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Vecchio 05 maggio 08, 10:15   #28 (permalink)  Top
rivetto
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Originalmente inviato da claudio v Visualizza messaggio
Grazie,
come ti dicevo prima, non mi preoccupa molto se la discussione interessa a nessuno o no: questo è un forum, nessuno è obbligato a leggere e finchè si parla di argomenti tecnici, più o meno in tema, "fa buon brodo" e non esula molto dall'argomento.

Sono pienamente daccordo con te che tante regolazioni, trim tab compreso, siano difficili da far funzionare su un modello e costino peso. Comunque qualche prova comparativa la si può fare in maniera abbastanza attendibile facendo viaggiare 2 barche similari insieme sullo stesso bordo per più volte. Noi usiamo questa tecnica da anni e funziona abbastanza bene anche se ci vuole molto metodo, tempo e pazienza per ricavare risultati e prove attendibili.
Usando una barca di riferimento le cui regolazioni non vengono toccate, normalmente impiego un pomeriggio di test (2 o 3 ore) per mettere a punto (regolazione base) una andatura con un gioco di vele.
E' per quello che cerco di limitare le variabili, altrimenti non basterebbe fare quello a tempo pieno

Ti rammento che non faccio riproduzioni (non mi piacciono nè mi interessano) e soprattutto sono un po' più grandi degli 1:20.
Sono barche progettate nel regolamento IACC versione 4 scalato in 1:10: quindi per fortuna la dimensione un po' più grande rende la caccia al mm nelle regolazioni meno tragica.
Con 2,5 metri di scafo e 24 kg di peso sono più "barche piccole" che modelli nel loro comportamento generale e mi piacciono per questo.

Come scrivi tu, la differenza di massa rispetto alla superficie velica e alla lunghezza è tale da vanificare quasi tutta la ricerca svolta sugli ACC che non è assolutamente trasponibile sui modelli.
La mia barchetta AC/10 di 2,5 metri (1,85 al galleggiamento in statica) viaggia con un 10-12 nodi di vento a 4,5 di bolina e di lasco oltre 6,5 (rilevati con un gps on board). Se il vento aumenta va un po' di più. Come vedi siamo un po' oltre la velocità in dislocamento e non 'è nessun paragone con una ACC
Credo che il parente "grande" più prossimo sarebbe forse un mini 6.50 a chiglia fissa.

E questo è uno dei motivi per cui le riproduzioni non mi interessano: le cose da copiare sono talmente poche che è più facile introdurre **ate che soluzioni utili.
Però tutto è trasponibile "cum grano salis" in entarmbi i sensi.

Scusa mi se ti faccio domande di questo tipo, lo so che servirebbero dei trattati o dei pomeriggi passati insieme a rivedere i dati dei test fatti per rispondere e non certo poche righe. Però, dato che avevo fatto un discorso similare con un altro progettista a Ravenna qualche mese fa, volevo sentire anche altri pareri e vedere se c'erano dei punti comuni tra le risposte, i dati e soprattutto le impressioni che avevo registrato.

Ho iniziato ad andare in barca a vela 33 anni fa, volo da 25, piloto modelli volanti da altrettanti anni e solo negli ultimi 6 ho iniziato a fare un po' di vela RC: ti posso assicurare che le sensazioni sono molto simili, solo che quando ci sei sopra è un po' più facile.
Avendo fatto regate sulle derive per tanti anni quando le barche più "strumentate" avevano forse un bussola, trovo che il controllo degli avversari e il confronto "a sentimento" delle velocità propria e degli altri sia esattamente lo stesso di allora.

Da quel che mi scrivi, non mi pare che tu abbia esperienza di pilotaggio dei modelli: ti posso assicurare che con la pratica si può acquisire una sensibilità similare (nota bene, parlo di sensazione) e che le prove comparative facendo correre sullo stesso bordo 2 barche simili per qualche centinaio di metri sono abbastanza efficaci, così come le regate a 2 con 2 skipper più o meno equivalenti.

Per tornare in topic, nelle IOM si sono viste molte barche di varie filosofie diverse, comprese quelle più quadrate e mi pare che nel 2004 o 2005 un tedesco si sia presentato a un mondiale o un europeo con una barca strettissima e "quadrata" ottenendo anche dei risultati molto interessanti. Dato che il livello degli skipper era sicuramnte buono, sarebbe utile andare rintracciare qualche dato a riguardo per vedere un po' come era fatta, ammesso che si trovino.

Comunque, a mio parere, questo starebbe a dimostre che date tot vele e una certa lunghezza/dislocamento, se tutto è ben fatto (giusta distribuzione dei volumi e centrature) la prestazione non cambia poi molto e più le dimensioni scendono, più le differenze si assottigliano.
Ricordo di aver letto una interessante intervista a Biscontini in cui raccontava qualcosa sul genere: "le forme non sono altro che le superfici che collegano i volumi" e, aggiungo per deduzione, più si va "nel piccolo" e meno le forme contano...

saluti
> Scusa mi se ti faccio domande di questo tipo, lo so che servirebbero dei trattati o dei pomeriggi passati insieme a rivedere i dati dei test fatti per rispondere e non certo poche righe...

Non devi scusarti, spero che tu non mi abbia frainteso, la mia non era una critica.

>Ho iniziato ad andare in barca a vela 33 anni fa, volo da 25, piloto modelli volanti da altrettanti anni e solo negli ultimi 6 ho iniziato a fare un po' di vela RC: ti posso assicurare che le sensazioni sono molto simili, solo che quando ci sei sopra è un po' più facile.
Avendo fatto regate sulle derive per tanti anni quando le barche più "strumentate" avevano forse un bussola, trovo che il controllo degli avversari e il confronto "a sentimento" delle velocità propria e degli altri sia esattamente lo stesso di allora.

Io ho iniziato qualche anno prima di te con la vela, in gioventù con le derive, esperienza culminata con gli FD, quando è esploso l'amore per la Star. Mio padre fu un pilota di idrovolanti. Dopo il mio primo volo, capii che non faceva per me.

>E questo è uno dei motivi per cui le riproduzioni non mi interessano: le cose da copiare sono talmente poche che è più facile introdurre **ate che soluzioni utili.

Giungiamo alla medesima conclusione, tu per scelta, io per professione. Quando progetti carene, non solo non puoi riprodurre nulla, ma i clienti si aspettano che ogni volta tu reinventi per loro i principi della fluidodinamica. Quando si lavora su un prototipo da regata le cose sono ancora relativamente semplici. Il difficile viene quando il committente di un 60' (ed ovviamente un investimento di portata adeguata) si aspetta di finire sulle riviste del settore con il suo prototipo iper prestazionale, poi ogni sabato mattina viene in cantiere e via via si accorge che non può assolutamente rinunciare ai ripiani lavabo in marmo, al pianoforte a coda, alla libreria delle carte nautiche e portolani in palissandro, con la sfrenata ambizione di far coincidere la linea di galleggiamento con l'attaccatura del bottazzo!
Ciao
Max
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