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Vecchio 24 aprile 08, 16:29   #13 (permalink)  Top
rivetto
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Originalmente inviato da claudio v Visualizza messaggio
Molto interessante.
Mi chiariresti un paio di punti.

Sull'ultimo Alinghi (SUI 100) il ginocchio di prua era molto meno marcato: secondo te era "mascherato" nel senso che c'era ma non si notava, o non c'era e sono ritornati a una linea piu`convenzionale indagando altri aspetti.

Una soluzione del genere sarebbe applicabile anche a carene di 1 o 2 metri e con quanto beneficio?
Grazie
Ciao
> Mi chiariresti un paio di punti.
Sull'ultimo Alinghi (SUI 100) il ginocchio di prua era molto meno marcato....

Visto che lo chiedi e che ti rivolgi a me cerco di spiegarlo, ma non è molto semplice farlo in poche parole, spero che almeno questa volta i professori non insorgano. Premetto che parliamo di TEORIA pura e noiosissima, quindi non è obbligatorio leggere.
Il "ginocchio" è un artificio idrodinamico concepito sul filo del rasoio. Ricordi la penultima edizione dell'AC dove su Luna Rossa era stato previsto e, dopo l'allontanamento del progettista, nottetempo rimosso? Anche se personalmente sono convinto che ciò abbia potuto incidere per un 20% al massimo sulle cattive prestazioni, ciò non toglie che i fatti dimostrarono che da allora la barca cominciò a camminare. Ma fu realmente rimosso o modificato solo quello? Teniamo presente che fece un gran comodo per giustificare il licenziamento coatto del presunto colpevole (la mia opinione - ma vale poco - è che abbia corrisposto al licenziamento dell'allenatore quando la squadra di calcio perde). Per cui non si ebbe una reale prova della sua efficacia o meno. Io non trascurerei neppure l'effetto placebo.
In ogni caso, il ginocchio crea una depressione (detta contropressione) nei 12-15 cm al di sotto della linea di galleggiamento, all'incirca fino alla sezione del baglio max, producendo un effetto favorevole paragonabile alla riduzione della superficie bagnata di quella zona. Tradotto rozzamente in pratica, è come se la chiglia fosse meno immersa per qualche cm (dipendente in parte anche dall'angolo di sbandamento e dal rapporto sezione prodiera/Bmax). Per darti un'idea grossolanamente indicativa, supponiamo che una carena che peschi 170 cm e lunga al LWL 18 mt con un baglio medio di 300 cm abbia una superficie bagnata di 8000 dm2, una fascia teoricamente emersa di 7-8 cm dalla sezione del ginocchio fino a poppa (parliamo di andatura di bolina, quando la parte bagnata si "allunga" fino a poppa) corrisponderebbe a circa 300 dm2, cioè il 4-5% della superficie immersa. Per quanto poco possa apparire, considera che si tratta di un vantaggio netto, poichè equivale ad una teorica riduzione della superficie di attrito senza riduzione della LWL nè del momento di sostentamento nè, soprattutto, del momento raddrizzante (quanto più si riduce, tanto minore è il vantaggio). Vuoi che ti dica perchè parlo di "teorica"? Perchè si parla di un effetto "paragonabile a", cioè soggetto ad un numero di variabili tale per cui non è di fatto quantificabile. La riprova è che quel Luna Rossa fu progettato (ed immagino testato a lungo ed approvato) con il ginocchio, ma al primo test con gli avversari fu dichiarato controproducente. Che sia più o meno visibile e in apparenza pronunciato non incide sulla resa idrodinamica, in quanto l'effetto onda che genera la depressione è dato dal volume di acqua spostata in quella sezione prodiera (ricorda che parliamo di una prua immersa in andatura di bolina), quindi ottieni il volume equivalente con uno stacco meno appariscente sullo slancio ma ugualmente influente sulla resistenza all'avanzamento.

> Una soluzione del genere sarebbe applicabile anche a carene di 1 o 2 metri e con quanto beneficio?

A livello puramente teorico si. Rifacendomi ancora al "paragonabile a" devi però essere disposto ad accollarti:
1) l'onere di prove comparative in vasca (e qui direi che siamo già off limits): bisogna avere la vasca, due carene gemelle con/senza ginocchio, la possibilità di lavorare e modificare più volte la forma, gli strumenti per misurare le forze idrostatiche ed idrodinamiche, la forma e la massa d'onda,... mi fermo, è meglio.
E soprattutto
2) il saldo convincimento che un minimo errore di valutazione sulla distanza dalla boa del tuo modello navigante, oppure una virata in più - insomma, un errore di manovra che ci può stare su un AAC con equipaggio, figurati su un modello senza! - annullerebbe in 3 secondi giorni di noiosissimi calcoli, teorie, verifiche e illusioni di aver prodotto una piccola meraviglia.
Se accetti un consiglio spassionato (te lo garantisco, non mi faccio coinvolgere dall'entusiasmo perchè faccio per lavoro ciò che voi fate per divertirvi): una carena prestazionale rappresenta il 30% di una barca vincente. Un manico (=equipaggio) prestazionale almeno il doppio. A parità di rendimento umano (esiste nel modellismo?) contano le esasperazioni tecniche, altrimenti restano solo dettagli.
Mi scuso per la lunghezza, ma di meno non era proprio possibile. Spero di esserti stato utile.
Max
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