Originalmente inviato da gussalapita domenica sono andato a canossa e c'era anche manubrio.
Strano a dirsi il suo modello era pronto al volo, non doveva collegare riceventi, installare servi. Per cui, zac, smotorata, lancio potente di Personal Jesus, il modello stranamente cabra, va bè, pensa manubrio, io picchio. Senonchè va via strano, instabile su tutti gli assi specie cabra picchia. Manubrio sapeva di non avere lasciato a casa il baricentro e con PJ viene velocemente determinato che uno dei pianetti è sfilato ed in bandiera. Bon, pensa manubrio, l'importante è non perdere il pianetto, il modello è nuovo, al suo secondo volo, sarebbe un peccato.
Per cui fa il giro cercando di non far puntare a terra il pencolante piano di quota e atterra.
Non morbidissimo, non a pochi metri per ovvie ragioni di sicurezza ma non si può pretendere.
Si infila il pianetto in ENTRAMBi i perni, è uno stabilatore, per cui uno è di rotazione e l'altro di riferimento/azionamento.
A un primo controllo, il servo di un flap sembra scollato. A un secondo controllo pure, per cui si gira l'aeroplano a cul per aria e si opera la parte lesa. Visto che già c'era la sede di 5 minuti (manubrio i servi li incolla senza pietà) in teoria basta un velo di ciano. Ma il ciano attacca una sega. Dopo l'inverno la colla ha la tenacità dello sputacchio. Così impari ad andare in pendio col ciano fresco. Quello vecchio, gettalo che in aviazione non si può scherzare con la colla. Insulto un pò Manubrio perchè ci sta.
Sicchè, gratta gratta gratta, mescola di 5 minuti, tanta pazienza perchè è ancora freschetto e dopo 15 minuti o più sembra che l'incollaggio tenga.
Camellini non ha ancora divorato nessuno ma ha sfilato 30 euro a tutti.
Smotorata, lancio stavolta di Cervi e via in valle, l'aereo vola, si cerca di capire come, lo si osserva perchè poi si dovranno fare le regolazioni. Comunque non male.
Dopo qualche merry go round (a canossa si dice così) motore a canna e su in cielo sino a farlo diventare piccolo, sei celle da 4,5, hacker ridotto, 18x10, il piccolo stingray sale.
E zò.
Sei kili e rotti lo lasciano volare a canossa ma non lo accelerano a missile. Impennata verticale per vedere come reagisce l'elevatore, sale storto ma è la prima ditata e si deve ancora capire "quanto" dare, se ridurre l'escursione, ammorbidire, boh.
Cabra ancora per il tratto orizzontale del looping quadro, bene il rovescio, l'aereo sembra nato per questo. Si tira l'elevatore per disporre l'aereo in picchiata verticale, non è dritta.
Ricabrata per il livellato, viene bene, tonno in 4 tempi, la velocità non è tanta ma la deriva si (anche troppa) e la figura è accettabile. Troppa deriva a sostenere nell'ultimo quarto, il muso punta troppo alto e il modello sbandiera perchè il comando è applicato da vangatore, ma cosa ci vuoi fare, è il secondo volo del modello, il primo di quest'anno.
Voletti, salite discese, le condizioni variano parecchio, un pò si rischia, ma manubrio ha il motore e se ne frega.
C'è da dire che questo X-sting sta su anche a canossa, pendio con condizioni decisamente tecniche.
Naturalmente con quel carico non ha possibilità di raggiungere quote da acrobazia, serve il motore. Canossa è Canossa. Pendio mobido, venti leggeri (o fortissimi dalla pesa, ma questa è altra storia).
Atterraggio, il servo si scolla nuovamente, pela pela, gratta gratta gratta, abbondante cinque minuti, si lascia attecchire per tutto il tempo della ricarica della 4,5 a 9 A.
Manubrio riduce l'escursione degli alettoni in cruise, la aumenta in acro, riduce la differenziazione, questo modello non la ama. La fase termica andava bene.
Gli ho chiesto se ha modificato l'elevatore e mi ha detto di no, che ancora non ha capito bene.
SWROOOOM. In volo.
Via il motore, sta su, veleggia, c'è aria sufficiente, a ogni giro si guadagna qualcosina fino a quella quota che poi non superi più, ci vorrebe la termica.
Si gioca col vento, con l'orografia, le zone illuminate dal sole, eehhh, l'aliante che bello.
Vola meglio di prima, le escursioni sono più consone alle mie dita (manubrio me lo ha passato da provare in entrambi i voli) ma sopratutto trovo beneficio dalla riduzione della differenziazione. Tolgo la combinata, troppa corsa su quella deriva. Vira benissimo senza il verticale, nonostante la poca differenziazione. Sembra quasi autocoordinarsi.
Per me questo aereo è una novità, di X sting ne ho comprati tanti ma ho sempre avuto un amico da soccorrere dopo scassature, due sono finiti a dimitri, uno a pipistrone, mi sono giocato tre stagioni. Finalmente ne ho uno anch'io e mi piace.
Elettrico, perchè si.
Viene un looping quadro veramente quadro, aaahhh, soddisfazione, dopo una picchiata dedicata un 4 tempi dritto con i tempi ben scanditi e tratti semi lunghi.
Stiraccione, looping triangolare, l'aereo non si scompone. Bravo plano.
Ali in vetro, quelle di X-models sono più leggere di quelle in carbonio. Trave di coda in carbonio. Il bulbo ripassato a casa con abbondanti strati di vetro, non voglio si apra la giunta e lo voglio robusto da alpi, ho messo tre ordinate in betulla da 5mm, anche il tubetto per il lancio fiondato al cornetto. Il vetro extra sul fondo in questo caso è un must.
Atterro prima di aver esaurito la batteria.
Arriva sul pendio Simone Ganassi, bene.
Simone dai, prova il cazzamavero. Si scherza si ride, si dicon ca22ate, Simone riduce la deriva, fa un giro con la rimanente batteria dello sting e vola da F3J, fa quota, pulito, preciso, lo lascia volare, belle le virate, sa dove si sale, si allontana in posti strani e tò, va sù.
Lo porta dietro pendio, nella valle col sole, torna.
Simone Ganassi è nato con la radio in mano, pilota elicotteri da campione, gli riesce tutto facile.
Estrae un aggressivo tuttala di polistrene con go pro, si vola in coppia e lui riprende in volo. Mi segue, si affianca, va sopra. Muove anche lo zoom con la radio.
Poi ci mettiamo a giocare con l'aggressivo, i comandi sono isterici, vanno solo pensati.
A chi fa più tonnò in salita, in discesa, zigo e zago, fino a tardi.
Ci salutiamo, chissà se vedrò le riprese.
La prima giornata della stagione. Guardo verso i castelli di canossa e rossena, che colori.
A Barbiano ci sono stato una volta sola, molti molti anni fa. Dovrò tornarci. |