SIGH!: da un vecchio numero di eco model...

[doctordoom]

...regalatomi da massimo69.
E' un brano contenuto in un manuale che veniva dato agli allievi dell'accademia aeronautica negli anni '30, l'articolo è firmato Marco Moschetta, l'autore dello scritto non so.
E' lungo, scusate, ma secondo me va vale la pena leggerlo e meditare:

L'Aeromodellismo
Per me l'aeromodellismo è come un seme dell' aviazione; è la semenza del fenomeno aviazione. Un aeromodello, di qualunque misura e specie, è un seme, un semplice seme, ma un aeroplano è il suo frutto. L'aeromodellista stesso, è tutt'uno col suo modello leggero di carta e balsa, è una semenza: un seme fertilissimo formato da tutti gli uomini italiani. Chi semina aeromodelli, o aeromodellismo in senso astratto della parola, ppure, concretamente, aeromodellisti, raccoglie aviazione: raccoglie piloti, costruttori, geniali ingegneri. Trascurare l'aeromodellismo equivale a sperare in un raccolto abbondante senza aver comperato i semi. Ma noi, in Italia, sotto questo arco ampissimo di cielo, abbiamo questo seme in abbondanza; e lo curiamo e lo seminiamo.
Anche se è vero che un aeromodello è un mostro rispetto ad una farfalla dei campi, è vero, verissimo, come è vero iddio, che un aeromodello è una farfalla rispetto ad un autentico aeroplano. E' una farfalla di carta al cospetto di un mostro d'acciaio. Di quì l'innocenza e la purezza dell'aeromodellismo: questa sua apparizione indifesa nel mondo moderno. Di quì il suo aspetto delicato e soprannaturale. Del resto sappiamo che Penaud pensò di far volare un piccolo apparecchio munito di una propulsione ad elastico lo stesso anno in cui Verlaine indirizzò due palle di revolver a Rimbaud in fuga. Ma non basta: quello fu lo stesso anno in cui Cézanne, Van Gogh e Gaughin, riuniti in un albergo equivoco di un porto di mare, dopo dieci ore di altissime discussioni, si azzuffarono e Van Gogh uscì dalla mischia con un orecchio in meno. Quello fu, realmente, un anno straordinario. Fu l'anno, ripeto, in cui Penaud vide, per la prima volta, il suo aeroplanetto con motore ad elastico volare felice. Un anno straordinario, stando alla Storia.
Da quel momento, - punto fermo nella storia dell'aviazione, - si sviluppa sotto i nostri occhi, sotto questi nostri occhi qualche volta incantati, un fatto di natura eccezionale, vorrei dire soprannaturale. Per convincersi di ciò, basta pensare al fatto che talvolta un modello si alza in cielo e non scende più: non scende più in terra. Questo fatto tanto preciso e tante volte controllato, ci deve convincere che un aeromodello appartiene più al mondo innocente degli angeli che a quello imperfetto degli uomini, sia pure degli uomini giovani in pantaloncini corti. A noi, gente dalla conoscenza limitata, resta il conforto del dubbio e dell'interrogativo: è stato rapito dagli angeli o ha voluto deliberatamente abbandonare questa palla di terra che rotea veloce nello spazio? Nato dalle mani ancora delicate degli uomini giovani, l'aeromodello si sente estraneo a questo mondo: più parente del cielo che abitante di questa terra. Questo vuol dire che le mani dei ragazzi hanno in sé una porzione di cielo.
L'aeromodellismo è uno scherzo rispetto alla scienza, anche rispetto alla scienza aeronautica, ma è scienza, altissima scienza aeronautica, rispetto ad un gioco qualsiasi. Il giovane italiano che fa aeromodellismo, si trova indubbiamente in una zona di scienza e intelligenza. Suo zio e suo padre, grandi maneggiatori del democratico "Meccano", fanno, al suo cospetto, la figura di attenti ed ottusi lettori di abecedari. Egli invece maneggia una materia che è fatta di cifre e di cielo: fin da oggi è un trionfatore di eserciti di padri e di battaglioni di zii.

Avrei evidenziato in grassetto diversi passaggi, ma ho lasciato l'articolo così com'è... con quell' unica rimarcatura, che non so se propria del brano originale.

Ciau