26 agosto 08, 01:28 | #31 (permalink) Top | |
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Il problema è che gli accelerometri funzionano solo quando l'eli è fermo, altrimenti la sommatoria delle forze sarebbe un vettore di dirersa entità e direzione rispetto a quello di gravità, che è il riferimento del sistema per rimanere orizzontale. Pertanto c'è bisogno sempre di un altro riferimento, che non vari con i movimenti dell'elicottero, e che quindi sia un parametro sempre attendibile per il sistema. Un sistema simile, ma fine a se stesso, è l'orizzonte artificiale di un velivolo, che se non erro funziona proprio su principio giroscopico, e mantiene il proprio asse qualsiasi sia l'assetto di volo. Così però ci si complica la vita, io direi che si dovrebbe continuare sulla strada dei gyro e vedere come và, anche se penso che il sistema non sarà capace di recuperare l'eli, ma al massimo di tenerlo in piano. Per ottenere il risultato di recupero eli, sicuramente è necessario studiare un sistema ibrido, una parte dedicata alla ricerca del parallelismo terreno - piano rotore, e un'altra dedicata alla stabilizzazione del piano rotore (gyro). C'è da studiare... Ciao
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26 agosto 08, 01:40 | #32 (permalink) Top |
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| Eh si, tutto sta a misurare l'inclinazione con un sistema che non sia sensibile alle accelerazioni dovute al moto sul piano sull'asse x e y. Mi metto subito in moto....tornerò con l'idea appena la partorirò.
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26 agosto 08, 02:04 | #33 (permalink) Top |
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ho la soluzione a livello teorico Appena posso disegno uno schemino che riassume tutti i momenti e le forze in gioco e come poterne ricavare l'angolo della sola forza di gravità. Il tutto senza usare sistemi complicati, ma sfruttando solo semplici principi di meccanica razionale. La relativa conversione in realizzazione pratica a dopo, l'importante almeno è partire dal giusto principio.
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26 agosto 08, 03:51 | #34 (permalink) Top |
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Usando lo schema di un semplice pendolo, la teoria è questa: la forza d la si puo' ricavare montando due accelerometri uno parallelo al piano dell'eli, uno perpendicolare (asse z) e con un semplice parallelogramma si ha la risultante d (che algebricamente si traduce nel semplice teorema di pitagora). Non ci interessa l'entità della forza di gravità, ma ci torna utile a livello letterale (e non il suo valore reale) il suo angolo rispetto al piano per poter ricavare come agisce d sul sistema e la sua relativa funzione matematica. Alla fine il grosso risiede solo nel calcolo, cosa di cui si occupa senza problemi un microcontrollore.
__________________ un sito lampresco? www.lamprobook.net ! Ultima modifica di TanaDeiSuini : 26 agosto 08 alle ore 03:59 |
26 agosto 08, 05:13 | #35 (permalink) Top |
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| stanotte il cervello mi frulla!!! e quando mi metto in testa una cosa non riesco a dormire. Ho la soluzione teorica-pratica DEFINITIVA Sbrogliando la funzione F(d) mi sono reso conto di una cosa molto stupida! E ho traslato la mia testa direttamente su un angolo di muro per quanto mi sono dato del deficente. Nel sistema stiamo calcolando dei momenti. E qualcuno dirà: hai fatto la scoperta dell'acqua calda! ma capitemi, sono le 4 di notte e 2 cilindri su 4 sono spenti. Il momento che ci interessa è dato dalla somma di tutte le forze di accelerazione sul braccio/volano che useremo come riferimento che in posizione di riposo il suo vettore sarà il vettore della forza di gravità (una cosa stupidissima da realizzare), semplificandolo poi sul nostro semplice pendolo con lo schema che ho disegnato sopra, l'angolo beta lo si calcola in un baleno!! Alfa poi, è la stupidissima differenza tra delta e beta. Eliminiamo quindi un casino di calcoli per determinare f e il suo angolo di incidenza; si possono eliminare i due "brigosi" accelerometri e misurare direttamente il momento con un semplice dinamometro. Se l'eli subisce accelerazione su tutti e tre gli assi, ma resta sempre "dritto" (non teniamo conto che per traslare si deve inclinare) l'angolo misurato col pendolo darà una forza uguale e contraria a quella dedotta dal momento. Quindi le due si annullano e nessun valore inciderà per l'aggiustamento dei servi. Ovviamente questa è solo una situazione teorica per comprendere meglio il funzionamento. Se l'eli è fermo o viaggia e quindi non ci sono accelerazioni (situazione reale), il momento sarà nullo, l'angolo è direttamente quello misurato col pendolo. Quando l'eli subisce sia accelerazioni ed è inclinato (altra situazione reale), il sistema restituirà per differenza solo l'angolo di inclinazione. Ovviamente, l'eli quando ruota sul suo stesso asse quando cambia l'inclinazione, anch'esso provocherà una breve accelerazione (positiva o negativa). Questa breve accelerazione che disturba il sistema di calcolo, la si puo' tranquillamente eliminaremisurare con un gyro. Quindi in definitiva: - misurare l'angolo totale del pendolo rispetto al sistema con un trasduttore. - misurare il momento delle forze (accelerazione/decelerazione) partendo da un dinamometro (elettronicamente ci serve un semplice sensore piezoelettrico di pressione come quelli usati nelle bilance) - usare un gyro per annullare le forze generate dalla rotazione dell'eli intorno al suo stesso asse.
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26 agosto 08, 14:42 | #36 (permalink) Top |
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eccomi dopo una notte di giusto riposo. Ho dato per scontato come misurare il momento dato dalle accelerazioni che subisce l'elicottero. Apro una piccola parentesi per approfondire. In meccanica ogni figura geometrica ha il suo momento di inerzia che ci torna utile nello studio del comportamento durante la rotazione dei corpi. La figura che mi è venuta subito in mente è uno spicchio di volano. Esattamente 1/4 di volano. Si monta il volano incernierato, con l'eli in parallelo alla terra, una volta trovata la posizione di riposo, gli vengono tolti tutti i gradi di libertà applicando in maniera vincolata un sensore di pressione su di un lato del volato. In realtà rimane libero alla rotazione, ma con un arco di pochissimi decimi di millimetro, ovvero il range di misura del sensore, ma è una misura molto piccola per andare ad influenzare il sistema. In questa posizione il volano andrà ad esercitare forza sul sensore ogni qual volta l'eli acceleri seguendo un verso che è diverso dalla perpendicolare al piano di terra. Quindi andiamo a misurare lo stesso momento che va ad influire la lettura sul pendolo. Per semplificare mentalmente immaginate il volano come un secondo pendolo, assolutamente identico al primo! Il primo essendo libero in rotazione misura angolo+momento, il secondo pendolo (volano) essendo non libero misura solo il momento. (angolo+momento)-(momento)=angolo
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26 agosto 08, 15:03 | #37 (permalink) Top | |
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Vediamo comunque che ne pensa Marco. ciao
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26 agosto 08, 18:50 | #38 (permalink) Top | |
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26 agosto 08, 20:17 | #39 (permalink) Top |
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Visto che siete molto più ferrati di me in matematica e trigonometria, vorrei allegare questo documento, da quello che capisco sembra che tenendo conto delle accelerazioni su tutti e 3 gli assi, si riesca in qualche modo a capire l'inclinazione con precisione, però non mi è ben chiaro se anche questo pdf si riferisce ad un applicazione statica oppure anche dinamica.
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26 agosto 08, 20:18 | #40 (permalink) Top | |
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Il problema resta invece per il quarto di volano che resterebbe sensibile alle vibrazioni... hummmm L'unica sarebbe impostare una soglia di intervento che tenda a trascurare le vibrazioni e la massa stessa del volano. Tanto le macrovibrazioni poi verrebbero considerate con accelerazioni, lette tranquillamente da entrambi i sensori (volano e accelerometro). Cmnq penso che dalla teoria all'applicazione pratica ce ne passa...ma tanto tanto tanto!! Perchè sono venute in mente le vibrazioni che in un certo qual modo sono arginabili, poi magari verranno fuori altri mille particolari, arginando mille cose il sistema potrebbe diventare INUTILIZZABILE. L'unica è provare e regolare tutto empiricamente e vedere se puo' funzionare. (un'altra soluzione molto semplice che pensavo proprio oggi pomeriggio sarebbe quella di usare dei sonar ad ultrasuoni, gli stessi che si usano nei metri elettronici, e misurare la distanza dal terreno a prua e in coda all'eli, la differenza ci restituisce l'angolo. Ma il sistema non dovrebbe essere troppo lontano da terra e il terreno non deve essere eccessivamente accidentato...mmmm, è solo una mera ipotesi, nulla di piu'!)
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