccarne l'attività. Se le cose stanno come sembra, e quest'atteggiamento delle Autorità dell'Aviazione Civile nei nostri confronti continuerà, stiamo per fare un grosso posso avanti. Teniamoci pronti al salto di qualità perchè non possiamo assolutamente rimanere indietro.
Notizie FIAM a cura di Marco Donati, tratto da Modellismo (numero 68, pag 18).