17 aprile 18, 20:50 | #161 (permalink) Top |
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| Timoni quasi finiti
E intanto, poco alla volta, la struttura dei timoni è completata con i 2 microservi inseriti. Alla fine ho scelto gli HS40 che , provati a banco sembranoi abbastanza precisi e robusti per l'uso, oltre ad essere relativamente economici. Peso della struttura senza predisposizione dei servi circa 18 grammi a timone + 1 grammo per l'attacco del servo e siamo a 19 totali per 5 dm2 di pianetto a V con parte mobile. Entrambi i timoni del V da rivestire in totale con i servi sono 38 +10 grammi, 48 totali. Il comando uscirà quasi a filo rivestimento sul ventre, tanto sul V, in quella posizione, è sufficientemente lontano dal terreno e al sicuro e il braccio di leva un po' lungo sarà garantito dall'avere la cerniera sul dorso. Dopo il rivestimento dei timoni, i servi verranno incastrati in posizione (entrano leggermente forzati) e bloccati con due punti di bostic per sicurezza; poi ci sarà un minisportellino ricavato da un pezzo di sfrido del Dbox light in carbonio delle estremità che chiuderà il tutto nastrato in posizione. Ai prossimi aggiornamenti. Saluti a tutti
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18 aprile 18, 17:09 | #162 (permalink) Top |
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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Ora che sono fermo con la costruzione per un paio di giorni per motivi collaterali, ne approfitto per tornare sul tema del design dei modelli per l’Autonomy F5J riguardo la maggiore o minore modernità di concezione del progetto. Per cominciare farei un confronto con alianti “veri” moderni; già da anni abbiamo nei full scale ali con diedri multipli ed estremità rialzate come i nostri modelli attuali della Autonomy e in cui spesso l’alettone non arriva all’estremità dell’ala. Questo avviene anche perché, con un multidiedro a estremità rialzate (che aiuta anche la distribuzione ellittica della portanze) farlo è una complicazione costruttiva e un aggravio di peso non molto giustificato. Il possibile “guadagno” di efficacia in un’ala così, in cui la ricerca del miglior rapporto tra resa strutturale, aerodinamica e peso è uno dei parametri principali di progetto, non mi pare così importante. Credo che tale approccio sia comune nel design dei full scale: lo si vede nelle varie immagini e dai trittici di alcuni alianti Schempp-hirt, soprattutto in quelli, come molti dei nostri, non dotati di profilo variabile. si vedono diedri multipli e marcati con angoli anche importanti con alettoni che si fermano ben prima dell’estremità, senza contare che in full scale la flessione delle ali in volo livellato spesso aumenta notevolmente il diedro “statico di progetto” Come già anni fa, nel 2007, scrissi qui http://www.baronerosso.it/forum/aero...-mondiale.html e pubblicato anche sul mio sito URCA - Barca a vela RC da Record, si era pronosticato il discorso dei diedri importanti che potevano dare una certa utilità nel volo in termica e stabilità statiche maggiori di quelle usate allora sui modelli F3J. Negli anni successivi, infatti, si era visto aumentare il diedro delle ali e impiantare (in Italia) i timoni dell’Explorer (ben più grandi degli originali) su vari Pike Perfect. Ora anche il buon Dappo pare aver abbracciato in parte quella strada dotando di timoni grandi e code lunghissime i suoi modelli dell’ultima serie di MattAli. Forse non planano di più degli altri, ma volano “diversi” in quanto la stabilità statica “maggiorata” aiuta l’ala a mantenere più facilmente le incidenze con cui è stata progettata e messa a punto a tutto vantaggio di angolo di planata e efficienza. Riguardando il passato e gli attuali sviluppi si vede anche come lo sviluppo dei full scale sia continuato in quella direzione e che l’ala “multidiedro” non sia stata un fenomeno di “moda “momentanea, ma ormai sia una geometria consolidata. Ora, osservando i più moderni alianti motorizzati (i vari FES con motori elettrici) si vede come spesso le strade tra modelli e alianti full scale si inseguano e si intreccino tra loro e potrebbe anche essere che in alcuni casi, come anche in questo, la facilità di sviluppo e test sui modelli portino questi ultimi ad arrivare prima del cugini Full Scale a soluzioni molto simili. Quindi mi sembra che considerare desueti certi design che utilizziamo nella Autonomy F5J, possa non essere una conclusione affrettata. La nostra Categoria, grazie al suo regolamento, dà spazio ai modellisti che progettano e costruiscono e che liberano la fantasia nel ricercare soluzioni diverse e che nel contempo non devono aspettare di poter comprare un modello di fattura meravigliosa, ma progettato e realizzato da altri che, giustamente, avendo bisogno di vendere oggi, ma anche domani e dopodomani, produrranno in modo da cautelarsi. Infatti tra di noi nessuno costruisce modelli nuovi per venderli, ma l’impegno massimo viene profuso sviluppando a affinando le proprie idee e tecniche alla ricerca del miglior “attrezzo” possibile da usare per la sua gara; molteplici sono i sistemi e gli approcci al medesimo problema e di conseguenza c'è ampio spazio per la fantasia. E già questo è proprio un gran bel gioco
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24 aprile 18, 09:12 | #163 (permalink) Top |
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E intanto si procede. Montate baionette sul boom di coda dopo aver tracciato posizionamento timoni e fatto firature con attrezzini angolati 110 gradi. Montati i timoni sul boom, prima pesata: 87 grammi Verifica allineamenti e diedro longitudinale. Prima pesata con i componenti radio e motorizzazione. Mancano le prolunghe di ala e timone e il rivestimento in oralight dei timoni: 920 grammi. ] Ci siamo quasi
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24 aprile 18, 16:40 | #165 (permalink) Top | |
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| Citazione:
Mi sembra che i longheroni dei piani di coda siano in carbonio e forse sezioni di canne da pesca. Mi sbaglio ? Sto per iniziare qualche cosa di simile anche io puoi dirmi dove trovi le parti in carbonio ? Ti ringrazio | |
24 aprile 18, 20:10 | #166 (permalink) Top | |
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| Citazione:
il dettaglio è: costruzione timone con centine in balsa e tubolare di carbonio come antitorsione (tubo di freccia ambition 1500, dia esterno 5,1mm e peso circa 8 grammi per tutto il tubo della freccia lungo 75 cm circa), bordo di uscita in piattina di carbonio 0,5 x 3 mm e bordo d'entrata in tubolare dia 2 mm che si trovano nei negozi di modellismo
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27 aprile 18, 19:50 | #167 (permalink) Top | |
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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Intanto i lavori procedono e spero di vedere l'alba a breve. La struttura è pressochè completata e anche i comandi e, tra una saldatura e l'altra delle prolunghe a fili mignon che mi stanno cavando gli occhi, faccio un breve break per tornare a un argomento di qualche pagina fa Citazione:
- avendo il maggior braccio di leva possibile a parità di peso finale e lunghezza del trave sia sul profondità sia sulla deriva Forse il:............................................. V In effetti, molti la pensano così anche in F5J, forse circa il 20-30% dei modelli presenti a Carisio erano a V, tra cui i 3 sul podio (tra V dritti e rovesci) e qualcuno appena dietro. Questo non per dire che faccia differenze sostanziali, ma dimostra che non è certo una soluzione snobbata anche da chi fa alianti "più moderni" dei nostri Una prima anticipazione dell'aggeggio finito, allineato e baricentrato Ormai mancano pochi dettagli. A presto
__________________ Claudio Vigada www.progetto-urca.com Footy-Italia gruppo facebook www.autonomy-f5j.it Facebook Autonomy F5J Ultima modifica di claudio v : 27 aprile 18 alle ore 19:58 | |
28 aprile 18, 00:32 | #168 (permalink) Top |
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| completate saldature e prolunghe
E finalmente sono completate le saldature e le prolunghe che, prima di essere montate sono state testate a banco per evitare spiacevoli sorprese. Prolunga tra ricevente e piano di coda scomponibile, una parte rimane nel pod, l'altra resta nel boom di coda che è smontabile: peso totale delle 2 parti con tutti i connettori 13 grammi Prolunga tra rivente e alettoni, anche questa scomponibile, una parte rimane nel pod e l'altra nel tratto centrale dell'ala: peso totale delle 2 parti con spinette 11 grammi. il peso totale delle prolunghe a bordo è di 24 grammi dettaglio dei piani di coda montati con il sistema di registrazione incidenze e comandi esterni messi sul lato inferiore elica ripiegabile con mozzo disassato per ridurre la resistenza delle pale quando chiuse Per concludere assemblaggio e test radio, la pesata di rito che mi vede decisamente meno leggero del prototipo nr1 di Eugenio: ho pagato qualche grammo qua è là un po' su tutto. Il resposo è meno di 960 grammi con 64 dm2 di ala che fa un carico alare di di 15 gdm2 e un carico FAI, tra ala e timone, di 12,9 gdm2 che va più che bene. Infine la parte più importante: l'adesivo storico AGO E, appena possibile con una meteo decente, si collauda! Saluti
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28 aprile 18, 01:45 | #169 (permalink) Top | |
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| Citazione:
Spero che tu domenica lo possa collaudare e gareggiare il 6 a Forlì Il carico alare è veramente basso ed i presupposti per un gran modello ci sono tutti, visto il risultato di Eugenio a Cremona Paolo | |
28 aprile 18, 13:28 | #170 (permalink) Top | |
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Grazie Paolo, Sono molto contento perché negli ultimi anni ho fatto da zero praticamente solo barche a vela e questo è il primo aliante di costruzione pressoché integrale in centine e struttura che realizzo dopo molti anni. Dopo aver fatto questo e il Low Aspect di 2 anni fa posso concludere che a me fare le centine piace più del polistirolo Lo trovo più rilassante perché ci posso lavorare a sprazzi come fosse un puzzle L'Ago 18 vedremo come va nei prossimi giorni e, se trovo subito il giusto feeling, penso lo userò già a Forlì. Dovrei fare abbastanza in fretta a sistemarlo anche perché è quasi uguale a quello di euge per cui partirò da suoi set up e poi vedrò cosa ritoccare. Il mio ha la coda appena più lunga e credo influirà sul centraggio che dovrebbe andare appena più indietro. Bho, si vedrà.
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