16 marzo 18, 02:57 | #101 (permalink) Top | ||
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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Citazione:
Noi siamo sicuri che il timone a V sia la soluzione più leggera e la più semplice da costruire. Come dite anche voi, lo abbiamo diffusamente usato: Euge lo ha su svariati modelli, dall'Hi Aspect con cui anni fa feci anni fa i 31 voli, al Dismora con cui ho anche gareggiato e ai modelli più recenti A mio parere tra i vantaggi si può mettere uan minore vulnerabilità in atterraggio: un timone a V con spatolini può funzionare in sicurezza anche con 2 servini da 5 grammi in quanto le superfici mobili sono molto più piccole di un direzionale e molto meno esposte. Questo è molto utile in Autonomy F5J in quanto ci sono da fare tanti voli nel tempo operativo ed è meglio ridurre il rischio di guai "meccanici" anche se si fa qualche atterraggio poco ortodosso Riteniamo anche che come pilotaggio le due soluzioni si equivalgano e non ci sia bisogno di nessuna miscelazione particolare e nemmeno di messe a punto complicate. Certamente è molto importante il settaggio iniziale in modo che abbiano la stessa incidenze e, questo è un po' più laborioso che con i timoni normali, ma, fatto a banco in costruzione, è un problema risolto una volta per tutte. Francamente non ho mai usato differenziazioni su un V: se il modello è ben centrato (o perlomeno ben centrato come lo centro a mio gusto) non ho notato particolari momenti cabranti o picchianti usando il direzionale e basta nei vari test di messa a punto. L'unica cosa che ho ben notato è la diffenza tra il comportamento a bassa velocità di V a spatolini rispetto al tutto mobile del Dismora: il comando a "spatolino" è più pronto anche a bassa velocità, ma questo avviene anche sui timoni convenzionali a croce. Ne concludo che forse non sono abbastanza sensibile; o forse, chi lo è lo noterà, avrà bisogno di messe a punto particolari e magari lo farà anche con i timoni a croce. D'altronde anche il direzionale verticale è sopra il baricentro e genera un momento torcente. C'è poi il dubbio che il V possa generare un rollio inverso al senso del comando più marcato; e qui saltano fuori soluzioni come il Plus con il V rovescio che annulla il problema ribaltandolo, cioè innecando con il direzionale un rollio nello stesso senso del comando. questo può essere molto utile su un 2 assi pere un innesco di virata più pronto, però.... Però, se teniamo conto della missione dei nostri modelli, cioè salire in termica (e non fare acro senza sbavature), mi viene da pensare alla situazione tipica in spirale stretta in cui il direzionale è dato per tenere la virata e gli alettoni sono normalmente o neutri o un po' in opposizione pre ridurre il rollio indotto: in questo caso, se il mio V generasse un po' di rollio inverso, non è che farebbe più di tanto danno. Quindi non saprei proprio dire se giovino o nuocciano, ma la cosa quasi certa è che, V o normali timoni a croce, sui miei modelli ci volo indifferentemente e non percepisco differenze. Comunque... Se i timoni a V fossero così problematici da mettere a punto mi verrebbe da chiedermi per quale motivo il 100% dei modelli di F3F volano con il V? Anche il 50% degli F3B e parecchi F3J (ci sono stati periodi in cui si vedevano solo V in F3J e F3 ed F5J usano il V ed anche molti piloti titolati volano modelli a croce ed a V alternadoli con grande naturalezza, quasi che per loro non ci sia differenza. Credo che le soluzioni varie, messe sulla bilancia dei pro e contro, alla fine siano equivalenti e il più delle volte la scelta sia dettata dalla moda del momento o da scelte progettuali concatenate o da particolari gusti estetici personali.
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16 marzo 18, 03:16 | #102 (permalink) Top |
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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| Peso minimo 876 odv
p.s. dimenticavo: per mettere a posto il centraggio , Euge ha operato un piccolo taglio di fusoliera e questo è il risultato finale: 876 grammi con la batteria 3s da 1000 leggera Io so già che il mio sarà più pesante: le estremità con tubo pagheranno una decina di grammi minimo di differenza e il mio centrale finito pesa 9 grammi più del suo: 147 grammi contro 139... però il mio è più lucido Sopravviverò al dispiacere? mah
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16 marzo 18, 09:29 | #103 (permalink) Top |
User Data registr.: 18-08-2007 Residenza: Forlì
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Il timone a V questo sconosciuto. Ho pilotato e progettato modelli con tutti i tipi di timone. Non ho trovato sostanziali differenze. L'unico momento in cui si nota qualche differenza nel pilotaggio è nel volo molto veloce. Dove minimi movimenti provocano grossi comandi, in quel volo particolare serve davvero una corretta messa a punto del differenziale sul V. Alle velocità a cui vanno i nostri modelli non si nota la differenza. Per noi l'unico reale vantaggio sta nel minor peso in coda e quindi complessivo. Discorso diverso il timone tutto mobile o con lo spatolino. Se fate disegnare la polare di un profilo simmetrico al variare della sua incidenza avrà una certa inclinazione indicante la capacità di aumentare la portanza. Se fate disegnare la polare dello stesso profilo applicando un punto di curvatura mantenendo fissa la sua incidenza vedrete che la portanza aumenta con un angolo più ripido, cioè avrete un comando più secco e netto. Perché allora preferisco il tutto mobile? Perché se sbaglio l'incidenza di progetto, ovvero devo fare piccole variazioni per avere il massimo del rendimento mi basta agire sul trim della radio. Altrimenti devi agire meccanicamente a volte rovinando un lavoro fatto bene. Inoltre il comando è più morbido, più dolce, meno sgarbato, come se aveste inserito un po' di esponenziale dalla radio.
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16 marzo 18, 11:41 | #104 (permalink) Top |
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Quoto in pieno per il tutto mobile...credo che un altro vantaggio dei piani a V nell' F3F, è che in virata secca con il modello inclinato quasi di 90° il pianetto esterno alla virata si trova in posizione verticale, e dando comando a cabrare è come se si avesse un direzionale che imbarda la fusoliera ed aiuta "chiudere" la virata..non so se mi sono spiegato P.S. il modello è uno spettacolo |
16 marzo 18, 11:44 | #105 (permalink) Top | |||
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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Ciao Rover, non posso che condividere praticamente in toto quanto scrivi Citazione:
Probabilmente con il V non ci farei mai un acrobatico, ma non mi sono mai dedicato alla specialità. Citazione:
Citazione:
Il contro è che un timone "fisso" con spatolino ha un azzeramento immediato sempre verificabile e necessita di servi meno potenti e robusti essendo meno "esposto" in atterraggio: questo comporta anche che, finita la messa a punto iniziale, si possano godere i vantaggi del caso e, se necessario, si può addolcire elettronicamente con la radio. C'è da dire che se si fanno modelli con K di coda elevato, ci pensa già la geometria stessa ad addolcire il comportamento e rendere il volo più "pastoso" anche senza tanti esponenziali. Però, tornando al V, la mia preferenza per lo spatolino è aumentata dal fatto che, oltre a fare da profondità ... fa da direzionale: in condizioni un po' mosse, specie in atterraggio, avere un comando sempre pronto sull'imbardata è un plus che ritengo irrinunciabile, soprattutto per non mancare i centri. Con il modello rallentato e frenato, il "piede" rimane e deve rimanere il comando più efficace per indirizzarlo. Però, così facendo rimane il problema del settaggio fine da fare in fase di messa a punto, aggravato dalla configurazione a V. Per questo Euge con il buon Sergio ha realizzato un semplice sistema a vite da incassare nei timoni: si tratta di un tubetto filettato all'interno con sul fianco un'asola verticale diametro 2mm x 6 circa. Al suo interno è posizionato un barilotto con un intaglio da cacciavite forato da 2 mm trasversalmente e filettato esternamente che impegna il tubetto. La regolazione si fa facilmente ruotando il barilotto dopo aver sfilato il perno centratore del timone: si ha una posizione di inserimento ogni mezzo giro che, con un filetto passo 0,4, significa ogni 0,2 mm. Chiamente la precisione della foratura, specie sul barilotto, è indispensabile Una foto penso che possa completare la spiegazione Come si vede, ogni scelta di progetto crea vantaggi e svantaggi: avere solo plusvalenze è praticamente impossibile, ma con un giusto mix di scelte si può cercare di trovare il miglior bilancio in ogni soluzione. Saluti e a presto per altre news.
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16 marzo 18, 21:25 | #107 (permalink) Top |
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Per gli amanti dei piani a "T" ecco come realizzo l'attacco dell'orizzontale registrabile. Il supporto posteriore è fisso mentre l'anteriore è variabile semplicemente avvitandolo o svitandolo dal tondino filettato 3 MA bloccato passante nel tubo. Il dado serve a bloccare il supporto una volta trovata la giusta incidenza. |
18 marzo 18, 19:39 | #108 (permalink) Top |
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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| Aggiornamento costrusione secondo AGO 18
Anche la mia ala realizzata con alcune modifiche ripestto a quella di Eugenio, sta vedendo la luce. Ho finito il mosaico di pezzettini di balsa e carbonio che completano gli alettoni. Ogni centina è stato forata sull'estremità per realizzare la sede del tubo antitorsione , rivestita con capstrip, posizionata a incastro e infine incollata. Il tutto richiede una certa precisione, ma il risultato finale è molto soddisfacente: l'alettone nudo è molto rigido a torsione, è lungo 800 mm e pesa 20 grammi circa. Ecco qualche immagine foratura estremità centina su scalettino sotto fresetta i pezzi del puzzle pronti per l'incastro montaggio completato Alettone pronto per il rivestimento: 19 grammi (circa 5 più di quello di eugenio) Poi, sempre con il solito sitema di controsagome in politirolo e pesi, abbiamo incollato con PU i rivestimenti del Dbox delle estremità Il peso è buono, in linea con quello di Eugenio: il peso dell'estrremità è nel grammo uguale a quelle già realizzate il peso dei pezzi vari fatti finora. Siamo a 340 grammi... Sembra quasi tutto fatto, ma resta ancora da attaccare i cap strip sulle centine, mettere i centratori di unione delle estremità, le baionette,le tip, gli attacchi dei servi e un sacco di piccoli lavoretti prima di poter rivestire. Prossimamente altri sviluppi. Ciaoooo
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19 marzo 18, 13:03 | #109 (permalink) Top | |
UserPlus Data registr.: 02-03-2007 Residenza: Molinella (bologna)
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| Citazione:
I nostri modelli volano a velocità molto basse, non sono degli acrobatici e non debbono rispondere immediatamente al comando Te lo chiedo perché allora dovrei impegnarmi a cambiare la struttura dei miei alettoni che sono in poli rivestiti in VTR, e sono sottilissimi, per il profilo che ho scelto. Sono tutto fuorché essere rigidi e per far si che il movimento sia angolarmente variabile metto il punto di comando (la squadretta) addirittura non al centro dell'alettone ma verso il centro dell'ala. Diciamo che ho un alettone di 80 cm che è comandata a 15 cm. Questo comporta per me un vantaggio: ho un alettone che si flette e si accompagna al profilo e addirittura verso la fine, visto anche che è rastremato , il movimento è minimo e, a mio avviso, provoca meno turbolenza e meno vortici e lascia più tranquillo il movimento dell'aria che scorre sopra e sotto l'ala verso la zona che è soggetta a provocare la maggior resistenza, il terminale (vedi foto estremità di sinistra quella con l'alettone tagliato) Paolo | |
19 marzo 18, 14:26 | #110 (permalink) Top |
User Data registr.: 19-12-2009 Residenza: Turriaco (GO)
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Se non ricordo male, gli "elastoflap" sui DLG funzionavano proprio così, il flap era libero all'attacco e bloccato all'estremità. In questo modo l'estremità dell'ala non viene perturbata dal movimento del flap o alettone che sia, credo però che si perda qualche cosa in efficacia del comando e di conseguenza la maggior deflessione richiesta all'attacco potrebbe fare più danni dei vantaggi ottenuti con un'estremità pulita....credo. Edi |
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