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18 febbraio 21, 19:59 | #11 (permalink) Top |
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Interessante il peso, però che diametro hanno?
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18 febbraio 21, 23:15 | #12 (permalink) Top |
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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| Trovare una termica durante la prima salita in Autonomy F5J
Tecnica di volo in gara continua dal post: https://www.baronerosso.it/forum/aer...ml#post5219224 Qui di seguito provo a raccontare quella che può essere una delle tecniche per cercare di agganciare qualcosa con la prima salita. A seguito dell’esame svolto tra la fine del volo precedente e della rapida osservazione da terra prima del lancio, occorre partire senza aspettare troppo perché le termiche sono cicliche, talvolta pulsanti e spesso scarrocciano: quindi più aspettiamo a rilanciare e meno le informazioni acquisite nel corso del volo precedente saranno attendibili, specie se segnalavano del “buono”. Quindi , se si era individuata una zona di ascendenza prima dell’atterraggio, di solito si parte dritti, a full power o quasi, per raggiungerla rapidamente, specie se è lontana. Normalmente salgo almeno a circa 20 metri e poi volo il più livellato possibile. All’approssimarsi della zona ”interessante”, possibilmente arrivandole da sopravento, di solito riduco la potenza in modo da avere una salita molto lenta e uniforme senza toccare i comandi (di questo si approfondirà nella parte dedicata al set up del modello e alla sua capacità di segnalare la termica). In questo modo, se sarò a motore acceso ancora in prossimità della termica avrò modo non solo di farmela indicare, ma anche di non “salire troppo” all’inizio. Occorre ricordare che il fw Autonomy è dotato di funzione antizoom, quindi la quota motore registrata sarà la maggiore tra lo spegnimento del motore e i 10 secondi successivi. Pertanto, individuata la zona buona, spengo il motore, cerco di tenere livellato il modello magari lasciandolo accelerare senza salire e incomincio a girare largo vedendo cosa mi segnala per poi stringere il core appena riesco ad individuarlo. Se invece la zona buona si trova vicina, parto a mezzo gas con una salita di circa 2 m/s e, al minimo accenno di termica, spengo. Con una salita lenta la zoomata entrando in termica sarà minima e costerà pochi metri di quota logger. Se non ho segnali chiari di ascendenza nel corso della salita, in una giornata particolarmente buona cerco di fare la prima ricerca tra i 20 e i 30 metri di quota; in una giornata debole, invece, di solito salgo tra 30 e 40 metri. In caso di condizioni ventate e di discendenza diffusa normalmente sposto la soglia minima della prima salita verso l’alto (circa 50 metri) perché, a mio parere, la turbolenza vicino al terreno di solito è tale da rendere estremamente difficile l’aggancio a quote basse. Il bello della Autonomy F5J è proprio questo: si possono fare supposizioni e scommesse riguardo dove troveremo la termica per salire e, in caso di insuccesso, non si compromette il volo, ma con una breve riattaccata quasi in piano si può cambiare zona di volo facilmente. Naturalmente conviene sbagliare poco, ma l’errore non è “troppo punitivo” e, nella media dei voli, può essere ammortizzato. Quindi ognuno si può calibrare il livello di azzardo nella ricerca bassa come preferisce. Inoltre di volo in volo, in base alla conoscenza acquisita del campo e del modo di sganciare le termiche, si affineranno poco alla volta la quota di spegnimento e le zone di ricerca. Andare troppo bassi rende più difficile trovare qualcosa, ma anche salire troppo non aiuta a capire i segnali del modello: quote tra i 20 e i 40 metri di solito sono buone per vedere bene e avere riferimenti per comprendere i segnali di possibili termiche. Tutto questo riassunto in poche parole è: - Sali non troppo alto e poi vola con meno potenza quasi livellato verso la zona buona: al primo accenno consistente, spegni. - Se è andata male, non aspettare di essere a terra per riattaccare, ma spostati un po’ salendo piano così. Mentre ti sposti e sali, cerchi qualcos’altro e non andando a razzo hai possibilità di accorgertene. - Se è grama, insistere bassi di solito non paga: alzi un po’ tutte le quote, fai la prima parte di salita veloce per risparmiare tempo motore e ricerchi nel solito modo già detto. - Una messa a punto del modello che salga a motore con traiettoria rettilinea e angolo costante aiuta molto a capire l’aria che lo circonda. Come si vede, alla fine sono pochi concetti abbastanza semplici. To be continued… alla prossima puntata per qualche dettaglio sulle modalità di riattaccata/ricerca in caso di primo tentativo infruttuoso. p.s. Se ci fossero domande... sembrerebbe meno un monologo
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20 febbraio 21, 13:34 | #13 (permalink) Top |
User Data registr.: 02-01-2004 Residenza: Vicino a Saronno
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Il thread si fa molto interessante. Dopo il ripasso dell'articolo della vecchia poiana e soprattutto dei post di Claudio mi rendo conto che ci sono già ottimi spunti per adeguare già nei voletti della domenica il modo di volare in modo da abituarsi a queste modalità anche se non si è in gara. Per quanto mi riguarda rilevo che difficilmente decido di spostarmi livellato per cercare aria buona mentre spesso rimango a girellare in zona sperando di agganciare qualcosa... e a volte trovo... ma evidentemente per un colpo di fortuna (il famoso fattore C) Farò tesoro anche del suggerimento di dosare il motore per spostarsi livellato veloce e ridurre in prossimità dell'area di ricerca per consentire al modello di evidenziare aria buona. Forse qualcuno sorriderà considerando queste cose ovvie e scontate... ma così non è... almeno per me Inviato dal mio SM-A605FN utilizzando Tapatalk |
20 febbraio 21, 14:16 | #14 (permalink) Top |
User Data registr.: 13-06-2009 Residenza: In Volo
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Quando partecipo alle gare io resto sempre stupito di quanto in basso riuscite ad agganciare, guardo sempre il gruppo dei favoriti ed in giornate medie quasi sempre agganciano un volo dopo l’atto attorno i 30 metri cosa per me molto molto difficile. Infatti se faccio la media dei mie voli esce qualcosa come 100m a volo (vergognoso)
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23 febbraio 21, 19:17 | #15 (permalink) Top |
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Ciao Sono Thomas, da parecchi hanno sono affetto dalla malattia del volo in termica: 1) il mio modello funziona “meccanicamente” in modo corretto e i comandi azzerano bene? - SI 2) il centraggio e la messa a punto sono ottimizzati? CI STO LAVORANDO DA ANNI 3) la risposta ai comandi è quella che vorremmo? NON SEMPRE 4) quando il modello incontra una termica, la evidenzia e come? SI AGITA MENO DI ME 5) quando il modello è lontano, riusciamo a tenerlo in assetto al meglio? DIPENDE DAL SET UP 6) se volessi migliorare il mio modello, che cosa vorrei ottimizzare? ME LO CHIEDO DA ANNI E per il pilota : 1) sono in grado di centrare il modello e regolarlo? SI E NO 2) se ho problemi al punto 1, ho qualcuno che mi aiuti? Posso trovarlo? SI 3) riesco a mantenere il modello in volo senza “sprecare”? OGNI TANTO SI 4) sul campo, riesco a immaginarmi la termica, il suo punto di stacco, lo scarroccio probabile? NON SEMPRE MA STO IMPARANDO 5) se non riesco a salire è perché non trovo la termica o perché non riesco a starci dentro? ENTRAMBE 6) se sono in termica, salgo come gli altri, di più o di meno e capisco dove eccello e dove sbaglio? OGNI TANTO 7) esaminando il volo e poi le loggerate, mi rendo conto di quando salgo in maniera migliore o peggiore? STO INIZIANDO A STUDIARE
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24 febbraio 21, 19:40 | #16 (permalink) Top |
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Ciao Thomas, se tu rispondi cosi e sei il pilota con il maggiore punteggio della categoria con un modello preparato da tuo papà la sera prima io cosa devo dire ? Oppure vuoi dici che e tutto solo fattore C...
__________________ W la Valchiavenna |
24 febbraio 21, 22:31 | #17 (permalink) Top | |
User Data registr.: 02-01-2004 Residenza: Vicino a Saronno
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| Citazione:
Sarebbe però fantastico se, usando questo thread, coloro che hanno più esperienza potessero dare qualche suggerimento, contributo o magari confronto sulle aree che vengono più spesso evidenziate come critiche (anche senza avere la pretesa di essere esaustivi. Ciò sarebbe veramente utile e forse si smetterebbe di parlare esclusivamente di modelli, di tecniche costruttive, di miscelazioni radio ecc. affrontando una volta tanto i temi relativi al pilotaggio, alla lettura dell'aria, al setup, ecc. che sono forse i maggiori driver di un miglioramento delle prestazioni del nostro fantastico volo in termica. Luciano | |
25 febbraio 21, 02:40 | #18 (permalink) Top | |
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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| Autonomy F5J: opzioni nel caso di "non aggancio" dopo prima salita Citazione:
Infatti cerco di scrivere queste note in prima persona in base alla mia esperienza, ma non ci sono certamente tattiche univoche per "termicare" e sono certo che si possa approcciare il problema in modo diverso. Riprendendo il discorso lasciato in sospeso qui: https://www.baronerosso.it/forum/aer...ml#post5219481 Provo ora ad esaminare cosa fare nel caso in cui la nostra prima salita e relativa ricerca non abbia dato i frutti sperati. In caso di mancato aggancio a inizio volo, non aspetto quasi mai che il modello sia sotto i 15 metri per riattaccare a meno di avere dei chiari segnali di attività termica “bassa” perché ho visto che mediamente è abbastanza improbabile trovare a 10 metri una termica che a 30 non si è vista. Questa e le precedenti indicazioni nascono un po’ dall’esperienza diretta e un po’ dall’esame delle loggerate da cui ho ricavato “a spanne” delle statistiche indicative. Pertanto, quando riaccendo il motore, se ho avuto qualche segnale e penso di non aver centrato la termica che c’è in quella zona, cerco semplicemente riguadagnare un 20-30 metri di quota e riprovarci. Altrimenti, se sono convinto di aver sbagliato la prima scelta, cambio zona e , a meno di aver avuto segnali chiari riguardo dove andare, normalmente le faccio salendo molto piano e con molto spostamento orizzontale, di solito tagliando in diagonale il flusso della brezza per portarmi sopravento (o sottovento) in modo da esplorare più aria "nuova" possibile (sempre in riferimento al Fiume d’aria dell’articolo di cui si parlava all'inizio). Gestione del volo “a motore” La gestione della velocità e del “power” in spostamento, di solito è dettata da alcuni fattori principali da gestire insieme ed è tipica della sola Autonomy F5J che, in quanto categoria F5 “vera”, ha previsto un utilizzo del motore elettrico che può influire sul risultato e sul punteggio finale. Vediamo quali possono essere le modalità e le problematiche da tenere presente nell’uso del motore per le riattaccate. 1) risalita con poco spostamento: se si pensa di essere sotto la bolla termica, conviene risalire rapidamente per non farsela sfuggire con uso del power medio alto (rateo di salita da 3 a 5 m/s) 2) trasferimento esplorativo: di solito lo faccio a potenza medio-bassa, basso o nullo rateo di salita e traiettoria meno disturbata possibile per leggere tutti i segnali che il modello possa fornire riguardo l’aria che sta attraversando 3) trasferimento di ritorno da sottovento o verso una zona determinata: velocità alta, basso o nullo rateo di salita per risparmiare secondi di motore e quota e arrivare a destinazione prima possibile Problematica: farsi bastare per tutta la gara il tempo motore mediante il controllo del logger/cronometro sulla tx. Allo start si hanno a disposizione 1200 metri e 600 secondi; questo significa che con un rateo di salita medio di 2m/s, quota e tempo motore finiranno assieme; settando la salita media a circa 3,5-4 m/s, ne risulta che dei 600 secondi totali, circa 250-300 saranno disponibili per gli spostamenti. Tenendo conto del tempo residuo che andrà gestito nel corso della gara, le velocità di spostamento/riattaccata dovranno chiaramente essere aumentate per non ritrovarsi senza secondi motore e ancora quota disponibile qualora si vedesse ridurre il margine di tempo motore rispetto ai metri ancora disponibili. Per fare un esempio, nel corso della gara leggendo il logger (col bluethoot per il Multi 2 o dal visore per il Multi 3) o un timer preimpostato sulla TX, con la nostra condotta di gara dovremo avere per 800 metri di quota residui almeno 400 secondi e per 400 metri residui, 200 secondi di tempo motore. Se ci si accorge di avere valori di tempo residuo inferiori, significa che o si sale troppo piano o si usa troppo tempo motore per gli spostamenti e quindi occorre usare più potenza per spostarsi o fare salite più rapide per ribilanciare la situazione. Facendo un rapido riassunto, se la prima salita non mi ha permesso di agganciare, che posso fare? 1) Senza aspettare di essere troppo basso, risalgo in zona se penso che ci sia la termica, ma non sia riuscito a "stanarla" 2) Se non so dove andare, cambio zona senza correre troppo, in modo "esplorativo", cercando di attraversare più aria nuova possibile 3) Se so dove andare, mi affretto a farlo finchè ho dei chiari indicatori per centrare la nuova termica risparmiando più tempo motore possibile Nel fare tutto questo, controllo di non consumare troppo tempo motore e di averne abbastanza fino alla fine. Con questo avrei più o meno completato la carrellata di quelle che potrebbero essere le principali problematiche da tener presente per gestire la “ricerca della termica” a terra e nel corso del volo. A questo punto, a meno di domande dedicate ulteriori, nelle prossime puntate passerei ad esaminare gli elementi per centrarla. To be continued
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25 febbraio 21, 09:12 | #19 (permalink) Top | |
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| Citazione:
La "fortuna" ci vuole sempre perche' non siamo delle macchine che non sbagliano mai, anzi spesso siamo noi a fare piu' danni del modello. pero' questa fortuna l ho vista sempra capitare agli stessi e quindi qualche domanda me la sono posta, e quelli bravi riesco molto spesso a mettersi nelle condizioni di volo migliori. Poi sono molto bravi a togliersi dai casini quando sbagliano. il messaggio era volutamente in tono simpatico ma per dire che dopo tanti anni passati a volare in giro per tanti campi contro piloti molto forti, ho capito che nessuno e' mai arrivato. quelli bravi cercano sempre qualcosa in piu', non si smette mai di scoprire cose nuove, l aspetto progettuale e' importante ed avere delle buone basi di teoria aiuta a capire cosa si cerca dal modello. se non so cosa voglio dal modello non potro' mai capire come intervenire su questo, che sia con una modifica di progetto o di set up. Io non so costruire, e non ho tante basi teoriche, ma ho tante basi pratiche che mi danno una mano a sistemare i modelli, poi mi confronto con chi ha piu' idee di me e cerco di trovare una quadra. alla fine pero' quello che fa la differenza nei nostri voli e la fase di ricerca dell aria buona, anche il miglior modello nell aria sbagliata non va. Un buon progetto ti da piu' tempo per ragionare, un buon set up scarica il pilota di lavoro e gli permette di guardarsi in giro e capire cosa fanno gli altri. la strada semplificarsi la vita durante il volo per poter fare meglio
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26 febbraio 21, 01:21 | #20 (permalink) Top | |||
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| Citazione:
Però a questo punto ti faccio delle domande dirette per focalizzare almeno qualche elemento , ad esempio: che cosa vuoi dal tuo modello e cosa fai per ottenerlo? Citazione:
Cosa vuoi che il tuo modello faccia per segnalare una ascendenza? Su cosa intervieni e come regoli il modello per fargli "leggere l'aria" e nel contempo scaricare il pilota dal lavoro dato che queste 2 esigenze sono talvolta contrastanti? Poi, collegandosi anche al punto successivo, scrivi che mentre piloti, ti guardi in giro per avere una visione d'insieme: come fai per pilotare e guardare anche da altre parti? Ci sono sistemi/piccole astuzie di qualche tipo da consigliare? Citazione:
Come scegli una zona rispetto a un'altra? Riesci forse a "vedere" le termiche in qualche modo? In base a cosa decidi se e come modificare il "giro" in fase di ricerca/centraggio della termica? A te il campo.... e la palla
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