15 gennaio 10, 20:01 | #111 (permalink) Top |
User | Il ciclo termico.. nella fase di rodaggio.
Visto che la discussione s'è un pò spenta, è ora di mettere un pò di miscela sul fuoco . Un argomento da inserire in questa fase del rodaggio, è di sicuro "il ciclo termico", c'è chi lo ritiene importante, chi ne ignora persino l'esistenza, bè a voi le conclusioni, vi riporto un trafiletto preso dal sito ting'avert.. "La scoperta di una nuova accezione della locuzione ciclo termico mi ha spinto a scrivere questo breve articolo sul RODAGGIO. Cominciamo con lunico significato reale, universale ed accettato della definizione di ciclo termico: in termodinamica è definito così il percorso di un gas che da un punto di partenza identificato con una pressione e con un volume, compie una serie di trasformazioni termodinamiche che finiscono col ritorno al punto di partenza. Riportando le trasformazioni su di un grafico, solo quando questo ciclo avviene in senso orario, vi è produzione di energia. È su questo fenomeno fisico che si basano tutti i motori a combustione. Laltro significato, lho scoperto da poco, è di pura fantasia e viene utilizzato da qualcuno per definire praticamente le variazioni termiche alle quali un motore è soggetto dal momento in cui viene messo in moto a freddo al momento in cui, dopo essere stato spento, torna nuovamente alla temperatura ambientale. Esso, non si sa in base a quale logica, viene impiegato per determinare la durata del rodaggio nel senso di stabilire quanti di questi strani cicli termici sono necessari per portare a compimento un buon rodaggio. Niente di più inesatto, perché il rodaggio come tutte le usure, in tecnologia si misura in milioni di cicli. Questo vuol dire che lunica misura plausibile del rodaggio di un motore è il conteggio di quante milioni di volte il motore ha compiuto il suo ciclo termico vero e proprio che dura larco di 1 giro di albero motore per i motori a 2 tempi, 2 giri di albero motore per i motori a 4 tempi e solo 1/3 di giro per i motori rotativi (Wankel). Qualsiasi altra metodica valida utilizzata, non è altro che una variante di comodo del metodo di misura indicato: infatti è possibile fissare un termine di rodaggio in ore di lavoro, comè in uso per i motori nautici o aeronautici, soprattutto quando il motore funziona a regimi costanti, come nel caso di motori azionanti generatori di corrente, pompe, ecc. oppure macchine da movimento terra. In tal modo ci si avvicina di molto a prevedere i milioni di cicli che in fondo interessano allingegnere. Un metodo più empirico ma che con un po di attenzione può risultare valido è quello della misurazione del carburante consumato, sistema classicamente in uso per i kart e le moto da cross. Alla fine quello meno indicativo di tutti è proprio la misurazione in chilometri percorsi sul quale tutti (Case comprese) ci basiamo! Ciò proprio perché non è assolutamente dato di sapere quanti milioni di cicli può aver compiuto un motore nellarco di una determinata percorrenza, in quanto essi non dipendono solo dai chilometri percorsi ma anche dal regime medio al quale ha funzionato un motore: infatti utilizzando prevalentemente le marce corte (città, montagna) i milioni di cicli compiuti a parità di chilometri saranno maggiori mentre marciando quasi esclusivamente con lultimo rapporto (autostrada) i giri compiuti saranno di meno. Inoltre, cè una bella differenza tra ladottare un rodaggio tranquillo ed uno più sportivo. Le differenze sono sostanzialmente due:
Questa diceria è discutibile sotto laspetto delle limitatissime deformazioni elastiche a cui può essere soggetta una biella durante il suo utilizzo, sicuramente inferiori a quelle relative al suo aumento di temperatura; tuttavia non è completamente da scartare. Comunque rimane il fatto che un rodaggio di tipo veloce risulta sicuramente migliore sotto laspetto della finitura delle superfici a patto che durante questa fase si faccia in modo che il motore non sia sottoposto a carichi eccessivi e/o continuati e si tenga sotto controllo sia la temperatura del liquido di raffreddamento (se è possibile anche dellolio) che il livello dellolio, che tende a consumarsi rapidamente durante il rodaggio. Questi dettami escludono quindi la possibilità che si possa effettuare un buon rodaggio utilizzando il motore a regimi costanti minimi medi o massimi che siano. Perciò niente rodaggio con motore in moto al minimo: questa è una metodica valida solo per i grossi Diesel 2tempi montati sulle navi! La Ansaldo per esempio, prevede per il rodaggio che alcuni dei suoi motori rimangano in moto al minimo per un mese intero ma non fatelo con le vostre moto, neanche per 10minuti! Molti avviamenti a freddo, infine, non fanno bene a nessun motore e fanno ancora meno bene se il motore è in rodaggio, in quanto durante lavviamento la lubrificazione attraversa un momento critico
Buona lettura |
15 gennaio 10, 21:12 | #112 (permalink) Top | |
User Data registr.: 15-11-2009
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| Citazione:
Forse sarò pedante, ma voglio insistere sul fatto che quando ci troviamo a fare il rodaggio di un ABC duro come la pietra (e se ne vedono tanti ultimamente) non dobbiamo pensare che "girando piano" gli facciamo un favore. E' esattamente il contrario: Gli ABC devono lavorare in temperatura per "mollare la stretta" al PMS. E' evidende che non faremo il rodaggio andando fissi al massimo, ma quello che voglio dire è che se usiamo ingrassare la carburazione per scendere di giri e raffreddare, bisogna stare attenti a non esagerare. Entrare in regime 4T (quando il motore "ratta") con il tamburo tutto aperto, oppure semplicemente girare per dei minuti al minimo provoca un abbassamento eccessivo della temperatura in questa fase, che riporta la camicia a "stringere" a tutto danno delle bronzine della biella che devono lavorare con un pistone "frenato" da una parte ed un volano che fa giustamente il suo sporco lavoro dall'altra! Ciao! Ing. | |
16 gennaio 10, 11:00 | #113 (permalink) Top | |
User | Citazione:
Infatti proprio il rodaggio alla "giapponese" si fà in questo modo . L'unica accortezza, a mio parere, da tenere in considerazione nei motori ABC, è quella di inserire qualche goccia di olio (tipo il singer) dal foro della candela e del carburatore prima di mettere in movimento un motore da rodare. Ultima modifica di Poldo111850 : 16 gennaio 10 alle ore 11:04 | |
16 gennaio 10, 12:51 | #114 (permalink) Top | |
User Data registr.: 15-11-2009
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| Citazione:
Ad ogni modo ho l'impressione che sia quello che faccio io, correggimi per favore, se sbaglio. Il rodaggio vero e proprio su tutti i motori glow lo faccio al banco tenendo il carburatore spalancato dall'inizio alla fine. Non considero proprio alcuna posizione intermedia del tamburo, primo perchè in questa fase non mi serve, secondo perchè mi dovrei fidare di una pre-regolazione di fabbrica dello spillo del minimo che sicuramente non è accurata. Senza contare che se il carburatore non lo trovo sigillato nel sacchetto all'atto di acquisto, potrebbe averci messo le mani qualche "burlone". La regolazione dello spillo del minimo sarà la prima cosa che farò non appena terminato il rodaggio, magari già con la miscela e l'elica giuste per l'impiego specifico, per il momento mi limito a regolarlo approssimativamente con la famosa "prova del soffio". Motore 2T, miscela 80/20 con metà sintetico - metà ricino, senza nitrometano per i 2T preparata ad hoc (non più di 2L per motori fino a .60), sciacquatura abbondande con la stessa dell'interno del motore per detergere e lubrificare al tempo stesso e montaggio sul banchetto con un serbatoio bello grande, visto che non trovo nessun vantaggio nello spegnere frequentemente il motore in questa fase. Gas al massimo, come abbiamo detto, candela della gradazione consigliata alimentata normalmente, 3-4 giri di spillo del massimo, contando da tutto chiuso e inizio l'avviamento a mano, cicchettando poco alla volta in base alle reazioni che vedo. Non appena parte e rimane acceso vado subito con lo spillo del max a cercarmi il regime a 4T più vicino all'inizio del cambio di regime verso il 2T, ovvero un bel regime a 4T stabile con miscela fresca che esce dallo scarico. Ci rimango circa 30 secondi, intanto posso staccare la pinza della candela. Gradatamente chiudo lo spillo ed entro appena in 2T per la mia prima "puntata". Ci rimango per circa 10 secondi dopodichè se il motore è un Ring torno a 4T per altri 30 sec. di raffreddamento, se è un ABC resto lì. Da questo punto in poi non faccio altro che fare delle puntate sempre un pochettino più lunghe (10-15-20-25 secondi ecc.) a regimi sempre un pochettino più alti, tornando ogni volta per 30 sec. al regime grasso (4T per i Ring - 2T più grasso possibile per gli ABC). Così fino ad arrivare a girare per oltre un minuto al regime max, stando molto attenti però a non fare smagrate. A questo proposito trovo veramente utile il vecchio trucco della SuperTigre per capire se stai girando ancora grasso o se sei già arrivato "al chiodo": una strizzata rapidissima del tubetto di alimentazione e immediato rilascio ( roba da un decimo di sec., forse meno) ti dice, nel caso che il motore prenda dei giri in più per un attimo, che hai ancora del margine per chiudere lo spillo e spingerti ad un regime superiore la "puntata" successiva. Viceversa, se non senti variazioni o peggio, se avverti un'esitazione, sei arrivato al capolinea e forse è anche il caso di riaprire di un paio tacche. Spero che questo intervento, che ai più esperti potrà sembrare banale, possa essere utile a qualcuno che in questo momento sta aprendo dei sacchetti di plastica e cercado di montare per la prima volta un carburatore nel suo alloggiamento!! Saluti a tutti! Ing. | |
16 gennaio 10, 12:54 | #115 (permalink) Top |
User Data registr.: 20-06-2009 Residenza: S.Lucia di Piave (TV)-G.Piave Spresiano
Messaggi: 3.952
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Sostanzialmente, il contributo dell'Ing. Grippaudo si riallaccia a quanto sostenuto dal sottoscritto pochi post prima in risposta a Toio (post n°101). Devo ringraziare sia poldo che Grippaudo per avermi dato la possibilità di capire alcune cosette anche sul piano teorico, e non solo della semplice ed a volte insufficiente deduzione pratica. Ciò l'ho molto apprezzato. Il tread sugli oli, e questo, sono strettamente correlati, essendo due argomenti che vanno proprio a braccetto. Vedo (e ringrazio) che utenti di cultura e ribadisco non solo esperienza, maggiore, hanno veramente trattato gli argomenti in modo ampio e tecnico, così da trovare il meglio delle informazioni leggendo queste pagine. Approfitto per fare un elogio a toio, per la sua brillante esposizione nell'altro tread sull'olio, che ho letto con ammirazione e "ingordigia"... Per quanto riguarda le lavorazioni meccaniche; devo un po' deludere chi si aspetta che i CNC abbiano la facoltà di fare i "miracoli"; l'unico vantaggio è la semplicità nella ripetitibilità di lavorazione, rispetto le vecchie macchine automatiche. Ma purtroppo, la lavorazione è sempre un asportazione di truciolo o un'abrasione da rettifica, e le macchine non hanno gli occhi... Tanto maggiore sarà la meticolosità degli addetti alle macchine, a partire dal disegno (fase progettuale), scelta degli utensili, sequenza di lavoro e controllo qualità, tanto maggiore sarà lo standard qualitativo. Nella produzione di serie, non si lavora con la pignolerìa di chi si costruisce il motore in casa nel proprio laboratoio. Tutte le geometrie devo restare "entro" certi parametri, che molto spesso assumono margini più ampi per ridurre lo scarto ed i costi produttivi. Questo è ciò che a volte (non sempre) si nasconde dietro un costo maggiore di un prodotto rispetto ad un altro. Resta sempre a discrezione dell'utente, capire di cosa ha bisogno per il proprio divertimento, ed orientarsi sulla scelta dell'uno o dell'altro. |
16 gennaio 10, 15:43 | #116 (permalink) Top | |
User | Il rodaggio e rodaggio alla giapponese nei micromotori.. Citazione:
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17 gennaio 10, 22:37 | #118 (permalink) Top | |
User Data registr.: 13-01-2010 Residenza: ------
Messaggi: 2.380
| Citazione:
Aggiungo solo che ai tempi del volo vincolato, questo era l'unico tipo di rodaggio che si faceva in quanto i motori non avevano carburatori ma solo un venturi con relativo spillo del massimo: l'unico modo era "partire rattando" come si diceva all'epoca. Saluti | |
15 febbraio 10, 02:10 | #119 (permalink) Top |
User Data registr.: 06-02-2010 Residenza: roma
Messaggi: 3
| rodaggio strano ma funziona
salve a tutti mi sono iscritto da poco e trovo l argomento interessante sono modellista dal 1976 inizio volo vincolato poi rc cmq io il rodaggio lo faccio a freddo ovvero al banco collego il motore ad un motore elettrico tramite cinghia faccio carburante come se dovessi avviarlo ed faccio girare variando il numero dei giri dal minimo fino al 90% e viceversa circa 2 ore poi lo avvio regolo la carburazione quindi lo monto sul modello praticamente il rodaggio che veniva fatto alle auto da corsa dove ho lavorato per alcuni anni da ragazzo. non so che ne pensate o se qualcun altro lo fa ciao |
15 febbraio 10, 17:16 | #120 (permalink) Top | |
User Data registr.: 15-11-2009
Messaggi: 938
| Citazione:
In realtà questa tecnica può essere al limite definita "pre-rodaggio", in quanto manca una variabile fondamentale perchè il vero rodaggio si compia con successo: LA TEMPERATURA DI ESERCIZIO. Il rodaggio è un processo di adattamento dimensionale che deve avvenire a temperature analoghe a quelle di ordinario utilizzo, se no è proprio la dimensione degli elementi in gioco ad essere alterata. Infatti, in quel modo, per quanto l'accoppiamento si scaldi durante il trascinamento, non raggiungerà mai le temperature che si ottengono con la combustione. Hai notato che l'alettatura sul cilindro di un compressore è ben più piccola di quella di un motore? Il tuo rodaggio sarebbe utile se poi il motore dovesse continuare a girare nello stesso modo, cioè sempre trascinato dal motore elettrico! Sul fatto che tu poi, alla fine ti trovi bene lo stesso, esiste una spiegazione: al banco fai il pre-rodaggio, e poi, accendendo il motore continui l'opera! Io comunque ti sconsiglio fortemente questa pratica: la cosa più palese è che in presenza di motori ABC, magari anche parecchio "duri" come capita recentemente sul mercato, la parte superiore della camicia, che è alesata in modo NON cilindrico ma TRONCO-CONICO, non dilatandosi termicamente in modo sufficiente per la mancanza di combustione, continui a "stringere" eccessivamente, consumando il pistone in modo anomalo, fornendogli cioè una conicità a "turacciolo rovesciato" e rovinando contemporaneamente le bronzine della biella che devono sopportare un superlavoro sia in compressione che in trazione della biella. Sugli ABC si consiglia, per quest'ultimo motivo, di non ingrassare eccessivamente la carburazione in rodaggio, proprio per non fare scendere troppo la temperatura d'esercizio! Saluti! | |
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