29 novembre 07, 16:13 | #1 (permalink) Top |
User Data registr.: 27-10-2006 Residenza: Rovigo
Messaggi: 762
| dubbio amletico su profili ed ali
allora come sapete sto lentamente imparando, un po dall'esperienza diretta e un poco ascoltando, da chi le cose le ha gia fatte e un poco chiedendo... ora ho un dubbio amletico ovvero... per prima cosa spiego i presupposti, ho letto qualche cosa di profili (non troppo , quello che ho trovato) e come principio base vedo che più "ciccio" è il profilo minore è la tendenza allo stallo, anche se in realtà dovrei dire che minore è la velocità di stallo e meno "brusco" è lo stesso un esempio lo ha fatto il grande capo indiano un un recente post (http://www.baronerosso.it/forum/show...5&postcount=54) bene però ora c'è anche il fatto che un profilo più spesso genera pure maggiori attriti.. quindi anche minori velocità e maggiore energia necessaria (ditemi se sbaglio vi prego....) ecco ora il mio dubio amletico.... dato che un profilo non viaggia da solo ma insieme ad un ala... ora mi chiedo come interagisce con la stessa... un esempio... se io scelgo un profilo veloce ma molto stallante... ma poi gli faccio un ala esagerata (esagero per fare l'esempio) .. insomma faccio in modo che l'aereo abbia un carico alare molto basso (ecco qui l'ho detto meglio) alla fine, dovrei avere lo stesso risultato di un profilo meno stallante ma con una superficie alare minore.... ovvero, dovrei ottenere un aereo che atterra più lentamente, dato che la superficie alare è superiore al necessario... ma che allo stesso tempo visto il basso profilo è anche veloce (penetra meglio l'aria) gasp!!! mi sto facendo delle elucubrazioni mentali, oppure ho centrato il problema mi scuso in anticipo per il linguaggio poco tecnico... mi rendo conto che sto spiegandomi poco più che a gesti... però è il massimo di quello che so fare... sciaooooo
__________________ take it easy.... and W il combat Ultima modifica di ANTICAENOLOGIA : 29 novembre 07 alle ore 16:17 |
30 novembre 07, 12:47 | #2 (permalink) Top | |
Gran Decapo Data registr.: 18-03-2007
Messaggi: 14.606
| Citazione:
la resistenza all'avanzamento dipende non solo dal profilo,ma anche dalla superficie e dall'incidenza con cui deve volare l'aereo. Per cui se aumenti la superficie aumenti la resistenza e quindi puoi perdere in tutto o in parte quello che il profilo sottile ti fa guadagnare. C'è poi un'altra cosa estremamente importante:il peso. Maggiore superficie vuol dire strutture più grandi e quindi più pesanti,maggiore peso vuol dire che devi volare con maggiore velocità o incidenza. | |
30 novembre 07, 14:48 | #3 (permalink) Top | |
User Data registr.: 20-12-2006 Residenza: Castel Maggiore (Bologna)
Messaggi: 2.698
| Citazione:
esiste un grafico dove si distinguono a parità di ala (intendo superfice, AA corda, insomma geometria alare tutta) la differenza fra i 3 tipi di profili base : piano convesso, biconvesso simmetrico e concavo?? domanda forse del piffero però potrebbe dare un'idea a spanne | |
30 novembre 07, 15:15 | #4 (permalink) Top |
User |
senza considerare che se aumenti l'allungamento hai dei problemi strutturali (l'ala che si svergola ecc..) inoltre v'e un rapporto specifico (che non ricordo a memoria) per calcolare l'allungamento.
__________________ Ciaooo da Fiorello. https://www.facebook.com/fiorello.goletto ad essere bravi piloti si arriva per gradi,se salti le tappe... trovi le talpe... |
30 novembre 07, 16:18 | #6 (permalink) Top |
User Data registr.: 12-08-2004
Messaggi: 1.085
|
@kikki... si potrebbe, ma non si può... @mauri6... cosa vuoi sapere in particolare? risposta spannometrica ma sufficiente per capire: il grafico migliore è la polare dell'ala isolata. tale polare è differente rispetto alla polare del profilo, poichè tiene conto (come deve essere) dei vortici di estremità (resistenza indotta). Se calcoli la polare per 3 differenti profili allo stesso Re e con stessa geometria, puoi vedere quale delle 3 è la più efficiente. E qui mi fermo... |
30 novembre 07, 16:24 | #7 (permalink) Top | |
User | Citazione:
A = identificare il modello da fare e cercarsi un trittico. B = ricavarsi le sezioni ..dime centine ordinate..... C= assemblarle..
__________________ Ciaooo da Fiorello. https://www.facebook.com/fiorello.goletto ad essere bravi piloti si arriva per gradi,se salti le tappe... trovi le talpe... | |
30 novembre 07, 16:32 | #8 (permalink) Top | |
User Data registr.: 27-11-2006 Residenza: Monza
Messaggi: 395
| Citazione:
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30 novembre 07, 16:44 | #9 (permalink) Top |
UserPlus Data registr.: 10-01-2005 Residenza: Lugano - Svizzera
Messaggi: 6.061
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Se non ricordo male Resistenza = Velocità x quadrato della superice senza poi tenere conto della sezione della superficie che produce più o meno turbolenze -> resistenza I profili sono tutt'altro che semplici ne tantomeno spiegabili in un paio di discussioni su un forum. Ho un brevetto di volo a vela, esami di aereodinamica e malgrado questo so di non sapere un sacco di cose Per la scelta di un profilo si deve prima considerare, peso, dimensioni, suerfice alare, velocità, corda e Raynolds, svergolamento aereodinamico e geometrico, angoli critici, diedro, diedro longitudinale ecc ecc... Quello che posso consigliarti è di leggere tutto quello che ti capita sotto al naso sull'aereodinamica e cominciare a comprendere bene i principi del "perchè un'ala crea portanza" del perchè al variare la corda media (flaps alettoni) succede quello che succede, cosa comporta sul differenziale di portanza (nel caso degli alettoni, imbardata inversa per es.) cosa succede se svergolo l'ala ed a quali velocità, cosa comporta il superamento dell'angolo critico a velocità di stallo ed ad alta velocità (bisogna conoscere il concetto di vento relativo), in questi casi come torna utile lo svergolamento ecc.. Buona lettura! Saluti!
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30 novembre 07, 17:33 | #10 (permalink) Top | |
User | Citazione:
B: lo si dimensiona in modo che il carico alare sia ragionevole; si disegna la pianta dell'ala e se ne calcola la superficie, poi la si divide per il peso stimato del modello; poniamo un'ala rettangolare di un metro con corda di 15 cm ti dà 15 decimetri quadrati di superficie. Se il modello peserà a occhio un chilo, il tuo carico alare sarà attorno a 67 g/Dmq. Un carico alare attorno a 20 g/decimetro quadrato va bene per un modello indoor, tra 30 e 50 per un paperone tranquillo, tra 50 e 75 per un trainer o una semiriproduzione, tra 75 e 100 per un modello sport veloce, oltre 100 per il momento lascia perdere. C: Dimensionata la dimensione dell'ala in funzione del carico, si sceglie un profilo adeguato; un buon compromesso che va bene per tutti i modelli senza troppe pretese è il Clark Y, un piano convesso molto sincero nel comportamento che è anche facile da costruire, non richiede scaletti se si lavora con le centine tradizionali e anche le dime per il taglio non hanno nessuna difficoltà. Va bene sia per aerei a motore che veleggiatori non spinti, ma essendo appunto piano convesso non è il massimo per gli acrobatici, che gradiscono di più i profili biconvessi asimmetrici, mentre per i modelli veloci è meglio un profilo più sottile, piano convesso o biconvesso che sia. Per il 3d invece l'ideale è un bel biconvesso simmetrico molto spesso, come alcuni della serie Naca. Poi ci sono modelli speciali che vogliono profili speciali, tipo i delta che hanno bisogno di profili autostabili. D: Anche la pianta dell'ala ha le sue ragioni; una freccia anche moderata aumenta la stabilità longitudinale, ma occhio a non fare le estremità troppo strette: rischieresti che in una virata stretta perdano portanza, facendoti entrare in vite. per ovviare al'inconveniente, si può svergolare leggermente (un paio di gradi al massimo) la parte finale dell'ala, svergolamento positivo cioè naso del profilo verso l'alto. Oppure si può incrementare leggermente lo spessore delle centine, passando per esempio da un profilo al 14% alla radice fino al 15 o 16% all'estremità. Se hai l'ala rettangolare e vuoi comunque aumentare la stabilità, devi dare un poco di diedro all'ala, senza esagerare sennò diventa diffcile virare. Le ali a freccia hanno bisogno di poco o niente diedro, anzi a volte (un esmpio è il MiG 15) per virare bene ci vuole un pò di diedro negativo. E: Fatta l'ala, va dimensionato il piano di coda: la regoletta semplice è che l'apertura sia un terzo dell'ala. Ci sono ovviamente formule più precise, ma per adesso va bene così. F. la deriva va dimensionata anche lei, la formula non me la ricordo (vado a occhio) ma la trovi sul sito del Peppe 46. G. A questo punto, resta da determinare il diedro longitudinale, cioè l'incidenza dell'ala rispetto al timone; non conosco formulette facili, io parto da 2 gradi e poi aggiusto in volo. H. Se c'è il motore, ed è sul naso, un paio di gradi in basso e a destra serviranno a bilanciare coppia di reazione e momento cabrante. I. Il centro di gravità è fondamentale; in generale i modelli si bilanciano tra 1:3 e 1:4 della corda geometrica media; sul mio sito trovi un pratico foglio di calcolo per calcolare il CG di un ala a partire da poche misure geometriche: http://www.masali.com/Inside/Models/Falco/cog.htm E questa è la base, poi naturalmente il resto lo si impara facendo p.s.: ...Odi naturalmente ha ragione, ma inzomma, per progettare un aeroplanino mica bisogna essere ingegneri della nasa: si fa, si sbaglia e ci si diverte
__________________ www.masali.com Ultima modifica di luca.masali : 30 novembre 07 alle ore 17:37 | |
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