Come più volte minacciato, eccomi qui con la descrizione di questo aliante elettrico che ha avuto un grandissimo successo. Ciò è dovuto principalmente alle sue doti di volo estremamente tranquille e adatte ad un principiante evoluto, che magari si è fatto le ossa con l'Easy Star, di cui questo sembra essere la naturale evoluzione. Anch'io, alla ricerca di un modello con tali caratteristiche, mi sono lasciato convincere ed eccomi qui a descrivere le fasi della sua costruzione, corredata, oltre che di foto, da piccoli accorgimenti e modifiche, alcuni appresi dalle innumerevoli informazioni presenti nei forum, altre di mia invenzione. Inoltre, non mi limiterò soltanto a cantarne le lodi, ma evidenzierò alcuni difetti che, sembra, siano passati inosservati da altri modellisti che mi hanno preceduto in questa esperienza. |
La fusoliera Si presenta in due semigusci da incollare con ciano ed attivatore lungo tutti i bordi, nella zona a nido d'ape del tronco di coda e nelle apposite protuberanze e fori presenti per l'allineamento. |
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Io non avevo l'attivatore ed ho usato solo la ciano media; rispetto alla fluida non si ha molto più tempo per rimediare a posizionamenti sbagliati, ma almeno non si spande con la velocità della luce anche dove non dovrebbe! Nella coda è prevista la sede per la zavorra costituita da una sferetta di ferro, da inserire prima dell'incollaggio; io non l'ho messa, seguendo i consigli dei miei predecessori che la ritenevano inutile ed in previsione di una modifica, di cui parlerò più avanti, che avrebbe appesantito la coda. Nella parte anteriore della fusoliera sono ricavati gli alloggiamenti per il motore/riduttore, i servi di coda, i ganci della cappotta, la ricevente ed il pacco batteria. |
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Per i servi ho usato gli Hitech HS81MG che entrano perfettamente nelle sedi previste; mi sono lasciato ingannare da questa perfezione e non ho provveduto ad incollarli(dopo averli avvolti con nastro adesivo!). Ho scoperto, a lavoro fatto, che agendo sui comandi, i servi si muovono dentro la sede! Vedrete più avanti come ho risolto. |
Il motore/riduttore si alloggia nel muso, dove la sede prevista blocca il riduttore, mentre il motore è tenuto fermo, in basso, da una linguetta mobile di elapor ed in alto dalla protuberanza anteriore della cappotta, che premono entrambi sul fondello del motore. Abbassando la linguetta, il motore può scorrere indietro per essere estratto dal modello. Non incollate i semigusci della fusoliera col motore inserito: correte il rischio di incollarlo! Io ho tagliato una fettina nella parte bassa del "naso" della cappotta, in modo da non coprire troppo i fori di aerazione presenti sul fondello del motore, ma lasciando abbastanza materiale per bloccare il motore in posizione. La linguetta mobile inferiore, mi dicono sia alquanto fragile e tenera, per cui il bloccaggio del motore diventa approssimativo; come consigliato, quindi, ho applicato sulla superficie della linguetta un foglio di compensato di betulla da 0,8 mm che vedrete in qualche foto che segue. Altro punto debole sono i ganci di bloccaggio della cappotta; ho visto che qualche modellista li ha rimpiazzati con un sistema diverso (tondini, elastico e gancetto), perché abbastanza fragili. Puntualmente, ho potuto verificare che è vero: una linguetta di un gancio si è già piegata e chissà fino a quando resisterà! |
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Parliamo un po' del motore e dell'elica: sono le cose peggiori di questo modello! Il motore ha poca potenza, l'elica è la fragilità fatta materia. La prima idea che mi è venuta dopo aver provato il motore è stata quella di cambiarlo immediatamente con uno Speed 400; ho tentato di smontarlo dal riduttore, ma non ci sono riuscito. Ritenterò con attrezzi migliori, ma credo che le viti siano bloccate con loctite. In alternativa alla sostituzione, ho tentato di regolare l'anticipo nella speranza di migliorarne le prestazioni; ‘finalmente posso usare il magnifico attrezzo che ho da tempo inutilizzato ho pensato. Sbagliavo anche su questo: i fori sul fondello sono più piccoli dello speed 400 e le spine dell'attrezzo non entrano!! A questo punto ho desistito dal pensare altre soluzioni(in verità, prima o poi, lo sostituirò con qualche brushless!) ed ho fatto qualche misura strumentale e pratica; ecco i risultati: Batterie Kan 1050mAh- 8 celle: V=8,39, A=10,2, W=85, giri/min=5511 Batterie Kan 1050mAh- 7 celle: V=7,08, A=8,40 W=60, giri/min=4912 Con il modello poggiato sul tavolo, con 7 celle e manetta al massimo, non si nota nessun tentativo di spostamento del modello; con 8 celle, il modello "tenta" di raggiungere... il pavimento! Questo dipende, ovviamente, dall'attrito dei materiali; io ho ricoperto la pancia ed il pattino di coda con nastro rinforzato ed il piano del tavolo è in formica. Anche spingendo a mano, e difficile far scorrere il modello sul tavolo. Andando indietro verso la coda, troviamo il vano batteria. Questo risultava un po' stretto in altezza per ospitare il pacco Kan da 1050mAh, considerando anche l'ingombro del velcro di fissaggio, così ho eliminato quel dente che si vede in foto nella mezza fusoliera con il pacco. |
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Ho scartato l'alternativa delle celle LiPo, perché la tensione di 2 o 3 celle sarebbe stata poca o troppa per il motore; inoltre, anche l'adattamento nel vano risultava lasco o stretto. |
Una volta assemblata la fusoliera, ho inserito nei rispettivi canali le guaine dei bauden per il profondità, il timone e la guida per l'antenna del ricevitore. |
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Anche su questi particolari c'è da fare qualche commento non lusinghiero; l'inclinazione e le posizioni relative cavetti-squadrette, non mi sembrano ideali, soprattutto quella dell'elevatore che vedete nella foto. Inoltre, un centimetro di lunghezza in più nel cavetto d'acciaio non avrebbe guastato. Ho notato che il comando del profondità crea qualche problema:
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Le ali Finito l'assemblaggio della fusoliera, si passa a quello delle ali; qui il lavoro non è molto: si devono installare soltanto i servi per gli alettoni con le relative prolunghe, i tiranti, le squadrette ed infine i copri vano baionetta... pfui! E non è ancora finito... |
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Nella foto vedete un'ala gia completata o quasi. Per gli alettoni ho usato i servi GWS PICO da 6gr; forse mi pentirò di questa scelta e dovrò sperare sempre in atterraggi morbidi, altrimenti temo che gli ingranaggi si rovineranno al primo impatto. La sede dei servi è però della misura esatta per quel tipo. Sotto quel listello rettangolare, che copre il vano porta baionetta, è prevista anche la sede per i connettori della prolunga; il cavetto dei miei servi, non arrivava fin lì ed ho dovuto, quindi, trovare un'altra soluzione: il cavetto del servo è arrotolato a fianco del servo stesso e la prolunga con relativo connettore anche. Per far ciò ho dovuto allargare un po' lo scasso esistente. Questi servi li ho incollati con colla a caldo (dopo averli opportunamente nastrati). Il rinvio è collegato alla squadretta tramite nottolino; so che a molti non piace questo sistema perché ritenuto poco sicuro, ma è molto pratico e consente regolazioni veloci. In eccesso di prudenza, avevo messo una micro goccia di frena filetti sulla filettatura di bloccaggio del nottolino; se siete folgorati anche voi da questo eccesso, limitatevi a metterne solo una "nano" goccia! Infatti, volendo spostare il nottolino su un diverso foro della squadretta, nel tentativo di svitare il dado, ho rotto tutto il perno! Gli alettoni sono solo incisi nell'ala, bisogna tagliare i lati; questa operazione conviene farla dopo aver sistemato i collegamenti con il servo, che deve essere già centrato in posizione neutra. Visto che siamo in tema, vorrei segnalare un'altra pecca di questo bel modello. Le ali, viste dal BU, non sono diritte fino alle estremità, ma formano un leggero arco verso l'alto; in questo arco sono compresi anche gli alettoni e relative cerniere. Fare una cerniera curva non è molto facile, ma alla Multiplex ci sono riusciti! Questo è il risultato quando si azionano gli alettoni... |
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Ed ecco le radici delle due semiali; si notano (poco) i fori per la baionetta (tubo in VTR da 10mm) e le prolunghe "fai da te" con nastro verde e rosso per l'ala destra e sinistra, rispettivamente. |
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Si notano anche i segni di una smerigliatura non proprio perfetta! Infatti, anch'io ho preferito, oltre che smussare qualche spigolo e sbavatura dello stampo, eliminare tutti quei puntini dello stampo. Lo stesso lavoro l'ho fatto anche sulla fusoliera e sui piani di coda. Come vedete le radici hanno dei denti che formano un incastro a coda di rondine; questo serve a tenere unite le ali, che, pressate anche nella sede sulla fusoliera, non tentano di aprirsi. Almeno all'inizio! Dopo qualche montaggio/smontaggio, il materiale cede un po' e l'assemblaggio non è più così difficoltoso come la prima volta. Probabilmente, più avanti occorrerà mettere del nastro intorno alle radici, per aumentare l'attrito nelle sedi. All'interno della baionetta può essere inserita della zavorra; questa serve soprattutto in pendio, quando ci sono le condizioni adatte (vento sostenuto). La zavorra consigliata consiste in una barra d'ottone filettata da 8mm (in realtà poco inferiore agli 8 mm), che entra agevolmente nel tubo. Essendo Vice Presidente dell'U.C.A.S., provvederò a tagliare la barra di un metro in 5 spezzoni da 20 cm, da inserire a piacere a seconda delle condizioni; i pezzi mancanti verranno sostituiti da altrettanti spezzoni di tondino di faggio! Timone e stabilizzatore Ed ora veniamo al clou della mia realizzazione: il piano di coda rimovibile. Per me, trasportare un modello con l'impennaggio di coda intero è un sacrilegio ed uno spreco di spazio, ma soprattutto lo ritengo sufficientemente pericoloso per l'integrità del modello! Allora mi sono inventato il sistema per rendere smontabile almeno il timone orizzontale. Come si vede dalla foto, ho preparato una baionetta in tondino di faggio da 4 mm e tre tubi di carbonio da 6 mm; ho quindi tagliato una fettina del piano di coda della stessa lunghezza e larghezza della baionetta completa. Stesso lavoro, un po' più dietro per le spinette di allineamento. |
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Ho quindi tagliato una striscia centrale dalla "fettina" dello stabilizzatore per incollare al suo posto la baionetta ed infine reinserire il tutto nello stabilizzatore. Tutto questo UCAS-lavoro, soltanto per assicurarmi che l'allineamento tra i tre porta baionetta fosse perfetto, non avendo altro modo per effettuare dei fori dove inserire i tubi! |
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Mentre la baionetta è completamente sfilabile, le due spinette sono incollate ai tubetti esterni. Questa volta ho usato un tubo da 5 mm e le spinette sono in VTR da 3 mm. I tagli verticali che si vedono nella foto, in realtà sono solo incisioni che mi servivano come riferimento per posizionare le estremità dei tubi; il piano è ancora tutto intero. |
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Prima di incollare i tubi alle "fettine" e queste nelle fessure del piano, ho messo del mastro intorno alle giunzioni, per evitare l'incollaggio della baionetta e delle spine ai rispettivi tubi. |
Lavoro simile anche per separare i tre pezzi dell'elevatore; stesso materiale delle spinette di allineamento, ma il tondino è permanentemente incollato alla parte centrale e i due tubetti di carbonio sulle parti esterne. Terminata questa fase, ho infine tagliato il piano lungo i segni fatti in precedenza, facendo attenzione a... non tagliare anche baionetta e spinette! Ed ecco il risultato. |
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Come vedete, ho praticato anche dei fori verticali o quasi per il passaggio di due spine di irrigidimento per il timone verticale. |
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Data la particolare forma e la presenza delle spine, i due piani vanno montati alla fusoliera, già assemblati fra loro; nasceva, quindi, il problema della cerniera della parte mobile del verticale, inserita in basso e in corrispondenza dello scasso per la squadretta. Ho risolto fissando la cerniera alla fusoliera e praticando un taglio al centro della parte mobile, fino alla parte inferiore; così, infilando tutto il complesso dall'alto verso il basso, la cerniera non costituiva più un ostacolo! |
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Per incollare la coda ho usato colla a caldo; prima che questa "tirasse" ho fatto gli aggiustamenti necessari per allineare il piano orizzontale con le ali (livellate e bloccate al tavolo). Il timone verticale era già a squadro con il piano orizzontale. |
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Equipaggiamento Come ricevitore ho impiegato un Jtronik 5 canali. Il primo problema era quello di infilare l'antenna nell'apposito tubo. Ho risolto in questo modo: ho usato un filo rigido (rame smaltato da 0,8) di lunghezza sufficiente a fuoriuscire dalla coda ed al quale ho incollato con ciano e di testa uno spago (avrei voluto qualcosa di più elegante come nylon, ma non ne avevo a disposizione!); anche lo spago, di lunghezza più che sufficiente l'ho incollato, sempre di testa, ad uno spezzone di elastico. Quindi, l'altra estremità dell'elastico l'ho incollato con ciano e di testa all'antenna. Prima di tutte queste operazioni e come si vede (male) dalla foto, ho incollato sull'antenna, ad un paio di centimetri dall'rx, una rondella di nylon; in questo modo eventuali strappi sullo spago in coda, si spengono sulla rondella, senza rischi per la saldatura nel ricevitore. Ho infilato quindi il tutto nel tubo, nell'ordine visto sopra, fino al fermo della rondella nel tubo porta antenna. Tirando ancora lo spago dalla coda, e grazie all'elastico, ho potuto fare dei nodi in modo che il tutto non rientrasse; con l'elastico sempre un po' in tensione, l'antenna è sempre ben distesa! |
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Infine ho avvolto il ricevitore con il foglio a bolle. Questa volta non ho schermato con la stagnola... speriamo bene! |
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Andando avanti troviamo il superbo motore (!), il regolatore Jeti JES020 e l'interruttore; questi sono incollati con colla a caldo. In questa foto si vede anche il foglio di compensato incollato sulla linguetta che blocca il fondello del motore. Si nota anche un errore: i fili del motore sono invertiti! |
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Siamo quasi alla fine; ecco gli ultimi particolari e poi... si vola! |
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Ecco il pacco di 7 celle Kan 1050, poco efficaci; ho attaccato con nastro di carta uno spessore di polistirolo, per mantenere sempre la stessa posizione. Sotto c'è un pezzetto di velcro per non farlo scorrere; vicino al pacco, un cuneo di polistirolo per bloccare definitivamente il pacco in posizione. Nella foto è visibile anche una scatoletta di depron piena di dadi e rondelle, c.a. 40 gr., necessaria, ma non sufficiente per il bilanciamento del modello. In questa e nella successiva, potete notare anche un particolare: dentro ai fori di fissaggio del servo, si intravedono degli stuzzicadenti spezzati; ebbene sì, quelli sono la soluzione adottata per bloccare i servi! Ho prima forato l'elapor infilando gli stuzzicadenti nei fori e poi li ho inseriti con una goccia di ciano. La situazione è migliorata di molto, ma ne ho aggiunto ancora altri lungo i fianchi dei servi per bloccarli anche lateralmente. |
Ecco tutto installato a bordo. Il pacco batterie che si vede qui è un 8 celle, ma la posizione è la stessa dell'altro, perché lo spessore dietro è più piccolo. La zavorra chiude un po' il passaggio dell'aria nei vani ricevitore e batteria, per cui ho pensato di ricreare il passaggio, scavando un po' la cappotta. |
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Ora è proprio finito! |
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Che ne dite delle insegne "italianizzate"? Il piano di coda giallo/nero avrà una vita breve; penso di rimuovere il rivestimento per rifarlo in modo più decente e ritornare al bianco. |
Prove in volo Premetto che quanto segue sono esclusivamente le impressioni di un pilota principiante; non ho la pretesa di aver effettuato un test esaustivo ed ufficiale. I lettori esperti piloti potrebbero aver avuto impressioni del tutto diverse perché con la loro esperienza hanno saputo controllare meglio il modello e l'hanno saputo sistemare in brevissimo tempo, quando io devo ancora trovare i giusti assetti! Inizialmente, ho effettuato una serie di lanci a motore spento per controllare il centraggio del modello; questo si è rivelato leggermente cabrato, nonostante i 40 grammi aggiuntivi di zavorra come avete visto nelle foto. Per raggiungere un volo planato prossimo alla "normalità" ho aggiunto altri 15 gr di zavorra sulla linguetta blocca motore. In ogni caso, sia durante questi lanci, sia poi, in volo, lo stallo è molto dolce e prevedibile e, ancor più piacevole, diritto; il modello butta giù il muso senza nessuna tendenza allo stallo d'ala. Sin dal primo lancio ho avuto la sensazione della tranquillità. In questa fase di prove ho, però, avuto la sensazione di un insufficiente comando sull'elevatore; anche visivamente, la sua superficie sembra essere un po' sottodimensionata. Per ovviare a questo inconveniente, sul campo ho invertito le squadrette dei servi, essendo quella del direzionale un po' più lunga, per sfruttare il foro più lontano e dare una maggior escursione all'elevatore. Ho anche spostato il nottolino sulla squadretta della superficie al foro più interno. Fatte queste modifiche, si è scatenato l'inferno: un temporale, già in agguato da tempo, si è riversato sul campo interrompendo le prove. Finito dopo mezz'ora, ha lasciato il posto ad un vento molto forte... per i miei pollici e per un volo di collaudo! In questo trambusto, non ho fatto caso ad un inconveniente abbastanza importante: l'ultimo foro della squadretta utilizzata per l'elevatore, era stato usato in precedenza per alloggiarvi un nottolino serra cavo, ed era quindi troppo largo per il terminale a zeta del cavetto attuale. Morale: gioco pauroso sul comando e conseguente (spero la causa sia solo questa) mancato ritorno a zero dell'elevatore dopo una picchiata! Naturalmente, tutto questo l'ho verificato qualche giorno dopo... direttamente in volo e neanche immediatamente! Notavo solo che quando livellavo dopo una cabrata, seguiva sempre una picchiata indesiderata che mi costringeva a cabrare di nuovo: un mal di mare pazzesco! Non stancatevi mai di controllare tutto nei minimi dettagli, prima di andare in volo! Per il resto, mi sembra che non ci siano anomalie da segnalare; ma visto che avevo i suddetti problemi, un vento non fortissimo ma a raffiche e molto variabile, ero molto più impegnato a riportare a casa il modello sano e salvo che prestare attenzione alle doti di volo! Il terzo volo della giornata, avrei voluto dedicarlo all'affinamento degli atterraggi; ma per far ciò, bisogna alzarsi in volo... ed anche il vento ha deciso di alzarsi e soffiare a raffiche e nella direzione giusta, cioè quella del campo di granturco! Non ho mai capito che necessità ci sia a farlo così alto e fitto! Ma per fortuna l'abbiamo ritrovato ed anche integro. Le prove continueranno, dopo gli aggiustamenti necessari. |
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