24 settembre 12, 19:37 | #81 (permalink) Top | |
User Data registr.: 21-05-2009
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Non tanto per il volo veloce quanto per il pilotaggio normale di crociera. | |
24 settembre 12, 19:58 | #82 (permalink) Top | |
User Data registr.: 23-06-2012 Residenza: folgaria
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Che magari è quello che ha fatto il risultato del Dassel. Va a sapere. | |
24 settembre 12, 20:34 | #83 (permalink) Top | |
User Data registr.: 21-05-2009
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Depends on the way you shape planform and foil. Pensa di tagliare l'ala dritta e un po' più lunga di quello che deve venire finita. Una volta tagliata la fai ruotare dell'angolo di freccia che ti interessa poi affetti le parti in eccesso alla radice e all'estremità parallelamente all'asse longitudinale del modello. Eccoti la tua ala "frecciata" e con il profilo giusto. Questo perchè, come dice Drela (e anche tutti i testi d'aerodinamica) il flusso al bordo d'entrata si scompone nelle direzioni parallela e perpendicolare allo stesso. Quello parallelo se non scorre via fino all'estremità. Quello perpendicolare continua a vedere il tuo profilo originale prescelto quando avevi tagliato l'ala perfettamente diritta e perpendicolare. Con il vantaggio (o svantaggio?) che di fatto il profilo vola anche ad una velocità minore del flusso indisturbato. Quindi se la resistenza totale è in funzione della velocità, minore velocità relativa profilo/flusso perpendicolare, minore resistenza totale? Che infatti è il trucco delle ali a freccia per volare transonici nella realtà ma tenendo ancora il profilo subsonico? Questo de jure. De facto anche io ho sempre avuto un mezzo sospetto che l'aria sull'ala comunque scorra sempre parallela all'asse longitudinale. Quindi il profilo reale è quello che si ottiene tagliando trasversalmente l'ala diritta di un angolo pari a quello di freccia. Quindi lo spessore relativo del profilo si riduce ma, di fatto, si va a far benedire anche tutta la distribuzione dello spessore (magari studiata a tavolino) lungo la corda. E se si era studiato un profilo per ridurre la resistenza chi mi dice che invece, al contrario, in condizioni del genere, ne generi più del dovuto? A meno di non sagomare diversamente l'ala in fase di realizzazione: squadri il blocco dell'ala già "frecciato" e poi ci spiaccichi le dime del profilo alla radice e all'estremità già parallele all'asse longitudinale del modello. Una volta ci voleva la mano felice con l'archetto e filo caldo, adesso ci sono macchine a controllo numerico che, anche se solo artigianali, fanno miracoli... | |
24 settembre 12, 20:34 | #84 (permalink) Top | |
Gran Decapo Data registr.: 18-03-2007
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p.s. vedi anche il messaggio di ieri mattina. | |
24 settembre 12, 22:21 | #87 (permalink) Top |
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e adesso torniamo alle cose serie Lo Squalo music video. - YouTube al minuti 0,57 squalo si mangia l'aereo. |
24 settembre 12, 23:08 | #89 (permalink) Top |
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Già pronto l'asso nella manica per la prossima stagione. L'aereo che si è mangiato lo squalo. Eccolo qui lo Sharkwing, l'Experimental ricavato dalla modifica della fusoliera dell'Ojkonoi per migliorare il volo a coltello. Mentre noi si discuteva Tarter ha agito. Dopo una serie di studi nella galleria del vento e alcuni voli di validazione Tarter ha piazzato sulla fuso più appendici di quelle di Rutan. Sotto la deriva, i più attenti la avranno notata, una pinnetta rinforzata permetterà di continuare a usare la fionda del cornetto senza stendere tappeti. Prima di quasta modifica le trone avevano demolito la squadretta in alluminio del Gigi Tromba che agiva sull'elevatore. Ora la nuova squadretta è al sicuro, protetta dal suo involucro in kevlar e vetro e guscio di tartaruga. La pinna dorsale (non penserete mica che sia una sporcheria di cartone eh?) in composito vetro/carbonio con anima in Rohacell è smontabile per essere impiegata su altri aerei che al momento stanno ricevendo gli appositi attacchi. In preparazione due pinne laterali che guardano in giù, sganciabili in atterraggio, anche con funzione di ballast. Notare la plancia di montaggio della pinnetta dorsale, sagomata per diminuire le resistenze ed agire da rinvigoritore per aumentare l'efficiacia della deriva. Dalle foto non si nota ma tutta la superficie dorsale è ruvida come la pelle dello squalo e ogni dentino è stato intagliato a controllo numerico mediante una fresa appositamente realizzata. I simboli e la grafica sono realizzate in val di Fiemme e pensate che quei due deficienti non solo le hanno realizzate ma uno dei due ha pure fatto la strada per metterle sull'aereo. Anche alla NASA si occupano di squali ed è ovvia quale sia la direzione. NASA - A Whale of an Innovation Per merenda prevedo tonni al posto del salame. D'altra parte è un acrobatico. |
24 settembre 12, 23:36 | #90 (permalink) Top |
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| Si capì subito che avevamo a che fare con un ribelle. Fu probabilmente per quello che non ebbe l'adesivo della manta, quello che caratterizza lo StingRay, benchè fosse uno dei primi 4 esemplari costruiti contemporaneamente (a tempo di musica). Era già allora un estraneo, un non ammesso al tempio, aveva un profilo portante come si addice al re dei mari, per favorire le virate strette ad alta velocità. Quando lo guardavi di sghimbescio, in certe condizioni di luce potevi notare una specie di ghigno. Non era una manta bensì uno squalosissimo squalo ! Al primo lancio si infilò sotto la fionda e sbattè di prepotenza e di dorso sulla pedana. Una vera belva. Indomabile. Nella foto è ripreso proprio quel giorno, quello del collaudo corale. Dopo averlo addormentato con un proiettile soporifero, il dottor Tarter operò direttamente sul pendio, assistito da Ehsti (fuori quadro) Menozzi e un vigile del fuoco locale (equivalente guardia costiera). Una volta ripresosi, steccato con un catalogo X-Model e nastro Gaffa, il possente animale si mise in volo ma prima fece fuori un radio MC24, definitivamente. Un mostro. Oggi, finalmente, mostrando la pinna del terrore, rivela la sua vera natura. D'altra parte, basta vedere come riduce le baionette. Ultima modifica di Manubrio : 24 settembre 12 alle ore 23:40 |
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