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23 luglio 09, 15:14 | #11 (permalink) Top |
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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| Il CC e` il baricentro del volume immerso: una volta calcolato quello o con il programma di disegno 3d o con il metodo che si preferisce, sempre quello rimane. Non vedo grosse incognite ne` difficolta`. il suo calcolo preciso e` l'ABC minimo indispensabile da conoscere per poter pensare di disegnare e costruire una barca, non di sicuro una variabile per determinare scelte di progetto e centrature.
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23 luglio 09, 15:34 | #12 (permalink) Top | |
User Data registr.: 01-05-2007 Residenza: Castellammare di Stabia (Na)
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| Citazione:
come ti dicevo se ho una barca già costruita dove conosco tutte le caratteristiche di: carena deriva vele come faccio a crearmi una banca parametrica per poi poter posizionare deriva e quindi poi le vele con relativo suo centro? | |
23 luglio 09, 18:07 | #13 (permalink) Top | |
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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| Per farsi una banca dati parametrica Citazione:
Se hai una sola barca da guardare dovresti modificare un parametro alla volta e vedere cosa succede ponderando i risultati... ma dato che le forme dello scafo non cambiano mai, non e` molto indicativo per buona parte dei dati che servono. E` molto piu` rapido ed efficace studiare a fondo gli svariati e differenti progetti gia` circolanti, anche pagandoli quando necessario. Infatti per realizzare la mia, prima di avere un numero sufficiente di dati, ho impiegato un paio di anni, ho esaminato almeno una decina di progetti di barche di diverse classi che avevano "primeggiato", ho comprtato quellic he non trovavo, ho fotografato a fondo riportando poi su disegno quelle che mi intereressavano e infine ho speso svariate migliaia di Km per vederle in diretta mentre funzionavano in competizione con differenti skipper. I risultati sono stati poi compendiati con le nozioni teoriche di alcuni libri di progettazione e pubblicazioni varie + una esperienza di vela in full scale che ormai e` piu` che trentennale. Quindi si incomincia a procurarsi/comprarsi tutti i progetti che si trovano, poi si girano i campi di regata, si fanno foto mirate in modo da potersi ridisegnare a casa nelle giuste propozioni gli scafi e verifando mentre gli altri gareggiano se il comportamento in acqua delle varie barche corrisponde alle nostre aspettative. Naturalmente poco alla volta bisogna imparare che cosa guardare e come i vari elementi di cui prima ho fatto un breve elenco possano influire sul comportamento generale tenendo presente che la stessa barca con la medesima centratura puo` essere orziera o poggera a parita` di vento solo toccando una piccola regolazione delle vele. Normalmente solo regolando le stesse vele in modo diverso si puo` ottenere una variazione di equilibrio pari a circa un +/-1% di posizione del CV o anche qualcosa di piu` (dipende dalle vele e da vari fattori della loro forma/proporzione etc). Spero che ora il principio sia un po' piu` chiaro: ora penso si possa provare a fare la lista e magari ad identificare, tanto per iniziare, per ogni elemento il modo in cui influisce sul comportamento orziero o poggero della barca Per iniziare ad acquisire dati e` importante prima capire che cosa cercare Ciao
__________________ Claudio Vigada www.progetto-urca.com Footy-Italia gruppo facebook www.autonomy-f5j.it Facebook Autonomy F5J Ultima modifica di claudio v : 23 luglio 09 alle ore 18:13 | |
23 luglio 09, 19:02 | #14 (permalink) Top | |
User Data registr.: 01-05-2007 Residenza: Castellammare di Stabia (Na)
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| Citazione:
l'unico esempio che a mia disposizione è la vista laterale del pikanto barca vincente ai mondiali, dalle mie analisi ho tirato le conclusioni che i centraggi siano stati fatti ottenendo una barca orziere, tale risultato mi è stato confermato da persone che hanno provato il pikanto, altre osservazioni sono sulla roket molto centrato e con linee fuggenti a prua e a poppa, con deriva larga per stringere il vento. | |
23 luglio 09, 20:11 | #15 (permalink) Top | |
User Data registr.: 01-05-2007 Residenza: Castellammare di Stabia (Na)
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24 luglio 09, 09:55 | #16 (permalink) Top | |
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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| Citazione:
Gli antichi Latini dicevano: "do ut des" ed erano dei grandi saggi. Anche Socrate /Platone avevano inventato un sistema tuttora usato per insegnare le cose facendo trovare le soluzioni per deduzione agli allievi e non espondendo lunghe teorie che, una volta lette vengono immediatamente dimenticate. Come dicevo all'inizio è un'argomento un po' impegnativo da Forum e più adatto ad un corso vero e proprio, ma con un minimo di partecipazione per tenere la discussione su un livello più pratico che teorico potrebbe essere possibile parlarne. Se a qualcuno interessa partecipare per provare a capire le metodologie per equilibrare uno scafo e i parametri guida, ripropongo di provare a fare la lista dei parametri di progetto e magari ad identificare, tanto per iniziare, per ogni elemento il modo in cui influisce sul comportamento orziero o poggero della barca. Se poi nessuno partecipa alla discussione, per me il problema non sussiste (non tutti gli esperimenti funzionano) e finisce qui finchè a qualcuno non interesserà Ciao
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05 novembre 09, 14:38 | #18 (permalink) Top |
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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Vedo con piacere che stai incominciando a mettere insieme i pezzi del mosaico. Hai trovato il buon libro di Baader o solo quella pagina? se avessi trovato quel libro 7 o 8 anni fa avrei fatto molta meno fatica a mettere assieme i dati perche` descrive criteri similari a quelli che mi sono dovuto costruire strada facendo. Tieni conto che l'esame molto interessante che trovi su quel testo e` legato alle dimensioni/dislocamenti delle barche vere e quindi non e` detto che alcuni fattori tipo il +1/-1 abiano corrispondenza: mentre sulle barche "vere" si puo` controllare lo scafo imponendo uno sbandamento max contenuto grazie alla stabilita` di forma, sui modelli questo e` poco fattibile. Cosi` come la percentuale (2%) da conteggiando il timone a non conteggiando il timone non combina molto dati i diversi rapporti di superficie delle superfici immerse tra vero e modello. Pero` il principio e` esattamente quello Ciao
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