03 luglio 23, 22:48 | #1 (permalink) Top |
User Data registr.: 22-08-2005 Residenza: brescia
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| Butterfly
gira e rigira quando uno crede di aver trovato la soluzione per frenare il modello in atterraggio... quello fa di tutto pur di non rallentare: maledetto. quindi mi rivolgo al forum per avere possibili dei chiarimenti in merito. alettoni incernierati su estradosso e flap su infradosso. i flap hanno escursione che li porta a scendere sino a 90 gradi. provato a rallentare in atterraggio solo con quelli pensando di aver finalmente risolto ma come per magia zapp e me lo sono trovato metri piu alto. no buono sebbene la velocità fosse ridotta consona ad un atterraggio. in questo caso l'utilizzo dello stabilizzatore per farlo scendere non lo ho provato ma da come è salito avrei dovuto picchiare parecchio. parlando con dei colleghi mi hanno suggerito di inserire il butterfly. alettoni su e flap giu. vanno fatte pari escursioni su e giù o vanno variate? pensavo di partire con escursioni leggermente maggiori per flap in quanto come superficie sono inferiori e vedere l'effetto in rallentamento. sicuro al cento per cento che non la imbrocco ma se dovesse salire o scendere quali escursioni dovrei aumentare o viceversa ridurre? e a che punto inserire lo stabilizzatore per cabrare o picchiare? come si nota le mie ideo sono sufficientemente confuse ma altrettanto ansiose di capirne il funzionamento una volta per tutte. grazie per l'attenzione claudio |
03 luglio 23, 23:38 | #2 (permalink) Top |
User Data registr.: 07-07-2010 Residenza: Riva del Garda
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|
purtroppo non c'è una volta per tutte, ogni modello ha un comportamento a se, a seconda di profilo, carico, cg, corse, ecc, ecc, ecc, per esempio in quelli leggeri uso flap giù a 80° alettoni su a 20° e picchia quasi a fondo corsa, con mix o con dito, a seconda di come sei abituato. il butterfly secondo me va dosato come un freno appunto con uno stick, tipo lo stick del gas. su altri modelli più pesanti o con poca superficie, flap a 45° e alettoni anche su a 40° e un paio di mm di picchia, sempre tutto dosato con lo stick
__________________ http://mikiperoni.altervista.org nel 2023 Pylon ! nel 2024.. in lavorazione Test servi casalingo |
04 luglio 23, 01:09 | #3 (permalink) Top |
User Data registr.: 05-10-2006
Messaggi: 1.644
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Non sai quanto ti capisco. Prova e riprova mi sono deciso a usare i freni quando possibile. Anche perchè il nostro campo ha 400 metri di pista e non ci sono problemi di fermare il modello. E poi il butterfly fa reagire il modello diversamente a sceonda della velocità a cui apri. Io finisco sempre col modello che tira su il naso al limite dello stallo per quanto picchia ci metto. In genere se stalla troppo riduco i flap oppure li faccio entrare con un po' di velocità ridotta rispetto agli alettoni. Devi fare delle prove ma sappi che la reazione cambia tanto in funzione della velocità
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04 luglio 23, 07:51 | #4 (permalink) Top | |
User Data registr.: 16-08-2007 Residenza: Perugia
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| Citazione:
I cosidetti "freni aerodinamici" non servono a rallentare il modello ma a fargli perdere quota riducendo la portanza dell'ala, mentre gli ipersostentatori come i flap hanno il preciso scopo di aumentare la portanza della stessa. In teoria con escursioni dei flap inferiori a 40 gradi si parla di ipersostentatori oltre di freni aerodinamici. Tu hai azionato i flap ed hai visto salire il modello e questo é assolutamente normale perché prima di superare i 40 gradi hanno svolto la loro azione di aumentarne la portanza rallentandolo senza farlo scendere. Abbinando tale funzione agli alettoni che si alzano si entra nella modalitá detta Butterfly dove le parti mobili hanno funzioni contrastanti: flap sostengono mentre gli alettoni frenano. Il problema é che non sei in auto con le ruote a terra ma in aria ed un aumento di resistenza rallenta il modello facendoti perdere quota fino a sbatterlo a terra! Ne segue che tutte le variazioni di curvatura del profilo alare causate dalle parti mobili necessitano di una compensazione elettronica dell'elevatore che devi settare tu e cambia da modello a modello a seconda della geometria dello stesso. Detto ció: imposta il butterfly senza abbassare i flap a 90 gradi perché sono piú che sufficienti 45; alza allo stesso tempo gli alettoni; compensa l'assetto mixando alla funzione una percentuale di elevatore provandolo in quota e cercando di capire se serve a picchiare o a cabrare, ed in quale percentuale (dal 5 al 10%); ABBINA A QUESTA FUNZIONE IL MIXER DEI FLAP E DEL DIREZIONALE AGLI ALETTONI. Questa ultima cosa importantissima ti permette di guidare comunque il modello anche in questa condizione limite. Questi settaggi non sono scontati vanno provati e riprovati IN VOLO fino a che non sei contento della situazione che si crea e solo dopo li usi in atterraggio perché trovarsi in crisi in quel momento puó essere molto pericoloso per il modello e per le persone. Claudio
__________________ "Il tempo non conta... conta quello che fai, se lo fai bene!" | |
04 luglio 23, 08:18 | #5 (permalink) Top |
User Data registr.: 13-12-2014 Residenza: back in italy! Ivrea
Messaggi: 1.200
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fermo restando che la spiegazione di Clabe è ineccepibile e esaustiva, e la risposta di X oni ne è il giusto corollario. di che modello stiamo parlando? come attivi il butterfly? (interruttore o comando proporzionale)
__________________ viva il volo libero Sempre e solo puro, se va giù è perché sono stato pirla, ed è giusto che vada giù. (cit Xoni) |
04 luglio 23, 14:54 | #6 (permalink) Top |
User Data registr.: 22-08-2005 Residenza: brescia
Messaggi: 755
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e pensare che immaginavo una cosa ben più semplice di quando da voi descritto. ineccepibile. dovrò a questo punto mettermi di buzzo buono e provare. il modello è di 3 mt in struttura ricoperto con stoffa e tendicarta. disegno recuperato qui sul barone. il comando del butterfly è messo sullo stik ma impostato che entri al 95 % dell'escursione, quindi in modo repentino. nella mia testa immaginavo che la rapidità sopperisse alla reazione di sostentatore: sbagliato. quindi lo metterò abbinato ad un interruttore e metterò inserimento graduale sempre con stik del gas. ovviamente nulla di che ma l'importante è capirne il funzionamento. per ora il modello è in riparazione da varie sperimentazioni sulla incernieratura delle partimobili dove ho scoperto che l'utilizzo della stoffa incollata con la vinilica sopperisce egregiamente alle varie cerniere di plastica. ovviamente su questi modelli in legno. sabato se vado in pendio proverò le modifiche suggeritemi. grazie per le info. claudio |
04 luglio 23, 15:41 | #7 (permalink) Top |
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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Che dire... il rallentamento che si può generare su un aliante mediante i freni, specie se butterfly, è proporzionale alla superficie delle parti mobili e delle loro corse unite alla variazione di assetto/resistenza/portanza che generano. Ogni azione di frenatura abbisogna della sua corretta compensazione con l'elevatore e spesso il mix freni-elevatore va gestito con una curva in modo di mantenere costante l'assetto in tutte le posizioni di "frenatura" che deve essere assolutamente proporzionale per poter essere gestita correttamente (leva del gas). Si possono trovare online varie dissertazioni a riguardo, ad esempio questa: RC-SOAR - the Blog: Crow-aware adaptive elevator trim In ogni caso ogni modello avrà una sua escursione di picchia dedicata e variabile in funzione delle escursioni e dimensione delle parti mobili, del centraggio etc etc. Quanto più un modello sarà "mal centrato" o col baricentro troppo avanzato e più difficile sarà compensarne le variazioni di assetto al variare della velocità. (quindi prima si mettono a punto il volo planato con incidenze e centraggi e solo dopo si lavora sulla funzione brake) Di solito per ottenere un rallentamento decente con il butterfly, le parti mobili, in particolare i flap, dovrebbero essere almeno al 23-25% della corda, meglio se 28 0 30%. Il rallentamento principale è dato dall'azione dei flap che, per essere efficaci come brake, dovranno scendere non meno di 65-75 gradi. Qui un esempio di come settare al meglio le meccaniche dei flap per un corretto funzionamento Gli alettoni che salgono servono fondamentalmente per ridurre la portanza del resto del''ala e concorrono a ritardare lo stallo e incrementare la frenata facendo aumentare l'incidenza effettiva del tratto centrale flappato. In alcuni casi si può pensare di flappare anche loro leggermente verso il basso nella prima parte di azione del freno, ma quanto e come siano efficaci/utili dipende dal modello e da cosa si vuole ottimizzare. Come già scritto, con i freni aperti sarebbe molto utile ritoccare il differenziale degli alettoni (quanto e come dipende da quanto vengono alzati/abbassati) e inserire una maggiore corsa del direzionale. Di solito conviene anche aumentare la quantità di mix tra alettoni e deriva per migliorare l'efficacia del controllo laterale al diminuire della velocità. Per gestire queste funzioni spesso conviene creare una fase di volo landing che ottimizzi tutti questi parametri e attivi mix, differenziali e corse dedicate direttamente collegato alla leva di azionamento freni tramite un interruttore logico (ad esempio: superato il 25% di corsa dei freni si attiva la fase landing). Ovviamente la messa a punto del tutto è un po' laboriosa, ma l'obbiettivo da raggiungere è ben chiaro ed ottenibile: fare in modo che aprendo i freni alle varie velocità la traiettoria non cambi minimamente e il modello resti controllabile al meglio anche alla minima velocità a full brake. In specialità come la F3J, F5J dove la precisione di atterraggio al metro/secondo è importantissima, preparare la funzione landing in maniera ottimale è basilare ed è in queste specialità che conviene fare riferimento.
__________________ Claudio Vigada www.progetto-urca.com Footy-Italia gruppo facebook www.autonomy-f5j.it Facebook Autonomy F5J |
04 luglio 23, 22:53 | #8 (permalink) Top |
User Data registr.: 22-08-2005 Residenza: brescia
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caspita... detto niente. ovviamente se le cose si fanno, vanno fatte bene ma meglio se seguiti da un pilota che già le sa fare, che spieghi il comportamento del modello con le correzioni da fare. ok, ritornare a scuola, ma... di insegnanti come ho pocanzi accennato se ne trovano pochi. se poi ci mettiamo un volans della domenica quale sono, ci vorranno alcuni modelli di ricambio per imparare a fondo la tecnica per il miglior risultato. le spiegazioni sono esaudienti e con calma ci riuscirò sicuramente anche impiegando più tempo del dovuto grazie a tutti per gli ineguagliabili consigli e da domani si comincia con una piccola uscita con il medesimo modello senza cambiare altrimenti è finito lo scopo delle modifiche. buoni voli claudio |
04 luglio 23, 22:55 | #9 (permalink) Top |
User Data registr.: 16-08-2007 Residenza: Perugia
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Attenzioni un'escursione cosí grande dei flap é valida solo con modelli molto leggeri come quelli in foto. Un ingresso morbido delle varie fasi di volo garantisce il mantenimento dell'assetto del modello. Io uso un ritardo di 2sec. in ingresso e di 1 in uscita ed il modello non si scompone minimamente. Claudio
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05 luglio 23, 10:05 | #10 (permalink) Top | |
Moderatore Data registr.: 18-05-2006 Residenza: Torino
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Personalmente ho usato settaggi simili anche su un 4 metri da pendio semiriproduzione carico 75 sull'ala e in passato anche su modelli ben più piccoli e ultracarichi tipo gli f5b. L'unica cosa che ricordo è che con le radio di una volta era tutto molto più difficile... Ma il sistema generale era sempre quello. L'entrata in fase landing con interruttore logico normalmente non altera la posizione di alcuna parte mobile né di trim perché è il movimento proporzionale della leva gas a svolgere quelle funzioni, pertanto di solito non utilizzo alcun ritardo né rallentamento né in ingresso né in uscita. Al limite su modelli con 3 parti mobili a semiala, dato che flappando il centrale si abbassa anche l'alettone-flap intermedio, spesso si usa un rallentamento in retrazione di quella parte per favorire la ripartenza del modello in caso di brusca chiusura dei brake. In altre fasi dove si muovano le parti mobili o cambi il trimming, un ingresso/uscita rallentato può invece essere utile, ma con un corretto centraggio talvolta non risulta necessario.
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