28 gennaio 19, 19:52 | #101 (permalink) Top |
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segue.... Nel we ho fatto qualche piccolo progresso. Completate le 2 estremità dell’ala unendo la parte da 59 cm con l’alettone con la tip di 37 cm con 14 gradi di diedro come da scatola. Preparate e aggiustate le baionette modificate a 6 gradi in alluminio e compensato e rifinite le zone di unione tra centrale e estremità Le estremità pesano una 68 e l’altra 66 grammi e il centrale e le baionette miste compensato-alluminio circa 7 grammi l’una. La struttura dell’ala pressochè pronta da rivestire è 263 grammi per un peso a dm2 di 6 g*dm2. Non è una superpiuma, ma la rigidezza a torsione e flessione pare veramente buona a garanzia di una buona affidabilità e range utile di velocità. La versione da 2,5 metri originale aveva un peso dichiarato di 211g per 38,7 dm2 che corrisponde a circa 5,5 gdm2, quindi ha un peso specifico inferiore, ma, aumentando un po' le dimensioni, ho preferito sacrificare qualche grammo. Infatti sono circa 50 grammi in più del peso dichiarato della versione 2,5 metri che però è senza irrigidimenti sugli alettoni + centrale e tip allungate. L’apertura totale ora è 285 cm per 44 dm2 con un allungamento effettivo di quasi 19,5 (la somma totale delle parti sarebbe 100 +2x59+2x37 = 292 cm) La fusoliera da rivestire, all’ultima pesata con i timoni, era poco meno di 115, quindi ad ora la struttura in totale è meno di 380 grammi. Se il peso resterà come spero entro i 700 grammi, il carico alare previsto sarà poco meno di 16g a dm2
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29 gennaio 19, 00:30 | #102 (permalink) Top |
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Bel lavoro anche il mio procede benino, guardando in giro ho visto dei rivestimenti da 30 gr mq si chiama ParkLITE che ne pensate? l'ho visto sul sito di Stevens Aeromodel e ne ha anche altri certo che per rivestire dai 2 ai 3 metri di ala bisogna fare un mutuo
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29 gennaio 19, 16:05 | #103 (permalink) Top | |
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In passato, troppi anni fa oramai, ho rivestito modelli usando un collante termoattivabile per micafilm che somigliava a una colla vinilica e ho usato del Mylar da 20gm2 che era molto più rigido dei termoretraibili commerciali e molto più leggero. Però spesso era da ritoccare per aggiustarne la tensione in quanto la bassa elasticità faceva formare delle pieghette e, se il modello accelerava, spesso si percepiva ad orecchio la vibrazione amplificata proprio dal tipo di rivestimento e dalla struttura lignea che faceva da cassa di risonanza. Uno dei modelli era il Sstress per Autonomy 400 rivestito misto in modelspan + solarfilm rosso +mylar trasparente e fatto nel 95-96 Avevo cercato la massima leggerezza/rigidezza unendo la modelspan per le superfici rivestite del Dbox al Mylar per le zone "aperte". Un gran lavoro per farlo, un po' di tempo per manutenzioni periodiche varie e alla fine il guadagno era solo qualche grammo in meno rispetto a farlo in un attuale Oracover light: credo di aver guadagnato meno di 10g su un modello da 2 metri e 7 etti odv. Se poi si considera che la struttura del Picares è già abbastanza rigida e il modello pesa poco più di 600 grammi, credo che non servano rivestimenti molto performanti meccanicamente e che il lavoro/costo aggiuntivo di soluzioni più elaborate rispetto a un Oralight possa forse dare qualche vantaggio, ma non di grande entità.
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29 gennaio 19, 19:22 | #104 (permalink) Top |
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Ok non volevo di certo andarmi a cacciare nei guai con materiali che n on conosco ma con questo internet si trova di tutto,anche io sto usando l'oracover poi dato che non ho delle mire garistiche anche se verrà qualche grammo in più va bene lo stesso, appena finito passo al peso e spero di non inorridire
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30 gennaio 19, 11:09 | #105 (permalink) Top | |
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Da sempre, quando faccio i modelli, la sfida è più personale con me stesso nel voler ottenere un certo risultato che mirata ad un uso "garistico". La ricerca del grammo a tutti i costi per un modello da termica non è detto che sia poi così basilare, è molto più importante che voli bene e sia correttamente messo a punto. Avere un oggetto supersofisticato e fragile che richiede continue piccole riparazioni alla fine è più disincentivante che soddisfacente da usare. La soddisfazione viene prima dal costruire con piacere l'oggetto e poi nell'uso grazie alla sua capacità di "stanare" la termica e dal girarla e salire pilotando un aliante piacevole ed efficace... che se è poi anche affidabile e robusto è anche meglio. Quindi il primo metro di giudizio è puramente il piacere personale, poi, quando la messa a punto è stata fatta, l'uso in gara può fare da cartina di tornasole per capire meglio quanto abbiamo colto il risultato. Giusto per fare un esempio: se vado a volare da solo e non trovo niente da salire posso sempre pensare che il campo/la giornata non ne offrisse la possibilità ed accontentarmi pensando che il modello sia a punto, ma non ci sia "niente"... oppure il contrario, cioè pensare di aver sbagliato qualcosa e che quindi non funzioni. Oppure, diversamente, in una giornata fumante salirò anche da per terra facilmente e potrei credere che sia un modello fantastico con una messa a punto perfetta... o anche pensare il contrario... cioè che anche le pietre salgono e quindi anche il mio modello lo fa.... ma non abbia particolari doti. Come si vede, a seconda della predisposizione/stato d'animo nelle varie sessioni di volo, si possono avere informazioni contrastanti che, se non confrontate con altre, potrebbero anche non dare spunti utili per imparare qualcosa in più... Ma proprio questo apprendimento continuo credo sia uno degli aspetti più belli e interessanti del nostro hobby e, almeno per come lo interpreto io, trovo sia irrinunciabile. Quindi la gara in sé o perlomeno il volo in compagnia di altri è più il completamento naturale che aiuta questo percorso di apprendimento che il fine per cui si fanno i modelli.
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30 gennaio 19, 12:04 | #106 (permalink) Top |
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Mi è piaciuta la parola irrinunciabile e ti dò perfettamente ragione in quanto una volta che inizi il vero modellismo che è non solo pilotare ma costruire diventa (come dal film) una magnifica ossessione.Inutile dilungarmi nella mia storia di aereomodellista ma ne ho vista tanta di acqua passare sotto i ponti e ringrazio che ancora ho il mio passatempo preferito.Intanto ho finito di rivestire mi mancano solo i servi che aspetto arrivino dall'oriente.
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01 febbraio 19, 03:08 | #107 (permalink) Top | |
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intanto sono quasi arrivato alla fine della costruzione, anche a me manca solo il rivestimento, i comandi e qualche dettaglio qua e là. la prima vista d'insieme la struttura "allungata" e irrigidita pressochè completa è 390 grammi scarsi Mancano circa 200 grammi di motorizzazione ed elettronica + il rivestimento e i comandi. L'obbiettivo di rimanere sotto i 700 grammi ODV dovrebbe essere raggiungibile.
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01 febbraio 19, 06:44 | #108 (permalink) Top |
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E incredibile come la tecnologia abbia portato a certi risultati se penso che quelle poche garette che ho fatto di durata 7 celle e 1,5 m di ala si faceva fatica mettendocela tutta ad avere modelli non inferiori a 650 700 gr certo che la maggior parte delle cose è dovuta all'elettronica che con circa 200 gr di motore e 150 di batterie non c'era tanto da inventarsi per stare leggeri però ho sempre pensato che stare al di sotto dei 20 gr di carico alare non fosse troppo indicato dato che con simili carichi può capitare di avere in mano un aquilone ma per raggiungere i risultati tutto fà
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01 febbraio 19, 06:47 | #109 (permalink) Top |
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[QUOTE=pupone;5134403]E incredibile come la tecnologia abbia portato a certi risultati se penso che quelle poche garette che ho fatto di durata 7 celle e 1,5 m di ala si faceva fatica mettendocela tutta ad avere modelli non inferiori a 650 700 gr certo che la maggior parte delle cose è dovuta all'elettronica che con circa 200 gr di motore e 150 di batterie non c'era tanto da inventarsi per stare leggeri però ho sempre pensato che stare al di sotto dei 20 gr di carico alare non fosse troppo indicato dato che con simili carichi può capitare di avere in mano un aquilone ma per raggiungere i risultati tutto fà, stò aspettando i servi per terminare e da un giorno all'altro dovrebbero arrivare
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01 febbraio 19, 17:34 | #110 (permalink) Top |
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Avendo visto l’inizio della storia del volo elettrico a partire del 1984, ricordo bene come eravamo. Il limite era dato prevalentemente da batterie e motori che avevano potenze specifiche molto basse e peso rilevante così come servi e radio non erano certo gli attuale: i microservi pesavano minimo 25 grammi e le riceventi 50: avere meno di 200-250 grammi di radio a bordo era pressochè impossibile. Non parliamo dei motori dove i samario cobalto efficaci pesavano almeno 300 grammi. In più le gare concepite ai tempi erano tutte votate alla salita veloce e alla ricerca della maggior potenza possibile, quindi i motori erano pesanti e scaldavano come stufe perché venivano spremuti oltre il limite. Verso la fine degli anni 80 era già iniziata la ricerca della riduzione del peso nei componenti elettrici ed elettronici e, riducendo la massa imbarcata, si poteva risparmiare anche in struttura. Con l’alleggerimento dei componenti è cambiato l’approccio: se ipoteticamente si dimezza il peso, si può andare uguale con metà potenza… Ma è anche possibile risparmiare peso nella struttura che risulta meno sollecitata e quindi il rapporto peso potenza ottenibile migliora ulteriormente. Già a fine anni 80 lo stavamo facendo nella F3E (attuale F5 e qualcuno già lo estremizzava al meglio. Ricordo uno svizzero, mi pare si chiamasse Schiltknecht, che con quel principio aveva di conseguenza ridotto progressivamente dimensione e peso dei modelli ed ottenuto risultati grandiosi specie nei 7 celle da durata ma anche nei 10 celle e nei FAI nei primi anni 90. Il passo successivo verso il "leggero" lo avevamo fatto a metà anni 90 con la prima Autonomy: motore speed 400 per tutti, 150 grammi di batterie e strutture ridotte al minimo. Tra motore ridotto, regolatore, batterie e impianto radio i modelli avevano “solo” circa 300 grammi imbarcati e in breve le strutture dopo il 2000 erano arrivate a pesare tra 200 e 250 grammi per modelli da oltre 2 metri. Trittico stressless 2002: peso struttura circa 200 grammi Foto primi voli nel 2002 Lo stesso modello, ma dotato di una batteria lipo e con un servo aggiunto per montare di flap/diruttori ha gareggiato nel 2016 con buoni risultati: pesava 450 grammi odv (13,2 gdm2), quindi oltre 50 grammi meno che in versione Autonomy con il regolamento del 2002 che imponeva 150 grammi di batterie. Volendo alleggerirlo ulteriormente si sarebbe potuto montare un brushless come quello dle Picares o una batteira da 30 grammi e sarebbe diventato meno di 400 grammi ODV in allestimento ultralight (11,7 gdm2). Con il peso minimo l'ho usato poche volte, ma volava anche con un po' di venticello senza grossi problemi se non legati alla struttura che era veramente fragile e non permetteva di andare più velociti di tanto, pena un flutter generale. Il profilo era un S4083 derivato dagli F3K dei tempi (che non erano ancora DLG) Con un profilo simile, l'S4082, è poi nato l'Ago18 che ha rimarcato le buone doti già annunciate, ma, dotato di una struttura più rigida, permette anche di volare senza problemi con un po' di venticello senza nemmeno zavorrarlo Qui quello di Eugenio che ha curato la realizzazione al minimo del peso: meno di 900 grammi che corrispondono ad un carico alare di 13,7 gdm2 In caso di vento è ballastabile con batterie più grandi o del piombo e vola ancora bene con 250 grammi in più. Quindi , se i modelli sono ben concepiti per profili e struttura, non c'è da aver troppa paura del basso carico alare, che non rappresenta un problema a meno di doverli sempre usare in zone ventose nelle quali si rivelano perlomeno poco efficaci Quello che è notevole è che ora un modello come il Picares permette facilmente a chiunque di avere un modello carico 15 gdm2 e dotato dei profili migliori per quella costruzione e utilizzo
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