01 febbraio 08, 16:29 | #51 (permalink) Top |
User Data registr.: 26-12-2005
Messaggi: 283
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Ora smaschero i miei limiti teorici..... Ma se io intervengo nell'incidenza dell'ala, non e' la stessa cosa ma di segno contrario che intervenire nel piano di quota? Io feci le mie buone prove prima agendo sul baricentro, poi non ottenendo risultati iniziai al lavorare sull'incidenza dell'ala nel seguente modo (che piu' o meno e' il metodo che seguo sempre nella messa a punto dei modelli). Prima di tutto metto il baricentro dove raccomandato dal costruttore e azzero gli spatolini del piano di quota. Poi vado in aria, volo livellato, affondata a 45 gradi. Se il modello tende a salire calo l'incidenza dell'ala mettendo uno spessore sotto il bordo di uscita e lascio invariati gli spatolini. Riprovo e vado avanti fino a che il modello non si rimette correttamente. E' parecchio errato? Da qui riparto con il baricentro alla ricerca del MIO punto ideale. Per Sergio: come fai a conoscermi? |
01 febbraio 08, 17:12 | #52 (permalink) Top |
Adv Moderator Data registr.: 16-01-2003 Residenza: Rimini
Messaggi: 11.864
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In sostanza il modo è corretto. Agendo sul piano di quota (spessorando il bordo di entrata, ovviamente) si ottiene lo stesso risultato. La differenza? Estetica: il modello vola col "sedere" alto, piu piacevole a vedersi .... A parte le preferenze, come detto, il tuo modo di procedere va bene; per gradi si arriva all'assetto preferito e consono alle proprie caratteristiche di pilotaggio. Però, dato che il suggerimento è quello di far volare quell'ala (quel profilo, assodato sia il Selig 4083) a calettamento "zero", perchè non porre subito ala e piani di quota in quella condizione e, per tentativi, trovare la giusta posizione del CG (spostando i pesi a bordo o con l'ausilio di pesetti)? |
01 febbraio 08, 20:05 | #53 (permalink) Top |
User Data registr.: 04-08-2005 Residenza: Vignola (MO)
Messaggi: 1.515
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Alura..... Ho recuperato la fuso del bettina (115 gr senza stab.) e l'ala del Discus (pure lei 110 gr), il tutto senza elettronica. Motore 35 gr, rego 15 gr, batteria LiPO 2s da 740 50 gr, 4 HS 55 30 gr, rx 30 gr, per cui 160 gr + ciarpame vario 40 gr totale 435-450 grammi. L'accrocco ha anche un bell'aspetto, oltretutto. Non è leggerissimo, ma... forse si può fare, che ne dite?
__________________ gratta, gratta, la termichina FAI 15920 |
01 febbraio 08, 20:21 | #54 (permalink) Top | |
Adv Moderator Data registr.: 16-01-2003 Residenza: Rimini
Messaggi: 11.864
| Citazione:
Non vedo alcun motivo che ne possa ostacolare la realizzazione e sono convinto che volerà bene. A parte le escursioni in pendio, il mio divertimento in pianura lo trovo maggiormente volando con un modelletto da 1,27 mt con un piccolo BL e tre Lipette da 1320 mAh. In ordine di volo pesa 600 grammi ma, incredibile, "non viene mai giu" ...... E' un po velocetto ......, ma non molto. | |
01 febbraio 08, 23:07 | #55 (permalink) Top | |
User Data registr.: 24-02-2007 Residenza: Bergamo
Messaggi: 3.293
| Citazione:
Io, comunque seguo la strada simile a quella indicata da FranoC. Come gia' detto puo' anche darsi che il modello piu' di tanto non possa darti e se il tuo occhio e' abituato ad un F3J ( Stork?), un Salsa ti apparira' una "ciofeca"... dovresti prendere in mano un F3K degno di tale nome. Sergio PS : ti conosco di nome...a forza di vederti in alto nelle classifiche.. | |
01 febbraio 08, 23:44 | #56 (permalink) Top |
User Data registr.: 31-03-2005 Residenza: Torino
Messaggi: 6.162
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non cambia molto, teoricamente metterlo sotto si rischia maggiormente che sia disturbato dal flusso deviato dall'ala, per cui al limite il tuo è nella condizione migliore. Il diedro longitudinale come dici tu si può variare sia agendo sull'ala che sulla coda. Io sul salomè creai una selletta in balsa sotto l'ala, ma me ne pentii perchè ebbe l'effetto di far abbassare la coda al modello. Se invece si agisce dulla posizione del quota la coda semmai si alza un po', appaga la vista e forse fa anche bene all'efficienza. per il resto le prove che fai tu mi sembrano corrette, però non aspetterei di definire un DL per poi modificare il centraggio, ma lo arretrerei di volo in volo per tenerlo "proporzionale" al DL impostato. quanto e come si deve rimettere dalla prova dell'affondata è poi un fattore soggettivo, c'è chi preferisce avere modelli molto autostabili anche se meno corsaioli per volare lontano senza angosce oppure chi cerca il modello molto sensibile e neutro che trasmetta subito le informazioni dell'aria in cui vola.
__________________ quota, velocità, idee: averne sempre almeno due |
02 febbraio 08, 12:26 | #57 (permalink) Top | |
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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Prima di tutto la geometria: con il modello su un piano di riscontro verifico el incidenze di ala e timone e ogni eventuale svergolatura che altera i calettamenti: questo è il lavoro più lungo e rognoso da fare con precisione, ma è anche la base di tutto. Con quel profilo (per usi di quel tipo) ci dovrebbe volere un diedro longitudinale tra 1 e 2 gradi in linea di massima con un timone simmetrico (con le ali centinate e la precisione di costruzione di mezzo è difficile essere molto precisi). In prima battuta non importa come si distribuiscono le incidenze di ala o timone: di solito tengo il timone a 0 sull'asse fusoliera e l'ala positiva, ma giusto per non avere in partenza un volo a coda bassa. Il baricentro di solito sta tra il 35 e il 39% della corda media e, tanto per cominciare, si piazza lì in mezzo. A questo punto si verifica la planata e si trimma in modo che il modello abbia una traiettoria rettilinea a velocità costante alla velocità che si vuole ottimizzare. Se le correzioni di trim sono piccole procediamo con la prova in volo, altrimenti atterriamo e riazzeriamo gli spatolini del timone, lo spesoriamo davanti o dietro dove serve e ricominciamo da capo a rimettere a posto la planata con le eventuali trimmature. Supponendo che voli con piccole correzioni di trim, facciamo una affondata e verifichiamo cosa succede: se tende a risalire si incomincia ad arretrare il baricentro, se continua la picchiata o la accentua si avanza il baricentro. Spostato il baricentro, ritrimmata la planata (e eventualmente aggiustate le incidenze se necessario) si fa di nuovo l'affondata e via così fino ad avere un comportamento corretto. Poi si passa alla vera ottimizzazione lasciando volare il modello senza disturbarlo per vedere se mantiene la velocità e la traiettoria senza scampanare o infilarsi e si ricomincia con le prove come dall'inizio. Procedendo con metodo, se il modello non ha grossi bachi progettuali o di realizzazione, in un pomeriggio si può raggiungere una messa a punto decente. Il timone di quota grande e il k elevato permettono di muovere il baricentro e di avere più tolleranza nella sua posizione con un maggior range di velocità ottimizzabili. Però al momento non hai ancora scritto i dati geomentrici e quindi non so che K abbia il tuo modello: quindi è prematuro parlare di cambiare il timone. Saluti
__________________ Claudio Vigada www.progetto-urca.com Footy-Italia gruppo facebook www.autonomy-f5j.it Facebook Autonomy F5J Ultima modifica di claudio v : 02 febbraio 08 alle ore 12:30 | |
02 febbraio 08, 13:10 | #58 (permalink) Top | |
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
Messaggi: 4.599
| Citazione:
Ho l'impressione che tu continui a confondere un modello stabile con uno lento e che non comunica: sono 2 cose diverse che non centrano nulla una con l'altra. Un modello autostabile può avere un comportamento neutro se gli arretri abbastanza il baricentro senza diventare divergente o non essere in grado di tenere un'angolo di planata in modo autonomo. L'esempio più lampante sono gli F5B che hanno profili sottili a basso cm0 ma volano con K di coda "molto grandi" (0,55-0,6). Il loro range di velocità utile va da circa 40 a 250 Km/h: basta cambiarne appena la trimmatura e se ne cambia la velocità di utilizzo. Il modello "stabile" centrato correttamente alza la coda entrando in termica frontalmente e accelera leggermente perchè tende a mantenere la sua incidenza all'aria; se esce fa il contrario: direi che come comunicazione è abbastanza chiara Il modello instabile può fare qualunque cosa a seconda di come è centrato, dallo scampanare all'infilarsi, ma di solito quel che fa si traduce in una perdita di quota/efficienza se il pilota non interviene più che ... subito! Dato che con gli F3k si vola vicino, questo può non essere un grosso problema, tranne che per il fatto che ogni spalettata di comando consuma quota/velocità. Però, per quel che ho visto, non hanno nemmeno loro un K tanto basso: qualcuno li ha misurati (superfici ali, timoni, bracci di leva, profili, etc) e catalogati? Sarebbe molto interessante vedere la media dei dati che ne vengono fuori.
__________________ Claudio Vigada www.progetto-urca.com Footy-Italia gruppo facebook www.autonomy-f5j.it Facebook Autonomy F5J | |
02 febbraio 08, 19:29 | #59 (permalink) Top |
User Data registr.: 14-05-2004 Residenza: Nel Parco Regionale del Matese (CE)
Messaggi: 4.295
| Riportando un disegno su Autocad e poi su XLFR5, ho visto che l'aspirin dovrebbe averlo di poco superiore a 0.4 (più basso di quello che mi aspettavo), ma è bene che rifaccia i calcoli...
__________________ Visita il mio sito! |
02 febbraio 08, 19:50 | #60 (permalink) Top | |
User Data registr.: 24-02-2007 Residenza: Bergamo
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| Citazione:
In effetti concordo con il Claudio che un "pelo" in piu' non farebbe altro che bene, costerebbe (forse) solo qualche grammo, ma se ne avrebbero ottimi vantaggi... ma si sa' ....parlare di 1 solo grammo in + in coda per un F3Kapparo corri il rischio di essere guardato come ...ci ho rinunciato.. Sergio | |
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