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I filtri antidisturbo sono necessari per prevenire instabilità funzionale del ricevitore quando vengono utilizzati servi lontani dallo stesso (modello di apertura superiore ai 3 mt). Tale lontananza comporta l’utilizzo di prolunghe che potrebbero (in certi casi) fungere da antenna, tale situazione si traduce con un rientro di segnale AF (sul filo del segnale del servo) nel ricevitore con conseguente incasinamento generale di quest’ultimo. Da notare che tale fenomeno non è detto che succeda sempre, dipende infatti da molte variabili: la lunghezza delle prolunghe, la sensibilità e/o selettività del ricevitore, il tipo di modulazione utilizzata il materiale (carbonio) di cui è fatta l’ala o la fusoliera (per i servi montati in coda).Da qui il fatto che molti modellisti, o perché ignoranti il fenomeno o perché fiduciosi nella fortuna senza interporre i filtri non hanno mai riscontrato problemi di volo, ma siccome io purtroppo non rientro tra questi... Esistono tre sistemi per ovviare al fenomeno:
Il primo è il più semplice, ma comportandosi come un attenuatore attenua anche l’ampiezza del segnale che dovrebbe invece rimanere la massima possibile, (io stesso ho visto un servo rallentare visibilmente dopo avere inserito un filtro a toroide). |
Il filtro è in grado di pilotare n° 6 servomeccanismi, esso è composto da due integrati tipo CD40106 contenenti all’interno 6 porte inverter a trigger. Per comodità descriverò solo un canale essendo gli altri 5 simmetrici. Il segnale proveniente dalla ricevente entra sull’ IN 1 che fa capo al piedino 13, dal piedino 12 esce il segnale invertito e perfettamente squadrato che applicato al piedino 11 viene di nuovo invertito e prelevato dal piedino 10 che fa capo al punto OUT 1 per essere applicato al servo. In pratica il segnale viene invertito due volte per poter ottenere al punto OUT lo stesso segnale presente al punto IN, questo passaggio impedisce che eventuali impulsi spurii presenti sul filo che trasmette il segnale al servo rientrino nel ricevitore dando origine a quei fenomeni di instabilità descritti precedentemente. Il condensatore da 47000 pF presente sull’alimentazione ( pin 14 e 7 ) serve a prevenire eventuali autooscillazioni dell’integrato dovuti ad impulsi spurii presenti sull’alimentazione ( generalmente derivanti dallo scintillamento delle spazzole nei motorini dei servi). Tutto il circuito preleva l’alimentazione dalle spine che escono dal ricevitore (e quindi dalla batteria del modello) e poiché l’assorbimento complessivo del circuito si aggira intorno ai 10mA risulta superflua una alimentazione separata. Il circuito funziona con una alimentazione compresa tra 4,5 e 18 Volt. |
In possesso del circuito stampato (che dopo vi spiego come realizzare) eseguite i 4 ponticelli con degli spezzoni di filo, posizionate i due integrati con la piccola U incisa sul corpo rivolta a sinistra, e stagnateli in posizione. Non usate pasta salda, ma lo stagno da 1mm che contiene il disossidante all’interno (si acquista nei negozi di elettronica).Inserite i due condensatori che possono essere ceramici o in poliestere e stagnateli. Questi condensatori non hanno polarità quindi potete inserirli come capita. Il circuito è stato realizzato con 2 integrati perché io utilizzo alianti con quattro servi nelle ali più un servo in coda, se però avete la necessità di filtrare 3 servi potete tagliare lo stampato lungo la linea A ed eseguire un ponticello con un no spezzone di filo tra le piste contrassegnate in B come visibile in fig 2 e realizzare una versione ridotta. In ogni caso collegate il numero di prolunghe che utilizzerete veramente, non realizzate il circuito completamente con tutti i fili se poi ne utilizzate solo alcuni perché ho notato che i fili non collegati al ricevitore in alcuni casi creano instabilità al circuito probabilmente causata dalle diverse sensibilità di costruzione degli integrati. Ora vi spiego come procedo io però nulla vieta di procedere in altri modi:
A questo punto prendete un tester e controllate che esista continuità tra il filo positivo delle spine collegate all’IN con i fili collegati all’ OUT, ripetete l’operazione per il filo negativo, controllate che non ci siano cortocircuiti tra il filo positivo, negativo e quello del segnale. Terminato il circuito ritaglio un pezzo di cartoncino delle dimensioni dello stampato lo posiziono dalla parte delle saldature infilo il tutto in un pezzo di termoretraibile e ho finito. |
Questo tipo di filtro è stato costruito in circa una ventina di esemplari, utilizzato con frequenze di 35 e 40 MHz con radio JR e Futaba sia in modulazione FM che PCM, ed in quattro modelli elettrici senza avere mai riscontrato problemi. In fig 3 ho riportato la mascherina per realizzare lo stampato col metodo della fotoincisione che è più difficile a dirsi che a farsi. Il circuito si può realizzare anche con metodi tradizionali (trasferibili e pennarello per stampati) ma con la fotoincisione si ottiene un risultato più professionale. Procedimento:
Il master in acetato è stato realizzato per ottenere 8 circuiti in una volta, ma se non siete esperti vi conviene provare con piccoli pezzi di rame prima di fare quello definitivo. Essendo un processo fotografico ricordatevi che la luce si propaga con il quadrato della distanza (cioè, considerando una superficie illuminata ad un valore X ad un metro di distanza, spostando la stessa superficie a 2 metri e volendo che la stessa abbia l’intensità luminosa iniziale bisogna quadruplicare la potenza luminosa) per cui la differenza di qualche centimetro nella distanza tra la basetta e la fonte luminosa darà luogo a fenomeni di sotto o sovraesposizione che si evidenzieranno durante la fase di sviluppo. Spero di essere stato esauriente e chiaro comunque se avete dei dubbi potete contattarmi ai seguenti indirizzi:
Resca Davide |
File con l'articolo e lo stampato in scala (in formato .pdf) |
Nota Importante: |