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Vecchio 11 novembre 08, 18:05   #1 (permalink)  Top
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L'avatar di rivetto
 
Data registr.: 29-03-2007
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Domanda in apparenza semplice: da dove si comincia un progetto?

Avendo ormai appurato che un modello a vela rc non è una semplice riproduzione in scala, e che quindi richiede un progetto ex novo come "barca piccola", la curiosità mi spinge a chiedere a quelli di voi che progettano in proprio: qual è il vostro punto di partenza? Dò per scontato che si sia già individuata la dimensione voluta.
Forse vi sembrerà curioso, ma in tanti anni non mi ero mai posto questa domanda. In genere nel "vero" questa decisione dipende dalle dimensioni del portafogli del committente e dalle sue velleità: grande, comoda, marmi e arredi dappertutto, ma leggera e veloce, mille hp di ausiliario e mille mq di vele poco ingombranti e facili da piegare.
Max
rivetto non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 11 novembre 08, 20:11   #2 (permalink)  Top
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L'avatar di grakula
 
Data registr.: 17-01-2006
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Non ho mai progettato niente "seriamente" anche perchè non credo di averne le capicità.
Però mi sono divertito a disegnare qualcosa, di solito decido che barca voglio fare, intendo metro, M, rg65 ecc ecc, quindi dipende molto dal regolamento di stazza corrispondente
grakula non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 11 novembre 08, 21:22   #3 (permalink)  Top
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L'avatar di luca71-5
 
Data registr.: 21-11-2005
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Quasi per tutti credo sia ..... la + veloce possibile in tutte le andature e se possibile ancora di + in bolina . Hai ide
luca71-5 non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 11 novembre 08, 22:41   #4 (permalink)  Top
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L'avatar di grakula
 
Data registr.: 17-01-2006
Residenza: Cecina
Messaggi: 1.875
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Originalmente inviato da rivetto Visualizza messaggio
Avendo ormai appurato che un modello a vela rc non è una semplice riproduzione in scala, e che quindi richiede un progetto ex novo come "barca piccola", la curiosità mi spinge a chiedere a quelli di voi che progettano in proprio: qual è il vostro punto di partenza? Dò per scontato che si sia già individuata la dimensione voluta.
Forse vi sembrerà curioso, ma in tanti anni non mi ero mai posto questa domanda. In genere nel "vero" questa decisione dipende dalle dimensioni del portafogli del committente e dalle sue velleità: grande, comoda, marmi e arredi dappertutto, ma leggera e veloce, mille hp di ausiliario e mille mq di vele poco ingombranti e facili da piegare.
Max
Date le mie precedenti premesse sulla mia poca conoscenza, a volte mi vengono delle idee più o meno strampalate prendendo spunto da cose che sento o leggo in giro, un esempio. un po' di tempo fa, mi pare che proprio te avessi parlato del ginocchio delle barche di coppa america, da un altra parte avevo sentito che una prua larga allungava la lunghezza teorica della barca.
A quel punto mi sono chiesto se facendo uno scafo con le classiche sezioni semicircolari ma con una prua molto larga (per intendersi su un rg65 avevo pensato a 3/4cm)che stesse normalmente fuori dall'acqua e arrotondata per diminuire l'attrito in caso di ingavonamento potesse essere in qualche modo vantaggiosa.
Il disegno l'avevo anche fatto ma li mi sono fermato non sapendo di formule e di altre simpatiche amenità
grakula non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 12 novembre 08, 06:41   #5 (permalink)  Top
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L'avatar di ddm.mail
 
Data registr.: 28-09-2008
Residenza: Modena
Messaggi: 44
Approfitto anch'io......
Mi sto incuriosendo, nonchè divertendo con DELFTSHIP. Mi sembra carino, ma non riesco a capire alcune cose.
Ho trovato e caricato un disegno di uno scafo; riesco un po a modificarlo, ma come si fa ad aggiungere la coperta, o parte dello scafo??? o si riesce a modificare solo cio che già esiste?
E poi, si riesce ad avere una sorta di rendering (foto il più possibile reale) dello scafo?
Si riesce ad avere o impostare una scala a piacere, una volta deciso la dimensione reale?
ddm.mail non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 12 novembre 08, 09:54   #6 (permalink)  Top
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L'avatar di rivetto
 
Data registr.: 29-03-2007
Residenza: Barcellona
Messaggi: 155
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Originalmente inviato da grakula Visualizza messaggio
...prendendo spunto da cose che sento o leggo in giro, un esempio. un po' di tempo fa, mi pare che proprio te avessi parlato del ginocchio delle barche di coppa america...
Mi fa piacere che qualcuno faccia caso a ciò che scrivo e magari provi a leggere fra le righe. Allora aggiungo qualcosa: l'"opera viva" (parte immersa) non si chiama così per caso! Il 70% del valore aggiunto di una barca viene dalla sua carena. Tenete conto che sia il profilo di prua che gli slanci sono importanti nel calcolo del rating, ma influiscono poco sulle prestazioni, quindi non sono molto importanti in un modello (mi riferisco in particolare alle infinite e inutili disquisizioni che tempo fa avevano riguardato un modello - non ricordo quale - a poppa tonda). D'altronde non si può trascurare il fatto che l'opera morta diventa viva, anzi vivissima, a barca sbandata, quindi...
Oltre al ginocchio avevo già accennato qualcosa a proposito di bordi di uscita della deriva, timone, forse anche della posizione del bulbo, non ricordo se solo in privato. Secondo me se lavorate in questo senso potreste avere delle sorprese piacevoli. Un consiglio che darei è quello di guardare le tendenze di forma nel "vero" e muoversi nella stessa direzione: nessuno è disposto a rischiare denaro per fantasie strane, ciò che si vede in giro è certamente frutto di studi e poco è lasciato al caso.
Buon lavoro
Max
rivetto non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 12 novembre 08, 13:17   #7 (permalink)  Top
Sospeso
 
Data registr.: 12-11-2008
Messaggi: 1
dopo aver scelto le dimensioni e il budget , si dovrebbe sapere dove farla navigare, per quali venti e in quali acque
va
varese non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 12 novembre 08, 15:52   #8 (permalink)  Top
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L'avatar di ciccio59
 
Data registr.: 11-01-2007
Residenza: Roma
Messaggi: 381
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Originalmente inviato da rivetto Visualizza messaggio
Mi fa piacere che qualcuno faccia caso a ciò che scrivo e magari provi a leggere fra le righe. Allora aggiungo qualcosa: l'"opera viva" (parte immersa) non si chiama così per caso! Il 70% del valore aggiunto di una barca viene dalla sua carena. ....D'altronde non si può trascurare il fatto che l'opera morta diventa viva, anzi vivissima, a barca sbandata, quindi...
Oltre al ginocchio avevo già accennato qualcosa a proposito di bordi di uscita della deriva, timone, forse anche della posizione del bulbo, non ricordo se solo in privato. Secondo me se lavorate in questo senso potreste avere delle sorprese piacevoli. Un consiglio che darei è quello di guardare le tendenze di forma nel "vero" e muoversi nella stessa direzione: nessuno è disposto a rischiare denaro per fantasie strane, ciò che si vede in giro è certamente frutto di studi e poco è lasciato al caso.
Buon lavoro
Max
Ciao Max, ben trovato... certo che se dei bordi d'uscita e della posizione del bulbo non ne parlaste solo in privato... potremmo goderne e discutere tutti (gli interessati)
Da parte mia, nel passato, cercavo di affrontare un progetto (ma parlo di kiteboard e surf) fatto o sull'utilizzatore finale, o sul suo uso preponderante e/o preferito, ai modelli mi sono avvicinato da troppo poco tempo, per ora l'unico vero "progetto" (se di tale è lecito parlare...) è stato fatto cogliendo la moltitudine di consigli e/o dritte avute e/o lette o su questo forum o altri, o in privato (ebbene si...), e guardando centinaia di immagini e video...e barche.
tanto per darti una idea, il progetto di China Team ha avuto più di 20 revisioni, e le sue appendici anche di più, per non parlare di prove (software) di fluidodinamica (attraverso amici) e centinaia di simulazioni (sempre software), oltre a centraggi relativamente al piano velico (fatto da Luca) e ai pesi a bordo, certo è che non posso ancora dire di essere soddisfatto, qualcosa da migliorare c'è, ma l'ultima parola la dirà la prova in acqua, spero presto (relativamente, dati i miei tempi biblici...)
Buon vento...
__________________
"La cosa importante è di non smettere mai di interrogarsi..." Albert Einstein
ciccio59 non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 12 novembre 08, 17:43   #9 (permalink)  Top
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L'avatar di renderman
 
Data registr.: 16-05-2007
Messaggi: 62
inserire coperta

ddm.mail.....per inserire la coperta vai a pagina 29 del manuale che si vede come si fa....per il rendering, non ne esegue se non nella vista prospettiva scegliendo l'opzione ombreggiatura, ma è solo ombreggiatura.ciao
renderman non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 12 novembre 08, 19:03   #10 (permalink)  Top
Moderatore
 
L'avatar di claudio v
 
Data registr.: 18-05-2006
Residenza: Torino
Messaggi: 4.598
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Originalmente inviato da rivetto Visualizza messaggio
Avendo ormai appurato che un modello a vela rc non è una semplice riproduzione in scala, e che quindi richiede un progetto ex novo come "barca piccola", la curiosità mi spinge a chiedere a quelli di voi che progettano in proprio: qual è il vostro punto di partenza? Dò per scontato che si sia già individuata la dimensione voluta.
....Max
Direi che "individuata la dimensione voluta" dice tutto, ma è un po' poco
Nel senso che è un paramero di partenza veramente minimo...
Più che la dimensione voluta credo che il punto di partenza base sia stabilire se questa barca che si vuole fare sarà "da regata" e quindi all'interno di un certo regolamento oppure per uso "diverso", quale ad esempio una semiriproduzione o un progetto di studio per verificare qualcosa.

Nel caso di un uso "regatistico", normalmente si studia il modo di renderla più veloce possibile, più semplice possibile da condurre e regolare, ottimizzata in tutte le parti "sollecitate" per garantire stabilità dimensionale e affidabilità totale di regolazioni rigging, vele e meccaniche.
Naturalmente ognuno di questi punti poi viene sviluppato separatamente dopo una bozza di progetto. In particolare il "più veloce possibile" è legato a due differenti ricerche. La prima è sul regolamento per individuare tutti i possibili "buchi" e bypassare le limitazioni dove possibile, La seconda è uno legato allo studio di carena in funzione del piano velico/dislocamento scelti. In classi tipo la IOM c'è poco da inventare, ma in un classe M c'è di che sperimentare una vita intera.
Normalmente in questi casi prima di tirare una riga cerco di esaminare un campione rappresentativo di quanto esiste e di farne un esame statistico in base ai parametri che ritengo più indicativi per entrambi gli aspetti.
Nel caso di una semiriproduzione o di un progetto di studio, credo che il punto chiave sia la domanda: che cosa voglio che faccia questo modello??
In pratica dove non esiste un regolamento che fornisca una "specifica" di progettazione, me ne creo una con i vari vincoli e desiderata.

Facendo una semiriproduzione, in particolare, è importante cercare di comprendere bene quale compromesso si vuole raggiungere, se più mirato all'estetica o alla funzionalità e poi operare le scelte di conseguenza. Dal punto di vista progettuale cercare di fare una semiriproduzione che "navighi" bene in maniera realistica credo sia una sfida interessante quanto quella di un progetto "da corsa".
I parametri su cui giocare diventano tutti "open" e senza particolari vincoli se non le forme di massima che dovranno dare l'impressione "del vero" e mascherare bene i punti su cui si bara spudoratamente per far "tornare i conti" di un funzionamento dinamico "reale".

Poi ci sarebbe da scrivere libri anche solo sui questi pochi punti...
claudio v non è collegato   Rispondi citando
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