Ai colleghi di hobby che come me hanno il gusto di progettare e costruire le proprie barche, propongo il racconto di questa esperienza per condividerla e averne ,se possibile ,opinioni, idee, suggerimenti,critiche costruttive ecc
Lestate scorsa costruii una vasca ,feci qualche prova, senza fare misure,poi dovetti smontare il tutto; poco tempo fa ho utilizzato alcune indicazioni tratte da quelle prove in una discussione ma i due Claudi, V e D, mi fecero capire , con garbo , che sbagliavo e avevano ragione.Allora ho ripreso il lavoro per mettere a punto lo strumento e capire gli errori; per farvi seguire meglio il discorso ecco lo schema utilizzato e alcune foto :
Progetto allinsegna delleconomia ( meno di 50 euro ) ma le 11 staffe ad U in angolare o piatto di ferro me le sono tagliate e saldate ,pareti in compensato marino ( 2 fogli di brasiliano 24 euro ), la vasca impermeabile in naylon da ferramenta poggia direttamente sul pavimento.
A mio parere uno strumento così ha senso solo se ti consente di fare delle misure attendibili
della resistenza allavanzamento nel range di velocità di ns. interesse diciamo tra 0 e i
2 m/sec ( circa 3 nodi ): allora sì che si potrebbero fare confronti tra i vari disegni di carene
modifiche e ottimizzazioni con facilità. Basterebbero dei manichini in poliuretano espanso
( cosa che già faccio ma solo per prove statiche ) e con poco lavoro si passerebbe dal disegno
allacqua.Per la misura della resistenza lho risolto così :
Con rapporto di leva di 4 a 1 e una buona bilancia (precisione 1 gr ) siamo a posto.
Allora perché tutti quei condizionali : il nocciolo del problema è la turbolenza dellacqua. Nelle due foto che seguono la velocità è di poco sotto i 2 m/sec, sembra un torrente di montagna, ma già a 0,5 m/sec la trazione sulla bilancia comincia ad oscillare tanto da rendere impossibile una misura attendibile
A questo punto a meno di vostre idee geniali, in cui spero, vedo solo 3 possibilità :
1) rassegnarsi ad uno strumento solo per basse velocità , per quel che può dare
2) provare a raddoppiare la lunghezza dei canali contando sullo smorzamento naturale
3) come nelle vere vasche navali tenere ferma lacqua e far correre un carrello che tira
il modello , fase di accelerazione controllata e poi fase di moto uniforme per le misure
molto più complicato costoso ed ingombrante.
Claudio D ha avuto probabilmente una buona idea: suddividere la potenza su più eliche, magari
di fuoribordo elettrici tutto da verificare, io non li ho.
Concludo con unaffermazione : più lavoro sugli scafi e più penso che una barca competitiva lo
deve molto di più alle vele che al resto, nel senso che un ottimo scafo con vele scadenti fa una barca scadente mentre uno scafo mediocre con ottime vele può dare delle soddisfazioni. Con ciò spero di non innescare una polemica infuocata di cui non abbiamo bisogno!
Probabilmente ho abusato della vs. pazienza, mi scuso e grazie a chi vorrà intervenire