04 giugno 09, 19:28 | #1491 (permalink) Top |
User Data registr.: 21-02-2008 Residenza: Bardonecchia (TO) 45°04.43N 6°41.21E
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scusa ma in omeopatia non si utilizza anche l'argento? In Omeopatia l'argento richiama tutte le patologie a carico dei nervi, che in effetti possiamo considerare come la parte elettrica e di conduzione del corpo. Si dice "Il silenzio è d'oro, la parola d'argento" e "Argentum Metallicum" è il rimedio degli "oratori" adatto a tutti coloro che utilizzano la voce fino allo sfinimento, risolvendo patologie come l'afonia da sforzo. e l'agopuntura non la ritieni sussumibile all'omeopatia? Come funziona l'agopuntura, con l'apposizione di aghi bimetallici sui c.d. meridiani energetici no? Uno strumento siffatto obbedisce a diverse leggi fisiche, prima tra tutte il bimetallismo. Sappiamo dalla fisica che due metalli diversi accoppiati generano un passaggio di corrente: questo è il principio sul quale funziona ogni tipo di batteria! Lago può essere quindi considerato come un elettrodo, nel quale si possono misurare correnti di alcuni nanoampere, proprio per lesistenza di due metalli diversi accoppiati. Ora prova a collegare a degli aghi infilati dove meglio credi ad una decina di pacchi Li-Po 6S da 10.000 mAh collegati preferibilmente in serie e poi dimmi che non esiste nessuna coorelazione tra modellismo ed omeopatia.......... P. s. Personalmente l'unico effetto che riconosco a siffatte terapie alternative quali ad esempio omeopatia, agopuntura etc. è l'effetto placebo. Barabau Suggerimento E se tornassimo a parlare dell'E-Revo Brushless Etiton magari anche l'Ecc.mo Ill.mo moderatore del forum forse sarebbe più contento. Barabau |
04 giugno 09, 19:44 | #1492 (permalink) Top |
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l'uso dei minerali si chiama oligoterapia e sull'uso di elementi organici per la cura del nostro corpo non si discute...sull'effetto placebo ti sbagli di grosso secondo me.....l'unico problema dell omeopatia è che il costo di analisi delle sostanze omeopatiche è relativamente troppo alto rispetto poi ai benefici, una conferma dei benefici è il mostruoso successo ottenuto in francia e in germania...purtroppo qui in italia ci siamo ridotti ancora all esclamazione "effetto placebo".... anche se qualche progresso c'è stato, come per esempio l'uso dei fitoterapici in medicina e l'ingresso di reparti di medicina non convenzionale negli ospedali..... ora per ritornare sul discorso e-revo correlato sempre all omeopatia fai una bella cosa mettiti il revo di faccia a una ventina di metri accellera a manetta e quando ti va a finire sulle gambe dacci una bella spalmata di arnica....ti dovrebbe passare, dipende dalla velocità della macchina ... muahahhahahahahha |
04 giugno 09, 20:57 | #1493 (permalink) Top | |
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04 giugno 09, 21:04 | #1494 (permalink) Top |
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Medicine alternative Come bere un bicchier d'acqua Il colpo è duro. Già perché se da tempo l'omeopatia è una disciplina medica discussa, nessuno aveva mai usato toni ultimativi come quelli usati sulla rivista Lancet, secondo la quale si tratta di finti rimedi pari a bere un bicchiere d'acqua. Di più. L'editoriale pubblicato dalla rivista afferma, a scanso di equivoci, che "bisogna che i dottori siano chiari e onesti con i loro pazienti sull'assenza di benefici dell'omeopatia, e con se stessi sulla debolezza della medicina moderna nel prendere atto del bisogno di attenzione personalizzata da parte di loro pazienti". Come a dire: l'omeopatia non funzionerà ma qualche problema la medicina tradizionale deve averlo se i pazienti cercano alternative. Ma su che cosa si basano queste nuove conclusioni pubblicate da Lancet? A scatenare il dibattito è stato uno studio dell'università di Berna nel quale l'omeopatia viene definita un placebo privo di effetti reali. Una storia lunga un secolo Va detto, innanzitutto, che la ricerca non è priva di precedenti. In Italia, infatti, già nel corso dello scorso anno il comitato di bioetica si era pronunciato, prima opponendosi a un progetto di legge che prevede l'insegnamento universitario e la creazione di corsi di formazione per terapie alternative, come l'omeopatia, e poi sconsigliando l'uso dei prodotti ai bambini se non per patologie molto lievi. In più il "Gruppo 2003", un gruppo di scienziati tra i quali Silvio Garattini e Giuseppe Remuzzi, ha firmato un documento contro le medicine alternative. Ma l'avversione all'omeopatia va ancora più indietro nel tempo se si considera, come fa l'editoriale di supporto alla ricerca, che già nel 1846 John Forbes aveva comparato omeopatia e allopatia. Le conclusioni? L'omeopatia in molti casi funziona come la medicina tradizionale ma non certo per il principio che le diluizioni successive aumenterebbero la potenza, la cosiddetta memoria dell'acqua che è uno dei principi cardine dell'omeopatia, e che per Forbes è un "oltraggio alla ragione". L'idea di Forbes era che si trattasse di concentrarsi sui "demeriti" della medicina allopatica. Ed eravamo nel 1846! I ricercatori svizzeri hanno comparato i risultati di 110 trattamenti omeopatici con altrettante somministrazioni di farmaci convenzionali, in situazioni cliniche che vanno dalle affezioni respiratorie a malattie che richiedono cure chirurgiche. Di questi poi ne sono stati selezionati un certo numero di maggiore rigore metodologico dai quali risulterebbe che l'omeopatia non ha effetti più rilevanti del placebo. Il contraccolpo non è stato da poco. Del resto si parla di una disciplina medica (o presunta tale a questo punto...) che riguarda soltanto in Italia 7,5 milioni di persone, con una spesa sanitaria complessiva di 290 milioni di euro l'anno per patologie che vanno da quelle gastrointestinali (18%) alle allergie (11%) e all'ansia (9%). Le risposte non si sono fatte attendere e a farsene portavoce è stato Antonio Negro, decano dei medici omeopatici italiani. Negro ha dichiarato a La Repubblica che "quando prendiamo in considerazione studi scientifici come questo, che sono di sicuro interesse, dobbiamo considerare però che in gran parte si occupano di situazioni teoriche, a carattere sperimentale. La salute e la guarigione di un paziente non consistono nella sola variazione di alcuni valori presi arbitrariamente in considerazione". La difesa cioè è di fatto sempre la stessa: l'omeopatia è una disciplina fortemente individualizzata, in cui il trattamento viene selezionato sulla base delle specifiche modalità con cui ciascun disturbo si manifesta in ogni singolo paziente. In attesa che si trovino i giusti criteri per dare valutazione scientifica all'omeopatia, la sensazione è che di questa vicenda, nonostante i toni definitivi di Lancet, si tornerà a parlare molto presto. Marco Malagutti |
04 giugno 09, 21:11 | #1495 (permalink) Top |
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Pubblicato il 22-05-2008 Omeopatia e scienza: le prove - Intervista a Leonello Milani -------------------------------------------------------------------------------- Quanto è scientifica l'omeopatia? I suoi detrattori la ritengono niente più che un placebo, ma è veramente così? Ci risponde Leonello Milani, presidente dell'Accademia Internazionale di Medicina Fisiologica di Regolazione, parlandoci della recente pubblicazione del volume "Evidenze scientifiche dell'efficacia di omeopatia-omotossicologia", presentato al 23° Congresso di Omeopatia, omotossicologia e medicina biologica di Milano e Roma. Ci sono evidenze scientifiche dell'efficacia dell'omeopatia? Sì, gli studi fatti sono circa 2.000, reperiti nei database a livello internazionale; però, per ottenere la sicurezza scientifica, abbiamo superselezionato "solo" 192 lavori. Su questi, 145, circa 3 su 4, dimostrano che il farmaco omeopatico è sempre superiore al placebo. La vecchia storia ripetuta dai detrattori, in buona o meno buona fede, che l'omeopatia corrisponde a un placebo non è solo falsa, ma è anche reperibile su 30 testate scientifiche internazionali non omeopatiche ad alto o molto alto impact-factor. Gli altri 41 lavori riguardano il confronto farmaco omeopatico versus farmaco allopatico corrispondente: quindi, ad esempio, se l'omeopatia propone un antinfiammatorio, lo si è confrontato con il migliore degli antinfiammatori che esiste in commercio. Anche in questo caso c'è una quota altissima di risultati positivi. Possiamo dunque dire non solo che il farmaco omeopatico non è un placebo ed ha un'intrinseca potenzialità terapeutica, ma anche che, nei 41 studi presentati, è uguale o superiore al farmaco allopatico corrispondente di riferimento. Ogni quanto vengono aggiornati questi studi? Ogni 2 anni noi aggiorniamo il nostro studio: siamo partiti nel 2002 e questa è la quarta edizione. Sei anni fa i lavori presi in considerazione erano 122, oggi sono 192 e sono in crescita. Seguire nel tempo l'evoluzione degli studi ci permette di capire anche per quali patologie i farmaci omeopatici vengano maggiormente testati. Quali sono queste patologie? Al primo posto abbiamo le patologie respiratorie, le sindromi influenzali, in pratica circa l'80% delle patologie pediatriche. Al secondo posto c'è la terapia del dolore, con le patologie osteo-artro-mio-fasciali, cioè le artrosi, le artriti, i problemi muscolari. Al terzo posto troviamo gli studi su ginecologia e ostetricia. Le sperimentazioni su cui si è meno lavorato sono quelle legate alla neurologia. Sottolineo ancora una volta che il numero è stato selezionato e iper filtrato. Ci siamo imposti di pubblicare e presentare al mondo scientifico e ai media solo quelle pubblicazioni che abbiano dimostrato in modo inequivocabile una good clinical practice, cioè una buona pratica clinica e una good experimental practice, ossia una buona pratica sperimentale. Infatti, non è un caso che molte testate non omeopatiche abbiano incluso questi risultati nelle loro pubblicazioni. Chiara Boracchi |
04 giugno 09, 21:40 | #1499 (permalink) Top |
User Data registr.: 21-02-2008 Residenza: Bardonecchia (TO) 45°04.43N 6°41.21E
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Io invece, nella denegata e malaugurata ipotesi che ti dovessi seriamente curare da una patologia neoplastica ti sconsiglierei vivamente di rivolgerti alle terapie omeopatiche nelle quali, purtroppo, era anche incappata una mia carissima e bellissima amica, collega di studi, compagna di analisi, medico esperto di fama internazionale, specializzata in diabetologia nonchè docente all'università del Michigan nella medesima disciplina senza purtroppo per lei trarne benefici di sorta tranne quello di passare a miglior vita....
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04 giugno 09, 22:12 | #1500 (permalink) Top |
User |
mi dispiace ma già ci siamo passati io e mia madre, io per un sospetto linfonodo infetto e lei per una sarcoidosi fulminante....ci siamo curati, guariti e successivamente abbiamo anche dovuto fare delle terapie di disintossicazione per colpa dei farmaci allopatici, che tra l'altro mio padre ha buttato....muahahahah il mondo e la ricerca vanno avanti, cerchiamo di accellerare il passo... |
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