02 agosto 13, 23:13 | #31 (permalink) Top | |
Adv Moderator Data registr.: 15-08-2007 Residenza: sto a Massa ma sono molto Positivo
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Se dovevo scrivere quella formula con "v stallo al peso di riferimento" ero ancora a scrivere (questo l'ho scritto 4 volte). Siccome però mandavo alle fonti (non wikipedia ma politecnico) la tua sparata addosso a me sul fatto che avessi chiamato quella velocità vref centrava proprio pochino. Quanto al leggere mi cito: "Ma evidentemente non riesci o non vuoi leggere." non riesci non implica non sapere: io non so con cosa guardi tu il forum, quando lo guardo con l'iphone spesso non riesco a leggere (siccome che sono cecato). Non volere: Spesso si parte con le proprie idee e si va avanti. per te VRef ha un significato specifico, per me elettronico vorrebbe dire "Voltaggio di riferimento" Staccarsi un attimo dalla propria professione aiuta a capire meglio gli altri. Comunque se ti ritieni offeso segnalami, fuori dall'area elettronica/software, come puoi anche verificare guardando in basso , sono un'utente vulgaris e anche se comunque fossi moderatore l'educazione non deve mancare. Cordialmente, Romolo
__________________ Vivere in qeusto mondo e molto belo belo e vale la pena starci ma a volte in questa UNICA vita che ci apartiene posono succedere cose brute brute alora mi chiedo perche siete incazziati domani pole esere anche lultimo Grazie "TRANQUILLO" FAI 15766 | |
02 agosto 13, 23:23 | #32 (permalink) Top |
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Boni, boniiiiiiiiiiiiiii!!! @Romolo: da un punto di vista tecnico, Mach99 ha perfettamente ragione ed è normale che sia così essendo lui un pilota abituato a trafficare con questi acronimi (Vref, VS, Vfe, Vne etc.). Da un punto di vista strettamente cognitivo, se noi parliamo di velocità di stallo chiamandola Vref non succede nulla, a patto che sappiamo entrambi di cosa stiamo parlando in modo da capirci. Per il resto, vale il fatto che i velivoli (e gli aeromodelli) stallano per superamento dell'angolo d'incidenza critico e tale fenomeno è slegato dalla velocità relativa in quel momento posseduta. In un solo caso è possibile misurare una velocità di stallo ( ho scritto appositamente "una" invece che "la" velocità di stallo, perché essa varia con il peso): quando assumiamo il velivolo in volo rettilineo orizzontale con le forze a due a due in equilibrio tra loro. Diminuendo la velocità saremo costretti ad aumentare l'angolo d'incidenza al fine di ristabilire l'equilibrio tra portanza generata e peso del velivolo, fino ad arrivare a quella critica; questo si chiama stallo a 1 G, perché tale è l'accelerazione a cui è sottoposto in quel momento il velivolo. In tutte le altre condizioni, il velivolo stalla comunque per superamento dell'angolo critico, ma lo fa perché è soggetto ad accelerazioni positive o negative. In questi casi si parla di "stalli accelerati" o per chi piacciono i termini inglesi "G-stall". Per coloro che vogliono misurare la velocità di stallo ( Vs teorica) in VRO (volo rettilineo orizzontale), basta conoscere la formula della portanza ed estrapolare la Vs: Dato che: P= 1/2 p V2 S CPfun allora: V= rad quad. di 2 P / p S CPfun e sarà: Vs= rad quad. di 2 P / p S CPmax dato che la portanza generata in quel momento equilibra il peso, sarà che: P = Q e quindi: Vs = rad quad. di 2 Q / p S CPmax dove 1/2 è uguale a 0.5, P è la portanza, Q il peso, p (rho) è la densità dell'aria, V la velocità, Vs la velocità di stallo, S è la superficie alare e CPfunz il coefficiente di portanza e CPmax il coefficiente di portanza massimo (numeri adimensionali ottenibili dalla polare del profilo), quest'ultimo sviluppato proprio al momento dello stallo. Tutti i dati vanno immessi col sistema SI: i pesi e le forze in newton, le velocità in m/s, le superfici in m/q. Saluti Max |
02 agosto 13, 23:44 | #33 (permalink) Top | ||
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Come si evince dalla tua formula: Vs = rad quad. di 2 Q / p S CPmax La velocità di stallo va come la radice quadrata del peso quindi data una velocità di stallo Vs ad un peso Q la Vs ad un peso Q1 è: Vs(Q1)=Vs(Q)*sqrt(Q1/Q) che riporta a quanto da me scritto al 3 post. Questo come giustamente dici tu vale solo per volo VRO e in linea molto teorica: Stando alla formula un modello a cui si aumentasse il peso di 4 volte avrebbe una velocità di stallo "solo" doppia, ma l'esperienza ci insegna che se prendiamo un modello di 4 kg e lo portiamo a 16kg, quello non vola e si spacca prima.
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02 agosto 13, 23:58 | #34 (permalink) Top | |
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Vabbè, scusa, avevo inteso che si parlava di aerei e non di elettronica, quindi davo per sottinteso il significato specifico della sigla in questione. Perché dovrei staccarmi dalla professione, se è di quello di cui stiamo parlando e non di cucina od elettronica? Semmai avresti dovuto staccarti tu dalla terminologia a te familiare ed usare quella appropriata nel contesto, altrimenti è facile travisare Non sono offeso, magari cerca di essere anche tu meno brusco quando sostieni qualcosa di spreciso (magari pure a causa di un android che corregge a pene di segugio) che scrivi e qualcuno te lo fa notare, che dici? Comunque per me è a posto, abbiamo chiarito e scrivo e cazzeggio su vari post in attesa di partire per Ibiza. Se sono stressato capitemi, mi sono alzato stamattina alle 8 e se va bene andrò a letto alle 4 domattina, dopo il giro dell'Inghilterra e dell'Europa. Scusa gli eventuali sfoghi temporanei. Saluti | |
03 agosto 13, 00:07 | #35 (permalink) Top | |
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E infatti è così. Parlando di velocità di stallo VS, i libri ci portano in errore abituando il lettore a pensare allo stallo in termini di velocità. Se invece l'acronimo VS e la formuletta che ho scritto venisse letto con il suo appropriato nome, cioè minima velocità di sostentamento in VRO, questo non succederebbe. Si evincerebbe allora che non esiste una velocità di stallo, ma una minima velocità sotto alla quale, in VRO, il profilo assume un angolo d'incidenza che non gli consente più di sostenere il peso del velivolo. | |
05 agosto 13, 09:53 | #36 (permalink) Top | |
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Grazie Carlo
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