Con questo articolo non voglio introdurre una qualche tecnica innovativa o particolare ma solo portare testimonianza di un lavoro eseguito di recente e da cui spero qualcuno possa trarre spunto. Altri interessanti articoli possono essere trovati a questi indirizzi: spazioinwind.libero.it/voloinpendio/travedicoda.html www.swiss-composite.ch/pdf/i-blaetzlitechnik.pdf La fusoliera del modello di un amico a seguito di un violento atterraggio ha riportato lesioni varie in zona capottina e troncamento del trave di coda; nelle fotografie seguenti si possono apprezzare i danni più rilevanti. |
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Come prima operazione ho smontato tutto quanto mi potesse dar fastidio dalla fusoliera; in particolare ho dovuto eliminare anche i bowden che essendo in tondino di armonico a seguito dell'urto sono rimasti piegati come si vede nell'ultima foto. Fatto ciò ho passato una buona mezz'ora per vedere se i due tronconi combaciassero alla perfezione e fossero facilmente riallineabili; per fortuna la rottura era molto netta e la vetroresina non era esplosa come a volte accade. A questo punto con del collante epossidico 5 minuti ho ricomposto il trave, curando l'allineamento che era facilitato anche dalle linee di stampaggio sul ventre e sul dorso, e tutte le altre fratture. Ecco il risultato dell'operazione: |
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In questo caso l'allineamento è risultato estremamente semplice ma in casi più complessi è necessario ricorrere ad uno scaletto ed eventualmente all'incollaggio di listellini di balsa all'interno della fusoliera per tenerla insieme. La rottura non era in una posizione comodamente raggiungibile dall'interno, quindi si rendeva necessario ripristinare la continuità strutturale della vetroresina esistente. A questo scopo una abbondante zona intorno alle rotture sarebbe stata fresata in modo da asportare più materiale possibile in maniera decrescente, quindi lasciando in corrispondenza della rottura praticamente solo un velo della vecchia fibra che ci permettesse di mantenerla la forma della fusoliera; vedremo in seguito... Prima di asportare la fibra vecchia bisognava essere sicuri che il trave di coda risultasse stabile ed allineato anche dopo averlo scarnificato; un metodo per ottenere questo risultato è, come si diceva poco sopra, quello di incollare dei listelli di balsa contestualmente alla fase ricomposizione/allineamento del trave. Tuttavia, seppure la balsa sia estremamente leggera, non mi piaceva lasciare dentro alla fusoliera il legno per sempre, e vista l'inaccessibilità della zona ho optato per creare dei "pilastrini" in composito esternamente; per far ciò ho fresato quattro solchi longitudinali sui fianchi della fusoliera; successivamente ho riempito i solchi con rowing di vetro (non ho usato il carbonio vista la propensione a schermare e nel caso si volesse tenere l'antenna interna alla fusoliera...) resinandoli con comune resina da laminazione. Le immagini chiariranno la procedura ed il risultato finale. |
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Non preoccupatevi se questi pilastrini sporgono o sono irregolari, il loro scopo è solo quello di tenere insieme la fusoliera. Una volta che la resina era indurita mi sono sbizzarrito ad asportare la vecchia fibra intorno alle rottura, come si diceva in maniera graduale, quindi asportando più materiale in corrispondenza della rottura e sempre meno allontanandosi da essa fino a lasciare il vecchio tessuto intatto ad una ragionevole distanza. Non chiedetemi quanto estendere la zona da trattare, forse in uno dei link sopra citati usano metodi più scientifici, io sono andato a sentimento. Un utilissimo strumento per evitare di creare solchi tremendi è costituito da un disco di carta vetro un po' spessa, di grana abbastanza grossa (40-80) con incollato dietro nastro telato e montato su un alberino da taglio del Dremel; andateci con mano leggera e cercate di far lavorare il disco il più in piano possibile; attenzione anche a non bucare completamente la fusoliera, qualsiasi fresetta utilizziate; già che ci siete date una spianata (poco) anche ai famosi pilastrini. Ecco una foto del dischetto: |
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Dopo le polverose (mi raccomando usate guanti, mascherina ed occhiali protettivi) operazioni sopra dette la fusoliera si presentava in questo stato: |
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A questo punto ho preparato tanti bei ritagli di fibra di varia grammatura (usate scampoli ed avanzi, non è necessario comprare della fibra di grammatura specifica); ho usato per fare il lavoro fibra da 27, 49 e 80 gr/mq. Non ho usato il metodo dei "quadratini" consigliato nel secondo link un po' per pigrizia e un po' perché preferisco avere il tessuto continuo sulla rottura, come l'originale. Con ciò non voglio dire che uno sia migliore dell'altro, non ho basi scientifiche per affermare ciò... a voi la scelta... |
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Ho preparato la resina (usate una resina da laminazione con tempo di lavorabilità di almeno 40 minuti) come si vede dalla foto e come prima cosa ho dato una bella spennellata di resina bella fluida a tutte le parti da trattare, in modo da impregnare bene le rotture; se avete dato qualche molata più energica e creato dei solchi (questo vi può accadere se usate le classiche mole, col dischetto sopra consigliato spianerete tutto senza creare danni) addensate un po' della resina con delle fibrette e un poco di aerosil e spianate i buchi, in modo che il tessuto che si andrà a posare trovi una superficie discretamente omogenea. Quindi ho iniziato a stendere le pezze: per il primo strato ho usato la più leggera in modo che si adattasse alla superficie trattata; se usate subito una pezza da 160 gr/mq rischiate che non aderisca in corrispondenza di eventuali scalini, che per quanto lavoriate bene, da qualche parte si formeranno. Successivamente ho steso uno strato da 49 e gli strati successivi sono stati messi in maniera casuale cercando ogni tanto di incrociare le trame e comunque lasciando un buon margine di sovrapposizione in caso di pezze piccole che non coprissero tutta l'area; abbondate pure con il tessuto, non abbiate paura di eccedere, anzi è facile che vi rimanga qualche avvallamento. Se avrete messo troppa fibra, quella in eccedenza verrà comunque eliminata in fase di carteggiatura e rimarrà solamente quella necessaria. |
Ecco come si presenta la fusoliera durante e dopo la resinatura del tessuto: |
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Dopo aver aspettato che la resina fosse perfettamente asciutta, con il solito dischetto di carta e con il tampone ho eliminato le eccedenze di fibra e spianato le riparazioni (al solito usando mano leggera col disco di abrasiva altrementi siete da capo...). Dopo la levigatura la fusoliera si presentava così: |
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Preso da sacro furore ho anche sverniciato la fusoliera con sverniciatore e diluente nitro in quanto la vecchia vernice sfogliava ed era di pessima qualità; sono venute fuori tutte le magagne causate dal precedente proprietario (e non rivelate al mio amico): fusoliera precedentemente spezzata in corrispondenza del bordo di uscita dell'ala, cosa evidente anche osservando l'interno della fusoliera dove era stato resinato del tessuto in maniera estremamente grossolana; comunque la riparazione sembra essere sufficientemente robusta sebbene rattoppata con stucchi e materiali non propriamente ortodossi. |
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Dopo questo lavoro ho stuccato per bene la fusoliera utilizzando resina addensata con carbonato di calcio; non vi fate trarre in inganno, si carteggia benissimo e al posto del carbonato potete usare del comune borotalco: le superfici rimarranno non porose e perfettamente lisce, pronte per essere verniciate. Se proprio non volete utilizzare la resina addensata, per stuccare potete usare lo stucco da carrozzieri o quello che più vi aggrada e che meglio siete abituati a lavorare. Come vernice (e il proprietario non me ne voglia), per risparmiare tempo e vista il mio proverbiale rapporto conflittuale con la poliuretanica, ho utilizzato una bomboletta di comune vernice alla nitro. Queste le immagini del risultato: |
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Ed ecco una fusoliera perfettamente restaurata e pronta per nuove ed emozionanti avventure! Buon lavoro! Giorgio |