come estrarre L N M da 220V - Pagina 2 - BaroneRosso.it - Forum Modellismo

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Vecchio 18 febbraio 13, 22:26   #11 (permalink)  Top
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Originalmente inviato da massimob Visualizza messaggio
lo avevo già specificato nel mio post precedente
Mai come in questo caso è meglio chiarire il concetto..

Carlo
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Vecchio 10 marzo 13, 10:26   #12 (permalink)  Top
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In realtà questa tipologia di alimentatori switching prevede che la fase ed il neutro coincidano rispettivamente con la fase ed il neutro dell' alimentazione di rete, per questo motivo montano come presa d' ingresso una VDE chè è una presa polarizzata, dove appunto i terminali di L/N/E (fase/neutro/terra - marrone/blu/giallo-verde) sono standardizzati e quasi sempre chiaramente contrassegnati.

In America, ad esempio, dove anche le prese di rete sono polarizzate, il problema di inversione dei poli non esiste. Nei paesi come l' Italia dove il cordone d' alimentazione per l' allacciamento del suddetto alimentatore alla rete elettrica viene sostituito da uno del tipo non polarizzato (questo vale anche per le spine tedesche) l' inversione dei poli è inevitabile ma, come giustamente avete affermato anche voi, non comporta quasi mai particolari problemì, a meno che le loro uscite non vengano collegate in parallelo allo scopo di incrementare la potenza totale in uscita o anche semplicemente per una questione di ridondanza, ad es. per l' alimentazione di ripetitori RADIO o TV.

In quest' ultimo caso infatti, è buona norma che i terminali di fase, neutro e (naturalmente) la terra, coincidano perchè, sebbene i circuiti d' ingresso e uscita di ogni alimentatore siano galvanicamente isolati l' uno dall' altro mediante trasformatore e fotoaccoppiatore (o tramite un piccolo avvolgimento secondario ricavato sul trasformatore medesimo) per il circuito di feedback, non bisogna trascurare che quasi sempre i produttori usano un condensatore di piccola capacità che collega l' ingresso con l' uscita (NEUTRO AT (già collegato a terra dall' Enel)-NEGATIVO BT) a beneficio di una drastica riduzione dei segnali di disturbo generati dal circuito primario che vengono così "portati" a livello di massa del circuito secondario, a meno che non si usino poderosi e più costosi materiali di schermatura.

Generalmente questi alimentatori si prestano molto facilmente ad essere parallelati in uscita merito alla loro innata predisposizione, dovuta alla configurazione del o dei diodi per la rettificazione della corrente d' uscita.

Ci sarebbero altre apparecchiature elettriche, come le caldaie, che avrebbero bisogno di un corretto allacciamento alla rete, ma questo esula dagli obiettivi del topic.
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Vecchio 10 marzo 13, 18:07   #13 (permalink)  Top
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Originalmente inviato da Lorenzoneri Visualizza messaggio
.. non vorrei controllare ogni volta in quale verso lo devo mettere, se si rovina con l'inversione, vorrei aggiungere all'interno qualcosa che faccia l'eventuale conversione in modo da non rovinarlo. cosa posso usare?
Non si rovina, comunque anzichè optare per l' inversione automatica potresti fare quella manuale considerato che al più dovresti invertire la spina subito dopo averla inserita ma al 50% delle probabilità.

Prima ho parlato degli alimentatori per uso mobile con spina VDE incorporata (tipo quelli usati per i notebook). Se usi un alimentatore da postazione fissa, come il tipo framed che hai linkato (ma ciò vale anche per il tipo open-frame), allora è più facile incorporargli un circuitino con funzione di phase-detector (cerca-fase) ancorato su due fastom a forcella supplementari ai tre di alimentazione.

Il principio di funzionamento è lo stesso del cacciavite o punteruolo con funzione di cercafase, per cui il tutto funziona solo se insieme alla fase e al neutro porti anche il collegamento di terra all' alimentatore. Il circuitino difatti deve essere collegato tra fase (il lato vivo L=Live) e terra (E=Earth).

Il circuitino non influisce negativamente sul funzionamento dell' interruttore differenziale (salvavita) collegato a monte poichè il resistore da 1 MegaOhm procura una corrente di dispersione (verso terra) di valore molto inferiore a quella per cui generalmente è tarato il differenziale (circa 30mA, limite umano ancora sopportabile, anche se portatore di pacemaker). L' ideale potrebbe consistere invece, in linea di principio, in un led collegato all' uscita di un amplificatore operazionale (alimentato separatamente) con fornt-end differenziale a JFet (alta impedenza e basso assorbimento), facente capo ad L e a massa (la quale di principio sostituisce una placca di rame fluttuante in aria e simulante la terra). Questo presenta dunque pure il vantaggio di funzionare egregiamente anche se l' alimentatore è sprovvisto di una connessione a terra reale (terra virtuale).

In figura 1 puoi vedere il classico circuito del cercafase dove L corrisponde alla punta ed E all' estremità della molla che tiene sotto contatto a pressione la piccola lampadina a scarica (puoi usare ad es. quelle a 230V della B-Ticino che montano i pulsanti, gli interruttori o le lampade spia) che attraverso la resistenza fornita dal corpo umano stabilisce il collegamento di terra.

In fig. 2 vedi il circuito che ti consiglio di costruire io in quanto fa uso di un comune led; il diodo a giunzione non viene messo per raddrizzare l' alternata (difatti il blocco diodo + led può anche essere invertito) bensì per proteggere il led che normalmente presenta una tensione inversa di rottura molto inferiore a quella del 1N4148.

Volendo puoi anche servirti del circuito di fig. 3 che però ha in più lo svantaggio di consumare comunque una debolissima corrente quando il led non è attraversato dalla semionda che lo fa accendere. Anche qui il blocco diodo + led può essere tranquillamente invertito.

Una volta montato il circuitino inserisci la spina sulla 230 (va bene anche per la 115) e se il led non si dovesse accendere non devi far altro che disinserila e tornarla inserire ma dal lato opposto, in questo modo sei sicuro di avere il polo vivo della tensione di rete collegato correttamente alla fase dell' alimentatore.

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