28 agosto 12, 10:32 | #101 (permalink) Top | |
User Data registr.: 08-11-2010 Residenza: PESCARA
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Per me ci sono 2 opzioni o incastrare fondo e coperta fra le due fiancate o smussare a 45, nel primo caso devi seguire i tratteggi laterali, pensare prima come vuoi incastrare e ritagliare dove serve. Anche Io ho seguito il disegno e si incastra tutto alla perfezione. Questo mi fa pensare che devo rifare i disegni a prova di errore e con meno gradi di libertà. | |
28 agosto 12, 13:21 | #102 (permalink) Top |
User Data registr.: 13-11-2010 Residenza: milano
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Dopo l'ho capito anchio! infatti già ieri sera lo scafo era finito speravo, facendolo notare, che anche qualche "più" neofita di me non si incasinasse certo che sembra proprio fragile: qualche rinforzino con epossidica a livello dell'incollaggio deriva e piede albero oltre alla plastichina a livello scafo? e i rinvii delle scotte? sotto sforzo non si strappa tutto? magari sono solo paure e poi il depron e meglio dell'acciaio... giorgio |
28 agosto 12, 15:49 | #103 (permalink) Top |
User Data registr.: 08-11-2010 Residenza: PESCARA
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Io ho fatto la coperta in balsa perché e un po' più consistente una volta bagnata con epoxy. Effettivamente solo depron in coperta e un Po fragilina e i punti caldi vanno rinforzati. Passo la palla a chi ha esperienza su coperte solo depron. |
28 agosto 12, 18:42 | #104 (permalink) Top |
User Data registr.: 08-11-2010 Residenza: PESCARA
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HO scaricato i piani velici alpyachts molto carini, ma non mi hanno fatto impazzire, -per le vele grandi non ci sono i ferzi, -la vela A+ è un po piccolina 13,4dmq -hanno scomposto le vele in fogli A4 senza riferimenti che se la tua stampante prende il foglio un po storto e il 90% delle stampanti lo fanno, non riesci ad allineare una mazza. per il resto niente male 4 li valgono, ma non di più. |
28 agosto 12, 20:04 | #105 (permalink) Top |
User Data registr.: 10-07-2009 Residenza: pesaro
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Ciao Camillo, io per le vele uso sailcut, c'è un 3d su questa sezione dove spiega come ho realizzato un una rig (+ o - buona per un razor) con le varie procedure. L'importante è lavorare in metri, in modo che esportando hai una maggiore precisione nelle curvature dei ferzi, con illustrator importo il dwg/dxf degli sviluppi e lo ridimensiono in cm per la stampante. Con l'esportazione in dxf riesci ad importare in rhino l'intera vela (curve semplici da trasformare in superfici) dalla quale ricavi il centro velico della vela giá nella forma ideale. Una cosina abbastanza utile no? Saluti dsl paesano Alex Inviato dal mio GT-I9070P con Tapatalk 2 |
28 agosto 12, 23:31 | #106 (permalink) Top | |
User Data registr.: 08-11-2010 Residenza: PESCARA
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proverò a rifare le vele a ferzi almeno le più grandi. ciao cumpà Camillo | |
30 agosto 12, 16:45 | #107 (permalink) Top | ||||
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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I ferzi , se si vogliono fare , vanno tagliati montati con precisione e con le curvature adatte in base a svariati parametri tra cui la distribuzione e inclinazione delle giunzioni lungo laltezza della vela e la flessione dellalbero che, finche` non e` costruito e` quasi impossibile prevedere con esattezza. Secondo me, se ti metti a costruire un armo degno di quel nome, rivaluterai le 4 fotocopie per le soluzioni meccaniche incluse che se devono essere improvvisate non e` detto vengano altrettanto funzionali. Per quanto riguarda luso di sailcut per le vele modellistiche sono estremanete scettico sulla possibilita` che possa funzionare per fare dei ferzi con la giusta curvatura sulla zona di giunzione. Quanto grasso dare , dove e come dipende molto dal materiale e dal rig usato e di questo sailcut non tiene conto. Poi il programma lavora normalmente in metri, quindi e` facile immaginare che con ferzi da 20 cm sia completamente fuori dal suo range di utilizzo. A mio parere conviene provare con lattrezzino descritto qui: http://www.nonsolovele.com/DATECNICH...20di%20ARL.pdf e fare un po di prove adattando gli spessori alle dimensioni delle microvele delle footy Citazione:
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Altrimenti una traversina di obece o compensato avio da 0,4 o altro un po duro sottocoperta nel punto dove esce la scotta puo` sempre andare bene, basta che, se e` legno, sia ben impermeabilizzato. Gli schemi di massima da seguire sono sempre gli stessi della Easysail gia` descritti e citati qui http://www.baronerosso.it/forum/atta...ssemblaggi.zip oppure si fa una ordinata in espanso interna e tra ordinata - fondo e ordinata - coperta si infila un pezzettino di legno o parta di credito tagliata che formi le 2 pareti strutturali del sandwich come si vede nelle immagini che seguono. Dove passa l'asse del timone che e` sollecitato a flessione si mette uno strato di materiale rigido incollato sopra e sotto all'ordinata di estruso messa nello scafo e attraverso a cui passa l'asse. Dove esce il tubino a U che fa passare la scotta gli sforzi sono a taglio e quindi basta fargli attraversare uno strato di legno o materiale rigido con vena trasversale allo scafo pizzicato tra una ordinata interna in estruso e la coperta Ci vuole piu` a descriverlo che a farlo e la robustezza e` piu` che sufficiente. Per ottenere un insieme solido non servono supermateriali ovunque, basta accoppiare tra loro nel modo giusto cose semplici
__________________ Claudio Vigada www.progetto-urca.com Footy-Italia gruppo facebook www.autonomy-f5j.it Facebook Autonomy F5J Ultima modifica di claudio v : 30 agosto 12 alle ore 16:53 | ||||
31 agosto 12, 10:09 | #108 (permalink) Top | |
User Data registr.: 08-11-2010 Residenza: PESCARA
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Ci sono due cose che non mi convincono, la prima e' che il rig e' molto rigido e in una classe dove si regata solitamente in laghetti con vento che passa in un attimo da 0 a 15 nodi non so se e' l'ideale; La seconda e' quel cavolo di paterazzo che offre un perfetto aggancio negli scontri ravvicinati. Io al sestiere ho fatto due dns per aver agganciato il maledetto paterazzo di qualcuno uno era proprio il sig Phil con la sua footy in depron. Per adesso mi attengo al progetto poi vediamo cosa modificare. Per Sail CUT ho fatto qualche prova e non mi pare che lavorare in metri sia un problema basta considerare i metri decimetri e poi scalare con il CAD in fase di stampa. L'attrezzino che proponi mi sembra comunque utile per facilitare l'assemblaggio. Ma per adesso pensiamo easy e facciamo le vele 2D. | |
04 settembre 12, 12:01 | #110 (permalink) Top | |
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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per il pivot del rig, metterei solo filo di acciaio inox da 2 o 2,5, non carbonio da 4 perche` non flette. Dettaglierei meglio la giunzione tra albero e parte anteriore del boma che lavora a torsione. L'albero da 3 o 4 si attacca nel boma con un perno da 2, 2,5 circa (dipende dal dia interno dell'albero) che entra nel boma. in quel punto il boma dopo la foratura e l'incollaggio del pernino che esce dall'abero, va legato con filo di dacron, dynema o kevlar in modo che sia ben robusto, altrimenti alla prima torsione il tubetto da 5, specie se in carbonio, si apre come una cozza. Problema similare si ha dove il pivot in acciaio entra nella parte anteriore del boma: anche li' meglio fare una legatura. Quello che condivido poco e` il giro che fa la scotta della vela. Perche` complicarsi la vita con un braccetto del servo dentro cui scorre la scotta che parte dall'albero e poi va a prua per attaccarsi al boma. A mio parere e` molto piu` semplice avvicinare il punto di attacco sul boma al pivot e far lavorare la leva in diretta... tanto la potenza di tiro non cambia affatto. Idem per quanto riguarda l'inclinazione indietro della scassa dell'albero e del pivot: non lo considererei un optional ma un must. Serve abbastanza averlo inclinato indietro perche` lascando la vela in poppa quella inclinazione permette di avvicinare il centro velico all'asse della barca riducendo la tendenza ad orzare. Tutto questo si traduce in un migliore equilibrio e in un buon ritardo alla "sottomarinizzazione": se la barca si inclina sottovento, il timone alla poggia per tenerla in rotta genera anche portanza che solleva la poppa che e` l'ultima cosa che vorremmo in quel momento. Una soluzione per ridurre questo problema e` aprire le vele in poppa oltre i 90 gradi in modo che la barca sbandi sopravento e porti il cetro velico in asse barca diventando piu` neutra. Gestendo con la scotta lo sbandamento si puo` arrivarea dirigere la barca in maniera abbastanza semplice ed istintiva: se tiro la scotta orzo, se la lasco poggio. Quando la barca e` immersa di prua e il timone incomincia a perdere efficacia le il controllo delle vele permette di mantenere la direzione. Chiaramente non e` facilissimo e occorre un po' di pratica, ma imparando il divertimento non manca: al Sestriere tutti i migliorti skipper lo facevano correntemente nei lati a favore di vento. Infatti, quando si regata con le footy, dato che il regolamento lascia libero il numero di giochi di vele, si tende sempre a tenere la massima superficie velica possibile, quindi si e` sempre al limite dell'ingavonamento anche con poca aria. Questo rende particolarmente divertente il giochino perche` anche con poco vento si e` spesso al limite, pero` necessita di avere sempre la footy ben equilibrata e i pollici allenati. Altrimenti, mentre si gioca a fare l'anatra in immersione con la prua sott'acqua,la barca che ci sta di fianco... se ne va Quindi, anche senza pivot dell'albero inclinato c'e` modo di sopperire con il pilotaggio, ma e` chiaro che, se si e` all'inizio, piu` la barca va dritta da sola e abbisogna di meno correzzioni e piu` sara` facile condurla Questo barchino dovrebbe essere indirizzato proprio ai principianti che vogliono avere un mezzo competitivo e facile per regatare e divertirsi, quindi tutto quel che si puo` fare per semplificarne al conduzione ... e` benvenuto.
__________________ Claudio Vigada www.progetto-urca.com Footy-Italia gruppo facebook www.autonomy-f5j.it Facebook Autonomy F5J Ultima modifica di claudio v : 04 settembre 12 alle ore 12:10 | |
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