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24 gennaio 12, 13:37 | #1271 (permalink) Top |
User Data registr.: 22-03-2008 Residenza: Foligno
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| esperienze personali
Monokote: A me piaceva tantissimo la sua consistenza. Un poco più elastica rispetto all'Oracover usavo spesso quella trasparente. Ricordo delle semiali di un aliante (stile alcione o piviere aviomodelli) progettato da me che si chiamava Supernova e che avevo rivestito in Monokote arancione. Bellissimo. Neanche faceva le grinze quando era al calore del sole. Per me andava benissimo. Solartex: Se applicato e protetto con trasparente bicomponente (carrozziere) non fa più grinze ed è stabile. Carta Colorata: Blu, Bianco, Rosso, Arancio sono disponibili sul sito di Modelberg e, personalmente, ne ho visto un buon assortimento anche a Modellismo Riccione. Inoltre c'è carta giapponese colorata, quadrettata, scacchettata... come volete. Quindi condivido ma non capisco l'esigenza di colorare della Modelspan casalingamente. Non è che prima o poi qualcuno si metterà a seminare degli alberi di balsa per poi ricavarne delle tavolette, eh? Carrelli su polistirolo: Il problema dei problemi. I blocchetti si schiantano e le false centine interrompono la venatura. Ma anche il foro della ruota interrompe la venatura, no? E allora? Buona norma quella di fibrare le parti sottoposte a sforzo ma vedo meglio l'adozione di un longherone tosto da carrello a carrello insieme alla falsa centina. Nel pylon, dove le ali hanno un profilo sottilissimo, il compito di tenere unite le superfici portanti è affidato ad un longherone fatto come una fondazione gettata di roving e resina. Poi il tutto viene fibrato. Nella f3a Vintage non esistono sforzi così grandi che possano paragonarsi al pylon anche perché le superfici mobili si muovono pochissimo e non come nel 3d in cui si va quasi a 90 gradi. Il longherone in un'ala f3A Vintage in polistirolo può essere in compensato di betulla da 4 mm o in sandwich carbonio-betulla-carbonio, magari forando il betulla per alleggerirlo. L'uso del composito è un pò in contraddizione con lo spirito vintage e pertanto del betulla può bastare. Oddio, a voler fare una figata si può optare per due longherine in pino unite da un'anima in compensato avio a ricreare una trave ad I. Quando la struttura di longherone e carrello è annegata nel polistirolo state certi che non ci sarà atterraggio in grado di strappare alcuna gamba. In un'ala in centine le false centine del carrello sono appoggiate su longherone e bordo di entrata (biciclo) o bordo di uscita (triciclo) segno che le forze da vincere sono quelle che tendono a far ruotare (strappandolo) tutto il blocchetto del carrello. Quindi è giusto quello che fa Furetto anche se interrompe la continuità delle fibre dell'obeche, peraltro già interrotte dal foro della ruota. Cg
__________________ ...quello che noi chiamiamo "passione" altri dicono "mania". Dev'essere un bacillo veramente resistente che quando entra nel sangue non molla più. (Ninetto Ridenti) Arch. Cristiano Giustozzi FAI 10694. Tel. 393 9772747 |
24 gennaio 12, 14:30 | #1273 (permalink) Top | |
User Data registr.: 10-03-2009
Messaggi: 1.980
| Citazione:
Gli aerei acrobatici reali sono dimensionati per accelerazioni positive e negative che superano i 10 g..i modelli li superano abbondantemente e basta fare un calcolo della centrifuga generata a 120 km/h da un modello di 4 kg per fare un looping di 200 metri di diametro per vedere che siamo su quei valori... Ora basta prendere la propria ala, appoggiarla a due sostegni sotto i terminali e farci salire al centro un ragazzo di una quindicina di anni....non obeso :se resiste normalmente con un abbondante margine siete a posto e potete mandare al massimo il motore e stringere le figure, se no....meglio limitarsi ai passaggi radenti ( forse è questo il senso dell'affermazione di cristiano ? ) P.s. : peraltro le prove statiche coi i sacchi di sabbia e martinetti idraulici sono la norma per le strutture aeronautiche....
__________________ FAI 7635 Ultima modifica di Renato Privitera : 24 gennaio 12 alle ore 14:38 | |
24 gennaio 12, 15:45 | #1275 (permalink) Top |
User Data registr.: 14-05-2006
Messaggi: 1.812
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ma è ovvio che le forze sono quelle... è insensato e del tutto inappropriato realizzare una struttura più robusta del necessario che per di più indebolisce l'ala se la soluzione che abbiamo chiamato A dalle foto di mario resiste a più degli sforzi a cui è sottoposto, per quale motivo indebolire l'ala per avere un carrello ancora più robusto? se mi spiegate il senso di ciò allora vi dico avete ragione... meglio la falsa centina a questo punto mi aspetto che si dica che il polistirolo non è più sufficiente, sostituiamolo con del marmo inoltre... se permettete, a meno che io non sia orbo con la soluzione A si interrompono fibre per una lunghezza pari al diametro del portaruta, che sarà intorno a 6 cm... con la soluzione di furetto a me pare di vedere almeno 15 cm in meno di copertura invece mi correggo da solo a proposito della colorazione del modelspan (per anni ne abbiamo trovato solo bianco, altrimenti certamente non avremmo avuto necessità di colorarlo), io ricordavo uno dei vari esperimenti, alla fine la carta colorata in casa è stata colorata con anilina e non con i colori che ho linkato prima, si trovano anche in quel sito cmq o in negozi di vernici |
24 gennaio 12, 16:00 | #1276 (permalink) Top | |
User Data registr.: 09-10-2008 Residenza: Provincia di udine
Messaggi: 1.499
| Citazione:
__________________ io volo quì: WWW.parcodelcormor.com e qui: http://www.grmodelcarnico.altervista.org/ | |
24 gennaio 12, 17:22 | #1277 (permalink) Top |
User Data registr.: 01-12-2009 Residenza: Desenzano
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Visto che tutti dicono la loro, anch'io voglio dire la mia! M'è parso di capire che qualcuno sostiene che la gamba del carrello deve resistere ad una forza che tende a piegarla all'indietro, non credo proprio: questo succederebbe se la ruota fosse inchiodata alla gamba ma invece è libera di girare. certo, se la gamba fosse molto inclinata all'indietro...ma bisognerebbe anche considerare che l'aereo in atterraggio è leggermente cabrato... In linea di massima mi sembra che l'unica forza interessante sia quella che spinge la ruota verso l'ala, in seconda battuta la forza laterale che si potrebbe produrre con correzioni di rotta in atterraggio. Interrompere le vene dell'obeche non è bello ma necessario e, essendo le forze di compressione e trazione alle quali è sottoposto l'obeche maggiori alla radice dell'ala, forse non è così grave avere una falsa centina che taglia le fibre per una lunghezza maggiore a metà ala se già c'è una interruzione minore per la ruota in una posizione più sollecitata, sempre che questa soluzione garantisca un lavoro pulito (=semplice). Rinforzo in composito: volendo fare un rinforzo 10 x 10 con del tessuto da 100 gr/mq laminato senza vuoto possiamo ipotizzare 1 gr di tessuto, 1 gr di resina per l'impregnazione e ancora qualche grammo per impregnare legno e polistirolo (usando un po' di aerosil si riduce la capacità della resina di impregnare legno e soprattutto polistirolo risparmiando ancora peso), in totale siamo a pochi grammi, meno di una decina. |
24 gennaio 12, 23:06 | #1278 (permalink) Top | |
User Data registr.: 22-03-2008 Residenza: Foligno
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Da allora se non si arriva in pista ho capito che è meglio farlo a carrelli chiusi. In ogni caso se immaginiamo un'ala intatta e senza fori di carrello ricordo perfettamente che si univano le semiali mettendo della fibra e basta al centro. Eppure nessun Cessna si è mai rotto in volo. Ma neanche ho mai visto un Veltro di Belloni esplodere mai in volo. Mario (Belloni) vola sempre con dei comandi limitati ed è molto dolce nelle manovre. Ad esempio non l'ho mai visto autoruotare a causa di una manovra troppo secca, neanche nelle figure quadre. Circa le sollecitazioni a cui viene sottoposta un'ala non mi torna qualcosa. Vero che gli aerei acrobatici veri alle volte tirano anche 10 G pertanto se questo succedesse anche ad un modello che pesa 3,8 kg è chiaro che la sua ala dovrebbe sopportare un peso di 38 kg. Io dico che 38 kg applicati al centro di un'ala di un Galaxy la chiudono in due. Immaginando dei pacchetti di sale da 1 kg distribuiti su tutta l'ala con due persone che la sostengono all'estremità già mi convince di più ma 38 kg sono comunque tanti. Qual'è la formuletta che permette di calcolare a spanne il carico su un modello dato peso, velocità e raggio di curvatura? Chi la sa al volo? Cg
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24 gennaio 12, 23:23 | #1279 (permalink) Top | |
User Data registr.: 22-03-2008 Residenza: Foligno
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m x v2/r Quindi 43,56 kg... Meglio mi sento!
__________________ ...quello che noi chiamiamo "passione" altri dicono "mania". Dev'essere un bacillo veramente resistente che quando entra nel sangue non molla più. (Ninetto Ridenti) Arch. Cristiano Giustozzi FAI 10694. Tel. 393 9772747 | |
25 gennaio 12, 11:12 | #1280 (permalink) Top | |
User Data registr.: 14-05-2006
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| Citazione:
poi che raggio di curvatura hai usato? a me in maniera molto empirica hanno sempre detto di moltiplicare per 6, 7 volte il peso della fusoliera e sospendendo l'ala da metà di ogni semiala, appoggiarci sopra quel peso, e dovrebbe reggere... la cosa è molto sensata anche perchè se un ala che con questa prova regge una ventina di kg, in volo ne reggerà molti di più dato che non sarebbe trattuta da nessuno, l'aria è un fluido decisamente poco denso una ventina di kg su un modello della classe che trattiamo mi pare adeguato, perchè si tratta di una fusoliera che peserà poco oltre 3 kg per 6 fanno 18 kg ed abbondiamo a 20 | |
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