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06 febbraio 20, 20:26 | #1 (permalink) Top |
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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| AGO 20: una evoluzione del 18 per la stagione Autonomy F5J 2020
Anno nuovo, modello nuovo ma non troppo. Se nella fine del 2017 abbiamo sviluppato e poi nel 2018 realizzato l’AGO 18 (https://www.baronerosso.it/forum/aer...onomy-f5j.html), nel 2019, non avendo idee ben chiare per fare miglioramenti su un nuovo modello, abbiamo provato a testare a fondo la base che avevamo per trovare nuove soluzioni e fare verifiche per individuare qualche ottimizzazione. Da una parte si è andati ad indagare le forme delle fusoliere con vari esperimenti per comprendere quanto l’ala influisse sul flusso a monte e valle, dall’altra parte ho fatto prove con il “riserva Serghey” dotato di flap che, al prezzo di qualche complicazione di pilotaggio e messa a punto, sembravano offrire interessanti spunti di manovrabilità a bassa velocità per centrare le termiche in spazi ridotti. Nel contempo lo sviluppo del Picares Autonomy ha consolidato in me l’idea che l’allungamento non è detto che “giochi” a favore” nei nostri modelli da 3 metri artigianali sia dal punto di vista prestazionale sia per quanto riguarda la visibilità in distanza che, almeno con la mia vista ce non è certo da aquila, spesso gioca un ruolo determinante per trovare e centrare una termica difficile. Nel contempo mi ha “aperto il mondo” di che cosa potrebbe permettere una realizzazione con fresa/taglio laser in termini di risparmio di tempo e ripetibilità del modello. Quindi, da questo mix di idee è nato il nuovo AGO 20. La fusoliera, di cui si sono anticipate già delle immagini nell'altra topic, è figlia dei test fatti lo scorso anno con i rilevatori di angolo di flusso per le forme generali. vedi: https://www.baronerosso.it/forum/aer...ml#post5132879 Ed è quindi nata con il “naso basso” di qualche grado e una forma ovoidale per ridurre l’effetto del flusso fuori asse Dal disegno di Serghey del 2017 Alle prime bozze del design attuale qui confrontate con l'AGO 18 Poi, grazie alla collaborazione dell'amico Stefano, si è passati ai modelli 3D per guardarla meglio. Oltre alla forma diversa, per comodità di cambio rapido batterie e, ora che ci sono i multi 3 con il visore, anche di rapida lettura logger, ha una capottina. La sezione laterale anteriore all’ala è cresciuta leggermente nella speranza di migliorare la già buona efficacia del direzionale e la tenuta in spirale. Dai disegni derivati dal mio modello del 2017 alla realizzazione dello stampo ci è voluto un po’, ma qui si vede il confronto con l’attuale dell’AGO 18, cioè il solito ed efficace pod Art Hobby. Fatto lo stampo, mi sono laminato il primo esemplare di test usando quello che avevo in casa. Poi, grazie all’interessamento di Rover, si è attivata una simpatica collaborazione con Maurizio Cangini che ha sopperito al mio scarsissimo tempo libero: ora abbiamo anche le prime fusoliere nuove in vetro carbonio e Kevlar carbonio fatte da una mano sicuramente più esperta ed allenata della mia. Qui la versione Kevlar carbonio che mi arriverà a giorni. Per l’ala non ci sono grosse novità, profilo e pianta cambiano ben poco, ma c’è stato qualche affinamento di materiali e tecnica costruttiva… ma questo, alla prossima puntata.
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20 febbraio 20, 00:36 | #4 (permalink) Top | ||
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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| Ala AGO 20 I profili di ali e timoni sono gli stessi dell'AGO 18. Il tratto centrale ha il solito profilo mix tra S4082 e AG25 fatto da Eugenio e l'estremità ha quel profilo che evolve in un S4082 puro, mentre la tip è tutta S4082 I motivi erano stati spiegati qui, nella vecchia topic dell'AGO18 Citazione:
qui il raffronto diretto tra il profilo S4082 +AG25 "mixato" e quello S4082 Puro Citazione:
La geometria di centrale ed estremità è inalterata in modo da sfruttare le controsagome di estruso per incollare i Dbox alle centine: volevo dare 2 cm di corda in più all'estremità, ma poi la pigrizia ha prevalso. La tip è cambiata, nel senso che sarà con una corda maggiore in estremità e anche con una lieve svergolatura negativa (l'ala del 18 è totalmente priva di svergolature) o con un Gurney flap a seconda di come andranno le prossime prove sull'AGO18. La novità delle geometrie sarà nei diedri, che verranno leggermente ridotti e nella corda degli alettoni che verrà aumentata considerevolmente (circa 33%). Gli alettoni continueranno ad avere funzione di freno con deflessione di 75 gradi verso l'alto. In via sperimentale, sul tratto centrale verrà introdotto un flap al 33% della corda che non servirà da aerofreno, ma per lo più da profilo variabile da usare prevalentemente accoppiato con il profondità. Ho fatto un po' di test con il riserva che è decisamente più carico e con un profilo meno curvo e ho visto che, affinando un po' il pilotaggio col flap, riuscivo a girare quasi come con l'AGO 18: quindi mi auguro che unendo le due cose possa termicare come i modelli ultralight che stanno arrivando, ma con un range di velocità utile più esteso e una migliore conservazione dell'energia nel "giro". La motivazione di queste modifiche è quindi legata alla ricerca di una maggiore manovrabilità anche alle velocità più basse. Daltronde la "caduta minima" registrata è attorno a 0,28 e non saprei bene cosa andare a cercare di meglio pur conservando un range di velocità esteso come l'attuale. Il flap darà un aggravio di peso di almeno 35 grammi che spero di recuperare almeno in parte dai nuovi Dbox più leggeri che sto cercando di laminare e con un risparmio nella fusoliera. Quindi l'obbiettivo finale rimane di fare un modello da meno di 950 grammi con 64,5 dm2 di superficie, cioè rimanere vicino a 14,5 gdm2 sull'ala ma con un modello dotato di flap. Per far questo ci sono anche altre novità nella struttura, ma questo... alla prossima puntata. p.s. Che questa sia la soluzione migliore... per ora me lo auspico, ma talvolta subentrano dubbi atroci andando a volare con il buon Sergio che ultimanente ha montato la sua ala grande ultralight con profili da VL su una fuso altrettanto leggera e, con un carico ridicolo e quei profili, in planata nella calma dell'altra sera ... mi ha fatto "nero"
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19 marzo 20, 02:09 | #5 (permalink) Top |
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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Nonostante il periodo incasinato, finalmente sto mettendo mano alla prima nuova ala per l'AGO 20. Questa volta, in autunno, ho provato a modernizzarmi e fare anche lo studio per conto mio sui profili e poi, magari, disegnarmela con devwing: peccato che qualcuno pensi che sia troppo un professionista e non me lo abbia permesso. Allora ho fatto come al solito: disegnini sulla carta come amo tanto, ma poi mi sono rivolto ad un amico di fiducia che ha provveduto a fare il lavoro sporco di softwarizzazione per tagliarmi i pezzi con il suo banchetto laser casalingo. L'amico di fiducia non è altri che il buon Rover Mersecchi, con cui già si collabora per la nuova Fuso dell'AGO 20 di cui, in cambio degli stampi, mi ha fornito qualche pod. Anche questa volta ha fatto un lavoro veramente encomiabile fornendomi la miriade di pezzettini che gli avevo chiesto in un bel pacchettino. In più mi ha realizzato un pdf perfetto della mia ala con le ultime modifiche partendo dallo schizzo in scala ridotta che gli avevo fornito e che il mese scorso ho provveduto a stampare in 1:1 in effetti... ho fornito a uno dei miei più agguerriti avversari il progetto completo del mio modello sarò stato incauto? bho, vedremo. Nel frattempo ho preparato qualche rivestimento del Dbox con la stessa tecnica dell'AGO18 ma con nuovi materiali: questa volta il rivestimento è in biassiale a +/-45 gradi da 25 g*m2(carboline) + kevlar a 0/90 gradi da 65 g*m2 all'interno impregnati sottovuoto con la solita epoxi L285 di Sorvolando Compositi. La rigidezza a torsione dovrebbe essere garantita dal biassiale +/-45 gardi esterno, mentre il kevlar sottostante servirà da irridimento (di parete) per evitare il buckling locale e, in caso di urti, a tenere assieme il tutto con la sua nota tenacità Il peso va da 22 a 24 grammi per dei rivestimenti a L grezzi lunghi 1050 mm x 130 mm (sviluppati) per un peso di circa 1,7 g*dm2 qui 4 rivestimenti: quello più a dx è da 32 grammi e ha un vetro da 27 all'esterno e un carboline +/-30 gradi da 35 g*dm2 L'aspetto esterno è questo: Ora che i pezzi principali sono più o meno tutti pronti, posso partire con l'assemblaggio E quindi si incomincia, come per l'AGO18, a preparare le 2 centine centrali complete di attacco con la fusoliera e il piano di lavoro col disegno di costruzione . il seguito, alle prossime puntate ciao ciaoo
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20 marzo 20, 13:30 | #6 (permalink) Top |
User Data registr.: 10-10-2013 Residenza: Alessandria
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Ciao, Per i miei Dbox ho utilizzato del carbonio biassiale da 90 gr/mq . Le dimensioni sono 1050 x 110 mm e pesano fra i 22 e i 25 grammi. Ora devo incollarli ma ho qualche dubbio su come riuscire a dosare correttamente la poliuretanica su centine e longheroni. Puoi darmi un consiglio su come fare in base alla tua esperienza? Non vorrei dover buttare tutto e ricominciare da capo...... Saluti Carlo Bianchi |
20 marzo 20, 15:45 | #7 (permalink) Top | |
User Data registr.: 07-09-2010 Residenza: Rovereto (Trento)
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Dovebbe essere un procedimento rapido e che garantisce regolarità di impregnazione. Inutile dire che poi dovrebbe già essere predisposto tutto quanto, controsagome, pesi, elastici ecc., per garantire il rapido posizionamento della pelle del D box.
__________________ pave 52 | |
20 marzo 20, 15:59 | #8 (permalink) Top |
User Data registr.: 18-08-2007 Residenza: Forlì
Messaggi: 793
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Ciao Ragazzi, vi piacerebbe avere il progetto del nuovo modello di Claudio? Io ce l'ho nel mio Pc, e voi no..... Va bene, faccio il serio, il progetto è ovviamente di esclusiva proprietà di Claudio e quindi decide lui cosa farne, non io. Io mi progetto i miei modelli e lui i suoi, e poi che vinca il migliore! Bravo Claudio, continua con i tuoi splendidi building log che c'è sempre da imparare qualcosa! |
20 marzo 20, 16:40 | #9 (permalink) Top |
UserPlus Data registr.: 02-03-2007 Residenza: Molinella (bologna)
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una curiosità......premettendo che non ho necessità di incollare centine al Dbox: perché non usare microballoons addensate con resina e spargere la "pappetta" con una siringa sulle centine e chiudere? Non ci sarebbe la corsa al poliuretano e noi si correrebbero rischi di mancata adesione ed anche che il poliuretano espandendosi poi vari la posizione del Dbox. Grazie Paolo |
20 marzo 20, 17:57 | #10 (permalink) Top | |
User Data registr.: 07-09-2010 Residenza: Rovereto (Trento)
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| Citazione:
È sufficiente inserire il Dbox in una contro sagoma aperta, tagliata in estruso, per garantire il posizionamento, vista la ridotta superficie degli incollaggi la forza di espansione che esercita è assolutamente trascurabile
__________________ pave 52 | |
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