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Vecchio 01 settembre 07, 13:21   #11 (permalink)  Top
claudio v
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Originalmente inviato da claudioD
Salve ClaudioV
ho voluto interpretare il tuo commento tracciando le sezioni equivalenti ;

Molto probabilmente la cocca rossa avrà dei risultati migliori anche se una profondità più importante genererà molta onda e quindi attrito. Il suo CP sarà più basso e i venti leggeri saranno favoriti.
Lo scafo rosso avrà più immersione solo a barca dritta, se la incliniamo sarà forse lo scafo base ad averne di più...
La maggior onda si genera in velocità, quindi a scafo inclinato, il che vorrà dire che di bolina il problema non sussiste. In poppa ci potrà essere, ma se con vento un po' forte si sceglie di scendere al lasco si ricade nel caso precedente.
Infatti tra i classe M vincenti non mi pare di aver mai visto uno scafo "quadro"

Poi, dati i rapporti la lunghezza della deriva e la larghezza dello scafo, la perdita di momento raddrizzante tra i due scafi è pressochè trascurabile (cosa che nella barche "vere" non accade in quanto la pinna è in proporzione molto più corta)


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Originalmente inviato da claudioD
Si nota per altro che aumentare al di là di 58mm sarà difficile mantenere la stazza se non stringendo di molto il baglio.
E se anche si stringesse ancora un poco il baglio al galleggiamento? Non vedo dove sarebbe il problema. Come ha scritto più volte uno dei progettista di Luna Rossa, le forme non sono altro che l'involucro che contiene i volumi là dove li si vogliono mettere...

Questo per dire che l'acqua "non vede le forme", vede i volumi e le loro variazioni.
Quando progetto uno scafo, le linee che li raccordano sono l'ultima cosa che cerco di far combinare e che considero di secondaria importanza.
Prima decido che distribuzione voglio dare ai volumi, dove voglio dei gradienti o dei punti di pressione o delle zone con una certa immersione se mi servono; dopo cerco di piazzare le curve per raccordarli. Quando ho finito, passo il modello allo studio fluidodinamico per verificare di non aver fatto troppi fatto errori, poi aggiusto le forme, verifico le impronte in acqua a barca sbandata, ricalcolo i CR, "limando" qua e là finchè non mi soddisfa
In fase di studio riverifico anche le variazioni di dislocamento quando la barca è inclinata sotto la spinta del vento (si calcola facilmente dal momento raddrizzante) e i margini di stabilità longitudinali imponendo delle rotazioni attorno al cr presunto.

Citazione:
Originalmente inviato da claudioD
Cosi' facendo si crea un'altro tipo di barca che nulla ha a che fare con il "carattere" di un AC di cui si apprezza la somiglianza più che la velocità. Se tutte le barche AC1/20 sono simili, non c'é problema di sapere se forse si potrebbe andare più veloce.
Certamente é possibile, ma é un'altra storia e non sarà più un AC 1/20.
La velocità non é tutto ...per questo, secondo me, si fanno altre barche !
Spero che tu ne convenga.
I coppa america nel passare degli anni sono diventati sempre più simili ai classe m. Simili nella disposizione dei volumi, nelle larghezze etc. Lo spirito è quello di fare una barca il più veloce possibile in quella formula.
Se nei modelli si fanno piccole variazioni come ho sopra detto, difficilmente si vedono e comunque l'occhio si può facilmente ingannare con la "pittura", scegliendo di semiriprodurre una barca piuttosto che un'altra.
Ad esempio il dragone sul fianco può nascondere linee di qualunque tipo. (a parte che io ho visto da vicino, 10 metri circa, China Team sull'invaso e non era fatta con quelle sezioni).
Ad esempio, saprai bene che il tuo disegno ruba alle "vere" un tot di altezza sul bordo libero (mi sembra + di un cm sul modello a prua, circa 20 sul vero e circa 2 a poppa (40 sul vero)... ma non è certo un problema e l'aspetto cambia poco
Tanto semiriproduzioni sono e semiriproduzioni rimangono: 1 o 2 cm rubati qua è là dubito che qualcuno possa trovarli senza misurare la barca: ma il regolamento nè lo prevede, nè lo richiede certo

Molto più difficile da nascondere è una barca più lenta in regata
E rimanendo in dislocamento (quindi non planando) la lunghezza di LWL e il momento raddrizzante sono gli elementi base che danno la velocità max presunta.

Infatti se si progetta una barca per fare delle regate in una formula, a mio parere la si fa perchè sia il più veloce ed equilibrata possibile. Quando ho disegnato il mio AC10 (che è perfettamente nella formula versione 4 del regolamento) con cui quest'anno ho vinto, me ne sono bellamente fre...ato di fare qualcosa che somigliasse a ciò che c'era in circolazione: ho fatto quello che mi sembrava meglio per le mie problematiche e alla fine, mesi dopo, ho scoperto che parecchie soluzioni tecniche e linee dello scafo somigliavano stranamente a SUI 100 . Sarà stato certamente un caso...
Altre non somiglieranno mai perchè il modello è affetto da problemi totalmente diversi pur rientrando circa nella stessa, identica formula.

Il grandissimo vantaggio del modellismo è che con molto meno tempo e molti meno soldi si possono fare un gran numero di iterazioni e ottimizzazioni di una formula verificandole e, alle volte per puro caso, si arriva prima che sulle barche "vere" a soluzioni innovative.
L'importante è sapersi spesso staccare da quelli che sono i parametri canonici con cui si risolvono i problemi e mettere in dubbio tutto quel che non convince.. e talvolta anche quello che convince.

Questo, naturalmente, è solo il mio personale modo di vedere le cose.
Ciao
Claudio Vigada
claudio v non è collegato   Rispondi citando