Finalmente, come promesso a qualcuno illo tempore, cercherò di condividere le mie conoscenze nel campo della grafica digitale che derivano da quasi due decenni di esperienza lavorativa sia di disegno tecnico che di grafica e fotografia. Questa mia esposizione comincia con l'analisi dei vari tipi di file con riferimenti agli usi che ne possiamo fare nell'ambito del nostro hobby, cercando naturalmente di non essere troppo tecnico. I file grafici si differenziano sostanzialmente in file raster e vettoriali. (Esistono anche dei file, es. i CDR di Corel Draw, che includono informazioni dei due tipi ma non è il caso di parlarne in questa sede...). In entrambi i casi possiamo pensare l'immagine come una superficie, virtuale, in cui ogni punto è individuato da una coppia di coordinate cartesiane come nella battaglia navale o nella scacchiera. I file vettoriali vengono usati principalmente nel disegno tecnico mentre i file raster sono usati principalmente in ambito artistico anche se per vari motivi la discriminazione non è sempre così netta, non ultimo il fatto che i file raster sono gli unici che vengono fuori dai nostri scanner. |
File raster: In un file raster l'immagine è costituita dalle informazioni necessarie ad individuare in una griglia ciascuna unità elementare (punto o pixel) definendone anche il colore all'interno di una specifica tavolozza di colori generalmente inclusa nel file stesso. Per verificare l'adeguatezza dimensionale all'uso che vogliamo fare di un file raster dovremmo riferirci al numero dei punti di cui sono costituiti, larghezza per altezza, alle dimensioni di stampa ed al numero di colori inclusi nella palette. Tenendo presente che, per avere una buona qualità di stampa, dovremmo stare sempre intorno ai 300 punti per pollice ma anche qui ci possono essere delle eccezioni dipendenti dal sistema di stampa (ink-jet a 4 o 6 colori, sublimazione, trasferimento termico, laser etc.); quindi per fare una buona stampa 10x15 cm, cioè circa 4"x6" (pollici), dovremmo avere un file di dimesioni 1200x1800 pixel quindi 2,16 MegaPixel. I principali tipi di file raster, in base all'estensione del nome, sono: BMP: è il formato studiato da Microsoft per il suo applicativo Paint. È molto antiquato ed i file hanno dimensioni enormi, quindi non è adatto ad un uso in internet. La palette può avere da 2 (bianco e nero) a 16.000.000 di colori. Io lo uso spesso come file di salvataggio dei disegni che scandisco al tratto, cioè con palette di 2 colori altrimenti definita anche come "1 bit", prima dell'elaborazione con altri programmi (argomento trattato più avanti). GIF: è il primo formato concepito per ridurre drasticamente le dimensioni dei file/immagine per l'utilizzo in internet. È un formato antiquato con una palette di massimo 256 colori ma può tornare utile quando i colori di cui abbiamo bisogno sono inferiori a tale numero come in disegni al tratto o a colori in cui non sono presenti sfumature. PCX: è il formato originario del programma Paintbrush. È sempre meno usato ma si possono ancora trovare molte clip-art da usare senza pagare diritti d'autore. PDF: è una variante del linguaggio PostScript (di cui non parleremo in questa sede) che permette di visualizzare e stampare documenti prodotti elettronicamente con un qualsiasi programma. Per crearli viene usata una stampante virtuale che può essere Adobe Acrobat o uno fra i tanti programmi gratuiti che si trovano in rete. Per essere visionato è necessario il programma gratuito Acrobat Reader universalmente diffuso o altri programmi di terze parti. La modificabilità dei file PDF è molto limitata per cui è sempre meglio conservare l'originale da cui sono tratti per procedere a nuove emissioni. JPG: è un formato compresso nato per facilitare la diffusione di fotografie riducendone le dimensioni al prezzo però di una riduzione della qualità; tale perdita è regolabile durante il salvataggio intervenendo sulla "qualità", che può andare da 0 a 12, dell'immagine da salvare. Durante la compressione viene utilizzato un algoritmo che valuta l'immagine in blocchi quadrati, calcola il valore medio di densità e colore dei punti considerati e lo assegna al primo punto del blocco, attribuendo i restanti valori dell'intervallo di tonalità del blocco ai restanti punti. Nell'ambito dell'immagine, l'algoritmo, tende ad utilizzare gli stessi blocchi quante più volte possibile risparmiando sul numero di informazioni. Quanto più è bassa la qualità con cui si salvano i file, maggiore è il numero di punti di cui è costituito ogni blocco ripetuto. Ciò porta al caratteristico effetto mosaico per le basse qualità. TIF: è una versione più moderna del GIF che supporta milioni di colori. È molto usato in fotografia perché permette di salvare l'immagine in quadricromia e supporta l'uso dei livelli. PSD: è il formato nativo di Photoshop ed è quello che si usa quando si lavora con tale applicativo. File vettoriali: In un file vettoriale l'immagine è costituita da figure geometriche definite da formule matematiche inerenti le geometrie, coppie di coordinate individuanti il posizionamento e altre informazioni per l'orientamento di tali figure nello piano virtuale. (I file grafici vettoriali possono essere anche tridimensionali nel qual caso si parlerà di solidi virtuali ogni punto dei quali sarà individuato da terne anziché coppie di coordinate). I principali tipi di file vettoriali sono: DWG: è il formato nativo di Autocad e quindi è il più diffuso. Ogni altro programma CAD si è dovuto inchinare a questo strapotere prevedendo la possibilità di leggere questo tipo di file. DXF: è un file di interscambio progettato dalla Autodesk (produttore di Autocad) per colloquiare con altri programmi che non prevedono la compatibilità con i file DWG; es. Word, Excell, Corel Draw, e programmi per il pilotaggio di macchine a controllo numerico (CNC). DWF: è un formato creato dall'Autodesk per la diffusione di disegni non modificabili da terzi, in alternativa/concorrenza col PDF di Adobe. A mio avviso ha ancora qualche problema nella non facile gestione delle stampe. Esistono anche altri tipi di file raster e vettoriali ma se li usate non avete bisogno di queste note... |
Per accontentare chi mi chiedeva qualche consiglio sulla scansione di documenti più grandi dell'A4 e per assemblare poi il tutto... Io comincio con la scansione dell'intero disegno cercando di garantirmi delle ampie zone di sovrapposizione perchè vicino ai bordi del piano dello scanner si avranno con buona probabilità (leggi sicuramente) delle deformazioni. Ad esempio per scandire un foglio A1 (841x594) che è otto volte più grande dell'A4 ((4x210)x(2x297)) farò almeno 18 scansioni ((6x210)x(3x297)) facendo in modo che anche le scansioni periferiche abbiano almeno 5 cm di avanzo verso l'esterno. Impostare lo scanner su disegno al tratto e 300 dpi. Può essere necessario intervenire sui settaggi dello scanner per raggiungere la giusta luminosità e contrasto per non avere disegni con lo sfondo troppo scuro o i tratti troppo sottili o interrotti. Salvo tutte queste scansioni con dei nomi che mi permettano di individuarle inequivocabilmente senza bisogno di aprire i file, perchè nella fase di assemblaggio del disegno, il nostro computer sarà messo alla frusta e dal solo preview non riusciremmo a discriminare di quale pezzo si tratta. Per assemblare il disegno uso Adobe Photoshop che utilizzo anche nella professione; qualsiasi versione dopo l'introduzione della gestione dei livelli và bene (mi pare dalla 6.0 in poi). Certo, costa oltre 1000.00 euro, ma esistono sul web delle valide alternative gratuite; qualcuno mi ha suggerito i programmi The Gimp e Paint.net oltre a Photoshop Elements che spesso viene fornito gratuitamente con le stampanti, ma non ho esperienza diretta di tali software. Creiamo un nuovo file delle dimensioni del nostro disegno finito più 10 cm di avanzo in altezza e 10 in larghezza, il file dovrà avere 300 dpi e dovrà essere in scala di grigi perchè in modalità 1 bit certe funzioni di modifica sono inibite. Apriamo il file del primo pezzo del nostro puzzle, per esempio il primo in alto a sinistra che avremo chiamato "A1" e trasciniamolo con l'apposito comando (sembra un asterisco) all'interno del foglio bianco (possiamo usare anche copia e incolla). Trasciniamolo nella posizione che avrà a disegno finito cioè in alto a sinistra. Noteremo che viene creato un livello dove sarà allocata la porzione di disegno. Chiudiamo il file della prima scansione (A1) e apriamo la seconda scansione in alto da sinistra (A2). Trasciniamola nel nostro foglio (non più vuoto) e posizioniamola nella sua posizione. Il programma avrà creato un altro livello corrispondente al secondo oggetto importato. Se andiamo nella gestione dei livelli e riduciamo l'opacità del livello relativo alla frazione che stiamo posizionando, noteremo che questa diventa semitrasparente facilitandoci nel posizionamento rispetto alla prima frazione. In questa fase noteremo che il lembo della tessera del nostro puzzle non corrisponderà per niente a quello omologo della tessera già posizionata. Ci saranno delle deformazioni ai bordi e ci saranno sicuramente delle rotazioni relative fra la prima e la seconda scansione. Correggiamo per prima cosa le differenza di angolazione ruotando la seconda tessera di frazioni di grado in senso orario o antiorario a seconda della bisogna. Cerchiamo di usare come riferimenti punti che non sono nella zona periferica di ciascuna scansione per i motivi di deformazione già citati. Quando avremo raggiunto un posizionamento soddisfacente tagliamo via dalla seconda tessera una fetta verticale larga quanto metà della sovrapposizione fra le due tessere. Ripristiniamo l'opacità del livello della seconda scansione al 100% e salviamo il tutto "con altro nome" aggiungendo un numero progressivo al nome originariamente scelto (es. Sempronio1.psd). In questa fase potete anche intervenire nella pulizia delle "tessere" se il disegno di partenza era vecchio e macchiato. Se abbiamo un computer che non è un fulmine di guerra, per ridurre le dimensioni del file, possiamo unire tutto il disegno in un unico livello ma se non ne sentiamo la necessità è meglio conservare ogni tessera in un livello corrispondente. Apriamo la terza scansione in alto da sinistra (A3) e ripetiamo tutto il procedimento salvando a risultato soddisfacente. Man mano che andate avanti noterete che la cosa diventa sempre più... complicata perchè minime differenze di angolo che non sono discriminabili fra due scansioni adiacenti diventano notevoli alla terza o quarta successiva ma tant'è! Se la cosa non vi soddisfa potete sempre tornare indietro e correggere. |
Una volta che avete assemblato il tutto in maniera soddisfacente, salvate (Sempronio18.psd), unite tutti i livelli, regolate il contrasto a massimo e aumentate la luminosità di un po', trasformate il file in bitmap, rifilate le eccedenze con ritaglia e salvate in BMP 1bit (Sempronio.bmp). Potete salvare anche in GIF con palette a due colori. Per trasportare il file o per spedirlo via Internet potete salvarlo in JPG di buona qualità, almeno 10 in modo che non compaiano quelle macchie dovute al metodo di compressione del file. Quale sia il file più piccolo (frà BMP zippato, GIF 2 colori e JPG) non è sempre scontato e di volta in volta si possono avere differenze a favore di una o dell'altra scelta. Un passo ulteriore sarebbe quello di vettorializzare il file raster in modo da poterlo poi modificare con il nostro programma di CAD preferito. Il metodo più antico ma che garantisce il risultato migliore è quello di rilevare il disegno originale e ridisegnarlo di sana pianta. Il metodo successivo è quello di importare nel programma CAD il nostro file ricomposto e ridisegnarci sopra. Il terzo metodo consiste nell'usare un apposito programma che in modo più o meno automatico trasformi il risultato delle nostre fatiche in un file vettoriale (dxf) preoccupandosi anche di riconoscere le scritte e trasformarle, anziché in una sequenza di righe e curve, in testo editabile. Il programma migliore che abbia mai provato a tale scopo è senz'altro ScanVector. È un prodotto "sassofono" (di lingua sassone, anche se penso non si dica così) che nelle sue prime versioni aveva dimensioni ridicole, stava in un floppy, che si comporta benissimo nella lettura di linee rette e curve che interpreta con pochi segmenti o archi, meglio di altri programmi dalle dimensioni di svariate centinaia di Mbytes che generano una miriade di minuscoli segmenti o archi. In ogni caso il metodo presenta intrinsecamente dei grossi problemi nelle giunzioni fra le linee dovuti allo spessore dei tratti e nella interpretazione delle aree piene dove il programma "piglia sempre delle grandi cantonate". I primi due metodi garantiscono, a mio avviso, i risultati migliori perché nel processo di disegno si possono portare tutte le dimensioni a misure finite mentre col metodo automatico ci troveremo ad avere aperture alari di 1128,93472136 mm, spessori di copertura variabili da 1.98736578 e 2.13569487 mm fra l'attacco e l'estremità etc. Spero di essere stato chiaro e utile in questa disquisizione, i miei metodi non sono sicuramente gli unici e con altri programmi si possono raggiungere gli stessi risultati. RicordandoVi che i Nomi e Marchi citati sono di proprietà dei rispettivi Proprietari, resto a disposizione per qualsiasi cosa vogliate chiedermi presso "pieroinc at tiscali dot it" anche per qualsiasi critica vogliate muovermi, ma non esagerate... Piero Incani |