27 luglio 05, 00:04 | #21 (permalink) Top | |
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27 luglio 05, 14:01 | #23 (permalink) Top | |
User Data registr.: 10-07-2005
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Premesso che le correnti ascensionali fortissime non si verificano in un campo aperto e con terreno uniforme e se anche ciò si verificasse, la termica non sarebbe un evento istantaneo ma prolungato nel tempo in quanto dipende dalla temperatura del terreno........ma a parte questo discorso, i razzi non si lanciano quasi MAI in presenza di forte vento. Vi ho gia detto che questo tipo di competizione esiste già, non mi sono inventato niente, si tratta del "water rocket challenge" che si tiene in inghilterra, date una occhiata quà: http://materials.npl.co.uk/waterrockets/index.php Inolotre se andate a vedere le regole "rules", precisamente a questo indirizzo: http://materials.npl.co.uk/waterrockets/rules.php potete notare tra le prime righe le seguenti parole: "The idea of the competition is to launch a rocket and see how long you can keep your rocket in the air", cioè:"l'idea della competizione è di lanciare un razzo e vedere per quanto tempo rimane in volo(+o-)" Il tempo di dicesa ha perfettamente senso se la competizione avviene in condizioni meteorologiche stabili.......e ciò è sempre vero se si lancia in giornate senza vento. Potrei essere d'accordo con voi se si lancia in presenza di termiche monsoni uragani temporali giornate ventose o quant'altro, ma è luogo comune evitare questo tipo di eventi se si deve lanciare un razzo, sia esso un razzo ad acqua, un razzomodello o lo shuttle. Se proprio proprio si verifica una termica improvvisa che porta via il razzo per chilometri e chilometri, beh vorrà dire che per essere valido il lancio, il razzo deve atterrare in una area delimitata preventivamente oltre la quale il lancio è considerato nullo...... ........e comunque non pensate che più grosso è il paracadute più tempo ci mette ad atterrare, paracaduti grossi (correttamente piegati, realizzati ecc..)hanno bisogno di velocità di caduta più alte per essere aperti. | |
27 luglio 05, 16:21 | #24 (permalink) Top | |
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Inoltre ora esco con una ragazza che sta a...62km da casa mia...ogni sabato sera tra una storia ed un altra partono tipo 180Km...andare pure a ozzano la domenica stessa pesa
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27 luglio 05, 16:34 | #25 (permalink) Top | |
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che competizione è dai scusa?una volta che hai uniformato le pressioni,i diametri dei paracaduti....su cosa lavori?il peso in pratica! eh che competizione sarebbe scusa?le variabili dei razzi sono tante!e ognuno deve avere la possibilità di giostrarle...altrimenti si và a finire come in F1dove si vince per millesimi... Gli inglesi fan così solo perhcè non han voglia di fare le stime trigonometriche da retta...
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27 luglio 05, 17:25 | #26 (permalink) Top | ||
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E dici poco? voglio vederti a costruire un razzo che sia nel contempo stabile, resistente, aerodinamico, con il dispositivo per il paracadute funzionante, cercando di minimizzare il più possibile il peso........a me sembra molto più limitativo e banale sparare un razzo ad acqua pesante come un mattone, tanto lo faccio con 1000atm! Citazione:
Poi ognuno fa quello che vuole, non ho obbligato nessuno, è solo un mio parere.....ripeto che mi sembra più stimolante manterere fissa(+o-) la pressione di lancio e agire su TUTTE le altre variabili piuttosto che ignorare(+o-) il discorso peso con la scusa che è possibile sprararci dentro una pressione immane <!--QuoteBegin-razziadacqua@27 luglio 2005, 14:34 Gli inglesi fan così solo perhcè non han voglia di fare le stime trigonometriche da retta... [/quote] Non credo proprio che sia cosi.....sono un ingegnere civile, ho fatto tre esami sul rilevamento, topografia, misure geodetiche e fotogrammetria, non credo proprio che la lettura di un goniometro e la misura di una distanza con una bindella sia appannaggio solo di laureati.....anzi credo che anche un bambino delle elementari riesca a fare questo tipo di misurazioni, poi con i numeri letti è possibile utilizzare 4 formule di numero, già fatte e reperibili ovunque, per determinare la quota. se poi uno vuole essere un pochino più preciso, basta attrezzare due postazioni e fare una media dei risultati ottenuti. | ||
28 luglio 05, 14:08 | #27 (permalink) Top | |
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però se permetti ,il mettere o meno una pressione immane è pur sempre sintomo di un evoluzione tecnica e tecnologica del razzimodellista no?Sè uno ha i mezzi o ha avuto la testa per sviluppare tale tecnologia perchè non fargliele usare? Allora magari fai delle categorie per pressione...ovviamente sono tutti ragionamenti a puro livello teorico e di intrettenimento,visto che che penso ne passerà del tempo prima che si possa organizzare una cosa così <!--QuoteBegin-emme-emme@27 luglio 2005, 16:25 anzi credo che anche un bambino delle elementari riesca a fare questo tipo di misurazioni, poi con i numeri letti è possibile utilizzare 4 formule di numero, già fatte e reperibili ovunque, per determinare la quota. se poi uno vuole essere un pochino più preciso, basta attrezzare due postazioni e fare una media dei risultati ottenuti. [/quote] appunto!è quello che dico io!!è così facile perchè non farlo scusa eh?
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28 luglio 05, 15:32 | #28 (permalink) Top | ||
User Data registr.: 10-07-2005
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Certamente, è sinonimo di ricerca e sviluppo tecnologico (amatoriale) Citazione:
Era una proposta per individuare una certa categoria di razzi per una possibile competizione.........non ha senso fare competere razzi notevolmente diversi tra loro. E poi, per dirla tutta, non credo che la tecnologia a disposizione per la costruzione di un razzo ad acqua, leggi bottiglie in PET, permetta di sostenere una pressione di 20atm.......o meglio è possibile farlo ma ti devi progettare il serbatoio, nulla di estremamente complicato, che non sarebbe più una semplice bottiglia per bibite gasate ma qualcosa di più......... ......ritengo inoltre che tale "tecnologia" sia appannaggio di poche persone, appassionate e tenaci, mentre un razzo costituito con delle bottiglie di plastica è alla portata di tutti. <!--QuoteBegin-razziadacqua@28 luglio 2005, 12:08 ......appunto!è quello che dico io!!è così facile perchè non farlo scusa eh? [/quote] semplicemente perchè quel tipo di competizione è fatta cosi.........e se proprio si vuole vedere il pelo nell'uovo, è più precisa una misura temporale (decollo-atterraggio) piuttosto che una misura della quota che è soggetta ad errori di misura con conseguente propagazione. Se si parte dal presupposto che non tutti hanno a casa un teodolite o alla peggio un tacheometro, ma un cronometro se non sull'orologio c'è nel cellulare, è molto più semplice fare misure di tempo piuttosto che di angoli.......si eviterebbero inutili discussioni su chi è arrivato più in alto. Poi per completezza si potrebbe fornure una "stima" della quota raggiunta, che non è vincolante per la graduatoria. Prima di iniziare a scrivere in questo forum, ho letto i vostri vecchi post e mi chiedevo perchè per determinare la quota calcolavate il tempo di volo anzichè usare un goniometro........la risposta è che risulta più semplice fare misurazioni di tempo, anche se la determinazione della quota raggiunta è soggetta ad errori grossolani. | ||
18 agosto 05, 16:56 | #29 (permalink) Top |
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Piccola soddisfazione personale...siccome qualcuno metteva in dubbio la mia metodica di spiegazione sui razzi.(no qui ma su un altro forum) Ecco cosa ho trovato al Museo della Storia dei Trasporti a Lucerna in Svizzera (un museo dove dentro ci sono boenng interi,aere,navi,treni e persino un vecchio modulo della ISSA...) Come potete leggere dalla foto fatta a quello che scrivo e spiego io nel sito...la differenza è poca ma la fisica è sempre quella piccole soddisfazioni...
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