Grazie,
come ti dicevo prima, non mi preoccupa molto se la discussione interessa a nessuno o no: questo è un forum, nessuno è obbligato a leggere e finchè si parla di argomenti tecnici, più o meno in tema, "fa buon brodo" e non esula molto dall'argomento.
Sono pienamente daccordo con te che tante regolazioni, trim tab compreso, siano difficili da far funzionare su un modello e costino peso. Comunque qualche prova comparativa la si può fare in maniera abbastanza attendibile facendo viaggiare 2 barche similari insieme sullo stesso bordo per più volte. Noi usiamo questa tecnica da anni e funziona abbastanza bene anche se ci vuole molto metodo, tempo e pazienza per ricavare risultati e prove attendibili.
Usando una barca di riferimento le cui regolazioni non vengono toccate, normalmente impiego un pomeriggio di test (2 o 3 ore) per mettere a punto (regolazione base) una andatura con un gioco di vele.
E' per quello che cerco di limitare le variabili, altrimenti non basterebbe fare quello a tempo pieno
Ti rammento che non faccio riproduzioni (non mi piacciono nè mi interessano) e soprattutto sono un po' più grandi degli 1:20.
Sono barche progettate nel regolamento IACC versione 4 scalato in 1:10: quindi per fortuna la dimensione un po' più grande rende la caccia al mm nelle regolazioni meno tragica.
Con 2,5 metri di scafo e 24 kg di peso sono più "barche piccole" che modelli nel loro comportamento generale e mi piacciono per questo.
Come scrivi tu, la differenza di massa rispetto alla superficie velica e alla lunghezza è tale da vanificare quasi tutta la ricerca svolta sugli ACC che non è assolutamente trasponibile sui modelli.
La mia barchetta AC/10 di 2,5 metri (1,85 al galleggiamento in statica) viaggia con un 10-12 nodi di vento a 4,5 di bolina e di lasco oltre 6,5 (rilevati con un gps on board). Se il vento aumenta va un po' di più. Come vedi siamo un po' oltre la velocità in dislocamento e non 'è nessun paragone con una ACC
Credo che il parente "grande" più prossimo sarebbe forse un mini 6.50 a chiglia fissa.
E questo è uno dei motivi per cui le riproduzioni non mi interessano: le cose da copiare sono talmente poche che è più facile introdurre **ate che soluzioni utili
.
Però tutto è trasponibile "cum grano salis" in entarmbi i sensi.
Scusa mi se ti faccio domande di questo tipo, lo so che servirebbero dei trattati o dei pomeriggi passati insieme a rivedere i dati dei test fatti per rispondere e non certo poche righe. Però, dato che avevo fatto un discorso similare con un altro progettista a Ravenna qualche mese fa, volevo sentire anche altri pareri e vedere se c'erano dei punti comuni tra le risposte, i dati e soprattutto le impressioni che avevo registrato.
Ho iniziato ad andare in barca a vela 33 anni fa, volo da 25, piloto modelli volanti da altrettanti anni e solo negli ultimi 6 ho iniziato a fare un po' di vela RC: ti posso assicurare che le sensazioni sono molto simili, solo che quando ci sei sopra è un po' più facile.
Avendo fatto regate sulle derive per tanti anni quando le barche più "strumentate" avevano forse un bussola, trovo che il controllo degli avversari e il confronto "a sentimento" delle velocità propria e degli altri sia esattamente lo stesso di allora.
Da quel che mi scrivi, non mi pare che tu abbia esperienza di pilotaggio dei modelli: ti posso assicurare che con la pratica si può acquisire una sensibilità similare (nota bene, parlo di sensazione) e che le prove comparative facendo correre sullo stesso bordo 2 barche simili per qualche centinaio di metri sono abbastanza efficaci, così come le regate a 2 con 2 skipper più o meno equivalenti.
Per tornare in topic, nelle IOM si sono viste molte barche di varie filosofie diverse, comprese quelle più quadrate e mi pare che nel 2004 o 2005 un tedesco si sia presentato a un mondiale o un europeo con una barca strettissima e "quadrata" ottenendo anche dei risultati molto interessanti. Dato che il livello degli skipper era sicuramnte buono, sarebbe utile andare rintracciare qualche dato a riguardo per vedere un po' come era fatta, ammesso che si trovino.
Comunque, a mio parere, questo starebbe a dimostre che date tot vele e una certa lunghezza/dislocamento, se tutto è ben fatto (giusta distribuzione dei volumi e centrature) la prestazione non cambia poi molto e più le dimensioni scendono, più le differenze si assottigliano.
Ricordo di aver letto una interessante intervista a Biscontini in cui raccontava qualcosa sul genere: "le forme non sono altro che le superfici che collegano i volumi" e, aggiungo per deduzione, più si va "nel piccolo" e meno le forme contano...
saluti