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Vecchio 02 luglio 12, 18:38   #11 (permalink)  Top
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E' chiaro che ogni interrupt va ad interromper il normale flusso del programma, comporta il salvataggio di registri, della posizione dell'ultima istruzione e magari anche di qualche variabile nonchè il loro successivo ripristino.
Tutte queste operazioni quindi vanno ad alterare il tempo di ciclo dell'intera applicazione e quando si usano più interrupt, anche se con livelli di priorità ben congegnati, le possibiltà che qualcosa vada storto aumentano. Sicuramente si ha una latenza non predicibile del tempo di ciclo.
Sul fatto che ogni interrupt debba andare ad interrompere il flusso normale del programma vorrei ben sperarlo, visto che gli interrupt nascono proprio per quello.
Sul fatto che debbano salvare (push) e ripristinare (pop) i registri ed il program counter (che guarda caso è un registro) sono pure d'accordo, non mi spaventa il problema.
Sulla latenza, le macchine arm cortex ma anche quelle dei pic16 sono abbastanza deterministiche all'entrata ed all'uscita... Peraltro non credo che latenze di qualche microsecondo (esagerando) possano pesare così tanto su una applicazione a microcontrollori.
Se parliamo di jitter, ovvero di slittamento temporale dell'applicazione principale perché scattano gli interrupt allora significa che quest'ultima è stata fatta male, ma questo è colpa di chi scrive l'applicazione, non dell'architettura e neanche degli interrupt.
In uno dei miei orologi, pur andando piano (57,6 MHz) e con un'architettura non particolarmente aggiornata, ovvero un arm7 (LPC2368) con attivi interrupt di USB, 2 timer, 2 seriali, SD card, il jitter del sistema rimane quello del quarzo.
Citazione:
Gli ARM ed anche i dsPIC e famiglie superiori hanno le funzioni DMA che consentono ad esempio di ricevere dati senza interrompere la normale schedulazione del programma, quindi basta all' interno del ciclo principale andarsi a leggere il flag del canale DMA e se settato operare di conseguenza a tempo opprtuno.
I DMA sono una comodità, ma non precludono gli interrupt. Anzi.
Poi ripeto. Tu parli di ciclo e di schedulazione. Ma lavorando così il tuo jitter rischia di essere superiore al mio
Citazione:
A me l'uso smodato degli interrupt in applicazioni semplici come quelle che mi trovo normalmente a realizzare non piace e mi ricorda un poco lo 'spaghetti code' irto di 'GOTO' di alcuni programmatori in BASIC; in genere preferisco anche usare più micro piccoli dedicati ad operazioni time-critical anzichè un megaprocessore che fa tutto lui, son scelte.
Hai ragione. Sono scelte. Ma vanno ponderate al fatto che i microcontrollori sono cambiati rispetto a qualche anno fa.
Nelle mie applicazioni i miei micro sono quantomeno in low power mode per il 70% - 80% del tempo perché esistono norme che implicano che uno debba risparmiare il più possibile energia, cosa che, tra l'altro i micro attuali fanno e piuttosto bene.
Me lo spieghi perché devo tenere un micro acceso in un while(1)?
Nei miei micro gira un kernel real time che si occupa di semplificarmi lo sviluppo senza impapocchiarlo in cicli senza fine, con maggiore leggibilità del codice, manutenibilità e portabilità.
Quanto al GOTO... non mi spaventa usarlo come nessun'altra istruzione del c. Anzi, ti dirò di più. Con alcune versioni di un compilatore c in cui avevo degli If con livelli molto annidati, per un errore di scrittura dello stesso mi sbagliava un long jump mi caricava solo l'LS Byte e non il MS Byte). Cosa che ho corretto indovina un po' con cosa?
Davide B. non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 03 luglio 12, 09:19   #12 (permalink)  Top
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Mi pare di capire che operiamo in campi applicativi dei micro molto diversi, nel mio caso lo sleep del micro non è proprio attuabile, così come gli annidamenti eccessivi.

Il jtter dell'oscillatore non mi preoccupa, uso solo TCXO esterni di ottima qualità.

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Vecchio 03 luglio 12, 10:57   #13 (permalink)  Top
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Per me puoi anche usare dei BVA, non è che sono invidioso.
Mi rimane il dubbio del fatto che un ciclo while(1) con una serie di if annidate non abbia jitter maggiore di una gestione interrupt fatta "al minimo sindacale".
Mi spiego meglio.
Da quello che ho capito, i tuoi main dovrebbero assomigliare a qualcosa del genere
Codice:
while(1)
{
if (RichiestaPeriferica1)
{
}
if (RichiestaPeriferica2)
{
}
if (RichiestaPeriferica3)
{
}
if (RichiestaPeriferica4)
{
}
}
o, ancora peggio, il ciclo while è sostituito da un timer (in interrupt).
Supponiamo che debba essere servita Periferica4, e che la richiesta arrivi subito dopo l'if (RichiestaPeriiferica4)
Nella condizione migliore, ogni if può essere scritta con 4 istruzioni in assembler, la while (1) con un bel salto incondizionato all'indietro.
Nella migliore delle ipotesi hai che la latenza, a seconda del momento in cui ti arriva la richiesta, può variare di diversi cicli macchina, e che la latenza è pesantemente dipendente da come è fatto il ciclo.
Se ti arriva prima del ciclo, magari ti ci vuole un ciclo macchina, se ti arriva dopo, magari anche una ventina o una trentina...
Se poi mi aiuti a capire, posso anche correre il rischio di imparare qualcosa.
Davide B. non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 03 luglio 12, 12:14   #14 (permalink)  Top
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Io credo senza alcuna polemica che non esista un approccio corretto in assoluto. Molto spesso un mix di interrupt e idle loops è quantomeno inevitabile...
Se voglio che una routine non abbia jitter una delle poche speranze che ho è proprio quella di usare un interrupt legato ad un timer (esempio il settaggio del pwm hardware per la generazione di un treno di impulsi ppm.) così come se ad esempio se devo leggere la seriale velocemente su un AVR per garantire che il buffer di ricezione non si riempia mai (3 miseri byte).
Per altre cose un approccio a idle loop può invece essere ottimale quando ad esempio devo fare calcoli e gestire ingressi/uscite su loop dove la prevedibilità del tempo di esecuzione complessivo non sia rilevante.
Anche l'utilizzo di S.O. realtime a volte aiuta, a volte è ridondante a volte non praticabile.
Ritornando in topic: un approccio alla programmazione che usi pesantemente le risorse del processore diminuisce la portabilità ma di contro spesso aumenta le performance.
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Vivere in qeusto mondo e molto belo belo e vale la pena starci ma a volte in questa UNICA vita che ci apartiene posono succedere cose brute brute alora mi chiedo perche siete incazziati domani pole esere anche lultimo
Grazie "TRANQUILLO"
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Vecchio 03 luglio 12, 13:41   #15 (permalink)  Top
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Concordo con romoloman che non esiste un approccio valido per tutto, ogni applicazione è diversa e può anche richiedere hardware diverso.

Non è poi mia presunzione voler insegnare alcunchè, so di aver molto da imparare perchè la programmazione in se è cosa dinamica ed in continua evoluzione; nel mio campo di lavoro è un must avere temporizzazioni precise ed una latenza conosciuta e stabile, il sistema che uso normalmente (salvo varizioni sul tema è visibile nel seguente codice):

Codice:
while(1)
{
	++Tic;
	switch (Tic & 7)
	{
		case 0:	SetMod();
			break;

		case 1:	SendVar1();
			break;

		case 2:	MisPTMet();
			break;

		case 3:	CalH2O();
			break;

		case 4:	CalAcc();
			FrenMot();
			break;

		case 5:	CalRpm();
			CalPre();
			AntiDet();
			break;

		case 6:	DiaMat();
			IntBid();
			break;

		case 7:	CompGas();
			CompOil();
			CompAir();
			CompEgr();
			break;
	}
	TaskVel();
	WaitMain();
}

void WaitMain()
{
	while(!TMR2IF);
	TMR2IF = 0;		TMR2IE = 0;
	WriteTimer2(0);					// 512 us
}
Con questa struttura è chiaro che tutte le funzioni dei task devono essere completate in meno di 512us come pure deve essere rispettato che TaskX + TaskVel < 512us.

Il Taskvel deve avere un tempo di esecuzione molto ridotto, tipo leggere solo un flag di OK, è altrettanto evidente che è molto importante la sequenza di assegnazione delle funzioni all' interno dei task.

In questa applicazione l'unico interrupt presente (e non mostrato) è la comunicazione seriale PC -> dispositivo; poichè tale evento avviene solo in caso diagnostico o di messa a punto, tutta la comunicazione avviene in 4,096ms e quindi i dati acquisiti od i comandi di output vengono 'congelati' per lo stesso tempo.

Del Timer2 leggo solo il flag di interrupt (overflow) e non genero e tratto realmente lo intterrupt.

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Vecchio 03 luglio 12, 18:47   #16 (permalink)  Top
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Io credo senza alcuna polemica che non esista un approccio corretto in assoluto. Molto spesso un mix di interrupt e idle loops è quantomeno inevitabile...
Se voglio che una routine non abbia jitter una delle poche speranze che ho è proprio quella di usare un interrupt legato ad un timer (esempio il settaggio del pwm hardware per la generazione di un treno di impulsi ppm.) così come se ad esempio se devo leggere la seriale velocemente su un AVR per garantire che il buffer di ricezione non si riempia mai (3 miseri byte).
Che le cose si possano fare in modo diverso è vero e sacrosanto.
Che ognuno possa usare l'approccio che più gli piace pure.
Per quanto riguarda gli Idle Loop, li uso, ma il meno possibile.
Citazione:
Anche l'utilizzo di S.O. realtime a volte aiuta, a volte è ridondante a volte non praticabile.
Per quello che ho visto aiuta nel 99% dei casi. Nel restante è indispensabile. Ma questo è perché sono abituato oramai a lavorare in un certo modo.
Citazione:
Ritornando in topic: un approccio alla programmazione che usi pesantemente le risorse del processore diminuisce la portabilità ma di contro spesso aumenta le performance.
Ritornando in topic sarebbe buona norma lavorare a due livelli, parte alta dove hai il 90% del codice, il flusso dei vari programmi o task, scritta in c rigorosamente standard (e lo standard è K&R, non ANSI o cazzabubole varie), ed una parte bassa che è l'unica che deve avere accesso al silicio, scritta in c ma fortemente dipendente non solo dalla famiglia di micro, ma addirittura dal singolo componente della famiglia stessa.
In quest'ultima ci mettiamo dentro interrupt e quant'altro.
La comunicazione tra le due parti avviene attraverso a delle funzioni standard (magari anche stub).
ElNonnino, stasera ti mando un MP.
Davide B. non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 03 luglio 12, 22:11   #17 (permalink)  Top
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Originalmente inviato da Davide B. Visualizza messaggio
Ritornando in topic sarebbe buona norma lavorare a due livelli, parte alta dove hai il 90% del codice, il flusso dei vari programmi o task, scritta in c rigorosamente standard (e lo standard è K&R, non ANSI o cazzabubole varie), ed una parte bassa che è l'unica che deve avere accesso al silicio, scritta in c ma fortemente dipendente non solo dalla famiglia di micro, ma addirittura dal singolo componente della famiglia stessa.
In quest'ultima ci mettiamo dentro interrupt e quant'altro.
La comunicazione tra le due parti avviene attraverso a delle funzioni standard (magari anche stub).
ElNonnino, stasera ti mando un MP.
Personalmente amo il C++ e la programmazione ad oggetti anche per i microprocessori. Sarà che in tal modo metto nelle classi la parte di basso livello a seconda del silicio uso quella che mi aggrada, ma i metodi pubblici sono sempre gli stessi e nascondo il basso livello dentro le classi.
Così come mi piacciono le struct per memorizzare i dati in modo da compattare al massimo l'uso della memoria... ma poter accedere alle variabili in modo leggibile da codice.
Ma qui si scende nella filosofia...
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Vecchio 03 luglio 12, 22:48   #18 (permalink)  Top
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Romoloman... mi lasci basito!
Si che mi sembravi un tipo strano... ma il c++ anche nei microcontrollori...
Occhio che poi ti vengono delle strane deformazioni professionali.
Del tipo che quando ti dichiari ad una tipa ti dichiari come private object Romoloman...
Prometto di smetterla di dire ca....
Davide B. non è collegato   Rispondi citando
Vecchio 03 luglio 12, 23:24   #19 (permalink)  Top
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Romoloman... mi lasci basito!
Si che mi sembravi un tipo strano... ma il c++ anche nei microcontrollori...
Occhio che poi ti vengono delle strane deformazioni professionali.
Del tipo che quando ti dichiari ad una tipa ti dichiari come private object Romoloman...
Prometto di smetterla di dire ca....
Guardati il codice di open9x....
/ - open9x - Custom firmware for the Eurgle/FlySky/Imax/Turnigy 9x r/c Transmitter - Google Project Hosting

tre processori differenti... magari si può fare di meglio... ma sono contento di usare il c++
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