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21 agosto 20, 01:28 | #41 (permalink) Top |
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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| strutture rivestite e fusoliera verniciata
I lavori proseguono con una accelerazione negli ultimi giorni, ora ali e timoni sono rivestiti con oralight e la fuso è stata attrezzata con la capottina e verniciata Controllando l'andamento dei pesi siamo abbastanza in linea con le previsioni. La verniciatura della fusoliera è costata una decina di grammi. per ora siamo a 271 grammi di fusoliera (smontabile in 2 parti) con timoni, motore, regolatore e microservi dei timoni, a cui bisogna aggiugere i circa 25 grammi di elica + ogiva e la ricevente (15). Quindi circa 310. Mancano le prolunghe di ala e fusoliera che da dati storici dovrebbero essere 15 grammi circa e cerniere+ squadrette e astine di comando dei timoni: se mi riesco a fermarmi a 330 grammi sono ok. L'ala anche è completa e pesa 460 grammi Mancano cerniere + squadrette e astine di comando delle parti mobili + la prolunga (12 grammi). Se sto nei pesi soliti dovrei fermarmi a circa 490 grammi. Quindi, con 110 grammi di batterie in ordine di volo dovrebbe essere: 490 ala, 330 fusoliera + 110 batterie: totale 930 grammi che sono circa 30 meno dell'attuale AGO 18 che però non ha il flappone. Non resta che finirlo e vedere se la previsione sarà rispettata E poi bisognerà vedere come vola per capire se la serie di esperimenti mixati funziona... incomincio a incrociare le dita
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25 agosto 20, 16:30 | #42 (permalink) Top |
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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| Ultime parti a completamento AGO20
Negli ultimi giorni, complice anche lo stimolo della gara di domenica prossima a Torino, ho finito quel che mancava per poter collaudare il modello Completate le prolunghe di collegamento pod-ala e pod-trave di coda (che è smontabile) nei pesi previsti (11 grammi per l'ala e 12 per la coda) Preparate le astine di comando e incernierate tutte le parti mobili il modello pesa poco meno di 900 grammi con la batteria light da 1000 e 916 grammi con quella da 3S 1300mAh solita. Fatta la verifica finale di corsa dei comandi e incidenze Siamo pressochè pronti per il collaudo
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28 agosto 20, 17:15 | #43 (permalink) Top |
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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Il nuovo AGO 20 ha fatto con successo il suo volo di collaudo con i settaggi di base rivelando un ottimo potenziale e una maneggevolezza decisamente superiore al 18. Il collaudo è avvenuto in una sera temporalesca e anche nella successiva sessione l'aria era tutto tranne che calma, quindi non ho avuto modo di testare la planata e il tasso di caduta, mentre mi ha stupito la capacità di girare stretto a bassa velocità spendendo molto poco e con una notevole tolleranza allo stallo. Il merito è probabilmente del "flappone", ma anche il centraggio potrebbe avere la sua parte. A forza di alleggerire davanti (nuovo mozzo autocostruito, elica piccola, motore da 50 grammi e un regolatore da 25gr) rispetto alla previsione iniziale, mi sono trovato centrato circa 5 mm più indietro del previsto e anche dell'AGO18: il modelo così vola al margine di stabilità minimo e ho voluto comunque provarlo così per curiosità riscontrando una grande maneggevolezza (che si riduce avanzando il centraggio). Questo mi invoglia a fare altre prove anche con il modello vecchio arretrando ulteriormente il baricentro Qualche immagine del giorno del primo volo e qualche filmato dei primi voletti e lanci a mano https://i.imgur.com/ZHcrWn4.mp4 https://i.imgur.com/BjlqMmH.mp4 https://i.imgur.com/ZMCpFnu.mp4 https://i.imgur.com/A1SlbjX.mp4 L'aria era molto mossa e tratti ventosa, ma nonostante il carico alare da piuma (916 grammi per 65 dm2 sono circa 14 gdm2 sull'ala) la planata e il controllo in turbolenza erano soddisfacenti. Qui un abstract dalle prime loggerate con un paio di riagganci da poco oltre 10 metri registrati nella seconda sessione di test in una giornata più "normale" E ora non resta che vederlo confrontato con altri modelli Autonomy F5J alla prima occasione per affinare la messa a punto
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28 agosto 20, 18:01 | #44 (permalink) Top |
User Data registr.: 27-04-2009 Residenza: Bergamo
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seguo in silenzio dall' inizio del log,e ho sbirciato anche sui modelli precedenti. davvero complimenti, modello performante davvero, ma, mi sembra dai video, che sia anche un buon modello abbastanza sincero da poterci fare qualche volo rilassante alla sera. credo che se un domani ci fosse la possibilità di avere dei kit o modelli usati/semicompleti, anche di modelli precedenti a quelli più aggiornati da gara, potrebbero riscuotere un notevole successo tra chi si diletta anche"solo" in qualche volo di relax non competitivo. ancora complimenti Enrico
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28 agosto 20, 19:48 | #45 (permalink) Top | |
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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| Citazione:
Un aliante performante che sia per la F5J Autonomy o anche la F5J FAI (quindi commerciale) ha molto spesso un pilotaggio facile e rilassante e quindi è sicuramente adatto a un volo rilassante. Il grande passo avanti fatto negli ultimi anni ha portato a creare modelli molto sinceri e tolleranti perchè devono poter girare anche uno "starnuto" senza rischi di cadere d'ala. Poi, per renderli più stabili o più "ballerini", basta giocare un po' con il centraggio e la messa a punto. Se guardiamo ad esempio questo video https://youtu.be/t3b6J2KbGqw Si vede chiaramente che il modello praticamente non stalla mai. Certo, non basta il modello, serve anche che tutto sia a posto e che il pilota sappia quel che fa. Per fare un modello come l'AGO20, che resti in quei pesi e quelle caratteristiche, serve molto lavoro e tempo; se facessi un conto delle ore, potrebbe venire fuori un numero inusitato... quindi non ho mai pensato di darne vai nessuno, anche solo per motivi affettivi. Per quanto riguarda fare un kit di parti tagliate, ci abbiamo pensato perchè il buon Rover mi ha tagliato centine e solettine dei longheroni dell'ala, ma tutto il resto non è stato certo disegnato e reso tagliabile al laser: ci sarebbe ancora molto lavoro da fare perchè i miei modelli nascono da schizzi sulla carta e il resto è improvvisato al momento Facendo anche l'ipotesi di disegnare tutto (non io... che non amo il cad) e poi arrivare a creare il kit, non essendo un prodotto di serie... penso sarebbe completamente fuori mercato avendo costi non interessanti. Penso che chiunque voglia farsi un modello del genere, possa semplicemente comprarsi un Inside F5J e costruirselo al meglio ottenedo risultati assolutamente paragonabili. Oppure, se ha tanta voglia di lavorare e sviluppare le proprie capacità, partendo dalle info sul forum, farselo da zero: il primo verrà come verrà e poi i successivi saranno meglio e migliorando i risultati aumenterà anche la soddisfazione nel costruire e poi far volare la propria creatura. Il modellismo... per come lo vedo io, è soprattutto quello.
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05 gennaio 21, 18:54 | #47 (permalink) Top | ||
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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| Lavorazioni per Dbox con tecnica simil AGO18/20
Ciao a tutti Rispondo qui a qualche MP che ho ricevuto perchè ritengo possa essere di interesse comune. Il riferimento sono per l' AGO18 a questo link https://www.baronerosso.it/forum/aer...ml#post5084193 e all'AGO20 : https://www.baronerosso.it/forum/aer...ml#post5184061 Citazione:
Il vuoto non è indispensabile, ma che sia lfatto almeno ad L si I 2 mm del raggio del "baso" del profilo non saprei come ottenerli con un laminato piano. Come "stampetto" per laminare, si può usare una L fatta con 2 pezzi di laminato comprato al brico e e avvitati tra loro; il raggetto del naso lo si crea con lo stucco metallico tirato con una spatolina a punta tonda. A questo punto, dentro la L fatta lunga e larga come il laminato da realizzare per rivestire il dbox, si mette un foglio di nylon all'interno ben disteso tenendolo puntato con il nastro adesivo e poi ci si lamina sopra. Se si è parchi con la resina e si lamina con attenzione, il risultato cambia di pochissimo rispetto a usare il vuoto. Citazione:
La resina 285 va benissimo ed è quella che uso di solito; per lavori un po' grossi e per fare il vuoto utilizzo l'induritore H287 (lavorabilità 240 minuti), ma c'è chi preferisce il H285. A me piace avere molto tempo per lavorare, per cui faccio molta attenzione alla %, alla miscelazione e alla temperatura che non vada sotto i 20 gradi e finora ho sempre avuto una buona catalisi. Poi ci vuole una settimana perchè il laminato prenda le caratteristiche, quindi nei primi giorni successivi alla catalizzazione va maneggiato con cautela. In ogni caso non ricordo di aver mai avuto problemi con l'H287 e nemmeno con l'H285. Quindi... Vedi tu quale ritieni meglio per te. Per le laminazioni del rivestimento Dbox, per l'AGO 18 avevo usato tessuto di carbonio da 90 (Tessuto di carbonio GG-90 P 1 mq.) e vetro da 27 per il centrale e solo il carbonio da 90 per le estremità. Sul AGO20, dato che ne avevo qualche sfrito in casa, ho voluto togliermi lo sfizio e ho usato il carboline +/-45 gradi di Vladimir da 30gm2 che costa un tot... (lo trovi anche da ReG https://shop1.r-g.de/en/list/Fibre-r...s/Carbon-fibre) + un kevlar da 60 che avevo in casa. Alla fine ho risparmiato pochi grammi (7 sul centrale e 8 sulle 2 sulle estremità) ed è molto carino.... ma non certo indispensabile. Ma se si è alla prima realizzazione, sconsiglio di spendere così tanto in materiali: meglio provare con qualcosa di più economico. Si può anche fare un primo test laminando un tessuto di vetro da 80 + uno da 27. Se si ha l'accortezza di orientare le fibre a +/-45 gradi sull'apertura, anche con il solo vetro non viene male, il peso è uguale e le caratteristiche meccaniche per un aliante da termica che vola piano prevedo possano essere più che sufficienti. Se poi viene bene e non se ne può fare a meno... si può passare al carbonio, ricordando però di fare molta attenzione alla resina che si mette per impregnarlo perchè, a differenza del vetro che tende a rifiutarla, il carbonio la assorbe ed è quindi molto facile eccedere mettendone molta più del necessario. La tecnica per ridurre la resina in eccesso che si usa di solito e che molte volte Paolo Dapporto ha descritto è, dopo aver impregato, di mettere carta assorbente (scottex o similare)sul laminato e passare il rullino premendo bene per far assorbire dalla carta la resina in eccesso. In questo modo il peso che si ottiene è anche più basso che con il solo vuoto. A questo punto.... non resta che augurare, Buon Lavoro e Buona Epifania a tutti. Un saluto
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06 gennaio 21, 02:24 | #48 (permalink) Top |
UserPlus Data registr.: 02-03-2007 Residenza: Molinella (bologna)
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| La tecnica per ridurre la resina in eccesso che si usa di solito e che molte volte Paolo Dapporto ha descritto è, dopo aver impregato, di mettere carta assorbente (scottex o similare)sul laminato e passare il rullino premendo bene per far assorbire dalla carta la resina in eccesso. In questo modo il peso che si ottiene è anche più basso che con il solo vuoto. [/QUOTE] un sistema veloce e sicuro per stampare il Dbox è andare in cartoleria e comperare un rotolo di plastica che serve agli studenti diligenti per rivestire i libri scolastici. Ce ne sono di due tipi, uno liscio ed uno leggermente rugoso, comperate questo è alto 40 cm e lungo 5 mt e costa 2 € Stendete sul tavolo da lavoro la pellicola che è già autodistaccante, ma io per sicurezza darei una mano ulteriore di cera distaccante a pennello oppure di alcool polivinilico con una pezzuola di cotone. Poi ci laminate sopra il tessuto come dice Claudio , a voi la scelta e naturalmente asciugare senza stancarsi con scotte e rullo rigido, quello che vendono su Amazon largo 40 mm con rullo di plastica, non quello con rullo di gommapiuma che non spinge niente, https://www.amazon.it/Hemobllo-cucit...xpY2s9dHJ1ZQ== Alle opzioni di Claudio io aggiungerei anche un Dbox fatto con uno strato di vetro da 18 gr o se lo volete più rigido da 42 gr e una tavoletta di balsa leggerissima da appoggiarci sopra che si incolli poi al tessuto. Poi tagliare a misura Dbox il composto (cioè pellicola con componenti , vetro o carbonio) A questo punto sollevate la pellicola ed adagiatela all'interno dello stampo del DBox e mettete una seconda pellicola sopra. Per comprimere è semplicissimo. procuratevi un foglio di gommapiuma da 20 mm ( lo vendono in pezzature da 1mt X 2 mt e costa 8 €) e adagiate dentro una striscia tagliata a misura, che si pieghi riempendo lo stampo e debordi leggermente per aumentare la compressione Chiudete con un listello di legno lo stampo e fasciate con carta da pacchi. Potete mettere anche in forno il tutto. Dopo 24 ore il Dbox è pronto e anche piuttosto leggero Paolo Dapporto Ultima modifica di Indoor : 06 gennaio 21 alle ore 02:32 |
14 aprile 21, 17:52 | #49 (permalink) Top | |
User | Citazione:
Sto riordinando una tonnellata di roba per riassortire il laboratorio (dopo anni di stop, avevo dato tutto ad un amico ...) e magari parto proprio da quella ! Così ad occhio direi kevlar 170 twill (con per fuori vetro plain da 28/50) e nastri in carbonio 250gr/mq unidirezionale h 2,5cm ... Se è tutto "top secret" al limite in privato
__________________ Ducunt volentem fata, nolentem trahunt | |
16 aprile 21, 01:04 | #50 (permalink) Top | |
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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| Citazione:
Quelle che fanno loro però non usano kevlar twill: un vetro fine in esterno e suppongo che il kevlar sia un 80 plain con un nastrino di carbonio che suppongo sia più leggero del 250 che indichi tu. Pesano tra 75 e 80 grammi La mia è in tessuto di carbonio da 160 twill con qualche rinforzo qua e là sulla giunzione e in zona pinna sempre con sfridi di quel tessuto. Come strato esterno, non avendo messo il gelcoat, ho un vetro da 40 e indem per l'interno. Pesa circa 85 grammi Poi, la grammatura dei tessuti dipende dall'uso che se ne vuole fare: per un Autonomy F5J da 1 kg scarso che non non si pianta in terra... basta una fuso da 75 grammi. Se si vuole fare qualcosa di più pesante e robusto... meglio mettere qualcosa in più.
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