31 dicembre 13, 20:27 | #81 (permalink) Top |
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| Ali
Grazie Giuseppe, In m.p. ti ho mandato recapito e un po' di storia di quelle ali. Si tratta dell' ultimo paio di un gruppo di quattro modelli costruiti quasi 15 anni fa in società dell' amico Francesco, un lavoro che trova giustificazione solo nella soddisfazione di fare qualcosa di unico e bello per il gusto di farlo, oggi è molto più semplice acquistare già fatto!
__________________ pave 52 |
02 gennaio 14, 00:26 | #82 (permalink) Top | |
User Data registr.: 11-01-2009 Residenza: bologna
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potresti raccontare anche a noi la loro storia; magari qualcuno degli interessati lo conosciamo . Umberto | |
02 gennaio 14, 20:16 | #83 (permalink) Top | |
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02 gennaio 14, 22:24 | #84 (permalink) Top |
User Data registr.: 07-09-2010 Residenza: Rovereto (Trento)
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ciao Umberto, L' ala finita spero rimanga sotto i 1000 gr. Come ho accennato è un "fondo di magazzino" di una produzione di quattro modelli realizzati nel 2000 assieme a Francesco Arbetti per partecipare alle gare AVoT/F3J. Il modello "Speed Hawk" era un progetto personale, nato mettendo assieme l' esperienza fatta nei due anni precedenti sia da me che da Francesco, la fusoliera era realizzata con un guscio in FV con supporto ala in pinna (riprendeva forme e idea del famoso AGO 77 dei Torinesi) su cui si innestava un tubo in triplice calza di carbonio, pure realizzato da noi. Ho sempre amato il diedro "ellittico" fin dai tempi del volo libero e il mio primo veleggiatrice RCV da gara degli anni 60 guarda caso era geodetico con diedro d' estremità ellittico. Da allora disponevo di uno scaletto di montaggio specifico che proprio all' inizio della mia frequentazione delle gare F3J avevo utilizzato per il mio primo modello "Ligth Hawk", ala centinata, comandi 2 assi e freno con capottina apribile. Mettendo a frutto la collaudata esperienza di Francesco nella produzione di ali in poli/fibra (buona parte delle ali di Master Fly erano fatte da lui) ci lanciammo nella sfida. L' ala era composta da un tratto centrale a corda costante e due tip rastremate con terminali ellittici in pianta e frontalmente, le anime di questi ultimi erano realizzate con cinque pannelli rastremati a scalare, incollati e raccordati a tampone. Per il rivestimento si utilizzò tessuto di vetro da 110, stratificato con rinforzi a scalare, con balsa da 1.5 mm. a finire, dimenticavo all' interno i due longheroni in nastro di carbonio a tutta altezza, posti a 40 mm. uno dall'alto altro, fino all' inizio della curvatura. Come potete immaginare il bello veniva al momento di rivestire il diedro a doppia curvatura, dopo diverse notti insonni proposi a Francesco di procedere come segue: -dopo aver incollato e sagomato i pannelli inferiori in balsa, stesura e impregnazione del tessuto e relativi rinforzi messa su scaletto e prima essicazione -il giorno dopo rivestimento del dorso con tessuto e balsa dal bordo d' uscita al 40% della corda lasciando sporgere verso il b.e. 20 mm. di tessuto ricoperto da peel/ply -il terzo giorno completamento del rivestimento superiore del b.e., con l' accorgimento di predisporre, dall' inizio della curvatura del diedro verso il terminale, dei tagli a frange da 10 mm. per permettere un rivestimento "a fasciame" delle parte finale a doppia curvatura. La procedura funzionava egregiamente, si lavorava alla sera dopo cena a settimane alterne, quando Francesco lavorava con il primo turno. Fate un po' i conti voi di quanti giorni di lavoro richiese il solo rivestimento di 16 terminali!!! Da noi si dice: "se no i è màti no i volemo!"
__________________ pave 52 |
03 gennaio 14, 16:50 | #85 (permalink) Top |
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Bel lavoro, complimenti, averne della voglia di lavorare cosi'... Quando c'era la voglia non c'era tempo, adesso il tempo ci sarebbe ma manca il resto. Forse per autonomy sono un po' pesanti, ma sono molto belle . Umberto |
03 gennaio 14, 23:52 | #86 (permalink) Top |
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| Si temo che sarà difficile stare nei 1700 gr. In o.d.v., d'altronde la struttura era dimensionata per altre sollecitazioni, per l' autonomy basterebbe molto meno.
__________________ pave 52 |
04 gennaio 14, 22:37 | #87 (permalink) Top | |
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E' un mezzo problema il peso, perchè ti aumenta la batteria, sperando che la superficie sia adeguata. Umberto | |
07 gennaio 14, 01:02 | #88 (permalink) Top | |
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Vale a dire che se sto nei 1700 gr. avrò un carico alare di 28.5 gr/dmq , non sarà proprio un farfallone! Intanto sto sacramentando con le cerniere di flap e alettoni, a suo tempo ci eravamo dimenticati di mettere il peel ply, sui primi modelli avevamo risolto facendole con il rivestimento in Oracover, questo non ho intenzione di rivestirò, solo vernice con venature in vista.
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07 gennaio 14, 11:41 | #89 (permalink) Top | |
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abbiamo appena ricevuto un topthermal disser che tra poco volerà in Francia. Ho provveduto a pesare le varie parti, in modo da vedere il peso a vuoto: centrale: 321g tip:125 x 2 = 250g pod: 132g boom: 53g pianetti: 75g accessori: 120g totale = 951g La superficie è 54 dm2 se servono altre informazioni scrivete pure
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07 gennaio 14, 19:59 | #90 (permalink) Top | |
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Non male, solo i pianetti mi sembrano un po' cicciotti, il resto piu' o meno come preventivato. @Pave 52 : l'anno scorso abbiamo avuto quasi sempre vento, forse sarà anche piu' pesante finito (con tutta la mercanzia che serve a completarlo) , ma solo la prova in volo potrà dire se è ok, tu stai piu' leggero che puoi ! Umberto | |
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