21 dicembre 19, 20:09 | #181 (permalink) Top |
User Data registr.: 19-12-2009 Residenza: Turriaco (GO)
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Sì Paolo, il direzionale è a doppia parte mobile, piuttosto che farlo enorme ho preferito fare in modo che in virata abbia un profilo più raccordato ed efficiente e almeno nel mio caso funziona molto bene. A proposito di timoni di direzione, perché gli F5J, che passano la vita in termica, hanno poco diedro e direzionali spropositati? Edi |
21 dicembre 19, 20:34 | #182 (permalink) Top | |
User Data registr.: 01-02-2007 Residenza: Savona ( provincia )
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| Citazione:
Edi Mauri ha realizzato i pod dell’ Albatro e del Rondone con il sistema a perdere...chissà se avrà voglia di dare un paio di consigli...
__________________ DIBI | |
21 dicembre 19, 22:33 | #183 (permalink) Top |
User Data registr.: 19-12-2009 Residenza: Turriaco (GO)
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Ecco, in linea di massima, come realizzo i miei pod, molto semplicemente, ma solo dopo aver fatto un preciso lavoro di preparazione. Infatti per decidere le dimensioni del pod, che deve essere il più piccolo possibile, monto il modello completo con al posto del pod un listello di legno, su quel listello fisso con il nastro adesivo tutta la componentistica dall’elica ai servi e ne regolo la posizione finché il baricentro cade nel posto giusto. Solo ora ho le dimensioni esatte del pod, per inciso non mi piacciono le pinne, tutto quello che non è strettamente necessario al volo sui miei modelli non c’è. Superfici laterali inutili quali pinne, pod di sezione abbondante, travi di coda grossi o di sezione rettangolare, fanno aumentare la superficie laterale e diminuisce la sensibilità del modello al direzionale, sia chiaro che è solo una mia convinzione maturata con le gare in pendi F1E. Determinate le dimensioni, realizzo la sagoma a perdere con polistirolo da 30 kg/mq, sulla sagoma rifinita resino un primo strato di vetro da 27, il 27 si adatta bene e facilmente alla sagoma. Dopo due o tre ore, quando la resina è diventata appiccicosa, procedo alla laminazione degli altri strati. Di solito, sopra al primo 27, metto tre strati di vetro da 80, i primi due strati a vena diagonale incrociata, il terzo a vena longitudinale, a finire, senza aggiungere altra resina applico un ultimo strato da 27 per avere una superficie esterna liscia. Qualche volta, al posto di uno strato da 80 lamino del kevlar da 40 per avere maggior elasticità e un poco meno peso, il Kevlar annegato nel vetro è più facile da tagliare. A catalizzazione avvenuta, rifinisco esternamente il pod con carta vetro, stucco epoxi dove serve ecc. solo ora con una lima da legno tonda, agendo dai fori anteriore e posteriore gratto via il polistirolo, a finire con uno straccetto imbevuto di acetone pulisco i residui di poli. I karman, se ci sono li realizzo dopo con l’ala montata al posto giusto. Non uso carbonio per i miei pod perché non mi piacciono le antenne radio esterne e li trovo troppo rigidi quando e se, il tessuto è applicato veramente bene, se ho proprio voglia di esagerare metto più kevlar. Applico la resina con un pennello duro in peso uguale, se non meno, a quello dei tessuti. Edi |
22 dicembre 19, 00:00 | #184 (permalink) Top | |
User Data registr.: 07-09-2010 Residenza: Rovereto (Trento)
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Nei modelli da F5J non capisco perché non l'abbiano ancora sperimentato, il dimensionamento generoso delle derive è evidentemente motivato dalla ricerca di un'elevata autorevolezza del comando del direzionale, quanto al diedro non ne hanno poi così poco e aumentarlo troppo ritengo renda sordo e poco comunicativo il modello nel cogliere le termiche.
__________________ pave 52 | |
22 dicembre 19, 10:23 | #185 (permalink) Top | |
User Data registr.: 01-02-2007 Residenza: Savona ( provincia )
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Quel “robo “ che mi è venuto fuori è tutto il contrario dei tuoi...sezione abbondante, tutto carbonio tranne l’ultimo strato di vetro da 25...ecc ecc , solo il trave di coda è sottile e molto robusto , ma anche solo esteticamente non si raccorda con il pod , appunto un po’ voluminoso.Tirando le somme , anche tenendo in considerazione gli altri interventi, rifarò il tutto....forse alla seconda mi verrà meglio ! Grazie e ciao
__________________ DIBI | |
24 dicembre 19, 18:07 | #186 (permalink) Top | |
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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Ebene si, è tutto fuori, però le viti dell'ala le annego anche io. Però... se è per quello, e se non vedo male... la squadretta del direzionale e il relativo comando, anche sul tuo sono fuori Hai idea di quanto frenino? Scherzi a parte, quella squadretta, a occhio, è almeno 12-15 mm con relativo bowden e si trova in zona ben più "pulita" rispetto a dove sono i comandi dei servi, ma dubito faccia qualcosa. Se vedi i miei comandi, a parte che si trovano appena dietro l'ala e al raccordo ala fusoliera, dubito che possa accorgersene: la squadretta sporge quasi 3mm ed è spessa 1 mm per 11 mm di lunghezza la lunga e 8 la corta. In sezione frontale credo che facciano anche un quinto di 1 pala dell'elica ripiegata e si trovano già in aria sporca. I comandi che passano esterni sono un filo di carbonio da 1 mm e sono piazzati in una posizione che, in caso di flusso assiale, hanno una sezione inesistente e in caso di flusso laterale, probabilmente turbolano un po' e magari fanno fare meno resistenza al trave. In ogni caso, a 6,5 ms che è circa la minima caduta (questa volta la velocità è stata ben misurata con telemetrie varie) non ho propio idea di quanto possano influire rispetto a una ditata di troppo su un comando. Sicuramente un comando interno è più carino, ma qui i requisiti erano vari: - mantenere la coda smontabile, - avere un accesso comodo e di facile ispezionabilità a comandi e servi, - tenere il filo di carbonio senza mettere anche un tubetto dentro al trave di coda (il filo è tento da spezzoni di tubetto lunghi 10 mm messi ogni 60-70 mm) - una certa dimensione di tubo con i servi che sono dentro "al pelo". - peso minimo Questa soluzione la usiamo su vari modelli da circa 3 anni, pesa circa la metà di un bowden ed è anche più precisa: per ora non ci è venuta altra soluzione in mente, ma se qualcuno ha idee per fare la stessa cosa più pulita, nello stesso peso, e senza stampi e stampini vari... P.S. Buone Feste a Tutti
__________________ Claudio Vigada www.progetto-urca.com Footy-Italia gruppo facebook www.autonomy-f5j.it Facebook Autonomy F5J | |
25 dicembre 19, 10:06 | #187 (permalink) Top |
User Data registr.: 19-12-2009 Residenza: Turriaco (GO)
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Innanzi tutto Buon Natale a tutti. Prima che cominci il delirio natalizio rispondo a Claudio. Per rendere il trave smontabile la soluzione che hai adottato è semplice e leggera ma non la digerisco proprio. Penso che in virata, e i vostri modelli non fanno altro, l’interferenza tra il tondino di comando e la fusoliera crei resistenza che davvero non serve. Dovessi io smontare il trave, monterei il servo di comando del profondità in coda, basta un servetto da 4,5 grammi, ( Blue Bird 1 kgcm 4,5 gr), la sua prolunga la puoi fare con cavo twistato da 3,7 gr per metro. Il servo del direzionale potrà stare nel pod, per il rinvio al direzionale basta un (1) filo di dineema o kevlar da agganciare/sganciare alla squadretta del servo, una molletta di contrasto sulla squadretta del direzionale terrà il filo in tensione. In questo modo per lo smontaggio del trave basta staccare una spinetta e sganciare il cavo di comando al direzionale. Personalmente darei molta più importanza all'aerodinamica che a qualche grammo in più! Edi |
25 dicembre 19, 17:02 | #188 (permalink) Top |
User Data registr.: 31-08-2004 Residenza: In termica....coi baffi.
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Buon Natale anche da me. Dico la mia, vero quello che dice Edi, ma alle modeste velocità di volo degli Autonomy forse conta poco, forse. La soluzione di Claudio è leggera, veloce da fare, ha poco gioco e pratica. Io mi son dovuto fare una certa esperienza per far funzionare correttamente i comandi di coda del Plus di Vladimir con coda a V invertita, alla fine il comando migliore per ritorno a zero, mantenimento del trim rispetto alle variazioni di temperatura che son riuscito a realizzare nel poco spazio disponibile è stato tramite un filo di carbonio da 0,8 mm che lavora a trazione senza alcun supporto intermedio e due molle sagomate a barra di torsione fatte di acciaio da 0,6 montate in coda, i sistemi con cavi di vario tipo avendo dilatazioni diverse dal trave mi spostavano i trim (di poco ma si notava). Credo che in questo modo si potrebbe fare il trave smontabile, mettere i servi dentro, avere un ritorno perfetto e far contenta l'aerodinamica. Il servo è annegato nello spessore (sottile) del profilo alare. PS: mi è tanto piaciuto il lavoro svolto dalle molle che le metto anche dove sembra che non siano utili, trovando giovamento nella precisione di trim e pilotaggio. |
25 dicembre 19, 18:38 | #189 (permalink) Top | |
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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Infatti presumo che la molla debba essere abbastanza potente per non patire della possibile catenaria del carbonio da 0.8. Nel mio giochino ho messo 2 hs40 che sono piccoli, leggeri ed economici ma non so se xe l'avrebbero fatta e, anche volendo... Nel tubo non ci sarebbero stati completi di squadretta. Tu che servi usi e da quanto sono di coppia?
__________________ Claudio Vigada www.progetto-urca.com Footy-Italia gruppo facebook www.autonomy-f5j.it Facebook Autonomy F5J | |
25 dicembre 19, 20:35 | #190 (permalink) Top |
User Data registr.: 19-12-2009 Residenza: Turriaco (GO)
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A mia esperienza, purtroppo nei timoni a V dove le funzioni di cabra/ picchia e direzionale sono le stesse, si eliminano i giochi in un solo modo: servi di qualità (KSTX08 PLUS) collegati ai timoni con una barra rigida più corta possibile, tutto il resto e ripeto purtroppo sono palliativi. Non a caso suggerivo un servo in coda, e di qualità, per il timone di profondità. Per il direzionale è più facile, tanto si vive sempre in virata. I comandi esterni, anche se comodi, non posso approvarli. A mio modo di vedere, ogni componente del modello, oltre che ad un aspetto visivo e pratico, deve sottostare principalmente ad una certa mentalità progettuale. In un modello da gara TUTTO deve essere progettato al fine di volare meglio e di più senza compromessi di sorta. Ai tempi delle gare F1 un bravissimo aeromodellista usava dire: "Non bisogna accontentarsi dei risultati positivi, bisogna sempre tendere al massimo possibile, solo così ne verranno altri". Per me i modelli da gara sono frutto di questa mentalità, diversamente, va bene tutto. |
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