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Vecchio 06 dicembre 08, 10:08   #11 (permalink)  Top
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L'avatar di TONICLE
 
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un ulteriore idea si può mettere su del celofan, cioè chiudere bene il celofan sul multistrato, con dei fori di sfiato per l'aria, e iniettare il tutto, quando il poliuretano si dilata spinge sul celofan che a sua vota non essendo rigido come materiale si dilata!!!
spero essere stato chiaro.
P.S. i forellini che possono essersi formati sul master essendo piccoli, credo che vengano otturati dalla cera distaccante, io uso quella per mobili e fa miracoli!!!
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Vecchio 06 dicembre 08, 16:31   #12 (permalink)  Top
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Originalmente inviato da mauri6 Visualizza messaggio
oddio...
direi che provare costa poco... mi sembra troppo bello ..
la epo soglie il polistirolo, il poliuterano non ho idea..
io magari domani provo... ma su una fusoliera
fatta la prova? io volevo farla ma non ho trovato la bomboletta di poliuretano, pensavo di averla, invece mi sarà finita!!! quindi aspetto lunedì per comprarla!!!
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Vecchio 07 dicembre 08, 16:36   #13 (permalink)  Top
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L'avatar di giorgio7
 
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Sono anche io sempre alla ricerca di metodi per semplificare il lavoro e apprezzo lo sforzo di fantasia di Tonicle , ma ( c'è sempre un ma tra i piedi) ma
quì mi sembra che si sia perso di vista il principale motivo per cui , se si decide di fare uno stampo, s'ìmpiega come primo strato a contatto con lo scafo da ottenre, il gelcoat. Si vuole una superficie dura, priva di microfori ,
di bassissima rugosità meglio se a specchio in grado di rendere uno scafo faccia vista. La superficie resa dalla schiuma di poliuretano in bombole è lontana anni luce da questi standard anche se iniettata sotto pressione.
E poi cosa si sarebbe risparmiato? il lavoro di stratificazione dello stampo ?
non è lì che vanno via le ore ma nel fare il modello con quelle caratteristiche di finitura, lavoro che andrebbe sempre fatto. Purtroppo credo che sia così.
Saluti a tutti
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Vecchio 07 dicembre 08, 17:10   #14 (permalink)  Top
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L'avatar di TONICLE
 
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Originalmente inviato da giorgio7 Visualizza messaggio
Sono anche io sempre alla ricerca di metodi per semplificare il lavoro e apprezzo lo sforzo di fantasia di Tonicle , ma ( c'è sempre un ma tra i piedi) ma
quì mi sembra che si sia perso di vista il principale motivo per cui , se si decide di fare uno stampo, s'ìmpiega come primo strato a contatto con lo scafo da ottenre, il gelcoat. Si vuole una superficie dura, priva di microfori ,
di bassissima rugosità meglio se a specchio in grado di rendere uno scafo faccia vista. La superficie resa dalla schiuma di poliuretano in bombole è lontana anni luce da questi standard anche se iniettata sotto pressione.
E poi cosa si sarebbe risparmiato? il lavoro di stratificazione dello stampo ?
non è lì che vanno via le ore ma nel fare il modello con quelle caratteristiche di finitura, lavoro che andrebbe sempre fatto. Purtroppo credo che sia così.
Saluti a tutti
infatti io ho chiesto se era possibile fare prima uno strato di geal coat, ma non ho ricevuto risposta!!!
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Vecchio 08 dicembre 08, 10:06   #15 (permalink)  Top
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L'avatar di marc87
 
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infatti io ho chiesto se era possibile fare prima uno strato di geal coat, ma non ho ricevuto risposta!!!
bellissima idea tonicle...io ho provato con gli aeromodelli a fare il contrario!!!fatto lo stampo fare la fuso con questo metodo....la lavorazione non è facile in quanto ci va pazienza per riempire bene lo stampo e non lasciare dei vuoti...la schiuma è anche un po adesiva e non è una cosa che messa tende a scivolare nelle cavità..ce la devi spingere!!!!

un metodo più semplice che però richiede un po di tempo per l'essicazione è usare il calcestruzzo 8 euro 40 kg ....fatto il tuo master ce lo tieni pucciato dentro e lui prende perfettamente la qualità superficiale..anche se dopo una stuccatina e ua seppiatina non fa mai male!!!

però....alla fine viaggio un po sulle idee di giorgio! tutto sommato fai prima a lavorare con i metodi "classici"!
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Vecchio 08 dicembre 08, 11:29   #16 (permalink)  Top
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L'avatar di giorgio laurenti
 
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Ciao ragazzi , concordo pienamente con quanto detto da giorgio7 e marc87 , infatti è totalmente inutile provare a fare uno stampo femmina spruzzando del poliuretano in bomboletta su un manichino , xchè il poliuretano in bomboletta quando lo spruzziamo si deposita come se fosse un lungo cordone e non una cosa liquida che si espande intorno al pezzo interessato . Esempio classico che toglie ogni dubbio : avete mai visto il muratore che fissa i controtelai in legno delle porte sulla muratura ? Ebbene dopo che la schiuma è asciugata e si è anche espansa ( non molto per la verità ) se provate a pareggiarla tagliando via gli eccessi con un coltello vedrete che all'interno è completamente e malamente piena di interstizi . Praticamente inutilizzabile .
Quello che dice Tonicle si potrebbe ( e dico potrebbe ) fare con dei particolari tipi di schiuma sempre di PVC ma allo stato liquido a cui si aggiunge il catalizzatore , ma per quantità simili non è possibile in quanto questo tipo di schiuma espande veramente tanto rispetto al volume e la catalisi è rapidissima , circa 10 secondi , e cmq anche la superficie non viene liscia ma resta assai porosa . Mi sembra che questa schiuma si chiamasse ESPAC però non so chi è il produttore .

Partendo dal concetto di Tonicle si potrebbe fare uno stampo femmina economico immergendo il master , opportunamente isolato con pellicola di politilene , dentro ad un recipiente pieno di gesso liquido ed aspettare che si asciughi . Segue stuccatura con spatola sempre con gesso allo stato più gommoso e carteggiatura . Si ottiene un lavoro accettabile sempre in relazione a quanto si vuole andare a spendere per realizzare uno stampo femmina .

In ultimo mi sento di dire che se devo fare uno od al max due scafi conviene sia come tempo che come aspetto economico costruire il master ( che va cmq fatto ) e laminarci sopra lo scafo finito , al max darò la mano di stucco a pruzzo un poco più corposa per coprire i microfori sul laminato ( che ci sono anche dopo la laminazione in stampo femmina a meno di usare gel-coat che aggiunge cmq peso ) che poi però potrò carteggiare via fino a lasciare solo la quantità che copre i microfori .

A risentirci presto .

Ciao , Giorgio .
giorgio laurenti non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 08 dicembre 08, 16:18   #17 (permalink)  Top
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L'avatar di ReArtu
 
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Originalmente inviato da giorgio laurenti Visualizza messaggio
, al max darò la mano di stucco a pruzzo un poco più corposa per coprire i microfori sul laminato ( che ci sono anche dopo la laminazione in stampo femmina a meno di usare gel-coat che aggiunge cmq peso ) che poi però potrò carteggiare via fino a lasciare solo la quantità che copre i microfori .

A risentirci presto .

Ciao , Giorgio .
Ciao Giorgio
sono d'accordo solo sul fatto che il gel coat aggiunge peso, ma per quanto riguarda i microfori sul laminato fatto nello stampo femmina, a meno che io non abbia avuto il c**o del principiante, ti assicuro che non ne ho.
E' liscio come se avessi usato il gel coat; comunque devo carteggiare ad acqua con 2000 per avere una superficie un po ruvida e dare il fondo e poi la vernice.
Dal momento che solo con la resina è venuto fuori molto liscio, potrei mescolare alla resina i pigmenti colorati che di solito si usano con il gelcoat? Oppure vanno bene solo con gelcoat?

Grazie
Stefano
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Vecchio 08 dicembre 08, 17:20   #18 (permalink)  Top
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L'avatar di giorgio7
 
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Per ReArtù. I microfori in un tessuto laminato con epossidica ci sono inevitabilmente( a meno di fare il massaggio con due dita descritto nella discussione " Laminare su master " ) guarda la superficie con almeno 10 ingrandimenti o prova a darci una leggera mano di fondo e li vedrai.Nel forum sono presenti due colleghi modellisti ( Miky e Zazzamita , mi sembra di ricordare) che di mestiere fanno
i carrozzieri e che spesso hanno parlato del problema e dei rimedi; sempre a loro puoi chiedere conferma del fatto che, se vuoi verniciare, carteggiare col
2000 è un errore se non vuoi vedere la vernicie staccarsi in breve tempo.
Occorre una superficie con una ruvidità che consenta l'aggancio e quindi carteggia col 320.Epossidica colorata : ho fatto due barche, una nera ed una bianca, colorando la resina con ossidi presi dal produttore.Quello nero sembrava nerofumo, l'altro era ossido di zinco. Sono polveri impalpabili ,tipo talco, che conglobano molta aria vanno perciò mescolati alla resina senza induritorelasciati riposare almeno 48 h e poi impiegati nella laminazione,
altrimenti l'aria conglobata affiora alla superficie del laminato e butti via tutto
il lavoro. Non ne ho fatte più m'è bastato.

Ultima modifica di giorgio7 : 08 dicembre 08 alle ore 17:23
giorgio7 non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 09 dicembre 08, 00:15   #19 (permalink)  Top
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L'avatar di ReArtu
 
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Per Giorgio7
Mea culpa ho confuso i microfori con la trama del tessuto................chiedo venia con cenere a iosa.
Senz altro faro le prove che hai detto.
Ho detto pigmenti e anche li ho sbagliato....................è una pasta colorante a base di resina epossidica ricca di pigmenti colorati che viene usata per colorare il gelcoat (l'induritore va dopo in % del peso) ed anche le laminazioni - chiedevo solo se la potevo mescolare alla resina epossidica.
Ho consultato il sito del fornitore e mi pare proprio che sia possibile.
Tutto cio solo per evitare la verniciatura finale e mentre scrivo mi viene spontanea una domanda banale a proposito dei microfori: non è che fanno passare acqua?
Credo che la presenza di questi microfori, sia solo una questione che riguarda chi si accinge alla verniciatura tradizionale in quanto se uso il procedimento sopra descritto e i microfori non si vedono ad occhio nudo..................per me va bene; E' liscio, è colorato, non tiro fuori la pistola, non sporco, e velocizzo per quanto mi è consentito il lavoro. Che ne pensi?

Grazie ancora
Ciao
Stefano
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Vecchio 30 dicembre 08, 16:59   #20 (permalink)  Top
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-per l pasta colorante ho fatte alcune prove in questi giorni: e' vero si risparmia la verniciatura (ed il peso, io faccio aereomodelli) ma il risultato non e' il medesimo che usare il gelcoat e poi verniciare in poliuretanica... ci corre un abisso... si, il manufatto viene colorato ma in modo non uniforme e in alcuni punti si intravede la trama del tessuto.

-per la poliuretanica espansa, a mio avviso e parlo del prodotto finito e non dello stampo, l'unica utilizzabile e' quella bicomponente (espak della Prochima), nel sito dicono che e' utilizzabile anche in stampi che devono essere chiusi in modo resistente per contrastare la forza di espansione: prima o poi ho intenzione di provare a fare delle ali da uno stampo che ho gia' e che adesso utilizzo facendo un sandwich con depron e fibra in sottovuoto.
Milus non è collegato   Rispondi citando
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