11 novembre 12, 08:50 | #641 (permalink) Top |
User Data registr.: 24-04-2011 Residenza: WORLD
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Piu' che darvi il riferimento diretto all'idea originale di Walker in cui "chiama il dispositivo che si tiene in mano - sagomato a U -, con conseguente denominazione dell'invenzione, non so che fare. Quanto al fatto che prima dell'invenzione di Walker c'era il volo libero e basta, ERRATO !, gia' nel 1935 o giu' di li', americani come Goldberg o Grant (se ricordo bene i nomi, ma potrei essere in errore solo per i nomi ripeto), giocavano con grossi modelli e radiocomandi, quelli con valvole del diametro di tazzine da caffe'. Quindi il sistema per cercare di far prendere al modello la direzione che si desiderava, esisteva gia'. Vorrei ricordare che i primi esperimenti di drone militari con ovvio controllo radio, sono inglesi e fatti durante i primi anni della guerra mondiale, la prima ! |
11 novembre 12, 16:59 | #642 (permalink) Top | |||
User Data registr.: 14-03-2006 Residenza: Roma
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Mi limito a citare la mia fonte: Modellismo n.69, pag 31, articolo dell'Ing. F. Gale' "La Belle Epoque del Volo Vincolato" - una nota dell'Editore de Robertis, piu' precisamente: "Jim Walker chiamo' la sua invenzione U-Control (si legge "You Control", ovvero "Comandi tu!" - N.d.E.). Giro quindi a Cesare le osservazioni precedenti. Citazione:
Per quanto riguarda il fatto che ci fossero gia' esperimenti di radiocomando, e' chiaro che se risaliamo ab ovo troviamo sempre qualche antenato/precursore dei fenomeni in oggetto, ma si tratta di casi isolati di qualche pioniere. Il sig. Walker brevetto' commercialmente un sistema destinato a grande diffusione, ed e' innegabile che la quasi totalita' degli aeromodellisti mondiali praticasse solamente il volo libero; da qui la grande svolta che finalmente permetteva a ciascuno di controllare e far evoluire - sia pur in una sola semisfera - il proprio modello. Citazione:
Sarebbe come parlare dei primi computer (EDSAC, ENIAC etc. etc.) in possesso solo di militari o Universita'... ma l'informatica di massa, quella che ha cambiato la vita della gente, si ebbe solo molti decenni piu' tardi, con i vari Sinclair, Commodore, Atari e compagnia cantante. Andrea | |||
11 novembre 12, 19:18 | #643 (permalink) Top |
User Data registr.: 24-04-2011 Residenza: WORLD
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Tutto e' opinabile, anche ritenere le interpretazioni dell'editore di una rivista italiana piu' corrette delle descrizioni originali date dall'inventore (americano) sugli allegati della richiesta di brevetto della PROPRIA idea ! Che sono consultabili su un sito ormai storico. Cosi' come e' storia l'organizzazione delle Nazionali Americane di Aeromodellismo del 1937, con la programmata categoria Radio Control che ha visto la partecipazione di sette concorrenti, io non li chiamerei piu' "esperimenti"! Poi venne Pearl Harbor e tutto cambio', ma nel 1946 si ricomincio' alla grande, con la nuova categoria U Control (e specializzazioni connesse come acrobazia e velocita' ) e l'ormai "vecchia" Radio Control con un programma di figure da eseguire in un tempo prefissato. |
12 novembre 12, 08:41 | #644 (permalink) Top | |
User Data registr.: 01-03-2007 Residenza: Bari
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Queste discussioni teoriche sono appassionanti e ci stanno permettendo di conservare memoria storica della nostra passione. Il bellissimo contributo, ampio, elegante e documentato "Vincoliade" di Gabriele Macrì ne è la migliore testimonianza. Ciò premesso, e passando dalla teoria alla pratica, quanti di noi stanno costruendo o volando U-Control? Qualche anno fa è avvenuto un miracolo. Alcuni amici hanno diffuso tra gli aeromodellisti un disegnino di un modello del 1952, il Gip 46. Per allettarci insieme al disegno ci hanno dato 2 routine in compensato, munite di o-ring, quasi a farci annusare un inizio di modello, piano piano l'iniziativa si è diffusa, sono stati costruiti una ottantina di Gip in Italia, si sono fatte gare specifiche (chiamiamole di "velocita"), ognuno si è lustrato il proprio modello e il correlativo G 20/15, qualcun altro ha organizzato un piccolo kit di montaggio, insomma un successone. Perché non pensiamo a far rivivere (collettivamente) qualche altro modello (es., a proposito di Walker, il Fireball vedi qui sotto) e monitoriamo i nostri rispettivi stati di avanzamento nel forum? | |
12 novembre 12, 08:44 | #645 (permalink) Top | |
User Data registr.: 01-03-2007 Residenza: Bari
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12 novembre 12, 12:03 | #646 (permalink) Top | |
User Data registr.: 14-03-2006 Residenza: Roma
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La pagina reca solo il numero della rivista (69), ma consultando gli indici per annate sul sito Edimodel ho visto che si tratta del terzo numero del 2004, quindi maggio-giugno. Debbo pero' aggiungere che era un articolo in piu' puntate; percio', se ti interessa, vado a vedere tutti i numeri. Per quanto riguarda la pubblicazione dell'intero articolo... e' materiale protetto da diritto d'autore per cui preferisco astenermi, ho citato la fonte solo per correttezza. Prossimamente qui a Roma faremo un incontro dedicato all'U-Control (Loris Kanneworff, che non era l'ultimo arrivato, scrisse sul suo libro che era l'abbreviazione di "Under Control" quindi vediamo che al proposito i pareri... sono molto vari!). In realta' era previsto per il 4 novembre ma lo stiamo rinviando continuamente per il maltempo. Per quanto mi riguarda non ho un grandissimo parco modelli, anche perche' a 50 anni e dopo 30 anni di fermo attivita' (ho fatto qualcosa solo di RC) non so quanto mi girera' la testa . Ho ricostruito 2 modelli da disegno: un Combat del 1977 - il Tamerlane di Dave Clarkson - motorizzandolo G20/15, e un piccolo acrobatico su disegno Olympic, il P-51 Mustang (feci la scatola da ragazzino, avevo ancora il disegno!), motorizzandolo G21/29. Ho evitato il serbatoio a palloncino sul combat per evitare rogne... ho preferito il classico a pressione autocostruito mentre per l'acrobatico ho realizzato un Uniflow (l'hai anche visto...era quello con le olive ). Unica reinterpretazione leggermente "moderna" (si fa per dire... ) l'uso massiccio del termoretraibile, anche sulla fusoliera del Mustang. Veloce come applicazione, si puo' mettere anche in casa sul tavolo del soggiorno (non ho un posto comodo dove verniciare)... solo le colorazioni non sono un granche' perche' non ho speso un euro, ho utilizzato solo ritagli D'altronde l'intera spesa totale e' stata quasi irrisoria: le piccole dimensioni di questi modelli permettono di utilizzare finalmente i ritagli di balsa e le pezze di monokote che giacevano da tempo immemorabile nelle scatole degli avanzi, valorizzando il noto detto "Non bisogna buttare mai nulla!" ciao Andrea | |
12 novembre 12, 12:47 | #647 (permalink) Top |
User Data registr.: 04-10-2006 Residenza: Torino
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nel mio peregrinare fra volo libero e rc faccio anche qualcosa nel vvc sopratutto per far vedere ai ragazzi dell'ITIS Grassi nel corso d'aeromodellismo invernale (indoor). Utilizzando quello che avevo per il volo libero, ho fatto un modellino elettrico in depron utilizzando un timer FF che ha superato le aspettative: The Smoothie magari serve! ciao a tutti Giamba
__________________ Il sito del Pegna P7: http://giadel.webnode.it/ Promemoria : la gravità non perde mai!.... ma i miei modelli non lo sanno ... |
12 novembre 12, 13:23 | #648 (permalink) Top |
User Data registr.: 24-04-2011 Residenza: WORLD
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Lo Smoothie nasce per volo libero elettrico, pilota anche l'antitermica e costa dai 50,00 USD in su'. Io uso lo FM-0c della Brodak (specialisti in VVC) che costa 22,99 USD e funziona splendidamente. Ne hanno una versione superiore (ha il pulsante di avvio separato, comodo per le fusoliere scatolate tradizionali, oltre la possibilita' di regolare il tempo di ritardo d'avvio che nello FM-0c e' fissa in 20") alla cifra di 25,99 USD. Per i ragazzi potrebbe essere un buon risparmio. |
12 novembre 12, 15:01 | #650 (permalink) Top |
User Data registr.: 24-04-2011 Residenza: WORLD
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Mia moglie a volte sostiene che sono piu' crucco di lei, e lei e' nata in Alto Adige ! Ma ci provo un' ultima volta, specie per quelli che non conoscono l'inglese e non riescono a leggere le descrizioni e motivazioni contenute nel deposito brevetto di Jim Walker. Lui parti' dalla premessa che era problematico il recupero dei modelli volo libero, con l'aggiunta del rischio di alberi, edifici, etc, e da un po' era invalso l'uso di farsi volare in tondo, (trattenendoli con UN cavo legato in baricentro) i modelli con pero' l'inconveniente del vento contro e del vento in coda durante il volo in cerchio, con pericolose salite e discese incontrollate. Il suo dispositivo, due cavi tra un bilanciere e l'impugnatura a "U", faceva si', con l'impugnatura da tenersi verticale (e questa posizione e' specificata nel brevetto), che se il modello saliva, metteva automaticamente in trazione il cavo inferiore (dando comando a picchiare), se invece scendeva era il contrario, entrava in trazione il cavo superiore (dando quindi comando a cabrare), garantendo quindi il controllo automatico di quota, vento contro o in coda, il comando volontario per delle manovre fu una conseguenza quasi immediata. Vi siete mai accorti che il modello gira tranquillamente in piano, senza variazioni di quota, pur avendo incidenza zero/zero ? E cio' anche con un certo vento, e piu' e' ampia la manopola (spiacente ragazzi, la "U" !), piu' e' stabile il modello, anche se piu' sensibile ai comandi volontari per via della distanza tra i cavi. Saluti, poi basta! |
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