29 aprile 07, 00:37 | #42 (permalink) Top | |
Sospeso Data registr.: 18-03-2007
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29 aprile 07, 00:37 | #43 (permalink) Top | |
Sospeso Data registr.: 18-03-2007
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29 aprile 07, 01:50 | #44 (permalink) Top | |
User Data registr.: 29-11-2002 Residenza: Mountain View, CA
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30 aprile 07, 10:29 | #45 (permalink) Top |
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OK visto che io non so quanto è il CI, il CP il CD (e il DvD DVD-r dvd+r e CD RW) come faccio? che vaolri imposto? ad esempio. Posso partire da un'ala tradizionale del pylon con profilo MH24 classico e poi impostare dei valori di CI CD ecc.. e fare tutte le polari con profili e geometrie diverse no? come riferimento abbiamo solo la velocità presa a Radar in rettilineo. che sono rispettivamente: Q500 = 190 Km/h Q40= 290 Km/h FAI= 340 Km/h |
30 aprile 07, 10:37 | #46 (permalink) Top | |
User Data registr.: 29-11-2002 Residenza: Mountain View, CA
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Magari apri una discussione parallela su questo tema, così in questa proseguiamo con il caso di studio del Blade. | |
03 maggio 07, 00:05 | #48 (permalink) Top |
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| Un diverso sguardo sui risultati
Mi accorgo che l'ultimo post è stato un po' troppo "condensato"... cercherò di andare meno di corsa, comunque se desiderate ritornare su uno dei punti già visti ditemelo. Vorrei ora discutere un'altra forma di rappresentazione dei risultati. I grafici fin qui visti sono delle rappresentazioni di uno dei comportamenti del modello nel suo complesso in relazione a una delle variabili di volo (anche se negli esempi ne ho usata una sola, vale a dire la velocità all'aria). Ciascuno dei punti del grafico è un "punto di lavoro" (operating point) del modello, vale a dire una raccolta di dati su portanza, velocità, efficienza, momenti, ecc. calcolati rispetto a un particolare valore della grandezza che abbiamo scelto come variabile indipedente dell'analisi: nel nostro esempio, l'angolo di incidenza. Tuttavia nell'analisi VLM questi dati non sono semplicemente dei "punti", valori scalari per l'intero modello, ma corrispondono a insiemi di dati distribuiti lungo le superfici portanti. XFLR5 ci permette di esaminare nel dettaglio ogni punto di lavoro osservando l'andamento dei parametri aerodinamici nella loro distribuzione sulle superfici portanti. Lo studio di questo tipo di distribuzione è molto interessante, in un certo senso è un "classico". Se infatti andiamo a vedere il coefficiente di portanza generato da ogni sezione di ala, partendo dalla radice fino alla estremità, potremo capire facilmente quali parti dell'ala generano più portanza, e di conseguenza quali saranno le prime a giungere allo stallo. Per questo tipo di analisi XFLR5 fa ricorso alle caratteristiche viscose del profilo, calcolate dal modulo XFoil. Se dal menù "View" selezioniamo "Operating Point", otterremo un grafico simile a quello che riporto nella figura allegata. Questo grafico mostra una serie di curve che illustrano l'andamento del cofficiente di portanza locale in rapporto alla posizione lungo l'apertura della semiala, per diversi angoli di incidenza; se si preferisce si può tuttavia visualizzare una sola curva, relativa ad un preciso angolo di incidenza, facendo click con il tasto destro nell'area del grafico e selezionando l'opzione "Show Only Current Opp" (mostra solo il punto di lavoro attuale), e infine selezionando l'angolo di incidenza voluto dal menù in alto a sinistra. Esaminando la famiglia di curve osserviamo che per angoli di incidenza "moderati" (fino a circa 2-3°) la porzione d'ala che genera la maggiore portanza si trova a circa 300mm; tuttavia, all'aumentare dell'angolo di incidenza le estremità alari sono costrette a generare una portanza sempre maggiore, per cui arrivando allo stallo si otterrà il temuto stallo di estremità. Ma a quale angolo si verifica lo stallo? per capirlo dobbiamo fare un passo indietro, e ripescare il messaggio di errore che avevamo ottenuto al momento di generare la polare. Se andiamo a rivedere il "log" di XFLR5 (menù "Operating Point > View Log File"), e scorriamo il file fino al fondo, troviamo un messaggio di questo tipo: ...Alpha=5.75 Calculating induced angles... Calculating aerodynamic coefficients... Calculating wing... Span pos = -937.49 mm, Re = 23 308, Cl = 0.86 could not be interpolated Span pos = 937.49 mm, Re = 23 308, Cl = 0.86 could not be interpolated Calculating elevator... Questo messaggio ci dice che, all'incidenza di 5,75°, le estremità alari (distanza dalla radice di circa 937 mm) dovrebbero generare un coefficiente di portanza pari a 0,92 a un Re pari a 22669. In base alle polari di profilo che il modulo XFoil aveva generato in precedenza, XFLR5 non ritiene che il nostro RG 15 assottigliato possa generare una portanza simile. In altri termini, XFLR5 prevede che a questa incidenza cominci lo stallo. Non è sempre detto che XFLR5 abbia ragione (in questo caso particolare, se andiamo ad analizzare la famiglia di polari del profilo ci si accorge infatti che tra le polari a Re 20000 e Re 30000 c'è un divario troppo ampio per poter essere colmato bene dall'interpolazione di XFLR5), ma è comunque un indizio. Incidentalmente vale la pena di osservare che, a dispetto di quanto XFLR5 dica, il Blade "vero" non mostra una particolare tendenza allo stallo di estremità (o, almeno, a me non lo ha mai fatto): questo può far sospettare che, come avevo forse detto all'inizio, il profilo di estremità evolva dall'RG 15 7,8% in qualche altro profilo, in grado di generare più portanza a bassi Re. Nota bene: nel caso che XFLR5 non mostrasse subito un grafico simile a quello di figura, si può provare a fare queste operazioni: 1. fare click con il tasto destro nell'area del grafico, selezionare "Graph > Variables" e quindi "Local Lift Coeff." 2. fare click con il tasto destro nell'area del grafico e selezionare "Show All Operating Points" Ultima modifica di frank : 03 maggio 07 alle ore 00:08 |
03 maggio 07, 00:10 | #49 (permalink) Top |
User Data registr.: 04-03-2006 Residenza: Roma
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Dico forse una cretinata, ma per minimizzare la resistenza indotta la distribuzione migliore della portanza non dovrebbe essere ellittica nel senso dell'apertura alare?? Ciao e grazie
__________________ "La teoria è quando si sa tutto e niente funziona. La pratica è quando tutto funziona e nessuno sa il perché. Noi abbiamo messo insieme la teoria e la pratica: non c'è niente che funzioni... e nessuno sa il perché!" A.Einstein |
03 maggio 07, 00:18 | #50 (permalink) Top | |
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