02 settembre 09, 00:00 | #11 (permalink) Top |
UserPlus Data registr.: 27-05-2004
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probabilmente non vi siete capiti.. è una frase troppo generica, "buttata lì", che non ha alcun senso. Forse il tuo amico intendeva proprio QUEL modello, nel senso di marca-modello, ed ha usato il termine generico.. oppure ha assemblato male (con mattoni dentro?) quel modello e ne ha fatta una regola di tutti..? boh Sta di fatto che un 3d da 2m, di concezione recente (meno di 10 anni) ben centrato e nei pesi giusti, di solito è un farfallone, non tende allo stallo. |
02 settembre 09, 00:09 | #12 (permalink) Top | |
User Data registr.: 24-03-2008 Residenza: Trapani
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02 settembre 09, 00:21 | #13 (permalink) Top | |
User Data registr.: 25-05-2007 Residenza: Ancona
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Quoto in tutto il fatto che buon un modello 3D stalla molto difficilmente in virtù del suo basso carico alare. Il problema è che quando si toglie motore, quindi anche in fase di atterraggio il modello per i motivi che ho esposto prima raggiunge la velocità di stallo (seppur a velocità molto bassa comunque anche un 3D stalla), in modo molto repentino e quindi dà l'impressione di essere molto critico in atterraggio. A differenza di un modello più pesante e centrato più avanti, con un'elica più piccola ecc. che pur avendo una velocità di stallo superiore, anche levando motore fila via e riesce ad atterrare con il motore al minimo ma ad una velocità molto più alta. Il concetto è un po' contorto, ma spero di essermi capito...
__________________ Fly Low! | |
02 settembre 09, 10:10 | #14 (permalink) Top |
User Data registr.: 31-05-2009 Residenza: Benevento
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Innanzitutto grazie a tutti coloro che sono intervenuti. Penso che la spiegazione di Jumpa sia sicuramente la più logica nonchè quella aereodinamicamente più corretta. L'importante come sempre è avere poche idee ben confuse ciao a tutti |
02 settembre 09, 12:52 | #15 (permalink) Top |
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| Stallo e 3D
Concordo pienamente con JUMPA. Lo stallo è determinato esclusivamente dal superamento dell'angolo di incidenza critica. (inclinazione dell'ala rispetto al moto relativo ala / aria) semplicemente , questa condizione, in un modello settato per 3D spinto si ottiene quasi senza accorgersene per effetto del baricentro molto arretrato (al diminuire della velocita il muso si alza) .. tutto qui. Negli aerei veri nessuno mai si sognerebbe di volare con un baricentro arretrato quanto quello dei modelli settati 3d, perche sarebbero appunto molto difficili da gestire in atterraggio e in volo. Una configurazione appositamente studiata per l'atterraggio sotto switch sicuramente puo aiutare, ma quello che servirebbe davvero sarebbe potere sistemare il baricentro prima di atterrare .......
__________________ MacchinaVolante |
02 settembre 09, 23:13 | #16 (permalink) Top |
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tutto giusto, però non c'entra nulla con la particolare apertura di 2m. Insomma, se si vola col CG arretrato e ci si appende al cabra, qualunque aereo stalla. macchina, giusto per precisazione: lo stallo non è esclusivamente una questione di angolo di attacco, ma c'entrano "qualcosina" anche il carico alare, la velocità, ed altre cosette del genere |
03 settembre 09, 10:28 | #17 (permalink) Top | |
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L'unico parametro che determina quando un'ala stalla è l'angolo di incidenza (angolo formato dalla corda alare e il vento relativo) Lo si puo vedere chiaramente dal diagramma Cp-Cr (Portanza / Resistenza) di un profilo tipo. La curva Cp rappresenta la portanza (componente verticale verso l'alto) prodotta dall'ala, la curva Cr la resistenza (componente orizzontale contraria al moto) In questo profilo ad esempio poco dopo i 25° gradi di incidenza (punto A) si vede che la portanza cala bruscamente e che contemporaneamente si ha un veloce incremento della resistenza ... questo e lo stallo! Un profilo alare non "sa" se ha una superfice di 10 mq o 10 cm2 o se è attaccato ad un aereo che pesa 1 o 10Kg..... Ma allora in che modo centrano il carico alare e la velocita riguardo allo stallo? Semplice VELOCITA Quando il modello rallenta, per compensare il calo di portanza che ne deriva se non vogliamo che il modello scenda siamo costretti a cabrare e quindi ad amentare l'incidenza fino a che inesorabilmente viene raggiunto l'angolo critico, e il modello stalla.... CARICO ALARE Un modello con un basso carico alare (poca superfice rispetto al peso) stallera a velocità elevate semplicemente perche per avere la giusta portanza siamo costretti a farlo volare veloci altrimenti raggiungiamo il famoso angolo critico, e il modello stalla.... In sentesi: lo stallo si verifica quando un profilo supera il suo angolo di incidenza critico e questo puo avvenire a qualsiasi velocità anche sullo stesso modello (Es. Stallo dinamico)
__________________ MacchinaVolante | |
03 settembre 09, 11:24 | #18 (permalink) Top | |
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__________________ MacchinaVolante | |
03 settembre 09, 11:27 | #19 (permalink) Top | |
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| Citazione:
la tua spiegazione è puramente accademica (immagino che studi all'aeronautico). Di certo, sempre in termini puramente accademici, lo stallo si può esprimere come una funzione ad una sola variabile, alfa (AoA). In termini pratici, no, visto che nei modelli, soprattutto 3D lo stallo può avere dinamiche molto diverse dalle sole due o tre "classiche" che hai descritto tu, applicabili tipicamente agli aerei 1:1. Noi modellisti, fortunatamente possiamo stallare come ci pare | |
03 settembre 09, 11:44 | #20 (permalink) Top |
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(immagino che studi all'aeronautico). Di certo, sempre in termini puramente accademici e algebrici, lo stallo si può esprimere come una funzione ad una sola variabile, alfa (AoA). E' questo è sicuramente molto comodo, visto che negli esempi che hai citato tu, da "manuale di volo", la cloche (il cabra) controlla l'AoA e, in realtà, anche la velocità. In pratica è accademicamente comodo ragionare in termini di AoA quando si insegna la tecnica di volo: una sola variabile su cui ragionare, che controlla "tutto". Se fossimo in un contesto di studi aerodinamici, potrei prendere tutte le formule espresse in alfa (AoA), e trasformarle, con passaggi algebrici, esprimendole in funzione di un altra variabile (ad esempio: AoA costante a +1° e velocità variabile) e tutto il discorso si trasformerebbe: a questo punto conterebbe solo la velocità ai fini dello stallo. Oppure potrei esprimere la portanza in termini bernoulliani o con un modello matematico del filetto fluido, che si attacca/stacca dalla superficie del profilo (diciamo per tot velocità), ovviamente tutto per date costanti riguardanti peso, velocità all'aria, alfa ecc. Se il mio modello matematico e i miei conti sono giusti, otterrei gli stessi risultati del modello teorico basato su alfa critico. In pratica, messo in termini di equazione, puoi leggere o riesprimere le stesse formule da destra a sinistra, è uguale. Ritorniamo un attimo a noi In termini pratici, non è così come dici, visto che di modelli stiamo parlando, soprattutto modelli 3D, lo stallo può avere dinamiche molto diverse dalle sole due o tre "classiche" che hai descritto tu, quelle tipiche, "tranquille" degli aerei 1:1. Noi modellisti, fortunatamente possiamo stallare come ci pare e abbiamo i CG che ci pare. PS: un 3D che scende in paracadutale: - ha superato o no l'AoA critico delle sue ali? - perchè non fa il "ciclo" stallo-rimessa-stallo che hai descritto? - E' in stallo oppure no? - .......... |
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