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Vecchio 15 settembre 08, 14:08   #1 (permalink)  Top
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Teoria e pratica dei micro-modelli

Allora, apro questo thread per cercare di capire io per primo e se possibile sfatare un pò di leggende metropolitane sui mini/micro.

E' da quando sono iscritto che mi sento dire che più son piccoli e più son rognosi.

Ma in concreto, in cosa e perchè esattamente sono più rognosi ?

La mia esperienza, coi balsetta anni fa e con gli RC oggi, è che la storia sia una grandissima bufala.

Io posso solo dire che:

1) devono essere realizzati con precisione, in questo senso posso capire che siano più difficili, nel senso che perdonano meno gli errori progettuali / costruttivi

2) spariscono rapidamente alla vista, di conseguenza hanno un raggio d'azione limitato e quindi una velocità apparente superiore a quella dei fratelli più grandi, cosa che necessità di una certa reattività del pilota

3) non è vero che sono sensibili al vento più dei fratelloni, dipende essenzialmente dal progetto. Ho un modello che è una piuma, e lo uso per "tastare" il vento.

Dal punto di vista teorico/areodinamico so che a corde corte corrisponde velocità di stallo molto più bassa, ma in concreto ho visto che lo stesso profilo passando da 205 mm a 130 mm si comporta esattamente nello stesso modo (almeno per quello che ne capisco io)

Quali altre argomentazioni areodinamiche vi sono a sostegno della tesi che piccolo = rogne ?

In conclusione. Vogliamo farci quattro chiacchiere con qualche argomentazione tecnica un pò seria ?
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Vecchio 15 settembre 08, 16:27   #2 (permalink)  Top
RuPa
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Allora, apro questo thread per cercare di capire io per primo e se possibile sfatare un pò di leggende metropolitane sui mini/micro.

E' da quando sono iscritto che mi sento dire che più son piccoli e più son rognosi.

Ma in concreto, in cosa e perchè esattamente sono più rognosi ?

La mia esperienza, coi balsetta anni fa e con gli RC oggi, è che la storia sia una grandissima bufala.

Io posso solo dire che:

1) devono essere realizzati con precisione, in questo senso posso capire che siano più difficili, nel senso che perdonano meno gli errori progettuali / costruttivi

2) spariscono rapidamente alla vista, di conseguenza hanno un raggio d'azione limitato e quindi una velocità apparente superiore a quella dei fratelli più grandi, cosa che necessità di una certa reattività del pilota

3) non è vero che sono sensibili al vento più dei fratelloni, dipende essenzialmente dal progetto. Ho un modello che è una piuma, e lo uso per "tastare" il vento.

Dal punto di vista teorico/areodinamico so che a corde corte corrisponde velocità di stallo molto più bassa, ma in concreto ho visto che lo stesso profilo passando da 205 mm a 130 mm si comporta esattamente nello stesso modo (almeno per quello che ne capisco io)

Quali altre argomentazioni areodinamiche vi sono a sostegno della tesi che piccolo = rogne ?

In conclusione. Vogliamo farci quattro chiacchiere con qualche argomentazione tecnica un pò seria ?
1) il ragionamento non fa una grinza. se sbaglio di 5mm il posizionamento del baricentro su un'ala di 30cm di corda questo é un'errore del 1.6%
Se faccio lo stesso errore su una corda da 10cm l'errore é del 5% ... e fai un buco per terra.

2) e qui non ci sono scuse ... se chi pilota é agile come un gatto di marmo il modello é pressoche distrutto.

3) il carico alare ti dice nulla? Ho un P40 da ca 90cm di Aa che pesa oltre il kilo, ha un carico alare da paura, fa fatica a decollare mentre in atterraggio il più delle volte va "in schiena" appena tocca le ruote ... ma in volo anche con del vento é stabile come una roccia. Per contro il tafano da 150cm del peso di 2kg il vento lo sente moderatamente. Lo spit e il bf109 elettrici con il vento in virata devo contrastare dalla parte opposta con gli alettoni, se no "girano sotto". Con il tigermoth (biplano elettrico da 100cm di circa 800-900g) con il vento sul muso, per virare non bastano gli alettoni, devo dare pure timone per impostare la virata.
Ne deduco che la sensibilità al vento é strettamente correllata al carico alare ... il quale é in stretta correlazione con l'apertura alare. Un modello da 90cm con un carico di 80g/dm2 é molto più caricato aerodinamicamente che un modello di 2300cm con lo stesso carico alare.
Spero di essermi spiegato

4) hai dimenticato dal discorso il signor Reinolds.
Allego questo grafichino dlle polari del profilo di default fatto con il programma Profili2 scaricato ma non registrato.
Il profilo é un 12%Joukowski le polari sono calcolate per un'altitudine di 100m, velocità 36km/h e per una corda alare di 10cm in giallo (68000) 20cm in rosso (136000) e 30cm in nero (204000).
Io nella mia ignoranza non mi azzardo a fare supposizioni, ma mi piacerebbe sapere da chi ne sa di più cosa voglia dire quella evidente rientranza che si forma con il numero di Reinolds più basso.

ciao
Ruggero"

Ultima modifica di RuPa : 02 aprile 09 alle ore 08:50
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Vecchio 15 settembre 08, 16:48   #3 (permalink)  Top
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Originalmente inviato da paologiusy Visualizza messaggio
Allora, apro questo thread per cercare di capire io per primo e se possibile sfatare un pò di leggende metropolitane sui mini/micro.

E' da quando sono iscritto che mi sento dire che più son piccoli e più son rognosi.

Ma in concreto, in cosa e perchè esattamente sono più rognosi ?

La mia esperienza, coi balsetta anni fa e con gli RC oggi, è che la storia sia una grandissima bufala.

Io posso solo dire che:

1) devono essere realizzati con precisione, in questo senso posso capire che siano più difficili, nel senso che perdonano meno gli errori progettuali / costruttivi

Se così fosse, non si spiega come mai volano i miei che sono fatti col cu

2) spariscono rapidamente alla vista, di conseguenza hanno un raggio d'azione limitato e quindi una velocità apparente superiore a quella dei fratelli più grandi, cosa che necessità di una certa reattività del pilota

boh, di solito non sono esattamente dei fulmini lubrificati... T'assicuro che un Funjet da 80 cm sparisce moolto prima di un micro da 50 cm

3) non è vero che sono sensibili al vento più dei fratelloni, dipende essenzialmente dal progetto. Ho un modello che è una piuma, e lo uso per "tastare" il vento.

dipende dal vento... ieri volai col Pond Baby con un vento della miseria, e controvento non riuscivo a tornare: pareva avvitato nel cielo!

Dal punto di vista teorico/areodinamico so che a corde corte corrisponde velocità di stallo molto più bassa, ma in concreto ho visto che lo stesso profilo passando da 205 mm a 130 mm si comporta esattamente nello stesso modo (almeno per quello che ne capisco io)

Quali altre argomentazioni areodinamiche vi sono a sostegno della tesi che piccolo = rogne ?

direi che il grosso dei problemi di un aereo piccolo è la massa molto scarsa che lo mette in balia di ogni alito di vento... e per di più, visto che loro sono piccoli ma più di tanto servi, radio e batteria piccoli non possono essere, sono un pò più caricati dei normali parkflyer attorno al metro.

In conclusione. Vogliamo farci quattro chiacchiere con qualche argomentazione tecnica un pò seria ?
questo è quanto ho notato io. Comunque, i micro sono indistruttibili, pigliano botte che manderebbero in briciole un aereo "normale" senza fare un plissé.
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Vecchio 15 settembre 08, 17:03   #4 (permalink)  Top
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Quto in toto RuPa e il Masali
ma.. nessuno dei due dice che:
un micromodello è un punto di arrivo e non di partenza.
Almeno per chi i pollici deve farseli (vero paolo?)
Unica scusante: la mancanza di spazio per costruire.
Per mancanza di spazio per volare non ci son scuse, i campi di volo esistono e la compagnia che ci si trova è generalmente gioviale, socievole ed aiuta nella "crescita" dell' aeromodellista.

OT: Noto sempre più spesso nel forum di gente che pilota in Mode sempre più fantasiosi, con gas e direzionale messi dove gli è capitato di metterli la prima volta. Un altro handicap che generalmente si trascinano dietro i volatori solitari. Precludendosi la possibilità di un aiuto concreto da parte di chi magari ne sa un pò di più.

Robbè
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Vecchio 15 settembre 08, 17:43   #5 (permalink)  Top
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Quto in toto RuPa e il Masali
ma.. nessuno dei due dice che:
un micromodello è un punto di arrivo e non di partenza.
Almeno per chi i pollici deve farseli (vero paolo?)
Robbè
concordo sulla prima parte ... per il resto ho personalmente assodato che:
"... come ho detto più volte, non me ne frega nulla di saper volare" [cit Paologiusy tratta da: http://www.baronerosso.it/forum/1111381-post67.html]


ciao
Ruggero"
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Vecchio 15 settembre 08, 17:52   #6 (permalink)  Top
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Io nella mia ignoranza non mi azzardo a fare supposizioni, ma mi piacerebbe sapere da chi ne sa di più cosa voglia dire quella evidente rientranza che si forma con il numero di Reinolds più basso.
E' una bo... oh no, stavo per ricascarci e fare della inutile teoria.
E' una boiata.
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Vecchio 15 settembre 08, 19:15   #7 (permalink)  Top
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E' una bo...
........lla di separazione.


ecco qui, senza formule, ovvero adatta a dei pirati della matematica come il sottoscritto. Progetto Termofluidodinamica
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Vecchio 15 settembre 08, 19:25   #8 (permalink)  Top
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questo è quanto ho notato io. Comunque, i micro sono indistruttibili, pigliano botte che manderebbero in briciole un aereo "normale" senza fare un plissé.
Sulla questione robustezza il fatto che citi è dovuto alla minore energia cinetica accumulata in rapporto al loro dimensionamento strutturale. Utilizzando gli stessi materiali dei fratelli maggiori "sembrano" più robusti, ma in realtà lo sono solo in proporzione alla scala.

Sul fatto della sensibilità al vento, non sono convinto che siano in balia di ogni alito come sostieni. Come ho detto ho un modello molto poco caricato che uso da "tester" proprio per il vento. Ti ricorderai che l'ho fatto volare a Roma, e certo, faceva fatica, ma il vento lo reggeva senza scomporsi in modo incontrollabile. Lo regge ad esempio molto meglio di quel foxino cinese da 1,5 metri, che pure ha un carico alare ben superiore. Intendo dire: quello che ho notato io è che un modello progettato per essere stabile lo è anche in presenza di vento, al contrario un modello meno stabile, anche se più caricato, il vento potrebbe non reggerlo per nulla, non so se mi spiego.
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....
un micromodello è un punto di arrivo e non di partenza.
......
Premesso che non vorrei personalizzare troppo questo thread, credo di poter sostenere che non sono sicuramente arrivato, in termini nè di costruzione nè di pilotaggio al punto di arrivo cui ti riferisci, ma sono sicuramente arrivato a saper distinguere se un modello vola male per colpa mia o perchè male progettato/realizzato.

Tant'è che il modello dello scandalo, al primo collaudo, si è rivelato rognoso sì, ma non, come si crede, perchè piccolo, ma perchè equipaggiato di servocomandi con ritorno a zero inesistente. Di questo fatto me ne sono reso conto al primo volo, e già con il secondo volo il problema era risolto.

Se fossi proprio inabile avrei dato la colpa al fatto che piccolo = rognoso e avrei lasciato perdere.

L'apertura di questo thread è solo una ricerca di conferma a questa mia sensazione: i piccoli son rognosi, ma per chi non sa o non riesce a costruirli e pilotarli, oppure c'è qualche altra cosa ?
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Vecchio 15 settembre 08, 20:37   #10 (permalink)  Top
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cut cut cut

L'apertura di questo thread è solo una ricerca di conferma a questa mia sensazione: i piccoli son rognosi, ma per chi non sa o non riesce a costruirli e pilotarli, oppure c'è qualche altra cosa ?
Considerate le potenze specifiche in gioco dire i senza dubbio che i piccoli son rognosi per chi non sa pilotarli. Le cd. "dita a tazza" non aiutano un volo già di suo critico per fattori quali vento, visibilità, sensibilità.
Un dito allenato ed una potenza sproporzionata rendono volabile anche un microbo. Se il dito non è allenato la potenza ti si ritorce contro ed il patatrac è sicuro.

riguardo la costruzione è da vedere.. se il disegno è preciso e lo fai milel volte finchè viene preciso.. addà vola comunque!


Robbè
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