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Data registr.: 27-08-2007 Residenza: Roma
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| Il toro serve... non solo per le sue corna!
Allora,
parlo da elettronico e non da modellista, questa volta.
I toroidi, come filtri antidisturbo sulle linee di segnale non bilanciate (nel nostro caso i servo, le alimentazioni, praticamente tutto) non fanno mai male, al massimo, se il "sistema" da proteggere è già immune da disturbi, la presenza del filtro (il toro nel nostro caso) non sortisce alcun effetto (nel nostro caso solo peso).
Un po' di teoria.
Esistono due casi ben distinti:
il cavo su cui aggiungo il filtro (ripeto, per noi è il semplice, banale ma efficace e pesante toro) genera disturbi: con il toro riduco l'emissione in radiofrequenza di quel cavo a favore degli altri componenti del sistema.
il cavo su cui aggiungo il filtro potrebbe ricevere disturbi: con il toro su questo cavo attenuo eventuali segnali parassiti captati.
E' ovvio, come tutte le cose nella realtà, che esiste un terzo caso più complesso: il cavo su cui aggiungo il toro è connesso ad un dispositivo che è sì sensibile alle interferenze, ma contemporaneamente ne emette delle altre a cui altre apparecchiature sono sensibili.
es.: un servo digitale potrebbe convogliare sul suo cavo una serie di segnali parassiti dovuti alla freq. di clock del microprocessore impiegato nel servo, e questi segnali potrebbero infastidire la ricevente.
Allora, mi direte, che si fa?
La rnorma è che quasi tutti i dispositivi sono costruiti per essere radioimmuni, tranne.... la ricevente!!
Deve ricevere onde radio, per definizione, come fa ad essere radioimmune.
Ecco allora le varie forme di conversione, PCM ed altre che conoscete bene, che aiutano a scindere nella ricevente il segnale proprio dal segnale disturbante, non solo quello irradiato in etere dalle altre radio, dal traliccio dell'alta tensione o dal radioamatore con 2KW in antenna a 3km dal campo.
Nel caso probante dell'ESC con BEC o senza BEC, la sua logica ce l'ha.
L'ESC è un dispositivo che interpreta il segnale PPM inviato dalla ricevente (filo bianco, giallo o arancione della spinetta del servo) in impulsi PWM al motore (usando il polo negativo come comune (cavo nero della spinetta). Contemporaneamente, riduce la tensione della lipo a 5~6V per alimentare la rx (ancora il negativo, cavo nero in comune).
Quindi, gli ESC con BEC incorporato sono più "intrusivi" sul fattore disturbo di un ESC senza BEC. Qui il toro è necessario. Negli altri casi? E' sempre consigliabile.
Un mio parere? Se il toro non rappresenta un problema di peso, male non fa, ed io ce lo metterei sempre. Anzi, ne servirebbero sempre due, alle estremità del cavo il più vicino possibile agli oggetti interconnessi.
Fateci caso, sui monitor dei PC, sui cavi di alimentazione dei pc portatili a valle dell'alimentatore (ti credo, è switching, funziona come un ESC, sono proprio parenti come circuitazione, a parte le differenti tensioni in gioco), anche sui cavetti di linea di un lettore MP3 (es. Creative) c'è sempre un toroide.
Nulla vieta che, una buona radio (non è il prezzo o la marca il problema), un buon ESC e dei buoni servo (aggiungo un po' di fortuna) funzionano benissimo senza problemi senza alcun toro.
Poi càpita, come ad un mio conoscente qualche decennio fa', al ritorno da Maranello con una Ferrari nuova fiammante, che gli si è rotto il filo dell'acceleratore ed è rimasto a piedi!! Quando la sfortuna ci si mette....
scusate la dissertazione, ma mi sono fatto prendere la mano.
ciao
Rosario
p.s.
l'unico caso dove il toro è veramente inutile è sulle linee bilanciate (due conduttori di segnale avvolti da un terzo conduttore, una calza metallica che funge da schermatura. La linea bilanciata, più costosa e complessa, nasce proprio per ridurre le reizioni di modo comune, ed è progettata apposta per questo, per essere immune dai disturbi.
Es. di linea bilanciata: microfoni per uso professionale, trasmissioni di segnale audio su linea bilanciata (come pensate che siano collegati i mixer di banco di un concerto a 70 mt. dal palco per non avere rumori di fondo?), trasmissioni digitali su linea bilanciata, amplificatori e sensori per elettrobiomedicali con sensibilità nell'ordine del microvolt (immaginate di fare un elettrocardiogramma mentre il telefonino del dottore riceve un sms, con quella sensibilità, altro che il servo che vibra), etc.
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