Discussione: Un ALBERO OVALE
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Vecchio 29 dicembre 07, 12:55   #15 (permalink)  Top
claudio v
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Originalmente inviato da claudioD
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La scelta di riportare tutto in cima all'albero va bene per le sartie e il paterazzo, ma non per lo strallo di prua perché di solito i Regolamenti lo posizionano a 80% della lunghezza d'albero.
Non mi sono spiegato bene: lo strallo e la sua intersezione con l'albero assieme alle sartie sono attaccate nel punto previsto dalla stazza: è solo la trazione sul pivot di rotazione che con un tirante viene portata in testa d'albero

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Originalmente inviato da claudioD
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Tutto sommato sono dei bei costi quelli di Walicki e che non molti possono permettersi e che "en passant" a mio avviso sono anche la causa di molte diserzioni da questa attività.
Continuo a cogitare perché un albero ovale ha senso solo se puo' ruotare altrimenti é peggio di uno rotondo.
Se non posso fare girare l'albero ritornero' sullo spostamento della ralinga coi braccetti pivotanti che avevo tralasciato quando parlavo di ralinga libera che fra l'altra era una bella stupidaggine..
Ciao
Cd
Infatti comprare un classe m è caruccio, ma ne vendono un casino lo stesso. In proporzione un IOM da Bantoc a 2-3000 euro costa molto di più.
Se si "pesano" i contenuti tecnologici di una m come lo Scalpel di Walicki e li si confrontano con l'alberetto di alluminio, lo scafo in vetro e qualche pezzettino di meccanica dei vari Metro, il paragone non regge.

Credo che il problema della m, più che i scosti che su una barca a balestrone sono molto minori, sia la difficoltà di gestione in corsa: 9 armi stazzabili tra cui scegliere in una regata, dislocamenti variabili, funzioni aggiuntive, meccaniche etc...
In un mondo delle competizioni fatto sempre più da piloti "compratori" e sempre meno da modellisti si instaurano 2 problemi: lo spessore del portafoglio se si compra tutto o la mole di lavoro se si fa tutto da zero.

Quando ho scelto di darmi alle AC/10 ero combattuto tra quelle e i classe m.
Dato che ho la brutta mania di farmi tutto da zero o quasi, nella m avrei avuto molto da lavorare e molta gente dotata di mezzi uguali o superiori ai miei grazie "allo spessore del portafogli".
Nelle AC/10 invece non c'è ancora un vero mercato e quindi mi sarei confrontato con modellisti che come me si sbattono per costruire e far funzionare un modello che per dimensioni e meccanica è una barca a vela a tutti gli effetti.
In questo modo potevo appagare la mia voglia di vela, progettazione e costruzione e battermi alla pari con qualcuno con la mia stessa passione.

Poi, per allenare bene i pollici, le regolazioni e la tattica, mi sono fatto una IOM e ci vado a correre quando posso con i milanesi che rappresentano uno dei gruppi più forti in Italia... non vinco mai, ma inseguendo imparo molto.

Per tornare im tema, il discorso della ralinga mobile a me convince molto poco.
Con il mio amico inge stiamo facendo girare da un po' dei modelli di derive varie e anche in tandem per ottimizzare le appendici.
L'albero con la randa staccata somiglia molto a una delle configurazioni con una piccola deriva davanti e una grande dietro e i risutati sono... scoraggianti.

E' un po' difficile da spiegare: quando si variano oltre un certo punto gli angoli di attacco i rendimenti crollano.
La zona di portanza in pratica si porta avanti sul profilo anteriore con calettamenti piccoli, ma superato un certo angolo il profilo anteriore genere una turbolenza di scia che fa stallare il posteriore... dato che il profilo posteriore nel tuo caso è la randa, le probabilità che tutto funzioni peggio sono molto elevate.

Invece, almeno ai nostri Re, la presenza dell'albero attaccato alla vela, sembra non nuocere molto, anzi, forse talvolta aiuta svolgendo una funzione di "turbolatore" energizzando il flusso e ritardandone lo stallo.
Purtroppo la banca dati disponibile è per ora piccola: non c'è storico in quanto chi ha le info se le tiene e difficilmente fa esperimenti alle nostre "dimensioni" e velocità.
Quindi tirare conclusioni "certe" sarebbe un azzardo.

Ni iei utilizzi alla fine ho deciso di "fregarmene" della differenza aerodinamica che può fare la forma dell'albero per badare "al sodo", cioè al controllo della sua forma unita alla gestione del carico dello strallo che si ripercuote pesantemente su quella delle vele: non avendo volanti con un armo frazionato e carichi tra 20 e 80 Kg su 3,5 metri di albero è un discreto casino.

Per tornare agli alberi rotanti
Per la rigidezza a flessione laterale sugli alberi rotanti ci sono vari sistemi.
Ho trovato il disegno in internet di quello di Fila di cui ti parlavo ieri
http://www.finot.com/bateaux/batmono...ldini/fila.htm

In pratica le crocette e un sistema di sartie a diamante sono solidali all'albero e ruotano con lui per tenere la flessione laterale. La componente longitudinale è tenuta dal'albero che comunque ha un paio di volanti in quanto la sua sezione longitudinale (su Fila) è ridotta.

Per i dimensionamenti della rigidezza longitudinale, dato che i moduli dei materiali che usiamo non sono così "noti", uso un sistema parametrico.

Il carico flessionale dato dallo strallo lo approssimo come segue.

Cflessionale long. =Carico voluto sullo strallo x sin angolo sotteso.

Dopo di che lo simulo in scala ridotta con i tubi di carbonio che voglio utilizzare e ne verifico le deformate imponendo i carichi "in scala".
Poi, con le deformate, ricalcolo i maniera parametrica la rigidezza della sezione tipica con i 2 tubi accoppiati longitudinalmente per la deformata massima che vorrei a quel carico. Infine costruisco l'albero vero maggiorando cautelativamente un pochino.

Di solito la rigidezza non è mai troppa e, se non ho fatto qualche *azzata nei conti, non ho sorprese

Facendo questa verifica pratica sul tuo albero rotante, e avendo 3 punti di cerniera (base, sartie+strallo prua, testa), potrai "avanzare" quanto basta il punto di pivot della testa per mantenere un'allineamento decente con una flessione media dell'albero in condizioni di vento debole e medio.
Quando c'è vento forte e aumenterai i precarichi, la deformata cambierà spostando i punti di pivot dall'asse: ma un po' più di attrito nella rotazione non si dovrebbe sentire se il vento è forte.
Ciao e buon lavoro
claudio v non è collegato   Rispondi citando