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06 giugno 17, 17:20 | #281 (permalink) Top |
User Data registr.: 19-12-2009 Residenza: Turriaco (GO)
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Ah, meno male! con la posizione del baricentro ci casco sempre. Spesso indicate la posizione del C. G. in mm dal bordo di entrata, però in questo modo non conoscendo il modello in questione non riesco a valutare se il centraggio è avanti o indietro. Nei miei veleggiatori con motore elettrico ho il C. G. tra il 35 e il 40% e un coefficiente volumetrico di coda (beccheggio) tra 0,4 e 0,5. Uso profili molto camberati, fino al 6%, naturalmente l'incidenza relativa va intorno ai 3°, svergolamenti dei diedri a parte. Insomma, leggendovi, questi centraggi credo che li definireste da "lampadario". Vi seguo anch'io. Edi |
06 giugno 17, 17:23 | #282 (permalink) Top | ||
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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| Citazione:
Concordo inoltre sul dimensionamento della coda: dei miei progetti/modifiche ho sempre cercato di fare modelli con K> di 0,45 anche se fino a 0,42 di solito volano ancora abbastanza bene... dipende dal profilo e da che coeff di momento ha. Tutti i miei F3E erano almeno 0,5 e anni fa (2007) ho anche scritto un po' a riguardo: URCA - Barca a vela RC da Record e come previsto allora l'evoluzione è andata verso modelli più stabili Poi, quanto stabili" va a gusti e tanti considerano "sordo" un modello stabile... dal mio punto di vista è esattamente il contrario. Un modello stabile che entra in termica lo comunica chiaramente alzando la coda e spesso accetta centraggi più arretrati (se poi ha il piano di coda leggermente asimmetrico (deportante) anche di più come scrivi tu più avanti. Se poi a quello aggiungi che non ho una vista da aquila e che quando sono lontano fatico parecchio e sbaglio molto (e non credo di essere il solo), preferisco sempre avere il modello che sopperisce un po' ai miei errori piuttosto che il contrario e che mi permetta di seguire la termica anche un po' lontana. Infatti sul prossimo sto facendo coda lunga e timoni più grandi del solito per estremizzare un po' il concetto e vedere se ritovo il modo di volare del mio modello ultralight dello scorso anno che mi piaceva tantissimo e... che mi hanno "demolito" a Caprino Citazione:
Diciamo che sono...un garista della domenica Se parliamo di gara, mi limito a parlare di Autonomy e quindi la fortuna conta poco perchè nella media delle 3,5 ore il suo peso è abbastanza ridotto e il gioco d'azzardo non esiste... quindi la metteri all'ultimo posto. Nella F5J credo che pesi mediamente un po' di più in quanto un po' di gioco d'azzardo c'è. Se si parla di volare per divertimento e da soli... fortuna e sfortuna non esistono... quindi contano zero: basta giocare e divertirsi Quindi, a spanne, per me metterei: -Pilota: 50% -Modello e set up sono assieme perchè un supermodello non settato e centrato bene bene vale ... come una "sola": 30% -Condizioni sul campo: 15% perchè sono una discriminante... specie se si vola in piatta totale o quasi o in condizioni non gradite al pilota/allenamento specifico/tipo di modello usato -fortuna (in Autonomy-F5J): 5%.
__________________ Claudio Vigada www.progetto-urca.com Footy-Italia gruppo facebook www.autonomy-f5j.it Facebook Autonomy F5J | ||
06 giugno 17, 17:42 | #283 (permalink) Top | |
User Data registr.: 02-01-2004 Residenza: Vicino a Saronno
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| Citazione:
Sul mio Inside ora sono circa al 41% con una incidenza di circa 1-1,5% mentre Claudio lo ha portato al 43% portando a 0 l'incidenza. Il profilo è un AG35 mod. | |
06 giugno 17, 18:10 | #284 (permalink) Top | |
User Data registr.: 19-12-2009 Residenza: Turriaco (GO)
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| Citazione:
Edi | |
07 giugno 17, 00:34 | #285 (permalink) Top |
User Data registr.: 14-08-2006 Residenza: In the wide blue yonder
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Edima: si, 3 gradi di dl per me è da lampadario...questione di gusto, ma forse no, sarei curioso di vedere quanti usano DL superiori a 1 grado a certi livelli, in ET per esempio, e dove stanno in classifica. Continuo inoltre a credere che sulla capacita di avanzamento/rientro il DL influisca pesantemente, non so chi abbia bollato l inside come un modello che non si muove (ma magari ho contribuito anche io a questo, pero poi mi sono ricreduto) perche certi rientri, in speed ma anche in normale, continuano a lasciarmi basito. Devo assentarmi per qualche giorno, sono via e l ipad non mi aiuta a generare i papiri che mi sono propri... Buone termiche a tutti, con cg avanti, indietro, v, croce, 2,4,6 servi. Tanto, per iniziare, concordiamo tutti sul fatto che il primo fattore è il pilota, quindi tanto vale lavorare su quello in primis |
07 giugno 17, 01:43 | #286 (permalink) Top | |
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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| Citazione:
Visto che il mio omonimo è di fretta (ma storiamo torni presto con altre belle soluzioni), provo a risponderti per quel che ne so sui miei modelli. La cosa di cui sono sicuro è che credo di non essere mai riuscito a far volare "come volevo io" alianti RC con più di 2 gradi di DL tra ala e timone. Uso sistemi molti simili al mio omonimo per mettere a punto il centraggio del modello e, pur non cercando mai soluzioni estreme, voglio che il modello tenga la velocità di trim data senza delfinare se abbandonato a se stesso. Cioè, a posizione di trim data deve corrispondere una certa velocità il più costante possibile. Quindi, deciso a che velocità voglio far volare in planata il modello, regolo il diedro longitudinale e il baricentro di conseguenza. La premessa di base è che il trave di coda deve essere rigido, il modello dimensionato correttamente (K di coda adeguato) e il comando del profondità con un azzeramento pressoché perfetto, altrimenti sperare di trovare un set up corretto credo sia pura utopia. Partendo da un settaggio base di 1,5 gradi di incidenza e baricentro tra il 35-38% provo in volo il modello e ritocco il trim fino a trovare la velocità di volo che mi sembri più adatta per l'uso che voglio farne. Se riesco a stabilizzare assetto e velocità, faccio la prova di centraggio con una leggera affondata e vedo che succede. Se richiama molto dolcemente Ok, se richiama troppo bruscamente probabilmente occorre arretrare il baricentro e togliere DL e se non richiama o picchia ulteriormente occorre probabilmente avanzare il baricentro e aumentare il DL. Prima di atterrare e modificare qualcosa controllo cosa succede dando un po' più di trim a picchiare o a cabrare ripetendo il test e poi atterro e ritocco il tutto, prima il baricentro e poi le incidenze di ala o timone se l'elevatore è troppo disassato. Il principio base è quello dell'omonimo: mai avere un timone a profilo portante. Naturalmente questo è solo il principio base, da adottare cum grano salis Cioè, se ho un modello lento e lo trimmo per volare alla minima, l'affondata non dovrà essere esagerata, altrimenti richiamerà bruscamente o andrà in picchiata fino a terra senza avere un comportamento coerente in quanto costretto ad un range di velocità non previsto. Perché il modello voli "bene" deve avere un buon range di velocità in base al trim dell'elevatore e possibilmente non delfinare alla minima turbolenza e, anche sotto motore, con 3 o 4 gradi di negativa allasse, una volta centrato Ok non deve tirare su il muso. Gli affinamenti finali di solito li faccio con piccoli ulteriori spostamenti del baricentro/trim vedendo come si comporta in termica, in virata e in turbolenza fino a trovare un equilibrio ottimale tra autostabilità, maneggevolezza e facilità di pilotaggio. Qualora volessi spostare avanti il range di velocità utile, cioè volare sempre più veloce, con quel DL, basterebbe avanzare leggermente il baricentro e il gioco sarebbe fatto. Così facendo non ho mai trovato messe a punto decenti con angoli maggiori di circa 1-1,5 gradi (qualche volta anche meno) di DL usando profili tipo: AG25, E193, E205, SB96, RG15, RG12A, Zone V2 60. Non saprei dirti con profili molto più curvi in quanto, in tempi recenti, cioè gli ultimi 15 anni, non ne ho usati e quindi ho pochi dati a riguardo. Ciao e... speriamo di vederci prima o poi ad una Autonomy
__________________ Claudio Vigada www.progetto-urca.com Footy-Italia gruppo facebook www.autonomy-f5j.it Facebook Autonomy F5J | |
07 giugno 17, 08:41 | #287 (permalink) Top |
User Data registr.: 14-08-2006 Residenza: In the wide blue yonder
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Direi che quello che è scritto domani ma è condivisibile al 99%, che è il 100% meno l' 1 grado che differenzia il mio setup ideale dal suo, che rientra nella sfera della soggettività Oggi saremo in mare quindi assenza totale ma prima, visto che vi ho lasciato con un invito a volare, volevo far notare una abitudine che reputo sbagliata del volo di allenameno tipo. Ignorate questo messaggio se di gare non ne volete proprio sapere. Volare alti e fare voli da 10 con atterraggio di precisione è uno spreco di tempo. " ma è quello che viene richiesto in gara"! Lo so, me lo hanno detto, però in allenamento tenere il modello sopra i 100 mt resta tempo perso lo stesso, a maggior ragione se dopo i 100 mt ve ne andate a 150 continuando a salire nella stessa termica che vi ha portato a 100. Volate il piu possibile alle quote alle quali si decidono le gare! Se il vostro livello e le condizioni lo consentono esplorate sempre sotto motore le quote che stanno tra i 30 ed i 70 mt, motore al minimo indispensabile che poi è l'andatura di esplorazione, spegnete se sentite qualcosa e provate a girare. Se vi butta fuori o vi scappa ridate motore e riprovate a girare la stessa termica, insistete, rendete molto "personale" il rapporto tra voi e QUELLA termica. Che magari non c'è, ma dovete arrivare ad esserne certi, tornando e riverificando come interpretare i segnali che vi da il modello mentre passate in quell aria. Se agganciate ed arrivate a 80-100 mt è tempo di affrontare un altra sfida ricominciando da capo. Ad atterrare vi allenate non dopo voli da 10 minuti, salite a 30 mt ed atterrate, risalite a 30 e Atterrate, e via cosi. Scappo, ciao! |
07 giugno 17, 10:05 | #288 (permalink) Top |
User Data registr.: 19-12-2009 Residenza: Turriaco (GO)
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Sono daccordo sulla procedura di centraggio descritta da Claudio Vigada, procedo in modo analogo con una differenza, controllo i dati del variometro e affino il centraggio concentrandomi più sulla minima velocità di discesa. Questo porta ad un DL più elevato e forse a una velocità sulla traiettoria inferiore che a voi potrebbe dare fastidio. Ho dato unocchiata ai profili AG25 RG 15 ecc. sono poco camberati e forse più adatti a correre, su modelli simili uso un profilo con camber 4, decisamente più portante, e con un coefficiente di momento diverso -0,08 a confronto di -0,06. Questo fa sì che il mio modello è tendenzialmente meno stabile a parità di K. Daccordo, i quota devono essere biconvessi, io uso il timone tutto mobile con profilo simmetrico. Per la precisione del comando mi affido ai bowden Sullivan o simili, per ridurre il gioco della cerniera sulla quale ruota il timone, uso degli uniball. Sarebbe meglio un servo in coda ma montare 10 grammi là in fondo........Tutte le mie prove di planata (moltissime) le faccio al mattino presto per evitare termiche e turbolenze. Qualche dato Modello di a. a. 2360, carico 23 la v. di caduta è di 0,32 K 0,5 C. G. 38% Modello di a. a. 3000 (allungamento 24) carico 15,2 la v. di caduta è 0,26 0,28. K 0,53 C. G. 38% Modello di a. a. 4320 (allungamento 38,5) carico 17..............in costruzione. Edi |
09 giugno 17, 16:17 | #289 (permalink) Top | |
User Data registr.: 14-08-2006 Residenza: In the wide blue yonder
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| Citazione:
Edima: hai ottimizzato i modelli per la planata ed in certe condizioni sicuramente daranno del filo da torcere a chiunque. Però cosa succede in condizioni diverse da quelle che trovi al mattino presto o alla sera tardi? In una discendenza riescono a muoversi e scappare o rimangono in balia delle condizioni? Ciao C | |
09 giugno 17, 21:43 | #290 (permalink) Top |
User Data registr.: 19-12-2009 Residenza: Turriaco (GO)
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Il modello con carico 23 ha il profilo variabile su tutta l'ala, quindi diminuendo il camber riesco a scappare dalle discendenze perdendo meno tempo e quota, quello con carico 15 fa quello che può anche se l'allungamento 24 aiuta. Edi |
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