09 maggio 10, 21:15 | #11 (permalink) Top | |
User Data registr.: 01-11-2007 Residenza: novara
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Purtroppo il problema del volo libero è, anche, una questione di mentalità. Non capisco perchè si debba accettare di buon grado la possibilità di comandare l'antitermica con telecomando ( cosa che avviene già ) e si debba rifiutare di principio l'intervento di una radio. Qualcuno ha osservato che nel momento in cui intervengono le radio il volo libero finisce di essere tale; può darsi, anzi, per i puristi è sicuramente così. Ma si deve fare i conti con il progresso e con la mancanza di campi. Avere la possibilità di comandare con la radio anche solo due assi per un volo libero darebbe la possibilità di far rientrare il modello entro distanze di recupero ragionevoli, sarebbe sicuramente un incentivo per molti potenziali volatori a provare questa affascinante categoria. Ma queste proposte, seppur intelligenti, non avanzeranno mai per i soliti noti motivi di congelamento delle formule da parte dei "potenti" di turno. E questo, in fondo, è il motivo per cui il sottoscritto ha abbandonato il volo libero per approdare nell'autonomy. Ciao! Stefano
__________________ Ognuno di noi ha un paio di ali, ma solo chi sogna impara a volare (Jim Morrison) | |
11 maggio 10, 20:31 | #12 (permalink) Top |
User Data registr.: 11-01-2009 Residenza: bologna
Messaggi: 6.170
|
Permettetemi di dissentire, un " VOLO LIBERO" non puo' essere radiocomandabile come un veleggiatore qualunque.....non sarebbe piu' libero ! Il comando sulla deriva, da attivare solo per evitare i fuoricampo, non snaturerebbe completamente la filosofia della categoria. Poi uno puo' fare quello che piu' gli aggrada, ci mancherebbe, gli R.C. sono tanti uno piu' uno meno....e non sarebbe la prima volta che un veleggiatore con il radiocomando in funzione vola peggio : a Molinella un modello da Autonomy che faticava a fare il pieno, quando la batteria della rx si è scaricata è stato in aria da solo per piu' di 15 minuti , e ci sono i testimoni ! Ciao Umberto |
11 maggio 10, 23:04 | #13 (permalink) Top |
User Data registr.: 06-05-2010 Residenza: Alessandria
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| modelli intelligenti
: a Molinella un modello da Autonomy che faticava a fare il pieno, quando la batteria della rx si è scaricata è stato in aria da solo per piu' di 15 minuti , e ci sono i testimoni ! Forse è il tipico caso nel quale qui da noi dicono "...el mudel l'ha più cugnisiun..." Ciao. |
13 maggio 10, 18:38 | #14 (permalink) Top | |
User Data registr.: 01-11-2007 Residenza: novara
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| Citazione:
Nel volo libero il lancio si considera pieno dopo 180 secondi di volo ( 210 o 240 al primo/ultimo lancio per sfoltire gli spareggi ). Nulla vieterebbe di lasciare la radio "sotto osservazione" del commissario o del cronometrista della propria commissione di lancio per poi prenderla in mano dopo i 180 secondi e "lavorare" di deriva e profondità per far rientrare il modello entro una distanza ragionevole dalle commissioni, diciamo nel raggio di 100-150 metri, senza obbligo di atterraggio di precisione. Del resto: se non sei in termica e non fai il pieno, difficilmente cammini per più di 100/200 metri dalla commissione. Se invece fai il pieno in una bella termica, nove volte su dieci hai una quota raggiunta in tre minuti tale per cui puoi pilotarlo con estrema tranquillità verso le commissioni. Se invece sei rasente a terra.....sul filo dei tre minuti.....col fiato sospeso........basta non toccare la radio!!! Per il resto, lancio, salita, planata per tutto il tempo operativo resterebbero invariabili con la radio "sotto chiave" nelle mani del commissario di gara. Why not? Ciao!!!!! Stefano
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15 maggio 10, 11:35 | #16 (permalink) Top | |
User Data registr.: 04-10-2006 Residenza: Torino
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Se si parla di F1... la prima cosa con cui si lotta sono i grammi e una rx, 2 servi e batteria non sono proprio l'ideale, poi c'è il conflitto di comandi. Prendiamo un coupe d'hiver, nel lancio c'è il controllo di almeno due posizioni della deriva, lo svergolamento dell'ala per pochi secondi, lo stesso vale per i piani di coda che subiscono almeno tre variazioni. In pratica ci sono un casino di cavetti che viaggiano per tutto il modello e dove metto i servi? in fuso c'è già l'elastico, nella pinna il timer .... ecc.. Certo il recupero del modello con radio sarebbe una bella cosa, ma dato che fila sottovento, dopo tre minuti e con quel carico alare, mi sembra dura ritornare indietro controvento con la radio, se poi (come normalmente accade) lo seguo a piedi per poterlo vedere, come faccio a recuperare la tx e ritrovarlo? Capisco benissimo che la categoria è a rischio estinzione, ma la radio mi sembra poco attuabile e poi come rc c'è già di tutto. Piuttosto la cultura del volo libero è difficile da trasmettere, inoltre la tecnica (gelosamente custodita) ed i costi sono elevatissimi rendendo difficili le new entry. Difficili le autocostruzioni, difficile reperire i materiali sopratutto in Italia, il balsa contest non si trova senza parlare dei films per il rivestimento, ecc.. i modelli +/- pronti al volo costano minimo 400 e si rompono solo a guardarli. A Torino c'è una buona iniziativa con le scuole e con modelli monotipo, i ragazzi rispondono bene, i genitori un pò meno, manca tempo e voglia da dedicare ai figli, per non parlare di qualche euro... meglio se il figlio non rompe e và nella sua stanza a giocare col pc (che non è gratis). Ultimo grande ostacolo: lo spazio!!! aeroclub: ma quanto rompono questi! campagna: mi pestano l'erba e poi cosa mangiano le vacche? (magari mangiassero erba) Club: ma io devo volare con il maxi 3d, fumogeno ecc.. cosa rompono con i modelli che vanno per i cavoli loro? NON E' FACILE ma servono idee senza snaturare il volo libero (modelli dai costi moooolto contenuti, semplici,pronti e monotipo che mantengano il tempo di volo sotto la soglia dei due minuti, volontà di organizzare gare e magari un pò di comprensione da parte degli Enti che dispongono di spazio). Personalmente con un P30 pronto al volo da 64 mi diverto il doppio di quando volo con il coupe d'hiver da 400 (ne ho perso uno in nube), peccato che le gare P30 latitano. Ciao Giamba
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15 maggio 10, 12:27 | #17 (permalink) Top |
User Data registr.: 06-02-2009 Residenza: Milano
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| P30 Rc
Ciao a tutti Ho sperimentato un P30, quello già pronto dell'Ikara il Pee Wee trovato da Samsmodels in UK, con radio (due sub-micro servi e riceventina svestita Blue Arrow e una cella lipo Multiplex da 75mah) a due canali, semplicemente applicando i componenti ai lati del pilone, aggiungendo le parti mobili in balsa con del nastro alla coda e usando dei tiranti in filo d'acciaio rivestito come rinvii. In pratica la salita avviene senza toccare i comandi (anche perché tra il lancio e la scarica della matassa non c'è praticamente tempo per prendere in mano la radio) e poi si può direzionare simpaticamente il modello a piacere. Si rovina un bel pò la poesia del volo libero però si evita di andare a prendere il modello sugli alberi ai bordi del campo volo! Dall'esperienza fatta ho dedotto che il peso dei componenti RC è essenziale (ovvio direte voi ...) e che per avere un modello veramente performante (il mio è troppo carico poverino!) occorra montare quei complessi ricevente/servi lineari piuttosto costosi (Falcon credo si chiamino). Buoni voli in termica comunque ci arriviate e ci stiate dentro ... Bruno |
16 maggio 10, 21:19 | #18 (permalink) Top | |
User Data registr.: 01-11-2007 Residenza: novara
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| Citazione:
La difficoltà tecnica è superabile: capisco i P30, ma i miei ultimi F1C con riduttore erano decisamente più complessi; nonostante questo è possibile metterci una due canali con due servi miniaturizzati. Le parti mobili ( deriva e profondità ) possono sopportare il doppio comando, fidati di me che lo avevo già progettato ( deriva divisa in due che si muove tutta per il volo libero e muove la parte mobile per la radio, idem per il timone. Ci perdi una decina di grammi in totale ). Ovviamente il tutto dovrebbe essere accompagnato da una modifica della formula, per consentire il surplus di peso. Per la logistica del lancio non la vedo così problematica: avendo la radio a disposizione non sarebbe più necessario correre dietro al modello per seguirlo, ma si resterebbe alla commissione prendendone la sola direzione e non perdendolo di vista ( cosa che accade già, garantisco !! ). Per i materiali, sono parzialmente d'accordo: infatti sono da sempre un sostenitore della revisione delle formule, nell'ottica di ridurre le prestazioni e permettere ad un modello costruito alla vecchia maniera di essere competitivo come gli altri. Queste sono considerazioni che, ahimè, lasciano il tempo che trovano. Io sono nato vololiberista e mi piange il cuore nel vedere una categoria scomparire, ma come ho già detto in precedenza sono troppi ad essere "sordi" nei confronti delle proposte di modifica. L'F5J autonomy è la formula che più di tutte si avvicina al volo libero e per questo ci stò entrando in punta di piedi. Speravo di terminare il modello molto prima ma ho subìto una battuta di arresto per diversi motivi e sono costretto a rimandare i primi voli ancora per un pò. Poi vi mostrerò un motomodello F1C da volo libero autonomizzato. Ciao Stefano
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16 maggio 10, 21:25 | #19 (permalink) Top | |
User Data registr.: 01-11-2007 Residenza: novara
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Provate a cercare sui motori di ricerca i video che ci sono dei motomodelli moderni ( basta digitare F1C free flight ): vi renderete conto che una radio installata, al solo fine di agevolare il recupero, è quasi essenziale. Ovviamente, e ribadisco, servirebbe una profonda rivisitazione delle formule ( aumento di carico alare, riduzione della cilindrata motori, divieto di utilizzare i riduttori ecc ecc..) Ciao Stefano
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18 maggio 10, 09:51 | #20 (permalink) Top | |
User Data registr.: 04-10-2006 Residenza: Torino
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ciao Giamba
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