10 agosto 23, 17:34 | #1 (permalink) Top |
User Data registr.: 27-03-2012 Residenza: roma
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| Ancora una stretta da parte di ENAC
Ancora una stretta da parte di ENAC Così il 3 agosto è stata emanata la circolare che vieta il sorvolo dei parchi naturali. Abito vicino al lago di Bracciano e, fino alla citata data e da almeno 40 anni, ho frequentato il pendio di Trevignano noto, da un po' di tempo, per la presenza dei seguaci della discussa veggente Mariana. È un posto stupendo lontano dalle strade, lontano dalle persone, lontano dalle case e da ogni genere di possibile rischio di quelli citati sulle regole Enac. Era frequentato anche da qualche parapendio ma temo che anche loro saranno impossibilitati a decollare a causa della nuova recente regola che vieta il volo, nei parchi, di qualsiasi cosa sotto i 300 metri di altezza. Fino al 2 di agosto la presenza dei modellisti (pochi in realtà) era in qualche modo sopportata vietando l’uso del motore termico. Limitazione di fatto normale per un modello da pendio. Qualche modellista lo si vedeva nel fine settimana e neanche sempre. E quindi, per 40 anni, si è potuto far volare, in tutta sicurezza e senza alcun rumore spesso in solitudine, modelli di media grandezza senza disturbare nessuno ne correre alcun rischio. Alla fine, dal 3 agosto, è stata chiusa anche questa piccola area nella quale si facevano volare i modelli; piccola area perché lanciando un modello dal punto in cui si controlla non ci si può allontanare per più di 300 metri di raggio intorno al modellista perché oltre questa distanza il modello quasi non lo si vede più. Ho accettato di buon grado tutte le novità inerenti la sicurezza. Ho il patentino EASA (preso in italia), ho l’assicurazione (da almeno 30 anni), ho il qr-code al costo di 6 euro ed ogni mio modello ha a bordo il detto codice di riconoscimento e, per non farmi mancare nulla, ho anche l’attestato di aeromodellista rilasciato dall’Aeroclub d’Italia. Le regole di sicurezza le osservo da quando faccio modelli ancor prima delle norme EASA e quindi ENAC e, da quando ci sono le radio che lo consentono, la programmazione del file-safe è una delle mie preoccupazioni. Bene. Fatta questa lunga premessa inerente la mia esperienza, che sarà uguale a quella di moltissimi modellisti, mi vengono in mente delle considerazioni. Tutte queste limitazioni, volute dall’EASA e emanate anche in Italia, hanno origine da quando esistono i droni ed alcune tipologie di dronisti. Ovviamente non sono molti ma questi, che io definisco i dronisti da supermercato, sono quelli che hanno, di fatto, reso difficilissimo anche l’uso degli aeromodelli. Sono tutte quelle persone (non modellisti) che scoprono l’esistenza del giocattolo tra gli scaffali della pasta e quelli della conserva di pomodoro. Viene subito loro in mente l'eccitante possibilità di una evoluzione dei selfie con possibilità, quindi, di orgogliosissima pubblicazione sui social dei risultati del nuovo gioco. E probabilmente, leggendo solo social, non immagino neanche che l’uso del giocattolo appena scoperto è pericoloso e soggetto a regole stringenti. E quindi, nella prima domenica libera, via a filmare gli aerei in atterraggio all’aeroporto di Ciampino (ovviamente da vicino e dall’alto) o via a filmare, sempre dall’alto, tutti i moltissimi turisti presenti a piazza del Duomo a Milano. E perché no? Grandissima idea che collezionerà molti like sul social filmare le persone dall’interno della Galleria Vittorio Emanuele II sempre a Milano. Tra l’altro c’è anche una bellissima volta di vetro che assicura una giusta illuminazione del filmato da pubblicare in tempo reale. Ovviamente da quest’ultima considerazione sono esclusi tutti i piloti di droni professionali che ci regalano sempre immagini uniche e che, senza alcun dubbio, seguono sempre le regole di massima sicurezza. Affermato quanto scritto non posso non chiedermi come sia possibile che in EASA ma anche in ENAC non ci sia qualcuno in grado di capire la differenza tra un drone e un aeromodello. Di distinguere tra un concentrato di elettronica con GPS, telecamera, dotato di programmi di volo in grado di allontanarsi anche per chilometri e di raggiungere quote elevatissime ed un aeromodello talvolta fatto di balsa e ricoperto di carta che vola solo a vista pilotato dell’aeromodellista che lo ha costruito. Mi chiedo anche come mai questa sostanziale differenza non sia fatta presente anche da modellisti europei che condividono il piacere di far volare un aeromodello in tutta sicurezza e in completa osservanza delle norme emanate. Leggendo le carte di DFLIGHT ci si rende conto che nel Lazio, dove risiedo, ad eccezione di qualche campo che ha ottenuto l’abilitazione, tutto il resto è praticamente vietato al volo degli UAS per una estensione che va dal lago di Vico a Formia. Capisco la presenza di aeroporti, città, luoghi di interesse militare ed ogni altra limitazione ma è possibile che non si riesca a concedere delle aree limitate a 300 metri di raggio dove consentire l’uso degli aeromodelli sotto la responsabilità del modellista? Certo vietare tutto è molto semplice e si è esenti da piccole responsabilità per le quali spesso si è pagati. Alla fine, per fare un paragone, è come se si consentisse la vendita delle automobili obbligando l’acquirente a conseguire la patente, a stipulare una assicurazione a obbligarlo alla revisione ogni due anni, a pagare il bollo per poi negargli, d'improvviso, la possibilità di utilizzare l’automobile stessa che deve restare in garage. Ferma. Stabilire regole, limitazioni imporre patenti “targhe identificative”, assicurazioni va benissimo ma perché poi chiudere tutto? Comunque tenterò di capire come chiedere, per il parco di Bracciano, una prevista deroga citata da ENAC sulla carta D-FLIGHT. Continuo tuttavia ad essere sconcertato dall’adozione del principio “fare di tutta un’erba un fascio” che, come ho scritto, equivale a liberarsi di qualsiasi responsabilità e lavoro. Un drone non è e non sarà mai un modello, come un dronista da supermercato non è e non sarà mai un modellista. Anche qui sul Barone, ogni volta che si scrive su questo argomento, partono migliaia di post inutili di interpretazione delle regole che, quasi sempre, finiscono in sterili polemiche a volte personali. Non si scrive mai circa il riconoscimento della categoria dei modellisti differenziandoli dai dronisti da supermercato. L’ho fatta davvero lunga quindi scusate lo sfogo. M.I. Ultima modifica di imbamar : 10 agosto 23 alle ore 17:40 |
10 agosto 23, 18:09 | #2 (permalink) Top | |
User Data registr.: 19-01-2007 Residenza: Dintorni di mestre (DINTORNI)
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| Citazione:
E tiro fuori un pò di modelli miei, giusto per far capire la varietà (ed è solo un esempio): XK X450 Aereo Vtol con 3 motori dotato di centralina stabilizzatrice, niente GPS, niente camera. Multiplex Funcub dotato di 1 motore normale, centralina con GPS e camera. Multirotore trimotore con solo 3 giroscopi e camera. Multirotore 4 motori con centralina stabilizzatrice senza GPS, senza camera. Elicottero Trex 450 con giroscopio di coda e senza camera. Elicottero Tarot 450 con centralina, GPS e senza camera. FMS F4U Corsair 1700mm con ricevente con integrati i giroscopi, senza Gps e senza camera. Tuttala Dragon modificato VTOL con 3 motori, centralina con GPS, niente camera. Convair B36 Autocostruito con 6 motori, senza centralina e senza camera. In altre parole: per fare una legge che divide un drone da un aeromodello, cosa è che distingue i 2??? E, ovviamente, deve essere una cosa ben chiara e non discutibile. Numero motori??? Presenza GPS??? Peso??? Presenza di una centralina??? Presenza di una camera??? Presenza di un sistema di trasmissione video??? Presenza di un sistema trasmissione dati a terra??? Dopo aver pensato a questo, allora di può fare tutte le divisioni che si vuole. | |
11 agosto 23, 10:17 | #4 (permalink) Top |
User Data registr.: 26-02-2008 Residenza: Bologna
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La tendenza degli ultimo decennio è quella di regolamentare ogni singolo aspetto della vita sociale, porre limiti e sanzionare i trasgressori e poco importa se le regole abbiano un senso o meno. Nel caso specifico, il legislatore ha pensato di non fare distinzioni tra droni e aeromodelli, li ha inseriti tutti nella categoria degli aeromobili ...che è anche peggio! Voglio pensare che il concetto base che abbia ispirato tutte queste regole sia, in primis, di limitare gli imbecilli a fare caxxate, secondo di preparare il terreno per un futuro (secondo la loro previsione) dove lo spazio aereo sarà pieno di oggetti volanti più o meno automatici. Inevitabilmente in questo zibaldone di norme e soggetti interessati nascono divieti assurdi che hanno ben poco la logica ed il buon senso. |
11 agosto 23, 19:54 | #5 (permalink) Top | |
User Data registr.: 13-12-2014 Residenza: back in italy! Ivrea
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anni fa scrissi sul barone che i droni erano il cancro dell'aeromodellismo... rischiai il ban per aver predetto quello che puntualmente è successo.
__________________ viva il volo libero Sempre e solo puro, se va giù è perché sono stato pirla, ed è giusto che vada giù. (cit Xoni) | |
17 agosto 23, 14:31 | #7 (permalink) Top | |
User Data registr.: 27-03-2012 Residenza: roma
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17 agosto 23, 16:04 | #8 (permalink) Top | |
User Data registr.: 05-02-2005 Residenza: Milano
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Normalmente è l'ente parco che chiede ad ENAC il divieto di sorvolo per salvaguardare la fauna. Ultimamente da parte di ENAC c'è stata una precisazione in cui le limitazioni e i divieti possono essere emessi solo da loro, e quindi invalidavano quelle emesse da altri enti se non confermate da loro. Quindi il parco dove voli molto probabilmente aveva già vietato il sorvolo, a modelli, droni o full ! Quindi se ti beccavano ti avrebbero sicuramente sanzionato come capitato anche ad altri modellisti Ti allego il link con la spiegazione ufficiale: https://www.enac.gov.it/spazio-aereo...eto-di-sorvolo
__________________ Se è vero che il denaro parla, l'unica cosa che gli ho sentito dire è «addio» (dal film Analisi di un delitto) | |
17 agosto 23, 17:30 | #9 (permalink) Top | |
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