25 marzo 10, 15:59 | #1 (permalink) Top |
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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| AUTONOMY F5J: VOLO LIBERO- VOLO RC punti dincontro
Negli ultimi tempi abbiamo avuto modo di scambiare pareri con alcuni noti voloiberisti itaiani e allora abbiamo pensato, Eugenio ed io, di scrivere alcune considerazioni a riguardo degli interscambi culturali tra le varie discipiline di volo veleggiato e in particolare per quelle dei veleggiatori "elettroassistititi", quali quelli della FXJ con altimetro, dell'ultima 2M Electro J e in particolare della Autonomy di cui ci occupiamo direttamente da anni. Buona lettura a tutti... e ai vololiberisti in particolare ************************************************** *** AUTONOMY F5J: VOLO LIBERO- VOLO RC punti dincontro Quando abbiamo pensato ad una nuova categoria di volo con alianti, lo abbiamo fatto per adeguare un regolamento alle esigenze del tempo che passa e tutto trasforma. Il volo libero è una bellissima categoria, ma è necessario rassegnarsi a malincuore e capire che non è più praticabile a causa della mancanza di spazi adeguati. Pensiamo che non sia giusto e corretto gettare tutto il sapere acquisito in questi anni, ma piuttosto sarebbe utile trasformare ed adeguare i modelli F1 con le tecnologie attuali. Oggi sono facilmente reperibili micro radiocomandi in 2,4 mhz che si possono quindi utilizzare senza pericolo di interferenze. Con lutilizzo di queste apparecchiature per riportare a casa i modelli al termine della missione di volo, si potrebbe dare nuova vita ai modelli da volo libero utilizzando campi di volo relativamente ristretti. Ma quale è la vera differenza fra un modello veleggiatore da volo libero ed uno radiocomandato? Entrambi devono ottimizzare il tasso di caduta; se poi guardiamo bene, hanno dimensioni paragonabili, ma carichi alari e profili un po diversi: perché ? Nel volo libero si aspetta che passi una termica per farsi trasportare (come un autostoppista) mentre nel volo radiocomandato è il pilota che guida il modello nel cielo alla caccia della termica. Nel secondo caso il modello, pur scendendo al minimo, deve essere molto efficiente, veloce e maneggevole per poter esplorare un grande terreno di caccia e ritornare alla base anche lottando contro venti contrari, turbolenze e discendenze. Studiando la formula Autonomy, abbiamo pensato che potesse essere adatta sia ai modelli genere volo libero che ai cercatori di termiche. Infatti, nel tempo operativo, il concorrente non è obbligato a lanciare su richiesta del direttore di gara, ma sceglie il momento che ritiene più favorevole per linvolo. Non nascondiamo che da tempo aspettiamo qualche bravo concorrente del volo libero per imparare tecniche e tattiche che solo quella disciplina insegna, per integrarle nei modelli più radiocomandati. Molti modellisti di volo libero non amano imbastardire il loro tipo di volo anche perché hanno poca dimestichezza con il pilotaggio RC. Però noi pensiamo che non serva essere campioni di acrobazia 3d per riportare a casa un veleggiatore al termine di un bel volo autonomo in termica: non è il caso di spaventarsi, è sufficiente un minimo allenamento e un modello che voli dritto da solo alloccorrenza proprio come quello usato fino al giorno prima senza radio-disturbo. Idem per la salita in termica: i modelli da volo libero sonomolto abili a farlo da soli restandoci dentro. Sulle radio moderne si possono programmare varie fasi di volo collegate agli switch: fase di salita dritta sotto motore, fase di salita in virata sotto motore, fase di planata a max efficienza (usabile anche in atterraggio per manovrare), fase di planata veloce per il rientro e, ciliegina sulla torta, fase di salita in termica con modello autocentrante della stessa. Molti pensano che i modelli F1 siano dei farfalloni che non avanzano, ma se guardiamo un motomodello F1C ci rendiamo conto che sale a più di 35m/s (quasi la fiondata di un F3J) e plana a circa 8 m/s (velocità in efficienza di un F3J). Naturalmente i modelli avranno un margine di stabilità statica superiore agli RC attuali, che però, come si è visto negli ultimi anni stanno anche loro convergendo in questa direzione. Ad esempio molti dei Pike Perfect dei migliori piloti nazionali, volano ormai con timoni più grandi e baionette modificate per avere più diedro (8 gradi). In altre parole, noi crediamo che ci possa essere un vantaggioso progresso con lo scambio di info fra le varie categorie. Vololiberisti, veniteci a trovare; lAutonomy e aperta a tutti e magari .ci si diverte. E. Pagliano / C. Vigada ************************************************** *
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30 marzo 10, 18:52 | #2 (permalink) Top |
User Data registr.: 01-11-2007 Residenza: novara
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ciao Claudio. Innanzi tutto complimenti per aver "messo a fuoco" le effettive analogie che esistono fra l'f5j ed il volo libero. Io sono nato vololiberista ( f1a prima ed f1c poi ) e mio malgrado credo che l'amore per questa dimenticata affascinante categoria non finirà mai; però è purtroppo vero che è una categoria in difficoltà. I motivi sono tanti: il mancato ricambio generazionale, l'assenza ( o meglio dire la scomparsa ) di campi adeguatamente grandi, le prestazioni esasperate ed i costi intrinseci. Credo, ma mi piacerebbe essere smentito da qualcuno, che per praticare il volo libero oggi si debba essere dei semi professionisti, e senza dubbio facoltosi. Le similitudini tecniche sono molte fra le due categorie: stò già approntando il mio primo autonomy partendo dal mio ultimo f1c da 2,70 metri di apertura alare, presto lo porterò sui campi di gara. Per concludere, mi si perdoni una piccola nota polemica: se il volo libero è destinato a morire è perchè troppa gente ha voluto ostentatamente tenere i paraocchi senza capire che si doveva mettere mano alle formule molti anni fà. E così perderemo tutto o buona parte del patrimonio tecnico modellistico che questa categoria ha ed ha regalato all'Italia del modellismo tramite i tanti allori internazionali. Ps: noi due ci vediamo a Cremona il 25 aprile....ciao! Stefano Fai 11898
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30 marzo 10, 21:32 | #3 (permalink) Top | |
UserPlus Data registr.: 02-03-2007 Residenza: Molinella (bologna)
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| Citazione:
La reazione fu una sequela di insulti che mi ricordo ancora, dandomi dell'incompetente....ma dimenticando che io il volo libero lo avevo fatto per oltre 12 anni ed avevo anche fatto parte della nazionale di F1A che ha partecipato ai mondiali in Finlandia nel , credo, 1963 o 1964, giù di li, dovrei andare a vedere nei cassetti dove conservo i programmi. Ora i tempi cambiano e mi sa che si stia già parlando di questa possibilità che se accettata rilancerebbe questa meravigliosa disciplina. .....ho ancora in un cassone, gelosamente conservati, i modelli con cui partecipai a quel mondiale. Paolo Dapporto | |
30 marzo 10, 22:06 | #4 (permalink) Top |
User Data registr.: 11-01-2009 Residenza: bologna
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Alla fine, oggi un monocanale non graverebbe piu' di 10-15 gr e passerebbe la penuria di campi adeguati ! Benvenuto nell'Autonomy a Lakelake e al suo ex F1c , perchè non posti qualche foto e dati salienti del tuo modello ? Ciao Umberto |
31 marzo 10, 09:51 | #5 (permalink) Top |
User Data registr.: 01-11-2007 Residenza: novara
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come immaginavo, gli ex vololiberisti presenti sul forum sono tanti. E tutti, bene o male, hanno abbandonato la categoria per diversi motivi: esasperazione delle formule, mancanza di campi, difficoltà oggettive nel gestire prove e gare. Il discorso relativo alla Rx per azionare l'antitermica c'è già: con l'avvento degli autoscatti elettronici si comanda da terra con un piccolo trasmettitore monocanale. Ma non è comunque sufficiente. Gli stessi F1a moderni hanno delle prestazioni oggi che fino a ieri erano impensabili: l'avvento dell'elettronica ed il progressivo irrobustimento delle strutture ha portato a raggiungere dei carichi in fase di sgancio che solo 10 anni fà avrebbero fatto esplodere le ali. I migliori oggi sganciano in verticale ed iniziano a planare intorno ai 75 metri contro i 50 di cavo. Alcuni dicono che ai mondiali si sono visti sganci prossimi ai 90-100 metri. E' ovvio che in queste condizioni basta una bava di vento per camminare lontano: ok, in caso di termica si può rischiare di far partire l'antitermica verso i due minuti e mezzo e sfruttare il tempo di discesa come tempo operativo, ma di strada se ne fà comunque. Non parliamo poi dei motomodelli f1c: anni addietro, con 7 secondi di tempo motore, si considerava una buona salita intorno ai 150-160 metri. Oggi con i motori dotati di riduttore se ne fanno quasi 200 con 5 secondi di motore. E' praticamente impossibile che non vi siano spareggiandi e mediamente la gara non si conclude prima dello spareggio a 6/7 minuti. Provate ad immaginare un f1c da 7 etti e mezzo in termica con un pò di vento quanta strada può fare in sette minuti. La categoria del volo libero è bella, affascinante, molto tecnica e tecnologica, ma come ho scritto nella mia lettera post convegno volo libero del novembre 2009, è sostanzialmente morta. O si mette mano alla categoria in modo da ridurre drasticamente le prestazioni dei modelli rendendoli adatti ad un impiego anche in campi ristretti, o è finita. Considerato che alle mie proposte vi è stato un seguito pressochè nullo farcito solo da qualche sporadica replica antagonista di chi non ha nemmeno capito di cosa si stesse parlando, mi aggiungo mestamente alla lista di quelli che ci hanno provato ed hanno sbattuto contro un muro di gomma. L'autonomy è la categoria più vicina in assoluto al volo libero e per questo motivo ho deciso di buttarmici: per me è anche una sfida nella sfida dato che non ho mai preso in mano una radio prima d'ora e devo imparare tutto da zero. Se conosco almeno un pochino i vololiberisti in attività credo che pochi siano interessati a convergere verso l'autonomy: purtroppo quando si parla di radiocomando ad alcuni viene l'orticaria, non capendo che una chiusura ideologica al progresso inevitabile ed al mutamento dello scenario comporta la (imminente) morte di una intera categoria. Stefano Rossani
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31 marzo 10, 10:03 | #6 (permalink) Top | |
User Data registr.: 01-11-2007 Residenza: novara
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| Citazione:
Il modello in questione è il mio ultimo f1c: 2.70 metri di apertura alare, profilo VL51, ali in polistirene rivestito da fibra di vetro ed epossidica, fusoliera interamente in carbonio. In ordine di volo pesava 800 grammi dato che per la formula degli f1c rispettava il carico di 20 gr/dmq ed essendo 40 dmq il conto è presto fatto. La cosa che mi lascia piacevolmente sorpreso è che per l'autonomy sono circa 150 grammi sotto peso: mi ero imposto di mantenere un peso finito di 750 grammi ma a quanto pare supero di pochissimo i 600. Stò rivedendo infatti l'accoppiata motore-batteria per decidere il da farsi. Per quanto riguarda la radio ho appena preso una Hitec a 2,4 GHz, una optic6 se non ricordo male, e 4 micro servi da 8 grammi: ieri sera ho abbozzato la meccanica per intervenire sull'incidenza dell'ala e stò rivedendo i comandi di coda per poter amplificare la corsa del timone orizzontale in funzione di quella disponibile sul servo.....staremo a vedere al primo volo!!!!! Il 25 Aprile dovrei ( sempre che non subentrino problemi dell'ultimo minuto ) raggiungervi a Cremona insieme a mio padre: se sono a buon punto porto anche il modello così inizio da subito a sfruttare i consigli dei più esperti. Ciao, a presto! Stefano
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31 marzo 10, 10:04 | #7 (permalink) Top | |
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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| Citazione:
Se ci immaginiamo una giornata ventosa, e` impossibile che per fare un pieno "standard" o peggio uno spareggio non serva molto spazio sottovento al punto di lancio: persino un balsetta lanciato a mano con un po' di vento e termica e` in grado di fare un casino di strada. Anche un bicanale non sarebbe risolutivo: se il modello fa quota e penetra un minimo e` possibile usando il direzionale farlo rientrare e poi azionare l'antitermica con il secondo canale. Ma se il modello galleggia senza salire e il vento lo scarroccia 2 km sottovento a 20 metri da terra non c'e` molto da fare per riportarlo piu` o meno "in campo". Invece un radio pilotaggio minimo + la elettro-assistenza per recuperare un po' di quota se necessario penso siano le minime cose indispensabili per il reimpiego misto vololibero + rc di molte delle prerogatitve dei modelli F1. Spero di vedere presto il primo ibrido F1C Autonomizzato... sperando che sia il primo di una lunga serie. Ciao p.s. se il modello fosse pronto per Cremona e non ve la sentiste ancora di pilotarlo in gara... credo che un copilota si potrebbe trovare facilmente.
__________________ Claudio Vigada www.progetto-urca.com Footy-Italia gruppo facebook www.autonomy-f5j.it Facebook Autonomy F5J Ultima modifica di claudio v : 31 marzo 10 alle ore 10:08 | |
31 marzo 10, 16:51 | #8 (permalink) Top | |
User Data registr.: 01-11-2007 Residenza: novara
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| Citazione:
Giusti giusto che se ho sbagliato qualche cosa e il modello si pianta rovinosamente ho qualcuno a cui dare la colpa!!!!!! Scherzi a parte...che io sia un novizio della radio è cosa ormai nota quindi ogni consiglio, anche il più banale, è bene accetto!!! ciao Stefano
__________________ Ognuno di noi ha un paio di ali, ma solo chi sogna impara a volare (Jim Morrison) | |
31 marzo 10, 19:12 | #9 (permalink) Top | |
User Data registr.: 11-01-2009 Residenza: bologna
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| Orrore !!!! Citazione:
Veramente per monocanale io vedevo solo un direzionale comandato, per mantenere il modello sopra al campo o nelle vicinanze, lasciando all'antitermica l'atterraggio; piu' comandi snaturerebbero assolutamente l' essenza di volo libero e non li vedrei giustificati, hanno ragione i vololiberisti di inorridire !!!!!! Ciao Umberto | |
09 maggio 10, 02:56 | #10 (permalink) Top | |
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