26 gennaio 22, 13:51 | #111 (permalink) Top |
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Breve aggiornamento. Dopo varie indecisioni ho scelto i servocomandi che installerò sul Flying Boot. Per gli elevoni interni userò una coppia di Futaba S3150 che mi erano stati regalati da un amico vari anni fa. Sono mini-servi digitali da 23 grammi e 3,7Kg/cm. Per gli elevoni esterni e per il direzionale ho acquistato tre Savox SH-0254 sempre mini digitali da 3,9 Kg/cm. Montare dei servocomandi in un modello in polistirolo in modo che siano facilmente smontabili è sempre una grana. Come in altri miei modelli ho prima realizzato delle flange in vetronite da 1 mm. con la CNC dell’amico Fausto. A ogni flangia verrà fissato il servocomando con biadesivo PowerBond per esterni. Poi la flangia verrà avvitata a due supporti in legno incollati all’estruso. Per ottenere dei pozzetti ben fatti ho scavato l’estruso con il Dremel aiutandomi con una dima in legno. Le foto chiariscono la faccenda: Alla prossima. ettore |
03 febbraio 22, 11:11 | #112 (permalink) Top |
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Aggiornamento. La prova in acqua dei due galleggianti ha dato esito positivo. Solo in uno di essi, dopo parecchio tempo, entrava una quantità infinitesimale d’acqua. Quindi dopo ulteriore sigillatura interna con silicone ho incollato la parte superiore. Ora i galleggianti vanno solo verniciati. Nelle foto si vedono bene le famigerate FLANGE di supporto, vale a dire i 4 pannelli in compensato da 3 mm. che permettono di alzare l’ala dall’acqua. La robustezza di queste flange è fondamentale e quindi ho pensato di fibrarle con tessuto di vetro da 40gr./mq.. Deciderò in seguito se aggiungere alcuni montanti in carbonio o alluminio per rendere il tutto ancora più rigido, ma non credo siano necessari. Il mio modello, se osservato frontalmente, ricorda (lontanamente) il leggendario Ekranoplano Bartini-Beriev VVA-14: Alla prossima. ettore |
15 marzo 22, 11:38 | #113 (permalink) Top |
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Durante tutto il mese di febbraio ho lavorato quasi giornalmente sul Flying Boot (per precisione si tratta di 64 ore) e al momento ho raggiunto il “punto di saturazione”. Perciò questo è l’ultimo modello che costruirò partendo da zero. Scavare i pozzetti dei servi, mettere le cerniere, creare i rinvii e verificare le squadrette in vetronite è stato abbastanza semplice ma la fase più stressante è stata la fibratura dei sei pannelli alari e delle superfici mobili. Prima di applicare resina e tessuto è indispensabile eliminare tutti i graffi e i piccoli danni che subisce l’estruso durante il lavoro e per fare questo bisogna usare stucco leggero e carta abrasiva fine. L’applicazione del tessuto di vetro da 49 g./mq. viene fatta con resina epoxy da 240 minuti (bastano 1,5 grammi per dmq), distribuita con una vecchia carta di credito. Un trucchetto interessante consiste nell’usare del nylon trasparente (non pellicola Domopak perché questa crea delle brutte grinze) applicato sul tessuto di vetro appena resinato, cercando di eliminare ogni bolla d’aria. Dopo circa 24 ore, togliendo il nylon, si otterrà una superficie perfettamente liscia e lucida. Ho poi trovato un fondo spray bianco per polistirolo che, applicato sulla fibratura, permette di preparare la superficie dei vari pezzi per la verniciatura finale. Appena la temperatura salirà inizierò la verniciatura delle varie parti; ho in mente una colorazione in giallo e rosso che ricorda uno degli idrovolanti più conosciuti, il famigerato Canadair CL-215. Negli ultimi giorni ho terminato la deriva, sempre tagliata con filo a caldo dall’amico Adelio. Nella parte inferiore della prima foto si vede la centina di base alla quale sono avvitati due tondini in legno, indispensabili per aumentare la superficie di incollaggio e rendere più robusto tutto il pezzo che verrà fissato al pianale centrale con 4 dadi a griffa. La mia speranza è che il direzionale, investito dall’aria della ventola, riesca a far girare il modello in acqua. Diversamente si renderà necessaria una pinna immersa….che mi auguro di non dover aggiungere. Alla prossima. ettore |
26 marzo 22, 15:14 | #114 (permalink) Top |
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Corrado ha realizzato con la sua stampante 3D l’involucro della ventola con relativo supporto. Il risultato è veramente ottimo ed è esattamente come lo avevo in mente. La ventola FMS da 70 mm. pesa 263 grammi, la carenatura 116 g., il condotto di entrata 42 g. e il supporto 87g. In totale la motorizzazione pesa 508 grammi e una volta montata rende il modello piuttosto sbilanciato in avanti. Pensavo che per ottenere il corretto bilanciamento bastasse spostare indietro la batteria…..ma sfiga vuole che ci sia il primo tubo di carbonio!! A questo punto ho solo 2 possibilità: aggiungere peso in coda oppure mettere in serie due lipo da 3 celle non più alte di 24 mm., da posizionare sotto il tubo in carbonio. Sabato scorso abbiamo misurato al banco la trazione statica della ventola, alimentata da una batteria Li-Po a 6 celle. Purtroppo il risultato non è il massimo in quanto invece dei 2,7 Kg. dichiarati dal costruttore, si ottengono a malapena 2,36 Kg. Brutte notizie anche per quello che riguarda l’assorbimento: ben 71A. Questo è il video della prova di sabato scorso: Se non altro la potenza disponibile è adeguata dato che si parla di oltre 1.500W totali che per un modello di circa 3,8 Kg. equivalgono a 394W per Kg.. Per ora l’unica speranza è che con l’aggiunta del cono di uscita le prestazioni aumentino un po’ in quanto montare un’altra ventola da 80 mm. renderebbe il modello ancora più pesante e difficile da bilanciare. A breve inizierò la verniciatura. Ettore |
26 marzo 22, 19:52 | #115 (permalink) Top |
Gran Decapo Data registr.: 18-03-2007
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Il cono di uscita cambia solamente la velocità di efflusso e quindi la velocità raggiungibile in volo. Grossomodo, al netto di altri parametri, molta riduzione più velocità, poca riduzione più spinta statica. Hai provato a modificare la bocca di ingresso sagomandola con grande raccordo come si vede ora su quasi tutte le ventole ? Dovrebbe favorire l'aumento della spinta statica. |
26 marzo 22, 20:18 | #116 (permalink) Top |
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Grazie Beppe. Conosco tutta la questione del condotto d'ingresso e di uscita, non solo per aver letto il libro di Ginestri ma per aver letto tanti articoli in rete. Nonostante tutto rimango scettico. Un gran lavoro per ottenere al massimo qualche decina di grammi di spinta in più. E' vero che riducendo la famigerata FSA (Fan Sweep Area) si ottiene una maggior velocità di uscita dell'aria.....ma a me serve?? Trattandosi di idrovolante direi che la spinta statica nei primi momenti del decollo è più importante. Comunque sia credo che sia inutile "cavar sangue dalle rape" .....in altre parole una ventolina da 70mm. non può fare miracoli a prescindere da coni, condotti e altre diavolerie. Unica nota positiva è il basso carico alare che si spera corrisponda a una velocità di stallo altrettanto bassa. e |
12 aprile 22, 15:40 | #117 (permalink) Top |
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Lo Scarpone Volante non è ancora finito ma non manca molto. La verniciatura è venuta abbastanza bene anche se il giallo e il rosso caratteristici del Canadair, rendono il mio modello un po’ “giocattoloso”……direi molto adatto a una giostra per i bimbi. “Bambino ….prendi il codino…..!!!” La deriva e il direzionale patriottico non sono male e sono molto curioso di vedere se il modello potrà essere direzionato in acqua autonomamente. Al momento mancano ancora alcune cose: - Finire la verniciatura dei galleggianti - Il cono della ventola - Fissaggio di battere, ricevente e regolatore - Eventuali winglets esterne - Regolazione servi, corse, expo Il primo test sarà quello di galleggiamento. In pratica si tratterà di vedere se i galleggianti riusciranno a sostenere il modello senza affondare troppo. Se il galleggiamento sarà accettabile proverò a verificare 2 cose: 1) Possibilità di riportare il modello a riva autonomamente con la ventola che spinge aria sul direzionale. 2) Verificare l’effetto picchiante della ventola e capire se il modello riesca a prendere velocità. La seconda prova sarà il collaudo vero e proprio su terra. Verranno quindi tolti i galleggianti, installate 4 ruote da 114 e 127 mm. di diametro. Il collaudo permetterà di capire se la ventola consente di far volare il modello decentemente e se il centro di gravità è corretto. La terza prova, alla quale credo proprio di non riuscire ad arrivare , sarà il decollo dall’acqua e l’ammaraggio. Alla prossima. ettore |
03 maggio 22, 22:22 | #118 (permalink) Top | |
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Inviato dal mio Redmi Note 9 Pro utilizzando Tapatalk Ultima modifica di double68 : 03 maggio 22 alle ore 22:25 | |
04 maggio 22, 15:00 | #120 (permalink) Top | |
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In ogni modo il modello con batteria a 6 celle lipo da 3.300 MAH. (500 grammi) e galleggianti, pesa 3.980 grammi, valore che corrisponde a un carico alare di 57 g./dmq. (qualcosa meno installando le ruote che pesano circa 150 grammi in meno rispetto ai galleggianti). Un carico alare sotto ai 60 gr./dmq. è sicuramente un dato positivo e nonostante le scarse prestazioni della ventola (2,4 Kg. di spinta), è probabile che il modello voli decentemente. In attesa della prova di galleggiamento, ho cercato di calcolare in maniera il più possibile precisa il volume dei galleggianti che risulta essere di 3.929 centimetri cubi ciascuno. Il fatto che i galleggianti riescano a ricevere una spinta verso l’alto (…lo dice in nostro amico Archimede….) di 7,8 Kg. potrebbe rassicurare ma sappiamo che il galleggiante NON deve essere immerso ma deve rimanere abbastanza fuori dall’acqua. Nel mio caso temo che la linea di galleggiamento sarà a circa la metà del galleggiante…….che purtroppo non è il massimo. A breve metteremo lo Scarpone in acqua e faremo sicuramente un video…..qualsiasi cosa succeda. ettore | |
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