14 aprile 04, 09:41 | #2 (permalink) Top |
User super Plus Data registr.: 22-07-2003 Residenza: La Piccola Patria del Friuli
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Per prima cosa è necessario sapere se il motore è adatto alla risonanza. Non tutti i motori sono adatti ad impiegarla e mi pare che non sia il caso del Rossi 40. Tutto dipende dal diagramma di funzionamento del motore, dove per diagramma intendo i gradi di apertura e chiusura delle aperture di scarico e travaso. La risonanza funziona grosso modo così: La miscela entra nella camera di scoppio ma non tutta viene bruciata. Una parte a causa della pressione e velocità dei gas viene spinta fuori attraverso la luce di scarico. Lo scarico a risonanza, costituito essenzalmente da due coni, il primo divergente entro il quale avviene una espansione dei gas e il secondo convergente ed entro il quale avviene una compressione, fa si che questa parte di gas incombusti venga spinta nuovamente all'interno del cilindro dove è costretta a bruciare, mentre i gas già bruciati fuoriescono dallo scarico. Il primo cono, divergente, facilita il richiamo all'esterno dei gas , mentre il secondo, convergente, li costringe a rientrare. I parametri che devono essre opportunamente studiati perchè ciò avvenga sono i gradi di apertura delle luci, la lunghezza e il volume della risonanza. |
14 aprile 04, 16:13 | #3 (permalink) Top |
UserPlus |
Io ho sempre pensato che una marmitta a risonanza "risonasse" in modo che a determinati giri l'effetto delle vibrazioni provocasse un'onda che accelera i gas di scarico verso l'esterno provocando una certa diminuzione della pressione nella marmitta, in modo da "aiutare" il motore a far uscire gli scarichi. Non pensavo provocasse il ricircolo dei gas. Fai, mi hai smontato una teoria. :bua:
__________________ un giorno mi librerò in volo sul mio Diavolo dalla coda biforcuta e allora attenti a voi... Hannibal alias l'Africano Io ero il mod ciucco |
14 aprile 04, 16:58 | #5 (permalink) Top |
User super Plus Data registr.: 22-07-2003 Residenza: La Piccola Patria del Friuli
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Per voler precisare, non è propriamente corretto dire che si ha un "ricircolo" dei gas in quanto una "risonanza" (termine che ritengo improprio anche se trattandosi di onde di pressione potrebbe essere accettabile) correttamente progettata deve permettere la completa estrazione dei gas bruciati dal cilindro, un "lavaggio" della camera e un rientro in questa solo dei gas freschi estratti.
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15 aprile 04, 11:43 | #6 (permalink) Top |
UserPlus |
Quando il motore espelle i gas di scarico, (NEI MOTORI A DUE TEMPI) questi si espandono nella prima camera della marmitta, quella divergente, poi nella seconda essendo costretti dal cono convergente e soprattutto dalla dimensione del foro d'uscita si comprimono nuovamante e, per effetto della elasticità dell'aria tendono a tornare idietro spingendo nuovamente la coda dello scarico, che è fatta di gas freschi, nella camera di combustione per cui a questa arriva una maggior quantità di gas con maggior rendimento. Il tutto avviene ad una velocità che è determinata, oltre che dall'elasticità dell'aria, dalla dimensione della marmitta e del foro di uscita, (che devono essere proporzionati alla quantità di gas espulsi ovvero della camera di scoppio) ed in funzione del numero di giri (ovvero di scarichi del Motore). Tutto ciò avviene, per una determinata marmitta, ad un preciso regime del motore che di solito si fa coincidere con il massimo ACCORDANDO la lunghezza della marmitta fino a che non si innesca il processo con l'ENTRATA IN RISONANZA ovvero la sincronizzazzione del processo ad una determinata frequenza. Quando (e se) ciò avviene si sente un repentino aumento di giri che è il risultato del processo di risonanza ricercato. Spero di non essere stato troppo prolisso. Buone carburazioni, Mauro. |
15 aprile 04, 19:52 | #7 (permalink) Top |
Guest
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Concordo con quanto detto da hannibal e penso che abbiate le idee un pó confuse... Dopo che il motore espelle i gas di scarico (di cui la maggior parte combusti) la luce di scarico si chiude e la marmitta "succhia" verso l'esterno i gas provocando una depressione nel punto in cui si trova la luce di scarico. A questo punto prima che la depressione sia abbastanza forte da risucchiare indietro i gas combusti e incombusti (che ormai sono miscelati tra di loro grazie alla turbolenze , e che comunque stanno bruciando grazie alle temperature di scarico) la luce di scarico si apre nuovamente e la depressione creata dall'inerzia dei gas succhia verso l'esterno i nuovi gas combusti favorendo l'entrata nella camera di scoppio dei nuovi gas incombusti dalle luci di aspirazione. Se l'incrocio delle luci di scarico e aspirazione é sufficiente una piccola parte di miscela aria-combustibile passa direttamente dall'aspirazione allo scarico. Quando le luci si chiudono alla luce di aspirazione l'inerzia dei gas aspirati crea una pressione che se il tromboncino di aspirazione é correttamente tarato raggiungerá il suo apice quando questa luce si aprirá favorendo l'entrata della miscela fresca nella camera di combustione. Viceversa alla luce di scarico si creerá la depressione di cui sopra che avrá il suo apice al momento dell'apertura della luce di scarico risucchiando fuori i gas combusti in pressione all'interno del cilindro. Se ció non é vero significa che gli ingegneri docenti di macchine e meccanica degli istituti tecnici industriali sono rincoglioniti. |
16 aprile 04, 09:19 | #8 (permalink) Top |
User super Plus Data registr.: 22-07-2003 Residenza: La Piccola Patria del Friuli
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@ lombafly In quanto ad idee confuse, rileggi ciò che ho scritto io in poche parole senza voler fare un trattato sui motori endotermici e sulla dinamica dei fluidi......e non è detto che, a volte, certi "ingegnieri" non siano un pò....... rincoglioniti. Aufiedersen. |
16 aprile 04, 10:52 | #9 (permalink) Top |
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Non so a quali ingegneri vi riferiate qui non ce ne sono! Se osservate bene il diagramma di un qualsiasi motore a due tempi vedrete che le fasi per forza di cose non sono così nette, ma vi è una durata per l'apertura e la chiusura delle luci. Il guaio è che vi è un periodo, all'apertura delle luci di carico, durante il quale quelle di scarico sono ancora aperte. Tutto il gioco sulla posizione ed inclinazione delle luci si fa, oltre che per dirigere il flusso dei gas verso la testa della camera di scoppio piuttosto che verso l'uscita, per non perdere gas freschi in risalita. Ovviamente si fa il possibile per allungare le fasi e far entrare più gas possibile. Come dicevo vi è un tempo in cui carico e scarico sono contemporaneamente aperte entrambe e lo potete notare banalmente dal fato che le luci di carico sono visibili dagli scarichi! é proprio in quel momento che interviene la marmitta. Il riflusso dei gas combusti provocato dalla forma dela marmitta, fa da valvola ai gas in risalita impedendo che si perdano seguendo quelli in uscita. Il trucco dei tubi a risonanza sta tutto nell'ACCORDARE I TEMPI agendo sulla loro forma e soprattutto lunghezza. Saluti e buone carburazioni, Mauro. |
16 aprile 04, 11:32 | #10 (permalink) Top |
User super Plus Data registr.: 22-07-2003 Residenza: La Piccola Patria del Friuli
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Giusto, giustissimo....ACCORDARE I TEMPI. Qello che volevo dire, se non si è capito, è che la dizione "scarico a risonanza" e "accordo" dello stesso non ha nulla a che fare con "vibrazioni che creano un' onda che accelera i gas di scarico verso l'esterno ". E' una dizione entrata per convenienza nell'uso lessicale e basta . Tutto qui. Se poi volete possiamo continuare a scannarci all' infinito..... anche se più importante sarebbe capire se MimmoTheBull......ha capito. O'right ????? biebie. |
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