23 gennaio 18, 21:58 | #1 (permalink) Top |
UserPlus Data registr.: 02-03-2007 Residenza: Molinella (bologna)
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| Costruzione di un D box: postate qui i vostri suggerimenti
Durante l'inverno i cultori dell'Autonomy costruiscono i nuovi modelli per la stagione che verrà. I modelli sono tutti alla ricerca della massima rigidezza ed anche leggerezza. Per ottenerlo spesso si ricorre alla costruzione di un D box particolare, fatto su misura per il modello che si sta costruendo. Quale è il sistema migliore, più semplice e veloce? Copio ed incollo il post che appare qui http://www.baronerosso.it/forum/aero...ml#post5083603 a cui poi segue questo http://www.baronerosso.it/forum/aero...ml#post5083615 questo solo per iniziare la discussione, poi vedremo chi ha voglia ed idee per intervenire Paolo |
23 gennaio 18, 22:57 | #2 (permalink) Top |
UserPlus Data registr.: 02-03-2007 Residenza: Molinella (bologna)
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qui http://www.baronerosso.it/forum/aero...ml#post5083636 Claudio chiedeva notizie sull'unidirezionale in carbonio da 25 gr mq Aveva cioè dei dubbi circa la sua consistenza e se era possibile appunto tagliarlo e sovrapporlo Ho scattato una foto ad una pezza che ho (è larga 1 metro) e ne ho tagliata una striscia per far vedere che si maneggia benissimo, senza problemi Per tagliarla suggerisco di comperare il piano il cui marchio si vede in foto. E' realizzato in un materiale particolare che permette al cutter di scorrere perfettamente, incidendo il piano e tagliando il tessuto perfettamente. Se non volete comperarlo (lo vende https://www.amazon.it/Ecobra-706045-...eywords=ecobra) potete usare come supporto inferiore per il taglio dei giornali che fanno ugualmente allo scopo |
23 gennaio 18, 23:24 | #3 (permalink) Top | |
UserPlus Data registr.: 03-09-2008 Residenza: Jesolo - VE
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| Citazione:
__________________ Massimo Bison https://imgur.com/a/rZMlsqz El sapiente sa poco, l'ignorante el sa massa, ma el mona sa tuto | |
24 gennaio 18, 09:57 | #4 (permalink) Top |
User |
Buongiorno a tutti! Domanda per Paolo. Per il D-Box in balsa + tessuto leggero che hai descritto nell'altro thread, si può usare il carbonio al posto del vetro? Rimane ugualmente flessibile?
__________________ Francesco P. A.K.A. Pampa "Anyone who's not interested in model airplanes must have a screw loose somewhere" (Paul MacCready) |
24 gennaio 18, 14:26 | #5 (permalink) Top |
User Data registr.: 19-12-2009 Residenza: Turriaco (GO)
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Come suggerito posto qui la spiegazione di come faccio i D box in composito, per capire come e perché nascono così, bisogna andare un poco indietro. Premetto che oggi simili manufatti si trovano in commercio, Romeo Sartori ne fa di bellissimi, ma questo scritto vale per chi vuole fare da se con una attrezzatura relativamente semplice. Ho iniziato ad usare il vuoto e la pompa da frigo nel 1984 per fare le pale dei Wakefield e le ali in polistirolo–vetro-kevlar degli F1E, abbandonato il polistirolo il passo successivo furono le ali ed i timoni centinati con D box in vetro/kevlar/carbonio stampati in diversi modi. La descrizione che seguirà è relativa alla versione stampo e contro – stampo con sola pressione meccanica e senza vuoto. I pdf che posto sono tratti da un mio lavoro pubblicato su “Il giornale dell’aeromodellista” attorno al 2000. I disegni sono relativi alla versione vuoto più pressione meccanica, infatti la sagoma in legno è predisposta per il vuoto, si notano l’attacco rapido per la pompa ed i canali per portare la depressione fino in fondo alla sagoma. La mia attrezzatura e un D box già fatto li ho recuperati dall'amico Franco Brumat che proprio in questi giorni ne sta stampando una serie. Le foto mostrano: la base in lamiera d’acciaio da 2 mm con i rinforzi inferiori saldati a punti e filettati per la viti di serraggio M6. Il contro stampo in lamiera d’acciaio da 2 mm A seguire Edi |
24 gennaio 18, 14:30 | #6 (permalink) Top |
User Data registr.: 19-12-2009 Residenza: Turriaco (GO)
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Da quanto detto fin qua già si capisce che i D box non sono specifici per un’ala con un certo profilo ma sono adattabili a più nasi e dopo vedremo come. Le foto allegate mostrano lo stampo in legno di abachi competo di attacco rapido per il vuoto e fori e canali per portare la depressione fino in fondo allo stampo. Come detto in questo caso il vuoto non verrà impiegato in quanto la pressione esercitata dalle 10 viti M6 è sufficiente a garantire un buon risultato. L’inclinazione dello stampo è studiata in modo da distribuire efficacemente la pressione esercitata dalle viti e garantire comunque un angolo non troppo aperto del D box finito che renderebbe più difficoltoso il suo montaggio sulla struttura dell’ala. A seguire Edi |
24 gennaio 18, 14:35 | #7 (permalink) Top |
User Data registr.: 19-12-2009 Residenza: Turriaco (GO)
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A partire dal basso: Base Stampo Polietilene a protezione dello stampo. Il polietilene ha 18 centesimi di spessore e si trova comunemente nei negozi di agraria. Si può usare, vista la sua antiaderenza, anche la carta – Le foto mostrano la sequenza di montaggio: forno ma ci sono degli inconvenienti, La carta forno è sottile e copia perfettamente eventuali rugosità della sagoma in legno, lascia sul D box una pellicola siliconata che richiede un’accurata pulizia prima del suo incollaggio. Vetro impregnato, in questo caso due strati, uno dritto e uno diagonale da 80 gr/mq. Per comodità ho inserito un D box già fatto ma il vetro impregnato da stampare è abbondante di circa 10 mm per lato e sarà rifilato dopo la catalizzazione. Polietilene a protezione della gomma. Gomma, in questo caso spessore 4 mm. La gomma si trova in rotoli alti un metro nei negozi di materie plastiche, per qualcuno in zona Udine “Tardivello” con il nome di mousse. Ed infine il contostampo, lo stesso si serra contro la base con le viti M6. Ovviamente prima di arrivare a questa fase bisogna impregnare il supporto che costituirà il D box e qui si apre un mondo. In questo caso Franco ha usato due strati di vetro da 80 uno diagonale e uno dritto in quanto sta costruendo un paio d’ali da F1E, per un modello da F5J o simili ad occhio userei due strati da 110 con un D box esteso al 20 – 25% della corda non di più. Per fare meglio più volte ho fatto un panino di vetro esterno 27 dritto – Kevlar diag. da 80 – vetro 50 dritto. Visto l’impiego non estremo dei miei modelli, al tempo F1E e ora veleggiatori radio con motore elettrico, raramente ho usato il carbonio. Quando l’ho fatto mi servivano prestazioni eccezzionali in termini di robustezza e quindi ho usato rigorosamente tessuto di carbonio diag. impregnato in autoclave a 8 bar con sottovuoto per il posizionamento. Nello scegliere i materiali tenete presente le loro caratteristiche ed il tipo di modello, nell’F1E le sollecitazioni erano relativamente modeste ma l’incontro con i pini era frequente quindi usavo D box in vetro perchè facilmente riparabile. Il kevlar va bene in quanto più robusto e leggero del vetro e un poco più elastico, tiene bene gli urti e “contiene” la rottura in spazi ridotti. Le strutture in carbonio sono rigidissime e leggere, a mio modo di vedere conviene usarle per modelli che devono sopportare grandi sollecitazioni con pesi strutturali ridotti, credo valga la pena di impiegarlo solo per scendere a carichi ridotti tipo 12 gr/dmq. A seguire Edi |
24 gennaio 18, 14:38 | #8 (permalink) Top |
User Data registr.: 19-12-2009 Residenza: Turriaco (GO)
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Il risultato della stampata si vede dalle foto allegate, l’impregnazine è ottima, ci si legge oltre, ecco qualche dato: Superficie totale del D box 7,48 dmq (dim. 46X805 per un’ala di corda 180) Peso del D box 17,9 gr ovvero 2,39 gr al dmq dei quali 1,6 gr di vetro e 0,79 di resina. Di fatto, Franco per impregnare il suo D box ha usato una quantità di resina pari al 50% in peso del vetro. Più su accennavo a come adattare lo stampo in legno a profili con nasi più o meno arrotondati, lo si fa semplicemente aumentando lo spessore o il numero di strati del polietilene a protezione dello stampo stesso. Naturalmente il “naso” dello stampo in legno va sagomato per essere usato con una gamma abbastanza ristretta e omogenea di profili e corde. Due parole sull’impregnazione del supporto, procedo in questo modo: Sul foglio di polietilene che proteggerà lo stampo in legno stendo una piccola quantità di resina in modo uniforme. Appoggio il primo strato di vetro e lo faccio aderire/impregnare usando un badge o simile come spatola. Aggiungo resina nelle mancanze e la distribuisco più uniformemente possibile. Appoggio il secondo strato di vetro e procedo come sopra. Sul vetro faccio aderire carta da officina o fogli di giornale e assorbo la resina in eccesso premendo fortemente con un rullino. Quanto assorbire?..... finchè viene! Per essere sicuri di quanto si è tolto si può pesare prima e dopo, per le prime prove per sicurezza tenere dentro il 60 – 70% di resina. A seguire Edi |
24 gennaio 18, 14:48 | #9 (permalink) Top |
User Data registr.: 19-12-2009 Residenza: Turriaco (GO)
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I D box fatti con il materiale scelto andranno incollati alla struttura, il pdf mostra una situazione tipica. In questo caso non c’è il bordo di entrata, serve a poco e pesa, lo stesso è sostituito da un rowing di vetro o carbonio e pappetta di resina e fibrette di vetro. In questa fase io monto l’ala su di uno scaletto in polistirolo da 30 kg/mq, il D box lo incollo alle centine ed al longherone con resina leggermente addensata con fibrette, la perfetta adesione del D box alle centine è garantita da una battuta sul bordo di entrata e da una legatura con elastici da matassa Wakefield eseguita sui dorsi delle centine. Se si sente il bisogno di impiegare un D box in composito, ideale per sopportare carichi di flessione e torsione, trovo sia d’obbligo fare i nasi delle centine in balsa con vena verticale, è del tutto inutile incollare una struttura rigida in vetro o carbonio su di un supporto cedevole. Lo stesso vale per il longherone, se si cerca la rigidità, tra la balsa di riempimento a vena verticale ci devono stare uno o più strati di carbonio unidirezionale a trama verticale! Questo è quanto per i miei D box in composito, se l’ho fatta troppo lunga mi scuso, magari certe cose si possono fare meglio ma dopo tante sperimentazioni ho raggiunto questo livello seppur modesto e mi ritengo abbastanza soddisfatto. Per una costruzione più semplice che non abbisogna di alcuna attrezzatura suggerisco, a chi ne avesse ancora voglia, di leggere quanto da me scritto nella sezione “Invito a condividere la costruzione del vostro Autonomy per le gare 2016” da pagina 39. A dimostrazione che con una struttura relativamente semplice si possono fare ali molto robuste e “spinte” vi invito a leggere il numero 151 ora in distribuzione di Modellismo. Non siete abbonati?! Fatelo subito! Vi aspetta un bellissimo numero. Cesare, me lo merito un caffè? Anzi no, meglio un bianchetto! Edi |
24 gennaio 18, 20:28 | #10 (permalink) Top |
User super Plus Data registr.: 22-07-2003 Residenza: La Piccola Patria del Friuli
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| avevo una idea del tutto differente per il termine "d box ", quello appunto di una "D"
__________________ Mi son responsabile de quel che scrivo no de quel che ti te lesi. L'aeromodellismo insegna la pazienza perché nell' aeromodellismo la fretta è portatrice di guai. Al'è inutil insegnà al mus.....si piard timp e in plui si infastidis la bestie ! |
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